Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
La copertina del numero di Febbraio di "Le Monde
Libertaire", organo della Federazione Anarchica Francese
è dedicata a Giovanni Marini, del quale si richiede la libertà. E' questa una testimonianza
della vasta pubblicità
che ha raggiunto il caso Marini anche al di fuori dell'Italia. L'articolo parte da una rievocazione della
situazione italiana come si è sviluppata in questi ultimi cinque anni:
strategia della tensione, strage di stato, campagna anti-anarchica ed infine gli sforzi violenti, spesso
sanguinari,
per far scomparire gli indizi e le prove che conducevano alle piste tricolori di Freda, Ventura ed altri
ignoti. In
questo contesto l'autore dell'articolo colloca l'atto di Giovanni Marini inserendolo però nel clima
particolare
di Salerno, con i suoi problemi di zona di sottosviluppo economico e sociale (e quindi di sovrasviluppo
fascista). Molto interessante è l'articolo centrale di questo numero, che prende in esame
l'agricoltura francese. In esso,
dopo un'analisi schematica delle strutture produttive (manodopera, dimensioni aziendali, forme di
conduzione)
e dei risultati economici (prodotto netto medio unitario) vengono considerati la natura e gli effetti della
politica
agricola, la contraddittoria programmazione tecnocratica, le strutture cooperative e associative esistenti
(dominate
dai grandi imprenditori e dai notabili politici), i problemi e le prospettive dell'impresa familiare, ed infine
il ruolo
dei sindacati e le vie dell'emancipazione. Prevedibili ma comunque interessanti le analogia con l'Italia.
Anche
in Francia, ad esempio, i coltivatori diretti sono la realtà prevalente: nel '70, su 2.800.000 erano
gli imprenditori
ed i familiari coadiuvanti e solo 300.000 i "proletari" cioè i salariati. Ancora più
significativa la tendenza
evolutiva, che negli ultimi vent'anni ha visto diminuire i salariati non solo in valore assoluto ma anche in
rapporto
ai coltivatori diretti. Significativo anche perché conferma (la Francia, che è un passo
più avanti dell'Italia quanto
a sviluppo economico, può essere considerata un po' come un nostro probabile futuro prossimo)
la tendenza
manifestata (cfr. A 24) dalla agricoltura italiana. Un'altra analogia: la grande variabilità di
produttività pro-capite
tra grandi imprese capitalistiche e piccole imprese familiari e, più ancora, tra regioni ricche e
regioni povere (fra
le due regioni-limite, Picardie e Limousin, un rapporto di quasi 1 a 4), con la conseguente
difficoltà di
generalizzare. Anche l'autore dell'articolo, come il nostro R. Brosio, è propenso a collocare
buona parte dei
coltivatori diretti tra gli sfruttati ("sfruttatori di se stessi"). L'articolo si conclude con l'affermazione che
"...solo
i lavoratori agricoli stessi potranno risolvere i loro problemi", un'affermazione a nostro avviso corretta
ma
incompleta: i problemi dell'agricoltura, settore dominato, potranno essere risolti veramente
solo dall'intera
società liberata. "Le Monde Libertaire", 3 rue de Ternaux, Paris 75011,
periodicità mensile, formato 30x43, 16 pagine,
abbonamento per l'estero 38 Fr.
Tierra y Libertad, periodico anarchico messicano, ha dedicato un numero
speciale di 64 pagine alla figura del
rivoluzionario messicano Ricardo Flores Magòn, nel centenario della sua nascita. Questo numero
speciale, con
copertina in quadricromia ed illustrato con fotografie dell'epoca, riesce a dare, attraverso diversi articoli,
un
quadri completo della persona, delle idee e delle attività di Flores Magòn, inserendolo
nel quadro storico del
Messico dei primi del Novecento. E' descritta tutta l'evoluzione in senso sempre più
spiccatamente anarchico del
pensiero di Flores Magòn, partito da posizioni riformiste e soprattutto in funzione di una
opposizione sistematica
alla dittatura di Porfirio Diaz. Ben presto, attraverso il periodico da lui fondato e diretto, Regeneracion,
che tirava
20.000 copie, Flores Magòn accentua l'impegno sociale in senso libertario, coniando, come
sintesi del suo
discorso, il motto "Tierra y Libertad" che diventerà quasi il simbolo della rivoluzione messicana.
Lo stesso
Zapata, che pur essendo fortemente influenzato dal magonismo, non divenne mai
dichiaratamente anarchico,
scrisse questo motto sulle sue bandiere. All'interno della rivoluzione messicana fu proprio il movimento
magonista la punta più avanzata, non tanto numericamente (la sua azione fu però
decisiva nel sollevamento a
Bahia California), ma per le prospettive che intendeva dare alla rivoluzione in senso libertario e quindi
antistatale.
Lo stesso Zapata, non indirizzando in questo senso lo sbocco rivoluzionario contribuì,
involontariamente, al
fallimento del lungo periodo di lotte popolari. "Tierra y Libertad" c/o Domingo Rojas,
Apartado Postal M-10596, Mexico 1, D.F., periodicità mensile, formato
30x40, 8 pagine, supplementi trimestrali.
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