Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 4 nr. 27
marzo 1974


Rivista Anarchica Online

RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione

La copertina del numero di Febbraio di "Le Monde Libertaire", organo della Federazione Anarchica Francese è dedicata a Giovanni Marini, del quale si richiede la libertà. E' questa una testimonianza della vasta pubblicità che ha raggiunto il caso Marini anche al di fuori dell'Italia.
L'articolo parte da una rievocazione della situazione italiana come si è sviluppata in questi ultimi cinque anni: strategia della tensione, strage di stato, campagna anti-anarchica ed infine gli sforzi violenti, spesso sanguinari, per far scomparire gli indizi e le prove che conducevano alle piste tricolori di Freda, Ventura ed altri ignoti. In questo contesto l'autore dell'articolo colloca l'atto di Giovanni Marini inserendolo però nel clima particolare di Salerno, con i suoi problemi di zona di sottosviluppo economico e sociale (e quindi di sovrasviluppo fascista).
Molto interessante è l'articolo centrale di questo numero, che prende in esame l'agricoltura francese. In esso, dopo un'analisi schematica delle strutture produttive (manodopera, dimensioni aziendali, forme di conduzione) e dei risultati economici (prodotto netto medio unitario) vengono considerati la natura e gli effetti della politica agricola, la contraddittoria programmazione tecnocratica, le strutture cooperative e associative esistenti (dominate dai grandi imprenditori e dai notabili politici), i problemi e le prospettive dell'impresa familiare, ed infine il ruolo dei sindacati e le vie dell'emancipazione. Prevedibili ma comunque interessanti le analogia con l'Italia. Anche in Francia, ad esempio, i coltivatori diretti sono la realtà prevalente: nel '70, su 2.800.000 erano gli imprenditori ed i familiari coadiuvanti e solo 300.000 i "proletari" cioè i salariati. Ancora più significativa la tendenza evolutiva, che negli ultimi vent'anni ha visto diminuire i salariati non solo in valore assoluto ma anche in rapporto ai coltivatori diretti. Significativo anche perché conferma (la Francia, che è un passo più avanti dell'Italia quanto a sviluppo economico, può essere considerata un po' come un nostro probabile futuro prossimo) la tendenza manifestata (cfr. A 24) dalla agricoltura italiana. Un'altra analogia: la grande variabilità di produttività pro-capite tra grandi imprese capitalistiche e piccole imprese familiari e, più ancora, tra regioni ricche e regioni povere (fra le due regioni-limite, Picardie e Limousin, un rapporto di quasi 1 a 4), con la conseguente difficoltà di generalizzare. Anche l'autore dell'articolo, come il nostro R. Brosio, è propenso a collocare buona parte dei coltivatori diretti tra gli sfruttati ("sfruttatori di se stessi"). L'articolo si conclude con l'affermazione che "...solo i lavoratori agricoli stessi potranno risolvere i loro problemi", un'affermazione a nostro avviso corretta ma incompleta: i problemi dell'agricoltura, settore dominato, potranno essere risolti veramente solo dall'intera società liberata.
"Le Monde Libertaire", 3 rue de Ternaux, Paris 75011, periodicità mensile, formato 30x43, 16 pagine, abbonamento per l'estero 38 Fr.

Tierra y Libertad, periodico anarchico messicano, ha dedicato un numero speciale di 64 pagine alla figura del rivoluzionario messicano Ricardo Flores Magòn, nel centenario della sua nascita. Questo numero speciale, con copertina in quadricromia ed illustrato con fotografie dell'epoca, riesce a dare, attraverso diversi articoli, un quadri completo della persona, delle idee e delle attività di Flores Magòn, inserendolo nel quadro storico del Messico dei primi del Novecento. E' descritta tutta l'evoluzione in senso sempre più spiccatamente anarchico del pensiero di Flores Magòn, partito da posizioni riformiste e soprattutto in funzione di una opposizione sistematica alla dittatura di Porfirio Diaz. Ben presto, attraverso il periodico da lui fondato e diretto, Regeneracion, che tirava 20.000 copie, Flores Magòn accentua l'impegno sociale in senso libertario, coniando, come sintesi del suo discorso, il motto "Tierra y Libertad" che diventerà quasi il simbolo della rivoluzione messicana. Lo stesso Zapata, che pur essendo fortemente influenzato dal magonismo, non divenne mai dichiaratamente anarchico, scrisse questo motto sulle sue bandiere. All'interno della rivoluzione messicana fu proprio il movimento magonista la punta più avanzata, non tanto numericamente (la sua azione fu però decisiva nel sollevamento a Bahia California), ma per le prospettive che intendeva dare alla rivoluzione in senso libertario e quindi antistatale. Lo stesso Zapata, non indirizzando in questo senso lo sbocco rivoluzionario contribuì, involontariamente, al fallimento del lungo periodo di lotte popolari.
"Tierra y Libertad" c/o Domingo Rojas, Apartado Postal M-10596, Mexico 1, D.F., periodicità mensile, formato 30x40, 8 pagine, supplementi trimestrali.