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				 editoria 
                  
                ANCORA LIBER i libri liberi 
                  
                dossier a cura di Federico Zenoni / foto Greta Sorana  
                 
                 
                  
                  LIBER 
                  Salone 
                  di Carlotta Pedrazzini 
                   
                   La 
                  quarta edizione del Liber Salone, il salone della psicoeditoria 
                  creativa e autoprodotta, si è svolta a Macao (nuovo centro 
                  per le arti, la cultura e la ricerca): per due giorni, sabato 
                  27 e domenica 28 settembre, un luogo liberato ha dato spazio 
                  a liberi artigiani e alle loro autoproduzioni. Tra gli espositori: 
                  pittori, poeti, scrittori, disegnatori, musicisti, inventori, 
                  autoeditori, più in generale artisti accomunati dall'intento 
                  di liberare la propria creatività dalle logiche del mercato, 
                  dalle forzature che esso impone, e da tutte quelle categorie 
                  che imbrigliano la forza creatrice. 
                  Da quattro anni il Liber Salone raggruppa “psico-editori” 
                  che, tramite questo appuntamento, esprimono la propria indipendenza 
                  da tutto ciò che riguarda il tradizionale modo di concepire 
                  l'editoria; si tratta di una dichiarazione di libertà 
                  e di autonomia che gli espositori rinnovano ormai ogni anno, 
                  non con le parole, ma con le proprie produzioni. 
                  La funzione dell'esposizione è principalmente aggregativa: 
                  l'intento è quello di creare una gruppo coeso di autoproduttori, 
                  ma anche di diffondere sempre di più la pratica dell'autogestione 
                  editoriale, della produzione “fatta in casa”. Perché 
                  in un mondo che tende sempre di più all'omologazione, 
                  anche nell'ambito della creatività e della cultura, è 
                  bene dare l'esempio, mostrare che una libera espressione senza 
                  vincoli è ancora possibile. 
                  Appena messo piede in Liber, l'eterogeneità balzava subito 
                  agli occhi; tutti gli stand erano stati curati secondo i gusti 
                  e le esigenze degli espositori, senza che nessun criterio di 
                  uniformità fosse stato imposto. Le produzioni, inoltre, 
                  erano tra le più varie: diverse le creazioni, diversi 
                  i contenuti, ma anche gli argomenti, gli stili e le tecniche. 
                  Ad accomunare tutto: l'autogestione e l'autonomia con le quali 
                  erano state prodotte. Ma non solo; anche il fine, quello della 
                  comunicazione, era un chiaro denominatore comune. Sui banchetti 
                  non era presente arte fine a se stessa, ma media in grado di 
                  veicolare significati, messaggi in bottiglia indirizzati a chiunque 
                  fosse disposto a raccoglierli. 
                  È stato un piacere girare tra gli stand e parlare con 
                  gli espositori, ascoltare la storia dietro ad ogni creazione 
                  presente. Tutte le autoproduzioni esposte lungo i due piani 
                  di Macao erano uniche, rappresentavano la specifica creatività 
                  e individualità di chi le aveva realizzate e proprio 
                  per questo erano irripetibili. 
                  Chi, nell'ultimo fine settimana dello scorso settembre, si è 
                  avventurato tra gli spazi espositivi del Liber Salone ha avuto 
                  l'opportunità di trovarsi di fronte a qualcosa sprovvisto 
                  di duplicati, senza eguali; ha assistito ad un esperimento autogestionario 
                  di cui ci auguriamo tutti una maggiore espansione. 
                  
                  
                   
                   
                  Una 
                  malattia chiamata LIBER 
                  di Federico Zenoni 
                   
                  Sull'ultimo numero estivo di A-rivista avevamo già parlato 
                  di LIBER –i libri liberi-, il salone dell'editoria creativa 
                  ed autoprodotta (detta anche psicoeditoria); questo dossier 
                  era uscito poco prima della quarta edizione, svoltasi nell'affascinante, 
                  decadente, fantasmatica cornice di Macao a Milano (www.macaomilano.org). 
                  Parte del gruppo di Macao che si occupa di editoria, e che organizza 
                  a Maggio In-edito (tre giorni dedicati all'editoria indipendente), 
                  ha collaborato entusiasticamente con la ciurma di Liber per 
                  approntare al meglio lo spazio per i due giorni di esposizione, 
                  prove di stampa, laboratori, presentazioni e concerti. 
                   
                  Una venticinquina di espositori ed espositrici si sono adagiati, 
                  allungati, allargati sui due piani del salone aereo di Macao, 
                  esponendo al vento e alla vista un ventaglio vistoso di autoproduzioni 
                  cartacee e librarie. 
                   
                  Quest'anno, con la collaborazione di un misterioso “Comitato 
                  Scientifico di Liber”, la casa ed. Libera e Senza Impegni 
                  ha finalmente diagnosticato la “sindrome psicoeditoriale” 
                  che calza bene ai casi più disperati convenuti a Macao 
                  (vedi box). 
                   
                  Decisivo anche l'apporto dei liberi musici che si sono alternati 
                  sul palco: Chiara (pianoforte e batteria minimale) e Francesca 
                  (voce, chitarra, disegni), ossia le RADIOLARI da Foligno; poi 
                  il quintetto dei BUDAVARI con le loro lunghe suite strumentali; 
                  e ancora l'esibizione acustica dei FRISER (La Ciurma Anemica) 
                  con le loro versioni dei canti popolari e della resistenza; 
                  infine il recital poetico-musicale degli O.P.M. (Organismi Poeticamente 
                  Modificati). E non dimentichiamo le incursioni psichedeliche 
                  del cantautore Dario Antonetti, un veterano di LIBER! 
                   
                  Ma prima dell'evento settembrino, delle “delegazioni” 
                  di Liber si erano messe in moto sviluppando delle “sorellanze”, 
                  in particolare con il Festival della Mentina (a Sarzana) e L'Atelier 
                  dell'Altra Editoria (a Mestre), due convivii decisamente libertari. 
                   
                  Il Festival della Mentina (www.facebook.com/festivaldellamentina2014) 
                  si svolge a fine Agosto nel centro storico della ridente Sarzana 
                  durante il blasonato –e sovvenzionato- Festival della 
                  Mente; è una rassegna, anzi, un “festival riduttivo” 
                  (come ci tengono a precisare gli organizzatori): mostre, letture, 
                  azioni, teatro, proiezioni, musica, banchetti di autoproduzioni. 
                  Il tutto si muove ed agita in piccoli spazi, precisamente la 
                  suggestiva sede dell'Associazione Rasoterra ed il carruggio 
                  antistante. Vale una visitina. 
                   
                  L'Atelier dell'Altra Editoria (www.facebook.com/pages/Atelier-dellaltra-editoria/1529447637266792), 
                  alla sua prima edizione, ha radunato alcuni auto-produttori 
                  editoriali della zona Mestre-Venezia più una combriccola 
                  milanese direttamente da Liber. Organizzato da Claudia Vio (animatrice 
                  di Unica Edizioni) con la collaborazione del Gruppo di Lavoro 
                  di Via Piave e, appunto, Liber –i libri liberi-, si è 
                  svolto nei suggestivi locali di Casa Bainsizza ospitando anche 
                  laboratori, musica dal vivo, presentazioni e letture. Sicuramente 
                  un'esperienza da sostenere e da ripetere, anche in altra stagione, 
                  magari in primavera. 
                   
                  Un caloroso arrivederci alla quinta edizione! 
                  
                  
                    
                
                   
                    Sindrome 
                        psico-editoriale. Una diagnosi 
                      sindrome 
                        (sin-dro-me) s.f. 1 (med.) il complesso 
                        dei sintomi che denunciano una situazione morbosa senza 
                        costituire di per sé una malattia autonoma/ 2 
                        (estens.) complesso di atteggiamenti con cui si 
                        reagisce in modo abnorme a una specifica situazione critica, 
                        a un condizionamento, un pericolo ecc. / Dal gr. Syndromé, 
                        comp. di syn- “sin-” e un deriv. di dromos “corsa”; in orig. “concorso di gente”, 
                        poi anche “concorso di sintomi”. 
                         
                        Sindrome psico-editoriale (psi-co-e-di-to-ria-le) 
                        1 (med.) diversi i sintomi riscontrati, 
                        ma principalmente una insana passione per i libri e la 
                        carta in generale, passione che rasenta la fobia o il 
                        feticismo e che si manifesta negli opposti del “collezionismo” 
                        o della distruzione dellī'oggetto (ritagli, strappi, “collage”). 
                        Questa si unisce ad una vera e propria mania per il riciclo 
                        e il recupero di materiali, cartacei ma non solo, che 
                        può trasformarsi in psicosi nel momento in cui 
                        ci si illude di essere un “Editore” creando 
                        manufatti dallī'improbabile denominazione di “libroide”, 
                        dall'aspetto trasandato, con una tiratura minima, frugale 
                        e fuori controllo e inventandosi una “distribuzione 
                        extracommerciale” a base di scambi postali, baratti, 
                        contrabbando, vendite sottobanco e altri espedienti illusori 
                        nonché al limite della legalità / 2 
                        (offens.) “Sei uno sporco psicoeditore!” 
                        – “Non sarai mica uno psicoeditore del c?” 
                        – “Psicoeditoria che cosa?! Ma vedi di farti 
                        curare” / 3 (fig.) “LIBER, –i 
                        libri liberi– salone della psicoeditoria”, 
                        evento marginale di raggruppamento, accoppiamento, esibizionismo, 
                        di persone affette da “sindrome psico-editoriale”. 
                        Si svolge (ed è aperta al pubblico!) ogni anno 
                        a Milano in autunno, quando i sintomi della sindrome si 
                        fanno più pressanti ed evidenti. / 4 (web) 
                        per i medici, i familiari o i conviventi col soggetto 
                        affetto da questa rara sindrome è consultabile 
                        un sito apposito per la prima assistenza: 
                        www.libersalone.altervista.org. 
                      FZ 
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                  La 
                  debolezza è la sua forza 
                  di Marco Parente –Lieve Malore– 
                   
                  Quarta edizione di Liber... Potremmo dire “il tradizionale 
                  evento milanese” del mondo autoproduttivo paraeditoriale 
                  cartaceo e tentare di raccontare cosa c'è, chi sono questi 
                  “psicoeditori”. Ma nonostante la presenza pluriennale 
                  manca un'identità così forte da renderne chiari 
                  i contorni. 
                  È sicuramente una raccolta di egocentriche inclinazioni 
                  espresse con tecniche desuete o poco convenzionali o con testi 
                  diffusi “in proprio” invece che lanciati nella disperata 
                  corsa al mondo dell'editoria commerciale. È già 
                  abbastanza per rendere la cosa interessante. Una delle sue caratteristiche 
                  è la libertà di accesso, qualsiasi edito-creatore-creativo 
                  può venire e mostrare il suo lavoro, è quindi 
                  una amorevole culla di libera espressività di nuovi e 
                  vecchi linguaggi paracartacei e delle loro interpretazioni. 
                  Questa identità fragile è ancora un'opportunità 
                  per poter far parte di un disordine in cui ogni ordine è 
                  ancora possibile. A Liber da un paio di anni con più 
                  forza si sta indagando su cosa sia questo mondo ed è 
                  stato creato un angolo di presentazione degli autori, di discussione 
                  e di interpretazione di ciò che accade. Chi fosse interessato 
                  ha quindi un osservatorio privilegiato per tentare di capire 
                  ma, attenzione, per ora non ne uscirà con le idee chiare... 
                  deve farsene una ragione. Liber ancora non ci sta ad essere 
                  definito, forse attende un “luogo” tutto per sé 
                  che ancora non esiste. Del resto l'avevano scritto...(Bandinelli, 
                  Lussu, Iacobelli, “Farsi un Libro”, Stampa Alternativa 
                  1990) farsi un libro è una cosa per snob e pazzi privi 
                  di asilo. 
                Cacca e varia umanità 
                 Quest'anno 
                  il luogo di Liber è Macao, sede di lussuosa decadenza, 
                  una palazzina liberty appena fuori dal centro di Milano, un 
                  edificio occupato caratterizzato da rude eleganza diroccato-antagonista, 
                  precedentemente era stata la sede della Borsa del macello. 
                  Tra le cose viste continuo a riconoscermi nei lavori di autori 
                  come Casa Editrice Libera e Senza Impegni, Pratiche dello Yajè 
                  e, assenti giustificati, Troglodita Tribe... Ma certamente sono 
                  condizionato dalla fascinazione e dal desiderio di emulazione 
                  che mi ha colpito quando, vedendo loro nel 2011, ho conosciuto 
                  quella particolare forma espressiva definita allora “libro 
                  casalingo”. Altre cose mi attraggono, spunti creativi, 
                  testi insoliti. Potrei certamente citare Tillia Tarrare, fa 
                  libretti accessoriati di tappi di sughero o macchie di vino...oppure 
                  erbari e ricettari a tema cucina bio-vegan, questa volta si 
                  è superata producendosi anche in un catering degno di 
                  nota, profanazione e redenzione dell'ex tempio del mercato sarcofagico. 
                  Poi il maestro Jaccarino con la sua instancabile verve creatrice, 
                  acquarelli fatti su ogni superficie e a ciclo continuo (solo 
                  l'anno scorso espose 365 ritratti) furia nella tensione creativa, 
                  grazia nel risultato finale. Molto mi ha colpito Gattili, libri 
                  minimali, con caratteristiche costruttive (formato, pagine, 
                  rilegatura, grafica) rigorose come un setting psicoanalitico, 
                  nel complesso tende a scatenare un transfert che sfocia in un'insana 
                  tensione al possesso. A proposito di psicoanalisi cito la fanzine 
                  C.A.C.C.A., contenitore di testi ed immagini varie il cui solo 
                  nome suscita latenti pulsioni infantili. Sul versante dell'autoeditoria 
                  mi vengono in mente Candilita e Altre Latitudini, guardateveli 
                  su internet. Curiose anche le “instant filastrocche” 
                  di “Filastrocche su Misura”. Fine del reportage, 
                  non potrei raccontare una trentina di espositori che piuttosto 
                  vanno visti e conosciuti di persona. 
                Dalla Mentina al biblio-infrazionismo 
                Invece è interessante dire che la Liber-esperienza si 
                  sta allargando, quest'anno delegazioni di “psicoeditori” 
                  sono state presenti a Sarzana, al festival della Mentina, a 
                  Mestre e ad altre manifestazioni, insomma crescono le opportunità 
                  di circolazione del materiale. Servirà questo ad aiutare 
                  Liber a trovare il suo posto nel mondo? 
                  Una considerazione verso una scelta identitaria voglio farla 
                  io, come autore/espositore e anche come fruitore, la cosa che 
                  più mi pesa è l'aspetto commerciale. Il fatto 
                  di vendere e comprare il materiale esposto mi appare sempre 
                  più un ostacolo, appiattisce tutto verso note categorie 
                  di mercato come l'editoria e l'artigianato, ne sminuisce la 
                  portata, ci si aspetta un libro degno dell'editoria tradizionale 
                  o un ninnolo artigianale, un soprammobile. Invece credo che 
                  mai come in questo caso “il mezzo sia il messaggio”, 
                  l'idea originaria dell'editoria casalinga, poi eco-editoria 
                  creativa, poi psicoeditoria (e quel che sarà...) è 
                  quella di costruire manufatti cartacei non convenzionali per 
                  diffondere contenuti non convenzionali, “simpatiche scintille 
                  libertarie” dichiarò Zenoni (ideatore di Liber) 
                  qualche anno fa. Questo avviene con desueti supporti cartacei 
                  che ancora possono stupire proprio perché diffusi su 
                  carta ritagliata, colorata, pasticciata invece che nell'affollatissimo 
                  torrente digitale. Un libretto eco-psico-casalingo-creativo 
                  ti può svolazzare intorno come una farfalla fuori stagione 
                  mentre cammini indaffarato a twittare qualche stronzata e provocarti 
                  inatteso stupore. Come può esprimersi questo spirito 
                  con una mostra mercato dove l'”homo digitale urbano” 
                  si aspetta il ninnolo da regalare alla morosa e si intrattiene 
                  con te come con uno scaltro commerciante? 
                  Io sto sperimentando il “biblio-infrazionismo”, 
                  una libera interpretazione dell'infrazionismo dell'artista Fausto 
                  Dalle Chiaie, cioè “azione-collocazione-donazione 
                  di una o più opere, mostrate a terra da parte dell'artista, 
                  nei luoghi dell'arte, e il suo susseguente allontanamento dall'opera 
                  e dal luogo”. Io ho deciso di abbandonare i miei libercoli, 
                  di allontanarmi da loro, lasciarli lì e sperare che siano 
                  protagonisti di incontri proficui di stupore e curiosità. 
                  È una donazione, è un libero scambio, chi vuole 
                  può lasciare un'offerta per un oggetto il cui valore 
                  non è quantificabile ma è definito solo dalla 
                  percezione individuale. Non c'è mostra, non c'è 
                  mercato, c'è un fugace incontro potenzialmente amoroso. 
                  È una scelta linguistico-espressiva a cui l'economia 
                  è decisamente subordinata, come nella street art. Chi 
                  lascia un contributo lo fa per gratitudine, per sostenere questa 
                  forma espressiva o per altro, ma non è un rapporto mercantile, 
                  è piuttosto un amorevole scambio di doni. 
                 
                  
                  
                   
                  24HZT: 
                  L'altra editoria 
                  di Paolo Cabrini 
                   
                  Ospite della quarta edizione di LIBER 2014 è stata per 
                  la prima volta la “Fanzinoteca”, un progetto di 
                  Valeria Foschetti de “La Pipette Noir” (già 
                  presente a Liber nelle precedenti edizioni). Interessante è 
                  il lavoro svolto da Valeria nel ridare valore al fenomeno creativo 
                  editoriale generato dalle fanzine. Le edizioni Pratiche dello 
                  Yajè di Paolo Cabrini, hanno colto fin da subito questa 
                  ventata libera e libertaria della Fanzinoteca, luogo aperto 
                  alla consultazione e all'acquisto di fanzine, iniziando da subito 
                  una stretta collaborazione con il progetto 24HZT. 
                   
                  24HZT è la forma contratta in inglese di 24 Hour Zine 
                  Thing, un giorno per pensare, scrivere e creare una fanzina. 
                  Una particolare forma creativa che si esercita in tutto il mondo. 
                  La storia delle fanzine è ormai ampiamente conosciuta 
                  e prima ancora del sorgere dell'editoria indipendente, si era 
                  già da tempo affermata sulla scena della cultura underground. 
                  Spesso chi adotta questo genere creativo non necessariamente 
                  appartiene alla schiera degli editori indipendenti, psicoeditori, 
                  editori alternativi, ma si impegna a crea una forma comunicativa 
                  originale, dai contenuti vari: andiamo dal femminismo libertario 
                  al rock punk, fino al gastronomico-culinario-alternativo e al 
                  fumetto. 
                  Il fanzinaro non sempre sente l'esigenza di creare una propria 
                  casa editrice indipendente per affermarsi sul panorama dell'editoria 
                  alternativa, ma si muove senza limiti o regole autodefinite, 
                  individua un tema e inizia a lavorarci con tutti i mezzi possibili 
                  creando una pubblicazione alle volte composta da un solo foglio 
                  dalle dimensioni di un A4 o A3 che sapientemente ripiegato va 
                  a formare un libretto tascabile dalle 8 alle 16 pagine. Le edizioni 
                  Pratiche dello Yajè e la Fanzinoteca milanese, hanno 
                  voluto adottare questo slogan 24HZT per promuovere un progetto 
                  di contagio culturale e creativo, con la sfida di proporre a 
                  qualsiasi persona interessata la realizzazione di una fanzina 
                  nell'arco di tempo di 24 ore a tema libero nel formato di un 
                  A6. Noi forniremo il foglio bianco prestampato nella numerazione 
                  delle pagine e il resto ce lo mettete voi. Poi restituito presso 
                  la Fanzinoteca o spedito. 
                  per info e contatti rivolgersi a: 
                  paolo.cabrini67@gmail.com 
                  (www.praticheyaje.altervista.org) 
                  o lapipette@yahoo.it 
                  (www.lapipettenoir.wordpress.com). 
                   
                 
                 Nel Dossier “LIBER” 
                  (A-rivista n°391) si erano auto-presentate alcune espositrici 
                  ed espositori presenti alla terza edizione (svoltasi a La Scighera) 
                  e cioè: Museruola Edizioni (museruola 
                  edizioni.blogspot.com), Barbara X –diy resistance 
                  (”barbara x imieilibri” su face book), Microedizioni 
                  Amigdale, Casa ed. Libera e Senza Impegni (www.senza 
                  impegni.altervista.org), Candilita (www.candilita.it), 
                  Cartiera Clandestina (www.marcobrunello.it), 
                  Troglodita Tribe s.p.a.f. (http//trogloditatribe.wordpress.com), 
                  Unica Edizioni (www.unicaedizioni.com), 
                  Libri Finti Clandestini (www.librifinticlandestini.tumblr.com), 
                  Edizioni Pratiche dello Yajè (wwwpraticheyaje.altervista.org), 
                  Edizione dell'Autrice (www.autoeditoria.it), 
                  Edizioni casalinghe Lieve Malore (http//lieve 
                  malore.blogspot.it), Laboratorio di Cromografia (www.jaccarino.com), 
                  Semiserie (www.semiserie.it), 
                  Edizioni A Mano Libera (www.libriliber.it). 
                   
                  Ora, ecco le auto-presentazioni di altri espositori 
                  intervenuti all'ultima edizione: 
                   
                   
                  Stefano 
                  Giovannini 
                   
                  È nato a Bologna il 9 dicembre 1965 alle ore 11,40 del 
                  mattino. 
                  Ha pubblicato lo sperimentale albo a fumetti Stefano Giovannini 
                  (dicembre 2007), il libro La luce nelle ossa (giugno 
                  2009), l'opuscolo illustrato Rex (marzo 2010), l'albo 
                  autoprodotto con inserto da staccare e buttare Quisquilie 
                  underground (aprile 2011), il dvd d'animazione Che bella 
                  mantin! (ottobre 2012), la raccolta di insuccessi Internet 
                  (novembre 2012), il volume illustrato Ha dell'incredibile 
                  (dicembre 2013) e il cofanetto di spille Occhiolino (luglio 
                  2014). 
                  Non è mai stato in anticipo sui tempi, in compenso lo 
                  è sempre agli appuntamenti. 
                  
                  
                   
                  Percorso 
                  Non Disponibile 
                   
                  Mi piace costruire cose, preferibilmente recuperando materiali 
                  e oggetti in origine destinati ad altro. 
                  Preferisco che queste cose siano oggetti da usare così 
                  che possano essere trasformate da chi le adotta. 
                  Faccio anche quaderni, usando carta di recupero (fotocopie, 
                  pezzi di libri, sacchetti del pane..), così sono in parte 
                  già scritti, illustrati, segnati. Aggiungo del mio. Lascio 
                  pagine bianche in modo che altri possano intervenire. 
                  Questa cosa non ha significato alcuno. 
                  http://percorsonondisponibile.blogspot.it/ 
                  - http://fotografiaapedali.blogspot.it/ 
                  
                  
                   
                  Cose 
                  A Caso Con Attenzione 
                   
                  C.A.C.C.A. nasce per accostare modi diversi di vedere il mondo. 
                  Ogni numero pubblichiamo illustrazioni e testi ispirati da una 
                  parola chiave che speriamo venga letta nei più diversi 
                  modi possibili. Stampiamo tra amici e rileghiamo a mano tirature 
                  limitate che distribuiamo spostando il nostro banchetto ovunque 
                  ci chiamino. In attesa di incontrarci, potete trovarci su: 
                  https://www.facebook.com/CoseACasoConAttenzione 
                  - http://issuu.com/coseacasoconattenzione 
                  
                 
                   
                  Gattili 
                   
                  I Gattili sono brevi testi (poesia, prosa, mini-saggi) di autori 
                  contemporanei con un'opera grafica, assemblati e legati a mano 
                  in soli diciotto esemplari numerati per autore. 
                  Ho realizzato finora oltre un centinaio di titoli, coinvolgendo 
                  amici, poeti, editori, librai, cantanti, registi, ecc. 
                  Su facebook: Gattili Edizioni. 
                  
                   
                  Sottotorchio 
                   
                  Se Liber è un gioco, ebbene, noi di SottoTorchio siamo 
                  alla prima partita. Vogliamo vincere, ma scopriamo che è 
                  difficile perdere, soprattutto se si è curiosi in tutti 
                  e con tutti i sensi. Basta vedere e guardare, ascoltare e sentire. 
                  Sì, sentire. Soprattutto sentire! Sentire le parole che 
                  gli altri proferiscono, quelle che preferiscono, quelle che 
                  scrivono, disegnano, stampano, incollano o cuciono. Sentire 
                  il rumore delle pagine quando sfogli un libro (e se, poi, è 
                  un libro di psicoeditoria, sai quanti suoni!). Sentire tra le 
                  dita la consistenza di ogni foglio, il ruvido e il liscio, il 
                  poroso e il patinato, il leggero e il pesante, il nuovo e il 
                  riciclato. Sentire il profumo della carta, dell'inchiostro, 
                  della stampa. “Sentire” (senti che buono!) il sapore 
                  dello stare insieme, di condividere, di scambiare e, talvolta, 
                  di cambiare. Bello LIBER. Ancora una partita? 
                     
                  Come giochiamo? SottoTorchio parte con una dotazione iniziale 
                  costituita da tecniche incisorie, sperimentazione e contaminazione. 
                  Inciampa qua e là nella stampa tipografica, nella calligrafia 
                  e nella legatoria, ma il segno è il suo... tratto distintivo. 
                  Parla per immagini, immagina (e talvolta scrive) parole. Prende 
                  il gioco sul serio. Progetta, costruisce e poi ci ripensa e 
                  inventa ex novo, improvvisa. Se il segno è il suo tratto 
                  distintivo, la produzione di idee è il suo motore. 
                  sottotorchio@hotmail.com 
                  
                   
                  Altre 
                  Latitudini 
                   
                  “Altre Latitudini, altri orizzonti al di là del 
                  quotidiano, squarci di luce che illuminano l'esistenza e la 
                  qualificano. Cercare per svelare quello che la vita, comunque, 
                  ci pone sotto il naso ogni giorno che ci svegliamo ma che spesso 
                  non vediamo e di conseguenza non cogliamo. Esercitare l'innata 
                  curiosità che è in tutti e usarla per mettere 
                  in evidenza personaggi, situazioni, esperienze altrimenti nascoste.” 
                   
                  Il gruppo culturale\editoriale Altre Latitudini nasce nel settembre 
                  2003 con l'intento di pubblicare un libro-omaggio a un artista 
                  disabile, Severino Caletti, improvvisamente scomparso. 
                  Da allora il gruppo ha dato origine a una serie di iniziative 
                  che l'hanno visto presente non solo nella zona di residenza, 
                  il Lago Maggiore, ma anche nel resto d'Italia, Sardegna compresa. 
                  L'attività svolta è stata poliedrica: dalle mostre 
                  d'arte al turismo responsabile, dai laboratori per bambini a 
                  reading teatrali e libri di impegno politico e sociale ma la 
                  vocazione originaria, quella di dare voce alle creatività 
                  “invisibili”, restituendo quindi un'immagine e un 
                  immaginario diverso ad un certo territorio (quello della “sponda 
                  magra” del Lago Maggiore appunto)è sempre rimasta 
                  la linea portante del gruppo che, aperto e libero per vocazione, 
                  si è avvalso sin dalla nascita della collaborazione di 
                  artisti, animatori culturali, editori, fotografi, artisti di 
                  teatro, musicisti, illustratori e appassionati. 
                  Dalla stabile collaborazione con il Circolo Culturale ANPI di 
                  Ispra ha preso vita il progetto editoriale\musicale\filmico 
                  “Il fiore meraviglioso” che da quasi dieci anni 
                  scova le ultime testimonianze possibili della Resistenza in 
                  Italia e dà nuova vita ai canti popolari di lotta attraverso 
                  il lavoro congiunto dei Friser a Milano. 
                  http://altrelatitudini.googlepages.com 
                 WWW.LIBERSALONE.ALTERVISTA.ORG 
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