Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 91
aprile 1981


Rivista Anarchica Online

Il dio Shiva
di Piero Flecchia

Sul "Corriere della Sera" di domenica 1 febbraio si poteva leggere l'accorato appello di un lettore: "Ho assistito, verso le otto di mattina di venerdì alla cattura di alcuni piccioni in piazza del Duomo...". È il giornale ad informare i lettori che le autorità comunali avevano appaltato la cattura a una impresa di Chieri che, a termini di contratto doveva gettare le reti verso l'alba, per non offendere i sentimenti degli onesti cittadini del "nost milan", i quali avevano telefonato a rotta di braccio, informava la redazione, per conoscere il destino dei piccioni: ventimila di numero gli imprigionati; cattura necessaria per salvare dalla decomposizione e degrado i marmi del duomo e la salute dei transitanti, perché nelle città, con l'uomo e il topo, sembra si adattino ottimamente il piccione il passero e altre minori bestie: dalle cimici e kafchiani scarafaggi, agli stafilococchi: contro i quali tutti, ogni tanto, sistematicamente, bisogna procedere a operazioni di disinfestazione: ecco recuperato il senso della richiesta della introduzione della pena di morte, circa la cui necessità, molto opportunamente si sono pronunciate anche fervide menti illuminate alla Ciarlaceronetti e alla Mila Massimo, noto per classificare Verdi tra i musicisti nazionalprogressisti e Vivaldi tra quelli del riflusso. Ma il Mila dovrebbe averla già appresa la lezione: infatti, procedendo in auto, tra Italia e Svizzera, è uscito fuori strada, così scoprendo (si spera) che la pena di morte in questa società è prevista per tutti, e spesso siamo chiamati alla parte del boia, e con molta meno innocenza di quanto vorremmo far credere.
Chiaramente, tra i cittadini che scrivono o telefonano al Corriere per informazioni circa la sorte dei piccioni di piazza del duomo dopo la cattura, e quegli stessi cittadini che fanno sosta, ragionano, e poi magari firmano, nella stessa piazza, negli elenchi per la richiesta di un referendum che introduca la pena di morte, esiste una tal incongruenza, che più grande non si potrebbe immaginare. Aggiungiamoci poi che c'è gente che è per la vita ai piccioni, la pena di morte per gli umani e contro l'aborto, come a dire: una testa e tre idee tra loro inconciliabili, e si avrà la catastrofica situazione di sballo morale nel quale l'uomo d'oggi è chiamato a muoversi; soprattutto come cittadino di una polis che è certamente registrata, nella carta costituzionale, ma le cui aspirazioni e accadimenti appartengono a un vissuto che procede da ben altre esigenze, altrimenti non si capirebbe questa doppia realtà che induce un comune a stabilire per contratto che i piccioni in piazza del duomo vanno catturati prima dell'alba, e la richiesta di assassinio istituzionale avanzata in luce meridiana.

Solo così si spiega la incredibile pensata della Rai TV, che, nei due telegiornali delle 20 circa dell'1 marzo proietta le scene scandalose di pubblica aggressione e rissa nello stadio comunale di Torino, dopo la partita di calcio (e durante) Torino-Roma; e intervista un disgraziato che si è preso una coltellata mentre suo fratello brandiva una pistola, legittimata empiamente da madama Raitivi con il fatto che era un piesse: ma in libera uscita e in borghese: su questo nessuno ci fa caso, e proprio mentre la maggioranza parlamentare il seguente lunedì, arco costituzionale al completo, vota la smilitarizzazione del corpo. Le immagini della rissa, il ferito e tutto il resto, fanno poi notizia il giorno dopo, su quell'incredibile cosa misteriosa che è la rete tre: Ivi per oltre due ore tengono banco il sindaco Novelli delle Biciclette di Torino è la sapienza sportivogiornalistica! e dalle alpi a lilibeo non c'è foglio quotidiano dove si netti fervida mente di cronista circa il sangue di Torino: la coltellata ecc...., per cui in treno, in tram, in famiglia ecc. tutti a parlare di quella teppaglia che.... Ma chi sono questi "delinquenti" del "regime"? Perché sono finiti in prima pagina? E ci sono finiti per caso? Innanzitutto ogni società calcistica (anche di serie F) ha i propri ultras che sparano razzi e viaggiano intruppati: gente dentro il sistema calciatoristico legalmente riconosciuta; che poi nessuno li voglia, quando spaccano teste, poco conta; è come la faccenda degli scandali edilizi petroliferi ecc...., non diffamazioni, sono fatti coerenti e consustanziali dentro la logica partitocratica. Orbene, che cosa, se non una parodia della logica massistica delle adunate oceaniche, fascista sì, ma solo quando non fa comodo, perché l'hanno praticata tutti fino all'abuso; che cosa se non una parodia della legge dei grandi numeri sono questi gruppi di ragazzotti che assordano lo stadio con tamburi striscioni e grida, patetica parodia di una autentica necessità di socialità: questa sì, la dimensione autentica e insopprimibile, sulla quale si è costruita la risposta inautentica dei clubs calcistici. Ora, proprio mentre appare tutto l'inautentico e l'abietto della risposta che il sistema offre a dei giovani che, in quanto giovani, descrivibili con gli aggettivi: generosi e patetici: e si metta così finalmente in chiaro che nessuno è così povero, perché povero d'esperienze, del giovane, e quindi facilmente ingannabile; mentre questa miseria affiora, ecco che i magnati che finanziano, con la squadra, i clubs di fans giovanili, squagliano e si eclassa ancora tutto il cialtronume affaristico-commerciale di agenzie viaggi e decalcomanie e maglierie e giornali ecc...., ecco che emerge ora la moralità pubblica! Quella stessa ciurma che ha tollerato molto più: ha incubato il fenomeno del tifo calcistico, lo ha legittimato e lo supporta; ecco questa porcheria di gente francobollare i "teppisti degli stadi"; ed i giornali, cineoperatori, televisiferi proclamano arrogantemente che tutte le figure fissate sulla pellicola saranno arrestate e passate al torchio dalla polizia. Tutto patentemente e pateticamente falso, perché quei teppisti sono già allo stadio la domenica dopo, ma serve a far brodo nella brodaglia sporca che è l'opinione pubblica. Serve a far evidente a che cosa serve un governo, perché altrimenti ci si accoltella anche per una cosa da niente, una partita di calcio, figuriamoci dove non si arriverebbe per delle cose serie. E poiché ogni buon italiano che sta davanti al trespolo pappagalleggiante di madama Tivi ha certamente una qualche simpatia calcistica, per la quale ha battibeccato con vecchi affettuosi amici, ecco che si introduce nella sua anima il sospetto che, lasciato a se stesso, il suo naturale istinto lo porterebbe ad accoltellare il prossimo. Dopo aver gettato gruppi di giovani metropolitani nella abiezione di una socialità che si nutre e vive nel "pallone", ora questi infami cialtroni pornopoliticotelevisivi, autentiche giorgiobocche-fesse del regime, tirano a lucrare sul rovesciamento della situazione, esibendo lo spettacolo della socialità criminale, come appunto tutte le socialità che non hanno l'imprimatur dello stato, per cui esplode la violenza, in fabbrica come nello stadio o nelle famiglie, mentre l'ordine regna nella corporazione statale dei caramba e l'amore come nei ministeri degli esteri, degli interni, della marina mercantile, ecc.

Che cos'è questo grande meccanismo abbietto? Questa giostra che macina carnevali affinché l'anima del singolo cittadino senta, invochi la necessità di lunghe quaresime? Sono solo piccole finte, modeste azioni pedagogiche, infatti lasciate alla discrezione del comune di Milano, alle penne dei Massimo Mila, alle ciarle almirantiche dei vari Ceronetti, alle monate dei pastorannunciatori, perché il bello e il vero e il santo è sempre riservato, coperto dal "segreto istruttorio". Si avrà Almirante che stende il banchetto e raccoglie le firme per la pena di morte, Pannella che minaccia l'autosuicidio per fame, e non muore mai, si vedranno dei poveri giovani inganziti nelle associazioni degli ultras calcistici, e degli altri giovani praticare la violenza ultrasproletaria, si vedrà Curcio minacciare l'iradiddio e i vari giudici controreplicare.... Nella teologia indiana il dio Sçiva è descritto con 108 nomi: almeno altrettanti ne occorrono per descrivere tutte le violenze alle quali il sistema politico, fallito l'affare Pinelli-Valpreda, ha dato licenza di scatenarsi: ivi compreso il contrabbando della droga. Tutto questo imperversare di violenze è la grandinata massacrante di bastonate per guidare il cittadino verso il solo spazio di serenità certa, di vivibilità umana: la socialità protetta dal pandettaro leguleodemocratico e il suo servo: lo sbirro, che ogni tanto, credendo il bastone alfa ed omega si monta la testa: ed ecco il fascio-stalinismo.
Fatta della violenza la logica del sistema, recuperando tutta la violenza a violenza del sistema, sorge ora tra noi anarchici soprattutto per allargare quell'area libertaria senza la quale nessuna trasformazione è pensabile, la necessità di un dibattito per muoverci verso un altrove, che ci garantisca innanzitutto da ogni possibile recupero e integrazione nel sistema. Attraverso quali azioni e percorsi, è il punto sul quale aprire un confronto e istituire, attraverso la riflessione e il dibattito, gli opportuni tragitti-istituti.