Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 8 nr. 69
ottobre 1978


Rivista Anarchica Online

Il lager dell'Asinara

Cari compagni,

Sono stato liberato recentemente dal lager dell'Asinara e considero mio dovere informarvi di alcune cose che ho visto e vissuto la dentro.

Per lungo tempo sono stato rinchiuso nel reparto Fornelli, lo stesso dove c'erano Curcio e tanti altri brigatisti e nappisti ed altri detenuti. La vita là dentro è una merda, un vero inferno: solo dopo la rivolta che abbiamo fatto in agosto abbiamo ottenuto un litro di acqua (in busta) al giorno. Per 22 ore al giorno si è rinchiusi nella cella con altri detenuti, quindi si va all'aria con loro, sempre con loro, solo con loro. I contatti umani con gli altri sono ridotti quasi a zero: è uno schifo, ti fregano anche sui soldi che magari ogni tanto ricevi da qualcuno che ti aiuta, sono dei bastardi. E il più bastardo di tutti è Cardullo, il direttore del carcere, che tutti odiano e che non so proprio come finirà.

In agosto (ne hanno parlato anche i giornali) c'è stata la rivolta organizzata da quelli delle B.R.. Quel giorno hanno dato a tutte le celle l'indicazione di andare compatti all'aria, noi ci siamo andati senza però sapere perché. Loro avevano già bell'e pronto un comunicato che diceva ai secondini di non rompere i coglioni, perché la rivolta non era direttamente contro di loro: ma se provavano a fare qualcosa, le B.R. avrebbero fatto intervenire contro di loro i nuclei esterni. Nel comunicato ci informavano anche che proprio nello stesso momento alcuni detenuti delle B.R. stavano distruggendo la sala-colloqui, per protesta contro i vetri, i microfoni, le difficoltà imposte da Cardullo ai familiari per i colloqui. I secondini non se l'aspettavano, non sapevano che cosa fare e si sono rivolti per via gerarchica su su fino a quel bastardo di Cardullo, che ha ordinato l'intervento delle guardie. Sono venute dentro come delle furie, pestando con i manganelli in modo da far cadere i detenuti e poi pestarli a terra. Io mi sono salvato in qualche modo, ma altri le hanno prese, ma tante e tante che non me lo dimenticherò mai. Alla fine alcuni hanno dovuto portarli all'ospedale di Sassari, ricordo Gianfranco Bertoli che con Fantazzini restava in piedi e quelli giù a pestare, gli hanno quasi spaccato una gamba e la sua schiena era nera come un moterassino. A Horst gli hanno conciato molto anche la faccia, sanguinava tutto. Io non sono anarchico e non sono però d'accordo nemmeno con quelli delle B.R. che hanno deciso tutto loro e ci hanno messo in quella bella situazione senza essere preparati: se lo sapevo, almeno mi mettevo addosso qualche maglia e non uscivo come un pirla in calzoncini corti e basta.

Di carceri ne ho viste tante, ma l'Asinara è un'altra cosa. Ce n'è di gente là dentro che ha l'erba (con questo termine viene indicato l'ergastolo, nel linguaggio carcerario - n.d.r.) è dura, porco dio, è dura.

Saluti rivoluzionari

Un compagno