Rivista Anarchica Online
Liberare la creatività
Gruppo "Autonomia visuale"
Il retro di copertina di questo numero della rivista riproduce - in formato ridotto - un quadro eseguito
appositamente per "A" dalla pittrice Daniela Bognolo, veneziana ma residente a Milano. Daniela - che
attualmente insegna in un liceo - si è venuta accostando, negli ultimi mesi soprattutto, al pensiero
libertario: "fin da bambina, comunque - afferma - ho assorbito quello spirito ribelle ed anarchico che
caratterizzava la vita di mio nonno". Da circa tre anni Daniela si è staccata dal ruolo classico della
pittrice (con le solite mostre in gallerie private) e dal mercato artistico in particolare, dando vita ad un
gruppo (attualmente composto da cinque persone) che si chiama "Autonomia visuale".
Non è tanto la scelta dell'oggetto a caratterizzare questo gruppo (non sono certo i soli ad occuparsi di
temi sociali e politici), quanto soprattutto il mezzo scelto: la creazione collettiva. Obiettivo del gruppo,
infatti, non è quello di produrre "opere d'arte" per dimostrare agli altri la loro perizia, quanto quello di
stimolare concretamente la gente ad esprimersi. "È il ruolo stesso dell'artista, abituato a far calare la
sua 'arte' dall'alto, che deve essere criticato e distrutto. Non a caso degli artisti si criticano in genere
le singole opere, mai il personaggio-artista in quanto tale" afferma decisa Daniela.
La via pratica scelta dal gruppo "Autonomia visuale" per dare corpo ai propri progetti è triplice:
didattica, ambientale e sociale. L'aspetto didattico riguarda l'inserimento nelle scuole elementari come
esterni che portano il loro contributo per la crescita della creatività dei bambini. Per intervento
nell'ambiente i componenti di "Autonomia visuale" intendono la realizzazione di happenings "artistici"
nei quali il loro ruolo si limita a quello di stimolatori dell'interesse e della creatività popolare. In questo
contesto si inserisce il montaggio in piazza di un grosso cubo, avvenuto a Cavenago Brianza (MI)
durante il mercato: un fatto, questo, che ha progressivamente coinvolto un gran numero di persone nella
realizzazione di quest'opera collettiva, che è poi stata oggetto di un pubblico acceso dibattito.
L'aspetto indubbiamente più interessante è però quello sociale, che ha avuto il suo momento di massima
realizzazione nella pittura collettiva di un gigantesco murale nell'ambito del Centro Sociale del nucleo
educativo integrativo di Monza. Si tratta del più esteso murale realizzato in Italia: misura 7 metri in
altezza e ben 81 in lunghezza! La progettazione e la massima parte della realizzazione di quest'opera
collettiva vanno ascritte ai bambini del quartiere in cui sorge il Centro Sociale. Con un'estesa propaganda
della loro proposta di murale, i componenti di "Autonomia visuale" hanno sollecitato la partecipazione
dei bambini alla progettazione del murale stesso: sono stati infatti i bambini a preparare i bozzetti delle
scene che a loro avviso andavano inserite nel murale. Daniela e gli altri del suo gruppo si sono limitati
a discutere con i bambini i bozzetti da loro proposti e ad "assemblarli" cosicché una volta terminato il
murale sviluppa nei suoi 81 metri di lunghezza un continuum di tematiche sociali di vario genere
(politica, ecologica, ecc.) caratterizzato però da un filo logico. Il dato più significativo, comunque, è
quello relativo al numero di bambini che per 12 giorni consecutivi hanno lavorato alla pittura del murale:
ben 90 bambini, che a loro volta si sono trascinati i genitori, molti dei quali, dopo una prima fase di
scetticismo e di diffidenza, si sono lasciati coinvolgere nella realizzazione collettiva. "Pensa - afferma
Daniela - che ad un certo punto del lavoro di pittura i bambini hanno preparato un cartellone di
protesta contro l'eccessivo impegno dei 'grandi': il murale l'abbiamo progettato noi, siamo stati noi
ad iniziarne la pittura e non vogliamo che i 'grandi', lavorando un po' gli ultimi giorni, si intromettano
e ci tolgano il merito dell'opera - questo, in sostanza, il succo della loro protesta."
Dalla realizzazione del più grande murale d'Italia si possono trarre vari insegnamenti: il principale
riguarda la capacità dimostrata dai bambini nell'utilizzazione di quei "mezzi" che sono stati messi a loro
disposizione. Non a caso, sentendosi ancora oggi - a mesi di distanza - padroni del mezzo tecnico, i
bambini del quartiere sollecitano continuamente la realizzazione di simili opere collettive e,
autonomamente, hanno già preparato numerosi bozzetti. "Ciò che più conta - ci tiene a puntualizzare
Daniela - è che i nostro intervento di 'tecnici' è stato praticamente nullo. Hanno fatto tutto i bambini,
ad ulteriore conferma di quanto si diceva prima intorno al ruolo negativo dell'artista-personaggio ed
alla concreta possibilità per chiunque di esprimersi tramite quella tecnica artistica che tutti sono in
grado di utilizzare. Non solo gli 'artisti'."
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