Rivista Anarchica Online
La grande abbuffata
di L. L.
"Improvvisamente si scopre che l'E.N.E.L. finanziò i partiti, come
se non si sapesse che questo è fra gli obblighi
diciamo, sub-istituzionali dell'E.N.E.L. ...Il male vero è che ai partiti arriva, si e
no, la quinta parte di quello che
viene sollecitato e riscosso in nome e per conto dei partiti." Sono parole di Ciriaco De Mita, ministro
dell'industria, in un'interista ormai famosa al "Corriere della Sera" del
13 febbraio e, francamente (anche se sapevamo della corruzione esistente), non sapevamo che gli enti
pubblici
avessero tra il loro compiti dichiarati anche quello di finanziare i partiti. Il che vuole dire che la
corruzione è una
pratica di ordinaria amministrazione. Forse il ministro si rifà ad una nozione di diritto che
afferma che la prassi e le consuetudini, quando sono costanti
assumono il valore di norma giuridica. E su questo piano è difficile dagli torto poiché le
vicende politiche italiane
sono state caratterizzate da una serie costante di corruzioni e di finanziamenti illeciti, di cui solo una
piccola parte
assurta a livello di cronaca. Basterà citare quelli dell'I.N.G.I.C. (Istituto Nazionale Gestione
Imposte di
Consumo), di Fiumicino, Di Bazan e il Banco di Sicilia, i vari finanziamenti dell'E.N.I. e dell'I.R.I., della
Montedison, dell'A.N.A.S. e dell'I.N.P.S., per farsi una seppur pallida idea del regime di corruzione
esistente.
E' da notare inoltre che con l'accavallarsi degli scandali i politici hanno cercato di giustificare il proprio
operato
affermando che "rubare per il partito non è rubare" (consigliamo a tutti i ladri presi dalla polizia
di giustificarsi
in questo modo, n.d.r.). Visto l'andazzo di questi anni è comprensibile che De Mita inveisca
contro i novelli catoni che in questi giorni,
assunte le vesti di moralizzatori, lanciano invettive contro i responsabili (per lo più ancora ignoti)
del nuovo
scandalo, quello del petrolio. Si è venuti così a sapere che gran parte
dell'austerity è soltanto un mezzo usato
dai petrolieri per aumentare i propri utili e che essi, finanziando i partiti, hanno fatto approvare numerose
leggi
in loro favore. Lo scandalo del petrolio si può riassumere in tre punti principali: nel 1971
le imprese aderenti all'Unione
Petrolifera decisero di autotassarsi proporzionalmente sui futuri guadagni per convincere il Parlamento
ad
orientare verso il petrolio la politica energetica dell'E.N.E.L. Il risultato è che oggi su 36 centrali,
solo 3
funzionano ad energia nucleare mentre le restanti utilizzano il petrolio. Tra il 1971 ed il 1973 i petrolieri
hanno
finanziato i partiti per circa undici miliardi per ottenere gli sgravi fiscali sui prodotti
petroliferi; oggi hanno versato
oltre un miliardo per poter imboscare con tranquillità il petrolio in attesa che i prezzi salissero,
e infatti il 21
febbraio (pur essendo scoppiato lo scandalo) il Parlamento ha aumentato tutti i prezzi dei prodotti
petroliferi,
dalla benzina al gasolio. Anche per quest'ultimo scandalo la conclusione è scontata: troppo
importanti sono i personaggi coinvolti e se
anche qualcuno (Cazzaniga e soci) è stato compromesso, per altri scenderà "pietoso" il
silenzio. Ma l'aspetto più
vergognoso di tutta questa sporca faccenda è che la classe politica ha colto l'occasione di questo
scandalo per
rilanciare la legge per il finanziamento statale dei partiti dimostrando un'astuzia e un'abilità non
comuni. In
pratica esso ha detto che la corruzione esiste ma che la colpa non è dei partiti, bensì della
legislazione attuale che
non prevede il loro finanziamento pubblico. Stime abbastanza attendibili riportano che i partiti spendono
ogni
anno circa cento-centocinquanta miliardi, di cui due terzi, fra D.C. e P.C.I. ed il terzo restante fra gli altri
partiti.
E' evidente che i proventi istituzionali dei partiti (tessere, sottoscrizioni, festivals, ecc.) non sono
sufficienti e così
si ricorre a finanziamenti occulti. E' inutile sottolineare che la proposta di legge per il finanziamento
statale dei partiti è stata accolta
favorevolmente da tutti, dai missini ai comunisti, e che tutti hanno fatto a gara a trovare giustificazioni
appropriate
a questa nuova, ingente spesa che dovranno sopportare i sudditi della Repubblica Italiana. Con il
finanziamento
pubblico, è stato detto, i partiti si potranno svincolare dalle pressioni dei gruppi che oggi li
finanziano e li
condizionano, e avremo una classe politica liberata dagli assilli economici che potrà dedicarsi con
maggiore
serenità alla soluzione dei problemi del paese. Giornali, radio, televisione stanno battendo
la grancassa per condizionare a dovere le menti dei cittadini e per far
loro accettare questa ennesima ruberia. Senza la minima pudicizia, mentre si impone al paese di
risparmiare
perché scarseggiano le risorse, viene proposto di spendere cento e forse più miliardi per
pagare la burocrazia
politica. A parte ogni altra considerazione, sembra a noi evidente che i partiti, una volta ottenuti i
finanziamenti
statali, non rinunceranno certamente a quelli occulti e questo per diversi motivi. Innanzitutto proprio per
la logica
in cui si muovono, di predominio l'uno sull'altro, saranno portati ad aumentare e potenziare i loro apparati
usando sia i finanziamenti statali sia quelli privati; poi perché in tutti questi anni essi hanno creato
canali stabili
ed organici di finanziamento a cui non si capisce perché e come dovrebbero rinunciare. Infatti,
se così fosse, il
P.C.I., dovrebbe chiudere tutte le società di import-export con l'Est che possiede, i cinema, le
agenzie di viaggi,
le cooperative, i supermercati, le agenzie di assicurazione, vendere gli immobili; lo stesso discorso vale
per la
proprietà della D.C. e per i suoi collegamenti con il Vaticano; il P.S.I. possiede numerose
società immobiliari e
commerciali che dovrebbero essere liquidate se quanto promesso fosse mantenuto; ed è
impensabile che il P.S.D.I.
rinunci ai finanziamenti dei sindacati americani così come il M.S.I.-D.N. a quelli della Grecia
e della Spagna, il
P.R.I. a quelli di Agnelli, o che il P.L.I. divorzi dalla confindustria. C'è proprio di che stare
allegri: avremo dei bei partiti ancora più ricchi e più potenti, in grado di condizionare
meglio l'opinione pubblica e di soffocare più efficacemente ogni e qualsiasi opposizione
istituzionale: oltre
l'inganno, la beffa!
L. L.
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