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			   Fatti & misfatti  
                
  
                  
                12 dicembre 1969/ 
                  Una storia non solo mia 
                Alcuni mesi fa (“A” 372, giugno 2012) scrissi 
                  un pezzo, con il medesimo titolo di questa cronaca, in risposta 
                  a quando scritto su di me dal giornalista Paolo Cucchiarelli 
                  nella seconda edizione del suo libro Il segreto di Piazza 
                  Fontana. Non sto qui a ripetere quanto scritto da Cucchiarelli 
                  nel libro e successivamente da me nel citato articolo. In esso 
                  annunciavo la mia decisione di agire per diffamazione contro 
                  il giornalista. 
                  In seguito ad una (allora obbligatoria per legge) mediazione 
                  giudiziaria, la questione è stata chiusa con la pubblicazione 
                  nella parte nazionale di due quotidiani (La Stampa del 
                  18 febbraio e il Corriere della Sera del giorno successivo) 
                  dell' “avviso a pagamento” che riportiamo qui di 
                  fianco. Paolo Cucchiarelli e l'editore si sono poi impegnati 
                  a modificare la pagina che mi riguarda nella prossima edizione 
                  del libro e a inserirvi una dichiarazione analoga a quella pubblicata 
                  sui due quotidiani. 
                  Sistemato Cucchiarelli, resta l'improbabile storico Roberto 
                  Gremmo che, come spiegavo nel mio articolo dello scorso giugno, 
                  in un suo libro mi ha accusato di essere un bugiardo, perché 
                  non sarei stato fermato dalle forze dell'ordine quel 12 dicembre 
                  1969, portato in Questura, interrogato e poi rilasciato nel 
                  pomeriggio del giorno successivo. Poiché, nel frattempo, 
                  ho rintracciato anche la “carta di polizia” in cui 
                  si riferisce del mio interrogatorio in Questura alle 3 di “quella” 
                  notte, credo che per Gremmo non sarà facilissimo evitare 
                  la stessa figura fatta pubblicamente da Cucchiarelli. 
                  È evidente che non si tratta di vicende solo personali, 
                  perché piazza Fontana e l'assassinio di Pinelli costituiscono 
                  una pagina rilevante della storia del nostro paese. E la diffusa 
                  presenza di pseudo-storici, in questa come in altre “storie”, 
                  non lo è da meno. 
                  Vi terremo aggiornati sulla mia azione legale contro Gremmo. 
                  Attraverso di me si è cercato di diffamare anche questa 
                  rivista, per il ruolo che vi ricopro, e questo è un ulteriore 
                  motivo per non mollare. 
                  Le bugie, diceva mia nonna Lavinia, hanno le gambe corte. Anche 
                  nel ricordo del suo buon senso, non mi dispiace contribuire 
                  a dimostrarlo pubblicamente anche in questo caso.
                  Paolo Finzi
                  
                   
                   
                   
                
 Ricordando 
                  Libero “Germinal” Guglielmi 
                 Ancora un lutto in seno al Gruppo Anarchico Sanremese “Alba 
                  dei Liberi” fondato nel 1945. 
                  Libero Guglielmi detto Germinal, nato a Bordighera il 6 gennaio 
                  1924, venne dichiarato come Libero dal padre Renato Guglielmi, 
                  già militante anarchico noto. L'anno dopo nacque il fratello 
                  che il padre volle chiamare anche Libero. All'Anagrafe rimasero 
                  allibiti. Guglielmi padre, testardo e fiero come un montanaro 
                  (era nato a Perinaldo) protestò rivolgendosi direttamente 
                  a Mussolini, che gliela diede vinta, anche se poi lo tenne d'occhio 
                  durante tutta l'era fascista. Ma poi le cose si complicarono 
                  a scuola. I due fratelli erano alunni della stessa classe e 
                  quando il maestro faceva l'appello due voci rispondevano “presente!”quando 
                  leggeva nel registro di classe il nome Guglielmi, Libero. Cosí 
                  non poteva continuare. Si tornò all'Ufficio Anagrafico 
                  e il padre Renato la spuntò di nuovo scegliendo due nomi 
                  altrettanto “sovversivi”(il Duce dovette ingoiare 
                  questo secondo rospo) e fu cosí che Libero 1º diventò 
                  Germinal mentre Libero 2º divenne Libereso, che non è 
                  un nome in esperanto (come Italo Calvino scrive nel bellissimo 
                  racconto che gli dedica “Un pomeriggio Adamo”), 
                  bensí un lemma in lingua ido che significa “Libertà”. 
                
                   
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 Sanremo, 
                        ottobre 2012 – I fratelli Guglielmi  | 
                   
                 
                 Negli anni '30 la famiglia bordigotta si trasferí a 
                  San Remo e fu lí che li conobbi tutti durante la seconda 
                  guerra mondiale. Il sanremasco non si discosta molto dal dialetto 
                  di Bordighera (come altre parlate liguri che accusano grandi 
                  varianti a livello del lessico e dell'ortoepia) ma in casa Guglielmi 
                  si parlava sempre italiano e il gergo locale lo si serbava per 
                  la propaganda spicciola. Il podere coltivato dai Guglielmi (i 
                  quali, essendo vegetariani, ne traevano sussistenza) era un 
                  modello del genere, venne notato dal Prof. Mario Calvino, agronomo 
                  di fama internazionale, che offrí ai due fratelli Guglielmi 
                  delle borse di studio per i corsi della Stazione Sperimentale 
                  di Floricoltura e Frutticoltura, da lui diretta assieme alla 
                  moglie, Eva Mameli, eminente botanica. 
                  Quando si parla di Libereso Guglielmi, non solo a Sanremo ma 
                  anche altrove, gli si appioppa la designazione “il giardiniere 
                  di Calvino” creando un doppio pasticcio. Anzitutto molti 
                  pensano a un giardiniere privato di una famiglia facoltosa e 
                  in piú non risulta chiaro che di giardinieri di Calvino 
                  ce ne sono stati varî. Per cominciare, entrambi i fratelli 
                  Guglielmi, poi il successore di Libereso quando questi ha ricevuto 
                  la chiamata di leva e ha rifiutato di indossare la divisa, Angelo 
                  Nurra (che diventerà poi il terzo “obiettore di 
                  coscienza anarchico” fra i militanti del Gruppo Anarchico 
                  “Alba dei Liberi”, seguito piú tardi da Giorgio 
                  Sorrentino, guardacaso, anche lui anarchico. Mera coincidenza 
                  o scelta politica o sentimentale oculata da parte di uno scienziato 
                  dal passato anarchico assai burrascoso? 
                  Comunque sia, l'amico sanremese che soltanto poche settimane 
                  fa aveva scattato la fotografia che illustra questa necrologia 
                  e che, nella lettera di accompagnamento, manifestava una certa 
                  apprensione per i sintomi, ormai ovvi, di Alzheimer, che non 
                  potevano ormai essere sottovalutati, a poca distanza di tempo 
                  mi comunica che Germinal si è spento, senza soffrire, 
                  durante la notte dell'8 gennaio 2013. 
                  Questo eclissarsi in silenzio caratterizza tutta la vita di 
                  Germinal. Per i circa sei anni della mia militanza nel Gruppo 
                  “Alba dei Liberi” ho assistito accanto a lui a centinaia 
                  (letteralmente) di riunioni a casa Guglielmi, fra le casse da 
                  morto della famiglia Crippa, nel salone lussuoso del compagno 
                  Vento di Triora (oggi sede della Polizia Stradale), nella casa 
                  di Archimede e Lina Gioffredi, alla Passeggiata Imperatrice 
                  di domenica mattina, ecc... durante le quali, dopo i primi convenevoli 
                  (sempre affettuosi) rimaneva in silenzio (come in genere la 
                  madre Nina e la sorella Omnia) ad ascoltare il padre, un vero 
                  tribuno, instancabile – spesso con la bava alla bocca 
                  – o il fratello minore anche lui molto facondo. Quando, 
                  raramente, si esprimeva, non mancava di arrossire. Alcuni ritenevano 
                  si trattasse di timidità. Direi piuttosto di un eccesso 
                  di modestia. Dalla sua bocca uscivano soltanto espressioni amorevoli, 
                  osservazioni giudiziose, proposte concrete e sensate. Il tutto 
                  sempre all'insegna della tolleranza. L'equilibrio di sole-ombra-acqua-letame 
                  che consentiva alle sue pianticelle di proteggersi dalle intemperie 
                  e di crescere rigogliose, Germinal cercava di ottenerlo nelle 
                  relazioni interpersonali. 
                  Alla vedova Jennifer, ai figli Sonia e René, presentiamo 
                  le nostre condoglianze e deponiamo affettuosamente sulla tomba 
                  un mazzo virtuale di rose rossonere ibridate nel lontano 1945 
                  da Renato Guglielmi con l'assistenza di Germinal e Libereso. 
                 Pietro Ferrua 
                  (Portland - USA) 
                  Grazie per la collaborazione a Maurelio Cagnin 
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