Rivista Anarchica Online
Servizio civile vietato
Attualmente la Grecia è l'unico paese della Comunità europea che
non riconosce il diritto di obiettare al servizio
militare e di svolgere un servizio alternativo. Questo stato di cose si è mantenuto inalterato
nonostante le risoluzioni del Parlamento europeo, del Consiglio
d'Europa e dell'ONU. Attualmente le galere greche ospitano circa 400 (quattrocento) obiettori che, per essersi
rifiutati di indossare la divisa, sono stati condannati a pesanti pene, fino a sei anni di prigione. Amnesty
International e numerosi parlamentari europei si sono recati in Grecia per rendersi conto di persona. Qui
hanno visto come la condizione degli obiettori sia inacettabile sul piano dei diritti umani: lavori forzati,
sovrappopolazione carceraria, malattie ... Da alcuni anni l'Ufficio europeo dell'obiezione di coscienza di
Bruxelles conduce una campagna internazionale
per chiedere la scarcerazione degli obiettori greci e per il riconoscimento del diritto di obiezione.
Attualmente anche l'Italia è interessata da questa campagna. Fanno parte del Comitato
promotore la Caritas, le ACLI, l'ARCI, Cenasca-CISF Cesc, Enti ispettorie salesiane,
Italia Nostra, WWF, LOC, Servizio Civile Internazionale. Chi fosse interessato a dare il suo contributo
può trovare presso queste associazioni delle cartoline prestampate
da compilare ed inviare alla sede del Comitato promotore (c/o Servizio Internazionale, Via dei Laterani 28,
00184 Roma) che provvederà a consegnarle all'ambasciatore greco in Italia. Va anche ricordato
che alcuni parlamentari di area pacifista hanno presentato in commissione Difesa della
Camera una risoluzione che impegna il Governo italiano ad attivarsi presso le Nazioni Unite e i competenti
uffici della Comunità europea "affinché vengano poste in essere iniziative che portino al pieno
riconoscimento
del diritto all'obiezione di coscienza da parte del Governo greco". Ci si chiede infatti come possa la Grecia,
culla della democrazia, cui spetta dal 1 gennaio 1994 la presidenza
di turno della CEE, continuare a violare così pesantemente i diritti umani.
Gianni Sartori (Vicenza)
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