Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 146
maggio 1987


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

"F/Ear this!" è un album doppio pubblicato da P.E.A.C.E., l'associazione delle etichette indipendenti alternative italiane (della quale fanno parte Blu Bus, Catfood Press, Particolare Music, Rockgarage, Trax, Ut/Comunicazioni e, da poco, anche Tunnel) in sostegno di "A/Rivista Anarchica".
Il progetto è nato all'inizio dello scorso anno: mettere insieme, chiedendo aiuto ad amici musicisti, grafici e poeti sparsi un po' ovunque, sia in Italia che all'estero, musiche, parole ed immagini costruite attorno ad un'idea comune. Un'iniziativa tutto sommato semplice e trasparente: scelto il tema (nella fattispecie, la "paura"), si è messo in moto un meccanismo di passa-parola che, nonostante qualche complicazione e gli inevitabili incidenti e ritardi, ha funzionato egregiamente, arrivando da qui in giro per l'Europa fino agli Stati Uniti. Fatta qualche telefonata, spedita qualche lettera e messa così in giro la voce, il materiale per "F/Ear this!" è arrivato quasi da sé: niente contratti, niente compensi per la partecipazione, né promesse difficili a mantenersi. Tutti hanno collaborato gratuitamente e spontaneamente, condizione questa assolutamente indispensabile per poter "lavorare" in maniera pulita e soddisfacente.
In termini di "generi" musicali, questa raccolta è ovviamente piuttosto composita: si va dalle atmosfere larghe ed evocative (le composizioni di Giorgio Cantoni e dei 2+2=5, ad esempio) al lavoro di cesellatura minimale (i francesi Look De Bouk ed i newyorchesi Hum), dal rock caldo ed intelligente (Franti ed i tedeschi Body & the Buildings tra gli altri) allo sperimentalismo più cerebrale (come quello di Nurse With Wound e ParoksiEksta) al jazz da laboratorio chimico (Doctor Nerve, Don King ed i nostrani Detonazione).
Si rimane comunque, e questo vale per tutti i partecipanti, in un "settore di atteggiamento" che vede la creatività come fatto vitale e positivo, uno strumento che, attraverso parole, suoni ed immagini racconta le persone, le loro idee, sogni e desideri.

Two tone
Marula Verbeek ed Hella Hefrogs formano il gruppo TWO TONE ad Eindhoven, in Olanda, due anni or sono: Marula suona il piano, il sax e la chitarra, Hella scrive i testi e canta. Alle loro composizioni, le Two Tone affiancano musiche di Bela Bartok e poesie di Dorothy Parker. Non hanno, per ora, inciso dei dischi, né suonano in pubblico al di fuori del loro paese. Per "F/Ear this!" hanno spedito due canzoni bellissime: scegliere è stato difficile, e "Sometimes timid/Mywomb" apre nel migliore dei modi la prima facciata.
Strutture sottili ma energiche, un pianoforte che si mangia la coda, qualche pennellata di sax, un testo appena tratteggiato che racconta di attese e di ripensamenti.

Detonazione
Subito dopo i DETONAZIONE di Udine, che in "Dead planet blues" raccontano gli ultimi istanti di una terra che muore.
Bruno Romani dà al suo sax una voce straziante e lacerata, mentre Gianni Brianese (basso senza tasti), Anna Scroccaro (synth) e Massimo Nicoletti (percussioni, synth) costruiscono una base caleidoscopica,
Dopo "Dentro me", il loro secondo album pubblicato lo scorso anno dalla label fiorentina Ira, i Detonazione hanno di nuovo cambiato rotta: le loro più recenti registrazioni sono una vera sorpresa.

The Blech
Non so per quali problemi i tedeschi THE BLECH non poterono partecipare al MIMI Festival di St. Remy de Provence lo scorso anno.
È stato lì che ho incontrato Hubl Greiner batterista nonché membro fondatore di questa bizzarra formazione, e che gli ho parlato, tra l'altro, del giornale e di questa iniziativa. Dopo qualche settimana è arrivato il nastro contenente "Wehr Kardoon", un loro brano registrato dal vivo durante un incandescente concerto: il ritmo è serrato, le note si rincorrono ed accavallano sempre più veloci, fino ad esplodere.
Il gruppo ha all'attivo un album omonimo, pubblicato dalla piccola Heute Production sul finire del 1985, e sta proprio in questi giorni preparando il secondo, condensando ritmo, frenesia ed una discreta quantità di buona, sana, vecchia pazzia. Presto saranno in tour in Italia, e mi sa che ne vedremo (e sentiremo) delle belle.

Look de bouk
I francesi LOOK DE BOUK scelgono invece strade diverse: amano mescolare i suoni e le sensazioni a piccole dosi, tutte curiose e coloratissime. Il brano che hanno offerto per la compilation ha un titolo chilometrico ("Un ecrin de fer-blanc pour le noir de tes cils") ed è una versione sforbiciata di una lunga composizione omonima tratta dal loro debut album "Lacrimae rerum", pubblicato lo scorso anno dalla microscopica ed intraprendente etichetta Ayaa di Reims. Alla registrazione hanno partecipato, come musicisti ospiti, Patrick Q. Wright dei Legendary Pink Dots e Cedric Vuille dei Debile Menthol .

Politrio
"Bolero IV" del POLITRIO è un brano dalla forma complicata e spigolosa, e costituisce senza dubbio la prova della costante e veloce maturazione tecnica ed artistica del trio forlivese (li ricordate ad "insonorizzare" il meeting internazionale di Venezia nel settembre dell'84?).
Autori di un album, "Effetto Eisenhower", passato ingiustamente inosservato forse perché un po' troppo "avanti" rispetto ai tempi, Roberto Zoli, Giorgio Canali e Massimo Sbaragli stanno attualmente registrando nuovo materiale.

Embryo
In chiusura della prima facciata è "Aperto", proposta da un gruppo molto famoso ed altrettanto interessante, i tedeschi EMBRYO.
Passati attraverso mille sentieri, sia in senso geografico che musicale, in "Aperto", gli Embryo creano un infuso senza tempo né confini, mescolando oriente ed occidente, nord e sud in questi sette minuti di improvvisazione.

Hum
Gli americani HUM, un trio newyorkese formato da Brooks Williams, Charlie Mendoza e Beo Morales, hanno pubblicato sinora una decina di cassette, rimaste comunque nel giro under/underground della Grande Mela.
In occasione del loro secondo tour europeo, nel 1984, pubblicarono un lp per Rockgarag e, lo scorso anno, "Drop it", una cassetta di eccezionale fattura e qualità che li aiutò moltissimo a farsi conoscere. "Lawn rangers", il loro brano incluso in "F/Ear this!" è tratto proprio da "Drop it": è musica difficile, sarcastica, certamente abbinata ad una delle assurde situazioni teatrali multimediali che caratterizzano i loro spettacoli. Ho sentito, ma non ho avuto conferme a tutt'oggi, che saranno ancora in Europa la prossima estate: se capitano dalle vostre parti non lasciateveli sfuggire (consiglio comunque valido per tutti i musicisti presenti in questo disco...).

Franti
"Voghera" è una delle canzoni più belle, più vibranti ed assieme più difficili dei torinesi FRANTI, ed è presente in questo disco in una versione registrata durante un concerto trasmesso da Radio Torino Popolare. Approfitto del fatto che sto parlando di loro per smentire le voci che circolano da un po' di tempo riguardo il loro scioglimento.

LA 1919
I milanesi LA1919 hanno al loro attivo una cassetta, pubblicata due anni or sono da ADN. Con chitarre "impreparate" (la definizione è loro) e sintetizzatori, Luciano Margorani e Paolo Chianura percorrono, e di corsa, i percorsi più accidentati del rumorismo, senza mai scadere nell'improbabilità: per "F/Ear this!" hanno preparato una nuova versione della loro "Senza tregua", rimissata apposta per l'occasione.

Body & the buildings
I tedeschi BODY & THE BUILDINGS (recentemente per la prima volta in tour nel nostro paese, esperienza che, visti gli ottimi risultati, pensano di ripetere presto) con "Assume to be dreaming" dimostrano che il rock può avere artigli e grinta anche quando non è "pestone": chitarre caldissime e morbide, una batteria dosata al punto giusto, voce roca tipicamente "rock" che, alla fine, lascia il posto ad un'inattesa e tragica telefonata...

Giorgio Cantoni
GIORGIO CANTONI, prima di "mettersi in proprio", ha suonato con i Detonazione degli esordi. "Un anno nelle favelas" è il titolo della sua composizione, un pezzo di ampio respiro, ricco di sfumature e piccoli particolari.

Jane Dolman, Pete Wright
Quando, improvvisamente, dall'inglese la voce di JANE DOLMAN passa all'italiano non si può fare a meno di nascondere un attimo di smarrimento: "...Smettiamo di dire cazzate solo perché ci piace il suono delle parole / Parole strausate / Stiamo zitti...". È una poesia dolcissima ed imbarazzante, che tocca le strutture portanti del nostro essere tanto "personaggi" e un po' meno "esseri umani", magari per "paura" (ed ecco il punto...) di scoprirsi, di farsi sorprendere in qualche modo deboli, vulnerabili. Jane saltella tra le due lingue come un piccolo passero, coadiuvata dalla musica di PETE WRIGHT (bassista dei Crass) e KISHI YAMAMOTO (tastierista dei Voice of Authority, nonché compagna di Adrian Sherwood). E sono proprio Pete e Kishi che, in coda, aggiungono la bellissima "Fishes in water" , scritta apposta per questa compilation.

2+2=5
La seconda facciata si chiude con "Guang Zhou" dei milanesi 2+2=5, che ci portano all'estremo limite dell'Est.
Come un fiume largo e pacifico, la musica di "Guang Zhou" divide due sponde, sconosciute l'una all'altra, dove su ognuna si consumano esistenze e secoli.

Orient Express
Cambiamo disco, facciata numero tre: ad aprirla ci sono i francesi ORIENT EXPRESS, un duo interessantissimo formato da Erik Baron e Pascale Jakubovski. Il loro pezzo si intitola "In articulo mortis" ed è un vero gioiello di genialità musicale e gusto per l'orrore. Erik e Pascale hanno pubblicato da poco una stupenda cassetta, "Cocktail Molotov" , un perfetto campionario di musiche eccellenti che nessuna radio fm penserebbe mai di trasmettere...

Weimar Gesang
Da Milano arrivano invece i WEIMAR GESANG, Paolo Mauri, Fabio Magistrali e Donato Santarcangelo, un trio ben conosciuto ed apprezzato.
Per "F/Ear this!" hanno preparato una versione "martellante" di "Light tight place", originariamente contenuta nel loro terzo album "No given path". Gran bel suono, molto "moderno" e gustoso.

Annie Anxiety
Grande contrasto di atmosfere con la seguente "lt was july...", una poesia tratta dal libretto "Tropical depression" e letta dall'autrice ANNIE ANXIETY.
In sottofondo, il pianoforte di Cecilia Dobner giovanissima, alle prese con un'improvvisazione dai toni tesi e notturni. Annie è in procinto di fare un breve tour in Italia per presentare il suo nuovo disco: chi fosse disposto ad organizzare una sua performance (concerto e/o lettura di poesie) nella propria città può mettersi in contatto con la Redazione per ulteriori dettagli.

Gregorio Bardini
GREGORIO BARDINI è un giovane musicista di Revere, vicino Mantova. Diplomato al Conservatorio di Parma e studioso di esoterismo, Gregorio ha partecipato all'attività di alcune formazioni piuttosto "speciali", quali Thelema, Kinoglaz e gli americani Tuxedomoon, alternando a questi i suoi impegni "ufficiali" come professionista.
In "F/Ear this!" è contenuta una sua composizione breve ma molto intensa, "Invocazione di Giuliano Kremmerz", nella quale il flauto si trasforma letteralmente in una serpe che striscia tra rumori e voci misteriose.

Don King
In Italia per la prima volta la scorsa estate, Mark Cunningham e Lucy Hamilton, vale a dire i DON KING, si sono dimostrati due fra le figure più enigmatiche ed indefinibili della nuova scena di NYC. Mark suona la tromba dall'età di sette anni, e nel 1975 assieme a Summer Crane e a Lucy Hamilton (che è uno pseudonimo, come lo erano allora China Burg, o Don Burg...) fondò i Mars, una delle band capostipite della no-wave della Costa Est. Usando come supporto una serie di nastri contenenti registrazioni effettuate da Duncan Lindsay, Toni Nogueira, Clint Ruin, Roli Mosimann ed Arto Lindsay, i due hanno tenuto una breve serie di apparizioni nel nostro paese. Dal loro concerto di Padova è tratta "Fern gully" , una composizione ipnotica e inquietante che verrà inclusa nel loro prossimo album.

Doctor Nerve
Ancora da New York City arriva DOCTOR NERVE, un ottetto di jazzisti letteralmente pazzi e devianti. In "Unna", registrata dal vivo al "mitico" CBGB's, danno un esempio di rara insania musicale, maltrattando strumenti, spartiti e prime file.

Nick Didkovsky, Limpe Fuchs
Fondatore e leader del gruppo è NICK DIDKOVSKY, che nella successiva "When hands fall" si lascia andare ad una lunga ed appassionata dichiarazione d'amore per la sperimentazione musico-ambientale. Registrata dal vivo durante una memorabile all-night performance al Loft di Monaco, in Germania, in compagnia di quella splendida artista e musicista che è LIMPE FUCHS, "When hands fall" fa parte della colonna sonora di un piéce sofferta, giocata su silenzi, attese e suoni improvvisi.

Nurse without wound
La quarta facciata di questa compilation è anche la più misteriosa ed inaccessibile: ad aprire le "ostilità" sono gli inglesi NURSE WITH WOUND, letteralmente la punta di diamante di certa avanguardia elettronica "cattiva" (non in senso qualitativo, s'intende!) d'oltremanica. Attivi da una decina d'anni e sempre "in prima linea", i NWW sono un open-group che ruota attorno alla figura di Steven Stapleton, vero genio della trasgressione sonora. La loro "Ship of the dead" rappresenta un modo di affrontare la paura con un ghigno sarcastico dipinto sulla faccia.

Die form
Lo stesso ghigno che è disegnato sulle labbra dei francesi DIE FORM, ben conosciuti per le loro crude e violente performance. In "Fear of my hands", composta per l'occasione, Philippe Fichot, leader e fondatore del gruppo nonché del più grande progetto multimediale Bain Total, frantuma il comune senso del termine "ascolto".

Possession
Gli inglesi POSSESSION si fecero notare un paio di anni or sono per un bell'album d'esordio, ben accolto dalla critica specializzata. Qualche apparizione, poi il silenzio. Due anni dopo ritroviamo Stephen Thrower, che dei Possession era uno dei membri fondatori, assieme a Peter Christopherson (ex-Throbbing Gristle) e John Balance nei ben famosi Coil.
Stephen ha spedito per "F/Ear this!" due composizioni, delle quali "De vermis" è stata selezionata: assieme ad esse Stephen ha spedito molto materiale scritto, utilizzato in parte nel libretto allegato all'album.

Thelema
I modenesi THELEMA sono al momento uno dei gruppi italiani più difficili da analizzare: la loro musica è apparentemente immediata, ma nasconde aspetti inquietanti e curiosi. I componenti del gruppo non hanno voluto fornire indicazioni su chi ha effettivamente partecipato alla registrazione del brano "J.C.S./A pagan ritual", rifacimento sanguinolento del tema dal film "Jesus Christ Superstar". Un ringraziamento particolare, tra l'altro, va alla loro etichetta Spittle, che non ha messo i bastoni fra le ruote alla loro partecipazione a questa iniziativa (i contratti, si sa, sono contratti...).

Paroski-eksta
In chiusura, il gruppo PAROKSI-EKSTA, formato dai fratelli Giancarlo e Massimo Toniutti, Giuliana Stefani e Daniele Pantaleoni. I quattro, come si può facilmente intuire non solo dagli orientamenti musicali (la loro "Pneuma ha iato" è affascinante, ed è dire poco...), ma anche dal "testo accompagnatorio e descrittivo", hanno idee da vendere e "paura da fare"...

infine, grazie a...
"F/Ear this!" è formato da questi due dischi e da un libretto di ventotto pagine contenente sia materiale spedito assieme ai nastri dai vari musicisti partecipanti, che immagini e testi tratti dagli archivi della Trax. Il tutto è stato abilmente assemblato da Vittore Baroni.
Alcuni musicisti che hanno spedito del materiale purtroppo sono rimasti "fuori": la compilation dura due ore e tecnicamente era impossibile farci stare altra musica (ed economicamente era fuori discussione l'aggiunta di un terzo album ai due già fatti). Desidero ringraziare comunque Plasticost, Rivolta dell'Odio, The Capers, Funkwagen, Massimo Giacon, Mimì Colucci e Fox per la loro generosità e gentilezza.