Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 138
giugno 1986


Rivista Anarchica Online

L'ascensione di Ubu
di Enrico Baj

La società dei consumi, le mode culturali, la mitizzazione della tecnologia e dell'informatica, l'onnipresenza del fisco, il controllo sociale, ecc. ecc. Con il sarcasmo che ne caratterizza l'opera, Enrico Baj se la prende con i nemici di sempre.

L'ubuismo travolge nella sua marcia tutti gli ostacoli della patamerdra.
A Londra come a Parigi e a Roma le folle applaudivano affascinate Ubu che prometteva loro più merdra e molta caccra. Vespasiano, Rabelais, Mastro Ugo Sales e il venerabile Bacbuc erano le sue fonti. In quegli anni di sospetta eresia il nome dell'avanguardia andava detta sottovoce tra persone da riconoscersi quali possibili congiurati, detti terminali anarchici. Oppure bisognava modificarla, la parola avanguardia e, con uno sguardo volto alla storia, munirla di un prefisso "retro" in alternanza con "post". Poiché tutti avevano un'automobile con relativa retromarcia, facilmente si abituarono a una "retroavanguardia", ovvero a una avanguardia fatta a marcia indietro. Taluni brutalmente e erroneamente concepivano la retroavanguardia come semplice retroguardia.
Nella prima formulazione è chiara l'alternanza retro-avanti: la quale, in un modo e in una società "contraddizionale", come la definisce Edgar Morin, rappresenta il culmine di una interpretazione, o Weltanschauung, risolventesi in quel periodare pendolarmente tra contrappunti complementari. Questo periodare alternativo e contrapposizionale spinge verso una situazione erratica di nomadismo. Il nomade transita in continuità attraverso luoghi e spazi differenti; egli può transustanziarsi nella carne e nel sangue di altri pittori. Nasce così la transavanguardia: la quale, attraversando le prefate tendenze à rebours può assumere le vesti di retrotransavanguardia o transretroguardia. Tutto ciò mena a riprodurre, perpetuandola, una oggettualità artistica di tipo feticistico. Ma gli oggetti, come gli uomini, praticano strategie, coalizzandosi contro i soggetti.
In una camera a decompressione patacaccrica progressiva posso procedere a una de-oggettivizzazione che si accompagna spesso a una de-soggettivizzazione. Il dipolo soggetto-oggetto si troverà in tali casi a fronteggiare una vera e propria rivolta genetica, che potremmo definire autoribonucleolesiva. Se il punto critico si manifesta morfologicamente a livello di rivolta, non sarà più sufficiente, all'Io-oggetto, destrutturare e disambiguizzare (Edgar Morin), operando una desemantizzazione dei significanti, per derealizzare il reale. Occorrerà invece degenizzare l'oggetto, cioè privarlo dei suoi geni, addirittura procedere alla ricodificazione per mezzo di una nuova dienneaizzazione. Infatti quando l'oggetto si pone in stato di guerra nei confronti della sua controparte (il soggetto), ciò significa che l'acido desossiribonucleico dallo stesso acquisito grazie alla oggettivizzazione feticistica del soggetto, rifiuta le regole del codex acceptus, costituito da una sorta di contratto genetico. Tale disfunzione si mette allora a produrre cancro, il cancro dell'oggetto, capace di trasformarlo in mega-ultra-oggetto. La risposta a simile anarchia genetica può essere la stasi. Questo modello statico viene da Jean Baudrillard definito "Estasi obesa" a causa di una disordinata e polisarcica produzione di cellule che pone la controparte nella impossibilità di penetrare la "profondità della superficie" (Paolo Fabbri).
Tale situazione inibisce ogni transfert dal soggetto all'oggetto e così pure dall'oggetto al soggetto: riducendo la percezione a mera meccanicità sensoriale.
"Patamerdra!" disse a questo punto Ubu conte di Sandomir, re di Polonia e d'Aragona - "dobbiamo impadronirci di tutti i robot, di tutti i robot, del computer, delle assonomie, dei terminali, dei circuiti chiusi stampati, epistatici, transdinamici, elettrostatici, agglomerati, di formula uno, due, tre. Delle memorie artificiali con relativi bit, input e output: delle intelligenze plastiche ove si compie il transfert, dalle sinapsi e dalle lobotomie alle robocellule dell'artificialità positivista dell'illuminismo della SiIicon Valley".
"È coll'intelligenza artificiale - disse Ubu - che faremo funzionare i leccapiatti da finanza. Nessuno, dico nessuno, potrà sottrarsi a ricevute fiscali, scontrini di cassa, bolle di accompagnamento, certificati, multe, versamenti anticipati, sovrattasse, addizionali, aggi, partite INVIM, IVA, CAP, C.F., P.T. e altre da inventarsi, immaginarsi, interpretarsi, etimologizzarsi, classificarsi e repertoriarsi secondo i dettami dell'artificium mentis universalis.
Noi torchieremo e spremeremo e liofilizzeremo e aumenteremo la benzina, ogni giorno dalle ore 24 del giorno prima. E faremo condoni, a pagamento. Per i sudditi noi prepareremo un avvenire radioso: numeri, usi civici, codici, quartz, digital dappertutto. E dentro alle chiuse del sistema, tra le segrete della cibernetica, miniaturizzati in dischetti a lettura laser, vivremo la nostra artificialità con anime disposable, tra gonfiezze stratosferiche, vagando nelle planimetrie spaziali, a propulsione nucleare".
Allora la Grande Merdra, sostituitasi alle insegne del Grande oriente e alla Mezzaluna dell'Islam, indicherà a tutti la scia della cometa che dalla capanna di Betlemme ci guiderà verso l'Ascensione di Ubu. Apostasia del passato e Apoteosi della Tecnubucrazia, il nuovo mondo abbandonerà i concetti dell'evoluzionismo darwinista a favore della transavanguardia ubuica. Qui il sistema dell'arte si costituirà attraverso la teoria del denaro-fallo, del nomadismo stilistico, del sinergismo critico-informativo e infine del valore/prezzo.
Salmi, litanie, cantici e giaculatorie saliranno in cielo trasmesse per filogenesi e amplificate dagli organi attici auricolari del Moma, del Beaubourg, di Notre Dame de Saint Picabia, del Pac, del CIAM, del Moca, del Met e del Gug.
Pontus invano contrastato dal Cardinal Lercaro e inseguito da Thomas Messer verrà eletto Papa. Per la grazia di Ubu, lo coadiuteranno il Segretario di Stato Celant e il Gonfiatore di Forme Molli Oldenburg.
Allora Ubu così apostroferà il suo popolo: "Vogliamo aumentare la produzione e l'efficienza e le tasse. Per questo ho ordinato: 10 miliardi di viti, 27 miliardi di bulloni, 827 milioni di ingranaggi, 920 mila ruote e un numero infinito di piastre, strisce, angoli, mensole oltre a 927.000.000.000 fori semplici e 415.782.351.999 fori doppi. Si tratterà di coordinare i fori tra loro, secondo calcoli probabilistici e combinatori, previo studio e valutazione della teoria delle catastrofi".
Allora, combinati due o più buchi, vi si infila un maschio e ci si inchiavarda una femmina. Combinate combinatoriamente tutte le viti con i loro bulloni, accoppiati fori, strisce, placche, pulegge e bindelle, assisteremo alla reincarnazione di Ubu e alla sua assunzione in cielo, tra squilli di trombe, cantici di Cherubini e danze di Serafini.
Gloria in excelsis Ubu.