Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 7 nr. 56
aprile 1977


Rivista Anarchica Online

Liberare la creatività
Gruppo "Autonomia visuale"

Il retro di copertina di questo numero della rivista riproduce - in formato ridotto - un quadro eseguito appositamente per "A" dalla pittrice Daniela Bognolo, veneziana ma residente a Milano. Daniela - che attualmente insegna in un liceo - si è venuta accostando, negli ultimi mesi soprattutto, al pensiero libertario: "fin da bambina, comunque - afferma - ho assorbito quello spirito ribelle ed anarchico che caratterizzava la vita di mio nonno". Da circa tre anni Daniela si è staccata dal ruolo classico della pittrice (con le solite mostre in gallerie private) e dal mercato artistico in particolare, dando vita ad un gruppo (attualmente composto da cinque persone) che si chiama "Autonomia visuale".

Non è tanto la scelta dell'oggetto a caratterizzare questo gruppo (non sono certo i soli ad occuparsi di temi sociali e politici), quanto soprattutto il mezzo scelto: la creazione collettiva. Obiettivo del gruppo, infatti, non è quello di produrre "opere d'arte" per dimostrare agli altri la loro perizia, quanto quello di stimolare concretamente la gente ad esprimersi. "È il ruolo stesso dell'artista, abituato a far calare la sua 'arte' dall'alto, che deve essere criticato e distrutto. Non a caso degli artisti si criticano in genere le singole opere, mai il personaggio-artista in quanto tale" afferma decisa Daniela.

La via pratica scelta dal gruppo "Autonomia visuale" per dare corpo ai propri progetti è triplice: didattica, ambientale e sociale. L'aspetto didattico riguarda l'inserimento nelle scuole elementari come esterni che portano il loro contributo per la crescita della creatività dei bambini. Per intervento nell'ambiente i componenti di "Autonomia visuale" intendono la realizzazione di happenings "artistici" nei quali il loro ruolo si limita a quello di stimolatori dell'interesse e della creatività popolare. In questo contesto si inserisce il montaggio in piazza di un grosso cubo, avvenuto a Cavenago Brianza (MI) durante il mercato: un fatto, questo, che ha progressivamente coinvolto un gran numero di persone nella realizzazione di quest'opera collettiva, che è poi stata oggetto di un pubblico acceso dibattito.

L'aspetto indubbiamente più interessante è però quello sociale, che ha avuto il suo momento di massima realizzazione nella pittura collettiva di un gigantesco murale nell'ambito del Centro Sociale del nucleo educativo integrativo di Monza. Si tratta del più esteso murale realizzato in Italia: misura 7 metri in altezza e ben 81 in lunghezza! La progettazione e la massima parte della realizzazione di quest'opera collettiva vanno ascritte ai bambini del quartiere in cui sorge il Centro Sociale. Con un'estesa propaganda della loro proposta di murale, i componenti di "Autonomia visuale" hanno sollecitato la partecipazione dei bambini alla progettazione del murale stesso: sono stati infatti i bambini a preparare i bozzetti delle scene che a loro avviso andavano inserite nel murale. Daniela e gli altri del suo gruppo si sono limitati a discutere con i bambini i bozzetti da loro proposti e ad "assemblarli" cosicché una volta terminato il murale sviluppa nei suoi 81 metri di lunghezza un continuum di tematiche sociali di vario genere (politica, ecologica, ecc.) caratterizzato però da un filo logico. Il dato più significativo, comunque, è quello relativo al numero di bambini che per 12 giorni consecutivi hanno lavorato alla pittura del murale: ben 90 bambini, che a loro volta si sono trascinati i genitori, molti dei quali, dopo una prima fase di scetticismo e di diffidenza, si sono lasciati coinvolgere nella realizzazione collettiva. "Pensa - afferma Daniela - che ad un certo punto del lavoro di pittura i bambini hanno preparato un cartellone di protesta contro l'eccessivo impegno dei 'grandi': il murale l'abbiamo progettato noi, siamo stati noi ad iniziarne la pittura e non vogliamo che i 'grandi', lavorando un po' gli ultimi giorni, si intromettano e ci tolgano il merito dell'opera - questo, in sostanza, il succo della loro protesta."

Dalla realizzazione del più grande murale d'Italia si possono trarre vari insegnamenti: il principale riguarda la capacità dimostrata dai bambini nell'utilizzazione di quei "mezzi" che sono stati messi a loro disposizione. Non a caso, sentendosi ancora oggi - a mesi di distanza - padroni del mezzo tecnico, i bambini del quartiere sollecitano continuamente la realizzazione di simili opere collettive e, autonomamente, hanno già preparato numerosi bozzetti. "Ciò che più conta - ci tiene a puntualizzare Daniela - è che i nostro intervento di 'tecnici' è stato praticamente nullo. Hanno fatto tutto i bambini, ad ulteriore conferma di quanto si diceva prima intorno al ruolo negativo dell'artista-personaggio ed alla concreta possibilità per chiunque di esprimersi tramite quella tecnica artistica che tutti sono in grado di utilizzare. Non solo gli 'artisti'."