Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 217
aprile 1995


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Rhythm Activism

Un pacchetto incastrato a forza nella cassetta della posta: viene dall'estero (dal Canada) e dentro c'è una bella lettera e un altrettanto bella sorpresa. Si tratta di una vecchia conoscenza: i québecois terribili Rhythm Activism. Mentre salgo le scale parto all'assalto del nastro adesivo che sigilla il pacchetto: dentro c'è, come ho detto, una lettera, un paio di fotocopie e la bella sorpresa di cui ora vi voglio parlare.
Alla loro già nutritissima produzione musicale, in otto anni d'attività una dozzina di titoli distribuiti tutti su cassetta, hanno adesso aggiunto «Blood and mud» che è il loro primo CD. Anche questo, come le uscite precedenti, rigorosamente autoprodotto, autofinanziato e autodistribuito (al di là dell'Atlantico, da questa pare dell'oceano stavolta ci pensano gli olandesi di De Konkurrent). Come frequentemente successo, anche questo è un lavoro a tema (loro lo chiamano «giornalismo musicale»): «Tumbleweed» (1993) raccontava dei popoli nativi americani, «Oka» (1990) ed «Oka Il)) (1992) delle dispute territoriali tra il popolo Mohawk e l'amministrazione del Québec, «Resist much, obey little» (1988) della lotta per il diritto alla casa nella loro città,
Montréal, «Blood and mud» è ispirato dalla rivolta zapatista nel Chiapas e dai rivoltosi sociali del trattato economico/politico Nafta tra Canada, Stati Uniti e Messico.
Il gruppo è adesso un trio abbastanza stabile: a Norman Nawrocki (voce, violino) e Dem Stink (chitarra) che già conoscevamo si è aggiunto qualche tempo fa Luc Bonin al violoncello e alle percussioni. Il tecnico Guy Boulanger aggiunge saltuariamente il suono della sua tromba a quello degli altri. Attualmente sono in tour negli Stati Uniti, e nella lettera c'è scritto anche che sarà possibile vedere/sentire i quattro in azione in una serie di concerti/performances in Europa dal 17 maggio al 12 giugno prossimi: forse una data italiana il 29 maggio, a tutt'oggi non ancora confermata (telefonate qui in Redazione per le notizie dell'ultima ora).
Stando a quanto scrivono Norman e Dem, e alle fotocopie che accludono, «Blood and mud» ha ricevuto un'accoglienza strepitosa: i critici hanno profuso manciate di aggettivi, stellette e lodi, giornali come Maximum Rock'n'Roll e Option l'hanno definito addirittura un'opera musicale «essenziale», il Magnet di Philadelphia l'ha accostato (per il bilanciamento tra l'impegno e l'arte) ai lavori degli Henry Cow e allo «Speechless» di Fred Frith con gli Etron Fou.
In effetti, questa raccolta è di un livello (anche solo sotto il profilo artistico, senza entrare nel mirino dei contenuti politici) davvero considerevole. Non c'entra la qualità della registrazione (il gruppo ci ha abituato da sempre a documentazioni approssimative di sé stesso, e anche in questo caso, nonostante il formato tecnologico imponga livelli qualitativi superiori, il suono è descrivibile a metà tra un gatto bagnato e un foglio di carta vetrata a grana grossa), né l'abilità tecnica (Norman e Dem sono autodidatti e gustosamente approssimativi).
Rhythm Activism non mette l'accento sulla confezione del suono e del messaggio, ma sa trasformare suono e messaggio in energia ed emozione, sa tradurre le intuizioni e innescare pericolosi effetti collaterali in chi ascolta. Rhythm Activism fa pensare. Fa ragionare.
A chi si accontenta di ascoltare, senza andare in profondità, Norman, Dem e Luc, offrono in «Blood and mud» un aspetto ancora più arruffato e ruvido del loro «rock'n'roll cabaret». Le canzoni, qui, sono pura energia, miscuglio di gioia e incazzatura dura. Il suono diviene una sovrapposizione di paesaggi sonori franco-canadesi, americani e messicani, una sorta di inaudito «gypsy grunge» (la definizione non è mia, l'ho rubata da una recensione).
In copertina, al posto dei testi (spesso permeati di un sarcasmo così corrosivo da sfiorare la violenza verbale), Norman ha riportato una bibliografia di riferimento (per approfondire i temi dello zapatismo e della vita sociale e politica messicana) nonché un indirizzario di riviste, associazioni e gruppi d'intervento. Immagino che i testi, come il backcatalogue, siano comunque forniti a richiesta (mandate un paio di IRC's all'indirizzo che trovate qualche riga più sotto).
Immagino che per ora questo CD sia reperibile solo nei negozi che trattano materiali d'importazione, ma mi auguro di trovarlo presto nei cataloghi di distributori indipendenti e alternativi particolarmente sensibili ed illuminati. Vista la reale difficoltà di circolazione di lavori come questi (come di altri generi musicali trasversali: non abbastanza hardcore, non abbastanza grunge, non abbastanza hard ... ) sarebbe profondamente ingiusto contribuire con ulteriore silenzio ed ulteriori astensioni a mantenere «Blood and mud» un prodotto di culto.
Contatti: Rhythm Activism, P.O. 80x 891, Station Desjardins, Montréal, Québec H58 189, Canada.