Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 219
giugno 1995


Rivista Anarchica Online

Nel paese dei miracoli
di Maia Matteo

Nell'Italia dei miracoli, tutto è forse possibile tranne venire a capo dei misteri della scena politica.
Per settimane quotidiani e riviste, la cui immagine seria poco si confa ai pettegolezzi di cui si nutrono i giornali scandalistici, si sono sforzati di chiarire ai loro lettori l'epidemia di madonne piangenti che ha duramente colpito il bel paese. II venerdì di Repubblica si è spinto al punto di ipotizzare un loro ruolo nella recente campagna elettorale. Prelati e vescovi, tirati in ballo per la propria innegabile competenza in materia, hanno sapientemente oscillato tra prudenza ed entusiasmo. La magistratura ha pensato bene di aprire un'inchiesta e sequestrare il possibile corpo del reato ma dopo settimane di inutili radiografie si è ben guardata dal far eseguire un'autopsia. Atei, scettici ed anticlericali potrebbero forse far notare che rompere l'uovo pasquale sia il modo migliore per scovare le sorprese eventualmente celate all'interno, tuttavia nel paese dei miracoli spezzare un'immagine sacra è pur sempre ardua impresa. Come ardui ed inutili sono stati i tentativi di Margherita Hack di mostrare come simili truffe siano alla portata del più sprovveduto dei bidonari. Probabilmente la simpatica Margherita è cosi fiduciosa nelle magnifiche e progressive sorti promesse all'umanità da un atteggiamento scientista, da dimenticare che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, peggior fesso di chi vuol essere ingannato. D'altro canto risulta difficile oggidì stabilire se faccia più danni la fede in madonne e spiritelli vari o quella nelle meraviglie della scienza e della tecnica.
Assodata comunque la difficoltà di individuare la causa, materiale od immateriale, di tanto piagnisteo, occorre tuttavia capirne i motivi.

Strani e insondabili misteri
Le ipotesi avanzate in merito sono state molteplici e non di rado suggestive. Qualcuno sospetta che possa trattarsi di un'abile campagna pubblicitaria per l'ultima enciclica papale. Forse il buon Wojtila è consapevole che in un paese in cui buona parte dei cattolici fa uso di contraccettivi, non disdegna di ricorrere all'aborto e all'inseminazione artificiale solo un miracolo potrebbe garantire credito ai suoi deliri integralisti in materia di morale sessuale. Altri ritengono che i dolenti pianti della vergine possano garantire lo sviluppo di aree turisticamente depresse.
Per quel che mi riguarda, pur osservando con curiosità l'intera vicenda, sono propensa a ritenere che ben più strani ed insondabili misteri si presentino all'orizzonte politico e sociale del nostro paese. In primo luogo, ed è ormai una ben triste ovvietà, mi riferisco al solco profondo e sanguinoso tracciato dalla lunga serie di stragi per le quali nessuna verità è mai emersa sul piano giudiziario. E' altresì innegabile che la verità storica sulle stragi, ad iniziare da quella di piazza Fontana, è stata gridata nelle piazze da milioni di persone che sapevano che la strage era di stato e gli anarchici non erano che le vittime di una terribile montatura. Poco importa perciò che le recenti inchieste di un sin troppo zelante giudice istruttore, salito in virtù di ciò agli onori delle cronache, confermino o meno quel che gli anarchici per primi e tanti altri subito dopo han sempre detto. D'altro canto non sembra che dalle veline oculatamente fatte trapelare emerga alcuna sostanziale novità sul piano giudiziario. Mentre netto appare invece il tentativo di dipingere gli anarchici come sciocchi, incapaci di impedire le infiltrazioni di fascisti e poliziotti e quindi inconsapevoli complici della montatura che si veniva ordendo nei loro confronti.
Uno spiritello maligno mi suggerisce che forse l'obbiettivo odierno di alcuni settori della magistratura non è quello di far luce sulla strage della banca dell'agricoltura ma quello più modesto ma politicamente più significativo di riaggiornare l'ormai consunta teoria degli opposti estremismi di democristiana memoria.
I ruoli sono un po' diversi ma la sostanza non muta: i fascisti sono i criminali strumenti di trame ordite altrove e gli anarchici stolti buontemponi il cui velleitario estremismo designa all'ingrato compita di capri espiatori.
La candidatura del PDS a fulcro di un polo di centro-sinistra non può che uscirne rafforzata.
D'altra parte lo schieramento che si prepara alla prossima contesa elettorale sotto le fronde dell'ulivo sta dimostrando di saper fare miracoli ben più difficili della lacrimazione delle madonne.
La riforma del sistema pensionistico alla quale il buon Berlusconi aveva suo malgrado dovuto rinunciare, perché milioni di pensionati lavoratori e disoccupati avevano riempito le piazze proclamando con vigore di non gradirla, probabilmente verrà approvata senza che emerga alcuna significativa forma di opposizione. Mentre scrivo non si sa ancora di quanto verrà innalzata l'età pensionabile e neppure a quanto ammonterà la penalizzazione per chi, magari dopo trentacinque anni di fabbrica, avrà l'ardire di voler smettere anticipatamente di lavorare. Il senso complessivo della manovra è tuttavia sin da ora molto chiaro: bisognerà lavorare più a lungo e si percepiranno pensioni pili modeste. Il re delle televisioni, il mago della manipolazione massmediatica, l'uomo che detiene il monopolio dell'informazione privata via etere non era riuscito a tanto.

Cooperazione sociale e mutuo appoggio
Immagino che qualche spirito incline al pessimismo cosmico sarà spinto a formulare giudizi negativi sulla natura umana e sulle sue probabili tendenze masochiste. Nonostante un simile atteggiamento non manchi talora di esercitare su di me una certa seduzione, sono tuttavia propensa a ritenere che il silenzio delle piazze sia un mistero facilmente svelabile.
La grande industria, il cui sostegno al blocco di centro-sinistra è sempre più palese, potrebbe fornire elementi preziosi per l'analisi di una vicenda che è tutto sommato assai chiara, una sorta di novello uovo di Colombo. L'unico modo di perseguire efficacemente una politica economica di destra senza doverne subire i fisiologici contraccolpi sociali è farla fare ad un governo di sinistra o comunque sostenuto dalle sinistre. Possibilmente, ed è il nostro caso, con il sostegno attivo dei sindacati.
Ne deriva facilmente che la gran parte di coloro che subiranno le conseguenze pesantissime della riforma pensionistica, lungi dall'essere stolti o masochisti, si limitano a quel realismo che nel bene e soprattutto nel male è caratteristico della gente comune.
Quella gente che, tanto per intenderci, è solita osservare da lontano la politica, considerandola un ambito estraneo, intangibile. Il che, ovviamente, lungi dal chiudere la questione non fa che allargarne i confini. Quell'insieme di diritti e garanzie che definisce lo stato sociale è stato, e formalmente ancora è, patrimonio della sinistra nella sua componente statalista ed autoritaria. Una componente che dal dopoguerra ad oggi è sicuramente maggioritaria all'interno dei movimenti di emancipazione sociale. Questa stessa sinistra è oggi direttamente responsabile dello smantellamento del welfare. Anche Rifondazione, pur criticando duramente le scelte del PDS, pare indirizzarsi ad un'alleanza elettorale con l'area dell'ulivo, ne consegue che il possibile malcontento per le misure del governo Dini in materia pensionistica non trova modalità efficaci di espressione. Non trova in sostanza né il terreno sul quale misurare l'opposizione alle scelte di questo governo e non ha neppure la ben più rilevante possibilità di costruire un'alternativa forte all'ordine vigente.
Lo spazio della cooperazione sociale e del mutuo appoggio si dà, oggi pili che mai, altrove, un altrove che si definisce nella capacita di moltiplicare e far crescere spazi di autonomia reale, spazi collettivi sottratti al controllo delle istituzioni, dei partiti, dei sindacati statalizzati.

Madonna 1 - CIRM 0
Questa prospettiva stenta tuttavia a delinearsi, a farsi proposta politica forte, capace di catalizzare robuste energie, atta a suscitare quella tensione utopica, senza la quale non si danno grandi movimenti di trasformazione sociale. Un ordine sociale ingiusto, il peggiorare delle materiali condizioni di vita, il restringersi di ambiti di libertà e partecipazione possono provocare sofferenza, sconforto, talora anche rabbia ma non sono di per sé in grado di aprire le porte a lotte per mutare radicalmente l'esistente. La volontà di trasformazione emerge e si radica quando la possibilità di un diverso assetto sociale si delinea netta all'orizzonte, quando si intravede un mondo nuovo capace di negare il vecchio.
Gli spagnoli che nel '36 insorsero contro i militari golpisti non intendevano difendere la repubblica ma attuare la rivoluzione sociale. La lotta al fascismo non era che il punto di partenza di un movimento la cui prospettiva era assai più ampia.
Coloro che oggi agitano lo spauracchio di una destra innegabilmente autoritaria, arrogante, populista ma certo non fascista, usano l'antifascismo come collante di un'alleanza di centro-sinistra, il cui programma non è poi così dissimile da quello del polo di centro-destra.
D'altra parte sta divenendo sempre più evidente che lo scontro politico oggi in atto tra i due poli è sempre più giocato sul confronto tra una destra e una sinistra virtuali.
Persino le competizioni elettorali, che pure dovrebbero piegarsi al freddo realismo dei numeri, non si sottraggono a questa tendenza: ne abbiamo avuta una sin troppo chiara dimostrazione dopo le recenti consultazioni amministrative. I sondaggi che le hanno precedute e gli exit poll che le hanno seguite alludevano ad una netta affermazione delle destre, che è stata poi smentita dai risultati effettivi. Sin qui nulla di strano: statistica, astrologia, indagine sociologica e cartomanzia sono notoriamente scienze imperfette e quindi soggette ad errore.
Quel che invece è francamente sorprendente è che da più parti si sia parlato di vittoria delle sinistre semplicemente perché le destre non avevano raggiunto i risultati previsti dai sondaggi. I dati, in teoria, dovrebbero parlar chiaro: Berlusconi e soci si sono aggiudicati le tre maggiori regioni del nord e le più importanti regioni del sud. E' un risultato a mio avviso tutt'altro che disprezzabile, che tuttavia cozza contro le aspettative dei futurologi degli istituti di rilevamento. Le destre più che perdere il conflitto con le sinistre sono state sconfitte dal confronto con la destra virtuale. II giorno successivo alle elezioni una vignetta di Vauro sul Manifesto raffigurava tre robusti metalmeccanici che trasportavano un gigantesco cero alla madonna.
Della serie: madonne 1 - Cirm 0.

Nuovo miracolo italiano
La partita tuttavia è tutt'altro che finita qui, poiché nel paese dei miracoli le sorprese non finiscono mai. Come molti ricorderanno, uno dei motivi centrali del dibattito che ha preceduto e seguito le amministrative è stato il definitivo de profundis che destre e sinistre si sono affrettate a recitare per il centro. Persino il Partito Popolare, che in qualche modo aveva attraversato il guado di tangentopoli e pur molto acciaccato si era presentato sulla scena della IIa Repubblica, si era spaccato in due tronconi: uno di destra e l'altro di sinistra. La democrazia cristiana era definitivamente morta e con essa l'idea di un unico partito per i cattolici.
Ma, come spesso accade, qualcuno aveva venduto la pelle dell'orso con molto anticipo, poiché, nuovo miracolo italiano, il partito dei cattolici è improvvisamente risorto sotto altre spoglie. Non, beninteso, quelle modeste di Bianco e Buttiglione ma, più pervasivamente ed efficacemente, attraversando tutti gli schieramenti.
Alle regionali abbiamo assistito alla vittoria elettorale di un ex-democristiano in Lombardia e di un ex-democristiano in Basilicata. L'uno candidato delle destre, l'altro delle sinistre.
Mi viene un dubbio: non sarà che le madonne piangano di gioia?