Rivista Anarchica Online
Processo Firenze
a cura della Redazione
Pene per complessivi 143 anni sono state chieste dal p.m. Vigna al processo in corso a Firenze,
dall'11 febbraio, contro numerosi imputati accusati - in gran parte - di militare in Azione
Rivoluzionaria. Le accuse sono molto diversificate e tale è risultato anche il comportamento
processuale degli accusati: alcuni hanno ricusato i difensori e l'interrogatorio, e tra questi
Carmela Pane, Gaby Hartwig, Rocco Martino e Willy Piroch già condannati due anni fa dopo
un processo a Parma nel corso del quale si erano proclamati appunto militanti di A.R.,
auspicando un "fronte unito" delle organizzazioni lottarmatiste. Altri imputati hanno invece
respinto le accuse del pubblico ministero Vigna, proclamandosi
estranei ai fatti loro imputati e comunque estranei ad A.R.. Il compagno Pietro Bianconi, sua
moglie Giulietta Veronesi ed il loro figlio Noè - tutti e tre accusati di favoreggiamento per aver
dato ospitalità ad un co-imputato (Bianconi è però accusato anche di altri reati) - hanno
difeso
il loro diritto a dare ospitalità a chiunque senza doversi preventivamente informare sulla sua
identità e sulle sue eventuali pendenze con la "giustizia". In difesa di Bianconi, all'indomani del
suo arresto, era intervenuto con una lettera aperta lo scrittore Carlo Cassola, suo amico e
compagno dai tempi della Resistenza. Tra gli altri imputati ricordiamo i compagni del
"collettivo carceri" di Parma, arrestati lo scorso agosto e condannati a pesanti pene perché
responsabili di "tentata procurata evasione" e altri reati. Un altro processo contro Azione
Rivoluzionaria sarà, nelle intenzioni della pubblica accusa,
quello che si aprirà sempre a Firenze l'11 maggio prossimo. Alla sbarra vi saranno, accanto ad
anarchici (come l'avvocato Gabriele Fuga, Monica Giorgi ed altri), anche ex-militanti di A.R.
che, dopo aver considerato chiusa quell'esperienza, comunicarono con un documento la loro
intenzione di accostarsi a Prima Linea. In quel documento, tra l'altro, chiarivano di considerare
"urgente il dibattito sull'esercito di liberazione comunista, essendo improrogabile il compito di
costituire uno strumento forte, centrale, unitario in cui concentrare le forze combattenti del
proletariato". Anche in questo secondo processo, dunque, si troveranno co-imputati militanti
lottarmatisti e altri compagni che si dichiarano estranei alla lotta armata. Non potevano mancare,
in entrambi i processi, i "pentiti" o comunque i "collaboranti" con
l'accusa: all'occasione, Enrico Paghera, Salvatore Lepera e Vincenzo Oliva.
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