Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 144
marzo 1987


Rivista Anarchica Online

Oltre il muro dell'omertà
a cura di Fabrizio Parboni

Ecco alcuni stralci da giornali e riviste: testimonianze di una realtà allucinante, sulla quale però quasi sempre cala un impietoso muro di silenzio e di omertà.

Riportiamo qui una serie di citazioni da articoli sporadicamente apparsi sulla stampa italiana per l'iniziativa personale di pochi giornalisti che, di quando in quando (magari perché a corto di notizie), decidono di squarciare il velo di ipocrisia e di vera e propria omertà steso su queste assurde e disumane istituzioni: se, infatti, l'Italia è l'unico paese al mondo che ha abolito i manicomi (con la 180 che adesso, per altro, si vuole abolire), come è possibile poi andare a dire alla gente (non ai parenti degli internati, però, che sanno e tacciono) che ci sono posti (manicomi, ospedali psichiatrici, chiamateli come vi pare) nei quali altri cittadini italiani vengono trattati peggio delle bestie, con buona pace di chi vuole abolire gli zoo?


"L'infermiere Mario Arvizzini era in servizio notturno: non si sa per quale ragione, colpisce un ammalato procurandogli una lesione all'arcata sopraccigliare. La lesione viene curata al San Filippo Neri con tre punti di sutura"...
..."Tre mesi fa una paziente è stata afferrata per i capelli così violentemente, che le si è staccata una parte del cuoio capelluto" (da un articolo del Messaggero del 28-6-86 sul S. Maria della Pietà di Roma).


"Sì, è vero, c'è proprio l'idea fissa del manicomio. Altrimenti, come si spiegherebbe che nell'Istituto Ortofrenico di Bisceglie (Bari), oggi, non nel 1924 o 1934, ma nel 1984 che ha superato il moderno e che è già post-moderno, è ricoverata, tra mille dementi di ogni grado e condizione, una bambina di appena sei anni? Andare a vedere per credere: la piccola sta lì, solo da due mesi, perché a Bisceglie si seguita a ricoverare a tutto spiano: e ci assicurano le suore, la direttrice, il personale medico, che non ha più l'aspetto macilento di quando è entrata (dall'Unità del 28-3-84 sulla Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie).


"Un vero e proprio lager, con i malati che vivono fra gli escrementi, vestiti con cenci sudici, qualcuno legato mani e piedi, altri rannicchiati su materassi sfondati e puzzolenti, senza lenzuola, in cameroni tetri, con i servizi igienici distrutti; altri ancora che sono costretti a trasportare dalla cucina ai reparti il pranzo dentro un calderone scoperto e lurido" (da Famiglia Cristiana N. 35/1986 sul Manicomio di Agrigento).


"Mariano Walbrun, un infermiere di Ceccano, accusato di violenza carnale, è stato assolto per insufficienza di prove dal tribunale di Frosinone. L'accusatrice era una donna di 42 anni, ricoverata nell'ospedale Psichiatrico di Ceccano. Il pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione" (da La Repubblica del 23-8-86).


"L'altra domenica è morto così un uomo, soffocato da un pezzo di pane. È una morte raccontata in un trafiletto di cinque righe su un giornale locale" (dal Corriere della Sera dell'11-8-86 sul manicomio di Agrigento).


"Il Santa Maria Maddalena è un ospedale già noto alle pagine dei giornalisti: una volta un ammalato fu sbranato da cani randagi, un paziente legato al letto fu divorato dalle fiamme, mentre gli infermieri erano distratti da un tressette" (dal Messaggero del 15-5-86 sul Manicomio Civile di Aversa).


"Il vitto è scadente quasi tutti i giorni. Ma il vero problema sono le pensioni dei malati: i parenti le riscuotono regalando solo gli spiccioli ai degenti, costretti così a vivere di stracci. Secondo un'indagine del Tribunale del Malato, succede nel quaranta per cento dei casi. Non possiamo intervenire perché le famiglie minacciano di interdire il parente ricoverato. E dalla povertà nasce la piaga della prostituzione per indigenza" (dal Messaggero del 28-6-86 sul S. Maria della Pietà di Roma).


"Per quasi tutti gli arrestati del 18 dicembre l'accusa si riferiva ad un traffico di carne e di altri alimenti destinati agli ammalati del S. Maria della Pietà, dirottati in gran parte per altri lidi (si parla di alcune centinaia di quintali di carne, di formaggi e di vini). Inoltre il magistrato sta indagando sulla gestione delle pensioni che i ricoverati facevano sensibilmente ritirare dal personale dell'Ospedale, e depositare nelle casse dell'Economato o delle Banche" (da Paese Sera del 21-1-84 sul manicomio di Ceccano).


"Di pasticci Padre Di Natali ne ha individuati in quantità. L'ultimo riguarda la fornitura della carne, 300 chili a settimana. Carne che gli infermieri non riuscivano a far mangiare neppure ai gatti" (dal Corriere della Sera dell'11-8-86 sul manicomio di Agrigento).


"Il mattino mi svegliavo grondante sudore, il letto era fradicio, la stessa aria del padiglione era umida ed il fetore dei farmaci si fondeva col calore della pelle umana. Avete visto gli orsi dello zoo ciondolare il capo in cerca di refrigerio? Così i pazzi si ciondolavano dai letti infuocati, agitando le loro nudità intrise di odori e di calura. Erano i momenti peggiori. Dal finestrone vedevo le ombre amiche degli alberi, in giardino; le suore, sempre premurose e disponibili; tenevano ben serrata la porta del giardino: "lì c'è il sole, e il sole vi fa male". Mi veniva da piangere e da ridere: come si potevano tenere decine e decine di persone ammassate in pochi metri e lasciare il giardino vuoto, con le sue invitanti ombre?" (Roberto De Rossi "Storia del marinaio d'oltremare", edizioni cooperativa Apache, Roma, pag. 111-112).


"È fatta. Eccoci alle cinque della sera in questo parco tutto sterpaglia che comincia dove finisce Viale della Vittoria, la passeggiata degli agrigentini, a due passi dal cuore di una città che il manicomio non lo vede". (dal Corriere della Sera dell'11-8-86 sul manicomio di Agrigento).


"Prostituzione? Sì, spesso sono le giovani a vendersi per duemila lire. Operai e pensionati del luogo lo sanno. Tutti i giorni vedo le malate aggirarsi tra i cespugli del parco con persone sconosciute, e non sono i famigliari" (dal Messaggero del 28-6-86 sul S. Maria della Pietà di Roma).


"La Puglia è una delle poche , anzi pochissime regioni che non hanno ancora bloccato le ammissioni in manicomio" (dall'Unità del 28-3-84).


"L'ultima telefonata risale a poche settimane fa: "Prete bastardo, se non la finisci (di interessarti agli internati N. d. R.) ti faremo saltare in aria", gli ha gridato una voce rauca, non aggiungendo altro" (Famiglia Cristiana 35/1986 sul manicomio di Agrigento).


"Le sembrerà fuori luogo ma sotto un certo profilo, la città (Aversa N.d.R.) si fa vanto dei manicomi. È una lunga tradizione: secoli fa c'erano i Lazzaretti, ora sono rimasti soltanto questi istituti" (dichiarazione del capo gruppo D.C. al Consiglio Comunale di Aversa sul Messaggero del 17-5-86).


"Il pallone vola oltre la porta del campetto di calcio. Rotola per una piccola scarpata e va a fermarsi vicino alla gabbia dei "sudici" e degli "incurabili" (categorie nosografiche psichiatriche, per assurdo che ciò possa sembrare N.d.R.)...
...il giovane portiere raccoglie il pallone e guarda, ormai assuefatto, quelle larve umane gettate in terra dietro la rete metallica. Sotto la cintola uno di essi è nudo; altri, accovacciati, dondolano il capo e dormono" (dall'Unità del 11-7 -86 sul Manicomio di Rieti).


"Questi fatti accadono nei conventi e nelle carceri, sono un fenomeno fisiologico delle situazioni di costrizione" (dichiarazione del Dott. Giuseppe Tempone direttore del "Filippo Saporito" manicomio Giudiziario di Aversa al Messaggero del 17-5-86).


"Qui, ovviamente, non si ricovera più nessuno, ma i malati che ancora ci sono, verranno deospedalizzati... solo in orizzontale. Da morti insomma" (Antonio Turriziani direttore amministrativo del manicomio di Ceccano a Paese Sera del 15-2-85).


"Ma dove sta scritto nella legge di Riforma che si devono aprire tutte le porte, che non deve esserci un'autorizzazione del medico. Nemmeno in albergo succede così.. ." (dichiarazione del Primario del Sesto Padiglione, il più chiuso di tutti, del S. Maria della Pietà di Roma, dottoressa Matarazzo, all'Unità del 24-11-83).


"Ricordo che nel 1977 i ricoverati erano 1323, successivamente diminuiti a 685 (nov. 1986) anche se va detto che i deceduti sono stati circa trecento; è evidente, comunque, che di questo passo, tra dieci anni, il problema del residuo manicomiale sarà risolto e il manicomio sarà superato" (il direttore del S. Maria della Pietà di Roma, Prof. Antonino Iaria, ad un convegno tenuto alla Casa dello Studente di Roma, il 20-12-86 su "legge 180 e mass media", durante il quale lo stesso ha svolto una dotta conferenza alla quale ben si addice questa storiella del fisico danese Niels Bohr:
"È stata eccezionale, bellissima. La conferenza era divisa in tre parti: nella prima, la meno interessante, il grande studioso ha detto cose che ho capito perfettamente. Nella seconda, molto più interessante e profonda, ha detto cose che io non ho capito bene, ma che lui aveva l'aria di capire. Ma la parte più sensazionale è la terza, nella quale ha detto cose che io non ho capito affatto e che nemmeno lui aveva l'aria di capire").


"E lasciatemelo ripetere ancora una volta: non vorrei proprio essere un ebreo in Germania" (Hermann Goering alla seduta del consiglio dei Ministri del terzo Reich del 12-11-1938).