Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 8
novembre 1971 - dicembre 1971


Rivista Anarchica Online

Rinasce il sindacalismo rivoluzionario negli U.S.A.?
di Paolo F.

Quando negli anni sessanta si sviluppò in tutti i campus universitari la contestazione studentesca, e la rivolta negra assunse proporzioni drammatiche, sembrò a molti che per la prima volta "qualcosa" stesse veramente muovendosi negli Stati Uniti. L'attuale crisi del movimento studentesco nord-americano, il logico fallimento dell'alternativa hippye e l'indirizzo nazionalistico-razzistico dal quale non ha saputo liberarsi il movimento rivoluzionario negro dimostrano che, negli Stati Uniti come ovunque, l'unica valida contestazione è quella anarchica. A nulla vale una fraseologia vagamente libertaria, quando poi si accettano parole d'ordine come "Potere negro" o si esalta il valore rivoluzionario della droga o si accetta supinamente il mito maoista.
Tuttavia, dalla riconosciuta insufficienza rivoluzionaria del movimento studentesco, oltre alle fughe nel mito, nella droga e nel terrorismo, è derivato anche un fenomeno per noi interessante: la riscoperta dell'anarcosindacalismo. Una parte non irrilevante (seppure minoritaria) dei giovani contestatori, alla ricerca di uno sbocco realmente rivoluzionario per la loro rivolta, hanno ritrovato negli indomabili militanti dell'I.W.W. (Industrial Workers of the World - Lavoratori Industriali del Mondo), l'espressione americana più genuina delle radici proletarie della rivoluzione. Da oltre 60 anni l'I.W.W. è presente sulla scena politico-sociale degli U.S.A. (*) rappresentando il fenomeno più interessante nella storia del movimento operaio americano. Il fatto che oggi non sia altro che un'ombra della gloriosa e combattiva I.W.W. dei primi due decenni del secolo, è certamente fonte di non allegre considerazioni sulle possibilità rivoluzionarie negli Stati Uniti. D'altra parte il semplice fatto che i Wobblies (come da decenni vengono chiamati gli attivisti dell'I.W.W.) continuino a lottare, seppur a ranghi ridotti, lascia aperta la speranza di un rinnovato potenziamento di questa organizzazione operaia di tendenza libertaria. Certo, il risorto interesse di alcune centinaia di giovani per l'I.W.W. non basta per una ripresa dell'anarcosindacalismo (di cui devono essere soggetto i lavoratori e non gli studenti, per rivoluzionari che siano) negli U.S.A., ma è comunque un fenomeno inaspettato e significativo.

Irriducibili rivoluzionari

Come già si può comprendere leggendo il preambolo dello statuto dell'I.W.W., vecchio di sessant'anni ma ancora attuale, i Wobblies rifiutano ogni compromesso con lo stato e con i suoi servizi all'interno del movimento operaio. A onor del vero, anche in seno a questo sindacato rivoluzionario si sono ripetutamente affacciati i sostenitori di una politica sindacale "ragionevole" e della necessità di accettare di trattare con i padroni; ma il dato positivo è che questi ripetuti assalti alla linea libertaria del sindacato sono stati respinti proprio grazie agli stretti legami con le lotte operaie. Il ventennio (1905-1925) in cui questo sindacato, fondato a Chicago nel 1905, domina la scena sindacale americana è caratterizzato da un susseguirsi di durissime lotte, di clamorosi processi, di scontri sanguinosi con gli sbirri dello stato e le squadracce foraggiate dai padroni.
Questa continua attività è accompagnata da un serrato dibattito politico-ideologico: all'interno dell'I.W.W. si scontrano ripetutamente concezioni differenti sui mezzi e i fini delle lotte operaie. Accanto agli anarco-sindacalisti ed ai sindacalisti rivoluzionari, si trovano ora i sostenitori di un diretto impegno politico del sindacato ora i teorici di un ravvicinamento alle organizzazioni operaie moderate e, dopo la rivoluzione russa i seguaci del bolscevismo. Il carattere frammentario dell'organizzazione dell'I.W.W., (presente in forze in alcuni centri ed altrove completamente assente) ed il suo identificarsi sempre con le stesse lotte operaie, senza cercare di sovrapporvisi, favorirono quasi costantemente il prevalere nei fatti della metodologia anarco-sindacalista cioè dell'azione diretta degli sfruttati contro i padroni e lo stato.

Decentramento organizzativo e solidarietà di classe

Solo in occasione dei grandi processi, cui tutti i suoi principali attivisti furono prima o poi sottoposti, l'I.W.W. riuscì ad organizzare mobilitazioni che superarono i confini di un singolo stato; le pagine più gloriose di questo sindacato - e dell'intero movimento operaio statunitense - restano infatti legate alle drammatiche lotte locali che singole sezioni iniziavano autonomamente contro il padronato e che ancora oggi sono ricordate per il nome della località che fu teatro degli scontri: Lawrence, Paterson, Goldfield, McKees Rocks, ecc. Caratteristica di queste agitazioni è la partecipazione di lavoratori di tutte le nazionalità immigrati da molti paesi europei ed extra-europei: basti citare, ad esempio, che le orazioni funebri, pronunciate in occasione dell'assassinio di un operaio ceco da parte della polizia a McKees Rocks, furono pronunciate in 15 lingue, per cui questo funerale assunse una chiara colorazione politica internazionalista. La realizzazione degli ideali internazionalisti fu dunque possibile all'interno delle stesse lotte locali, e si espresse nella stretta unità di classe che si stabilì fra le varie minoranze etniche. Il carattere locale delle lotte, d'altra parte, non bloccò la solidarietà di classe fra gli operai dei vari stati della confederazione, anzi stimolò quel fenomeno per cui i Wobblies si spostavano in folti gruppi, viaggiando abusivamente sui treni merci, per raggiungere rapidamente e senza spese i luoghi in cui c'erano scioperi o scontri particolarmente duri.
La tessera rossa dell'I.W.W. divenne ad un certo punto quasi un biglietto ferroviario valido per usufruire dei treni merci che collegavano i centri in cui, di volta in volta, scoppiavano disordini e dure lotte. Fu proprio questa prontezza nel rispondere agli appelli di lotta e di solidarietà che impressionò e tenne nel terrore il nemico di classe. Quando, per esempio, furono arrestati vari Wobblies, tra cui il noto attivista Frank Little, nella città californiana di Fresno, bastò un telegramma di Little stesso alla sede centrale dell'I.W.W. a Chicago perché immediatamente 150 Wobblies raggiungessero in treno da Portland il confine con la California, e poi percorsero a piedi oltre 400 chilometri per raggiungere Fresno, evitando così la polizia ferroviaria. Altre centinaia di disoccupati e di lavoratori vennero da lontano e riempirono in breve tempo le celle della prigione di Fresno, in modo da suscitare un caso clamoroso e da essere di valido aiuto ai compagni incarcerati per primi.
Grazie dunque alla durezza ed al clamore nazionale che queste lotte locali provocavano, l'I.W.W. non si trovò mai isolato e quando la sua combattività sembrava fiaccata, risorgeva e tornava a radicalizzare le lotte a migliaia di chilometri dal centro di lotta precedente. Il silenzioso (ma non troppo) lavoro di pochi attivisti poteva a volte dare i suoi frutti a distanza di anni, quando un'improvvisa agitazione operaia faceva rapidamente salire da poche decine a molte migliaia gli iscritti locali al sindacato, che si trovava così non a dirigere la lotta dall'esterno, ma ad esserne parte integrante.

Il teatro ed il canto come armi rivoluzionarie

I Wobblies, ripetutamente accusati dallo stato di vagabondaggio, costituiscono indubbiamente un fenomeno unico nella storia americana. In un paese come gli U.S.A. in cui il rispetto di determinati valori politici e morali è dato per scontato, i Wobblies "contestavano" l'intero sistema vigente, e dichiaravano apertamente di essere dei sovversivi. Attivisti anarchici Wobblies insultarono più volte pubblicamente la bandiera nazionale e tutti i "valori" che dietro ad essa si celano.
Contro la repressione e la ben orchestrata campagna di calunnie l'I.W.W. utilizzò nuovi strumenti di propaganda, fra i quali delle gigantesche rappresentazioni teatrali popolari cui prendevano parte migliaia di lavoratori e di disoccupati, sia come "attori" sia come spettatori. Questi spettacoli, che rappresentavano scene di lotta operaia, venivano vissuti dagli operai e dal pubblico presente, e servivano a scaldare e ad eccitare gli animi di tutti i presenti. Queste rappresentazioni erano naturalmente accompagnate da canti rivoluzionari, composti perlopiù dal poeta wobblie Joe Hill, che tuttora rimangono fra le parti più suggestive del patrimonio folk americano.
Oltre agli spettacoli popolari ed alle innumerevoli splendide canzoni di contenuto politico-sociale, l'I.W.W. utilizzò altri canali per controbattere la stampa di regime e per accrescere le simpatie intorno alle lotte operaie. Tutti i wobblies presero parte alla "campagna per la libertà di parola", che il sindacato rivendicava non come astratto diritto garantito dalla costituzione, ma come pratico diritto di formare crocchi di persone agli angoli delle strade per spiegare l'attività stessa dell'I.W.W. e per raccogliere adesioni e simpatie. Contro questa continua attività dichiaratamente sovversiva degli Wobblies, lo stato ed i padroni ricorsero non solo alla più totale repressione, ma anche a gravi provocazioni. Basti ricordare l'attentato al "Times" di Los Angeles nel 1911, in cui persero la vita 21 persone, la cui responsabilità fu tanto falsamente quanto provocatoriamente fatta ricadere sull'I.W.W., che dovette così subire le conseguenze dei rinnovati viscerali attacchi anti-operai della stampa padronale. E fu sempre la cosiddetta stampa "indipendente" a scagliarsi con ferocia contro l'intero sindacato, e particolarmente contro gli attivisti anarchici, per la sua posizione non-collaborazionista - e, nel caso degli anarchici, pienamente antimilitarista - di fronte alla prima guerra mondiale.
Le accuse di essersi venduti al nemico furono a più riprese scagliate contro i wobblies, che si difesero sulla loro stampa e nelle aule dei tribunali come era loro costume: attaccando.

Da imputati ad accusatori

"Se sei un vagabondo che non ha nemmeno una coperta, se hai lasciato moglie e figli quando sei partito per l'ovest a cercare lavoro e da allora non li hai più rivisti; se il tuo lavoro non ti ha permesso di restare in un posto abbastanza a lungo per poter votare; se dormi in una lurida baracca e mangi cibo schifoso; se tutti quelli che rappresentano l'ordine e la legge ti picchiano... come diavolo fai ad avere del patriottismo?" Così afferma il famoso attivista sindacalista Haywood nel corso del grande processo contro 165 militanti dell'I.W.W. montato contro l'intera organizzazione di punta della classe operaia alla fine del 1917. L'intervento di Haywood è sintomatico di come gli imputati si trasformassero da accusati in accusatori, secondo la migliore tradizione rivoluzionaria. L'imputato parlò per tre giornate, esponendo il suo pensiero politico, difendendo l'azione diretta ed il sabotaggio come validi metodi di lotta, e spiegando alcuni slogans dell'I.W.W., giudicati - a ragione - disfattisti: "È meglio tradire il tuo paese che la tua classe". "Perché fare il soldato? Sii un uomo, entra nell'I.W.W. e combatti sul luogo di lavoro per te e per la tua classe". Il processo (che terminò con innumerevoli pesanti condanne per un totale di molte centinaia di anni e di 2.500.000 dollari di multe) fu così un'altra occasione per fare propaganda sindacalista, e le condanne furono accolte dalla maggior parte degli imputati come un'ulteriore prova che la loro lotta era giusta e colpiva nel vivo il nemico di classe.
Gli innumerevoli processi, le continue intimidazioni personali, il quotidiano scontro con la repressione statale non attenuarono, anzi tennero continuamente quanto mai acceso il dibattito fra le varie componenti dell'I.W.W..
L'indirizzo libertario fu sempre predominante e questo impedì che il piccolo sindacato si lasciasse inglobare dal mito e dall'organizzazione bolscevica. Purtuttavia la tendenza autoritaria non si diede mai per vinta e le discussioni fra centralizzatori e decentratori accompagnarono il sindacato per tutta la sua vita e ne affrettarono la scomparsa dalla scena sociale statunitense nel corso del terzo decennio del secolo. In questo decennio, appunto, l'I.W.W. fu dilaniata da continue diatribe personali e discussioni politiche che, insieme alla pesantissima repressione, la ridussero a minime proporzioni e resero irrilevante la sua presenza fra la classe operaia statunitense. Comunque gli wobblies riuscirono a sopravvivere ed a tenere accesa la fiaccola del sindacalismo rivoluzionario in mezzo al proletariato statunitense, che le centrali riformiste e mafiose sono riuscite sinora ad integrare nel sistema. Il sindacato, che ha la sua sede a Chicago, pubblica sempre "Industrial Worker" ("Lavoratore Industriale") che è il suo organo ufficiale, che riproduce, accanto al titolo, gli slogans tradizionali dell'I.W.W.: "I lavoratori producono il benessere, tutto il benessere deve andare ai lavoratori", "Organizzazione, Educazione, Emancipazione", "Una ingiustizia fatta a uno è un'ingiustizia fatta a tutti".

Paolo F.

(*) L'I.W.W., secondo la sua stessa sigla, si poneva come sindacato mondiale, ed in effetti sue sezioni lottarono efficacemente in Australia, Canada, Inghilterra, Norvegia, Cile ed in altri paesi; ma fu solo negli U.S.A. che l'I.W.W. incise profondamente nel movimento operaio.

Preambolo dello statuto I.W.W.

La classe lavoratrice e la classe padronale non hanno niente in comune. Non ci può essere pace finché la fame ed il bisogno colpiranno milioni di lavoratori ed i pochi, che compongono la classe padronale, hanno tutti i beni della vita. Fra queste due classi la lotta deve proseguire finché i lavoratori del mondo si organizzeranno come classe, prenderanno possesso della terra e degli strumenti di produzione ed aboliranno il sistema salariale.
Noi pensiamo che l'accentrarsi della direzione delle industrie in un numero sempre minore di mani renda i sindacati di categoria incapaci di far fronte al sempre crescente potere della classe padronale. I sindacati di categoria auspicano una situazione tale che una parte dei lavoratori sia messa in gara con un'altra parte dei lavoratori della stessa industria, provocando perciò la sconfitta l'una dell'altra in queste guerre dei salari.
Per essere espliciti, i sindacati di categoria aiutano la classe padronale nello sviare i lavoratori nella falsa credenza che la classe lavoratrice abbia interessi comuni con i suoi padroni.
Queste condizioni possono essere cambiate nell'interesse della classe lavoratrice sostenuto solamente da una organizzazione formata in una maniera tale che tutti i suoi membri in ogni settore industriale, o in tutti i settori se necessario, cessino il lavoro ogniqualvolta avvengo uno sciopero o una serrata, in base al principio che un'offesa arrecata ad uno è un'offesa arrecata a tutti. Invece della parola d'ordine conservatrice "Una giusta paga quotidiana per una giusta giornata di lavoro", noi dobbiamo scrivere sulla nostra bandiera il nostro obiettivo rivoluzionario: "abolizione del sistema salariale".
È compito storico della classe lavoratrice farla finita con il capitalismo. Le schiere dei produttori devono essere organizzate non solo per la lotta quotidiana contro il capitalismo, ma anche per proseguire la produzione quando il capitalismo sarà stato rovesciato. Organizzandoci, noi stiamo formando la struttura della nuova società dentro l'ossatura della vecchia società.


Rinato interesse accademico per l'I.W.W.

Vi è stata negli ultimi anni una fioritura di scritti (articoli e libri quasi tutti in edizioni universitarie) sull'I.W.W. e la sua storia. Qui di seguito riportiamo una lista di alcuni dei libri usciti nell'ultimo decennio:
- 1963; esce il bel libro di Prestons "Stranieri e dissenzienti" che, rifacendosi a documenti ufficiali, mostra come il governo abbia aiutato la grande finanza a piegare e distruggere l'I.W.W. nel 1917.
- 1964; viene pubblicato "Voci Ribelli" di Joyce Kornblush dell'Università di Michigan, una antologia molto popolare.
- 1965; Foner pubblica una storia, completa fino alla prima guerra mondiale, dell'I.W.W., e due libri su Joe Hill: "Lettere di Joe Hill" e "Il caso Joe Hill".
- 1967; il giornalista inglese Renshaw pubblica "Wobblies" che è il risultato di studi fatti dall'Università del Nord-Ovest; in Australia il professor Ian Turner pubblica "Sydney Burning" una raccolta di documenti sui processi intentati all'I.W.W. in Australia durante la prima guerra mondiale (edizione riveduta e corretta nel 1969).
- 1968; l'Università dell'Oregon pubblica sotto forma di libro (intitolato "Ribelli nei boschi") il materiale che Tyler aveva pubblicato precedentemente in articoli.
- 1969; esce il grande libro di Dubofskys "Big Bill Haywood ed il Movimento Radicale dei Lavoratori".
- 1970; si pubblica un libro di Conlon sull'I.W.W.: "Pane ma anche rose", e l'importante biografia di Smiths su Joe Hill.