Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
orsi lucille
"...Una bandiera di carta porterò
/ alla festa dei pupazzi animati / Una bandiera di carta porterò
/ al museo dei cavalli impagliati / Vieni, finiamo questo cerchio di
pietre / Le nostre carte, con cura archiviate / Chiudiamo quella
porta coi sassi / È
la stagione delle feste mancate / Nel ruscello c'è una foglia
di pietra / Sopra la foglia due gocce del cielo / che bruciano le
nostre guance per sempre / Per sempre belli, come nessuno ti potrà
raccontare..."
(da "Una bandiera di carta").
Volevo parlarvi di questo disco già
nella rubrica dello scorso mese assieme alle altre segnalazioni
discografiche, ma ho pensato di sacrificare la tempestività -
comunque relativa... - e aspettare questo numero di "A" per
dedicargli uno spazio maggiore.
Le ragioni possono essere tante, vista
l'importanza di un'uscita come "Canzoni", album di debutto
dei fantomatici ORSI LUCILLE, un gruppo aperto formato da
quasi tutti i vecchi amati Franti più alcuni musicisti e
cantanti ospiti.
Un nuovo nome per gente già
conosciuta? Franti ricomincia da capo? I primi interrogativi
affiorano, ma possono essere risolti dalla presentazione riportata in
copertina:"...Qualcuno, scorrendo con lo sguardo i nomi, i
luoghi, le canzoni di questo disco, ritroverà qualche traccia
di lontana provenienza; qualche legame con persone e collettivi
attualmente impegnati in altre iniziative. Qualcuno penserà
invece che qui per la prima volta ci si butti nella mischia,
esordienti. Nessun problema. È
vero tutto. Strano fenomeno di moltiplicazione, questo disco: si
dovevano raccogliere tre o quattro brani abbastanza velocemente e
poi, giorno per giorno, la voglia di fare e di dire ci ha presi...".
Non è la prima volta che pongo
l'accento sul carattere estremamente particolare dai lavori della
indie-label torinese Inisheer: ad una qualità generalmente
molto elevata della confezione corrisponde, ed è questo che
conta, una serie di proposte artistiche ed emozionali che non trova
paragoni nel nostro paese. Inisheer è davvero un caso a parte,
prova ne può essere il fatto che sia gestita da un gruppo di
compagni incapaci di sciogliere la propria vita in tante vasche
d'attività separate.
Si legge ancora, nella presentazione
del disco: "... Fare un disco lascia sempre un fondo di paura e
sgomento: è come lanciare un messaggio oltre un muro senza la
possibilità di vederne l'effetto, di aggiungere, di togliere,
di spiegare. Ma, testardamente accomunati dal desiderio d'abbattere
ogni muro che i padroni ci erigono attorno, ci siamo ancora seduti in
cerchio. Con le nostre carte nautiche, dadi e parole. Vi abbiamo
sentiti così bene e distinti che, nonostante il gran lavoro,
la gran spesa e la fatica quotidiana, è stato un gioco da
ragazzo. Un ragazzo così bastardo ed indisciplinato che, pure
noi, ogni tanto lo si perde di vista...".
È
per tutto questo che è impensabile, per me, parlarvi di questo
disco "a scopo promozionale": tanto, ne sono state stampate
relativamente poche copie, ed Inisheer, in tutta sincerità,
non ha mai avuto bisogno di grandi spinte commerciali, essendo
riuscita a costruire e tenere efficientemente in piedi un proprio
piccolo circuito di distribuzione. Insisto nel parlarvi di questo album
perché trovo sia un vero peccato lo "sprecare" tanto amore,
tanti sogni e speranze, facendo sì che Orsi Lucille resti un
tesoro prezioso in mano a pochi, sempre quei soliti pochi. Innanzitutto, cercate di mettere le
mani su questo album, mai come altri un disco di musiche e idee
d'amore.
Cos'altro, se non amore, può
tenere assieme Bob Dylan (qui, in una versione strappacuore di "All
along the watchtower), Paul Klee e W. B. Yeats?
Storie di esplosioni in miniera e di
esplosioni del cuore, la solitudine delle colline e l'inarrestabile
movimento del mare: come parlarvi di questi testi, come descriverli
se non come immensi spazi di poesia e speranza?
E le musiche, le musiche: come mettere
assieme in maniera così vibrante suoni e melodie che
abbracciano tutta la Terra, se non con l'amore?
Non so se Inisheer abbia intenzione di
ristampare il disco o meno, ma propongo comunque di darsi da fare col
registratore.
Trovate un paio d'ore libere, comprate
delle cassette oppure cancellate della roba vecchia e usate i nastri
per far arrivare queste parole e queste musiche lontano.
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