Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Di Comiso (ed in particolare della «tre giorni anarchica» di fine luglio) si sta continuando a discutere
sulla stampa anarchica. A questo tema è dedicato gran parte del n. 20 del bimestrale antimilitarista
anarchico Senzapatria: segnaliamo, fra gli altri, l'intervento di Piero Tognoli (redattore di
Senzapatria), intitolato «Requiem per una lotta?». Si tratta di una lucida analisi di alcuni degli elementi
negativi che hanno caratterizzato l'intervento anarchico a Comiso quest'estate. Accennando alle
condizioni obiettivamente difficili per una mobilitazione della gente del posto, Tognoli afferma che
calcolo del rischio e miopia politica hanno prevalso sui fatti e, responsabilità gravissima, i compagni
delle Leghe hanno diffuso, tramite gli strumenti di stampa del movimento, notizie false ed irreali sulla
situazione comisana. Più realisticamente - questa la tesi di fondo di Tognoli - si sarebbe dovuto
invitare il movimento anarchico a Comiso per fronteggiare direttamente la situazione senza
illusionismi su ipotetici appoggi popolari. Evitando possibilmente la sparata dell'occupazione e
mantenendosi invece a parole d'ordine modeste ma più incisive alla prova dei fatti (...) In questi tempi,
che esigono la massima mobilitazione antimilitarista in ogni campo, la scelta più sbagliata e
pericolosa consiste appunto nel provocare tra i vari compagni delusioni, amarezze e diffuso senso di
impotenza: effetti che Comiso ha potuto accentuare nel senso più negativo del termine. Una copia di
Senzapatria costa 1.000 lire, l'abbonamento annuo 6.000 (sostenitore 15.000). Redazione e
amministrazione sono presso Piero Tognoli, via C. Battisti 39, 23100 Sondrio. Sempre a lui è intestato
il c.c.p. 10209237. Ad un bilancio critico dell'estate comisana è dedicato anche il n. 24 di Sicilia libertaria (una copia
1.000 lire, redazione presso Giuseppe Gurrieri, via G.B. Odierna 13, 97100 Ragusa). «Mirikani
jativinni!» (versione siciliana del classico «Yankees go home!») è il titolo che campeggia in prima
pagina ed è anche il titolo del pamphlet (da noi già segnalato sul n. 111) che gli stessi compagni hanno
pubblicato quest'estate. Pur precisando che si rifiutano di considerare un fallimento l'iniziativa
anarchica quest 'estate davanti al Magliocco (consideriamo le indicazioni e le iniziative del 22-23-24
luglio un momento della lotta), i compagni di Sicilia libertaria analizzano criticamente i fatti e le
reazioni da questi provocate, sviluppando gli argomenti già espressi da Pippo Gurrieri nel suo
intervento sul penultimo numero di «A». Tra l'altro criticano quanti hanno parlato di ostilità della gente
di Comiso nei confronti degli anarchici, sostenendo invece che molte sono state le espressioni di
solidarietà e di simpatia che per tutto il tempo gli abitanti di Comiso hanno mostrato verso gli
anarchici: in ogni caso, nessun segno di ostilità. La conclusione dell'editoriale è ben riassunta nel titolo
stesso: continuare con più forza di prima. Il dibattito prosegue. Una pubblicazione che ha sempre seguito con particolare attenzione la tematica pacifista / disarmista
/ antinucleare / ecc. è Our generation, la rivista trimestrale edita (in inglese) a Montreal, in Quebec.
Ad iniziare nel lontano '61 le pubblicazioni di questa rivista (che in un primo periodo si intitolava Our
generation against nuclear war) fu Dimitri Roussopoulos, tuttoggi membro della redazione: un suo
saggio sul «nuovo pacifismo» è apparso sul numero di marzo della nostra rivista. Sull'ultimo numero
di Our generation viene pubblicata, in apertura, un'interessante tavola rotonda tra quattro redattori della
stessa rivista (Fred Caloren, Bronwyn Chester, Eric Shragge e Bill Freeman) sul tema «Obiettivi e
strategie per il movimento pacifista canadese». Una delle tesi di fondo, che emerge dai vari
interventi, è la convinzione che una parte non indifferente del movimento pacifista possa
convincersi degli strettissimi ed inestricabili legami tra militarismo e Stato, avvicinandosi cosi alle
posizioni anarchiche ed abbandonando al contempo qualsiasi illusione nel sistema dei partiti, degli
stati, ecc. Strettamente collegata ad Our generation opera da anni la casa editrice Black Rose Books (3981
boul. St-Laurent, Montreal H/W 1 Y5, Canada), i cui prossimi due libri trattano la tematica
pacifista. Il primo, intitolato Our generation against the nuclear war, è costituito da un'antologia
dei più interessanti saggi su questo tema apparsi nel corso di un ventennio sulla rivista Our
generation: tra gli altri, vi sono contributi di Erich Fromm, Noam Chomsky, Bertrand Russel,
Seymour Melman. Il secondo volume, intitolato The coming of world war three («La terza guerra
mondiale prossima ventura»), è opera di Roussopoulos: in sintesi, l'autore sostiene che la terza
guerra mondiale scoppierà nei prossimi decenni (se non prima) se non ci si impegnerà a fondo per
evitarla, se il movimento pacifista non prenderà coscienza su scala mondiale della concreta (ed
imminente) possibilità di questa catastrofe planetaria. Un approccio diametralmente opposto al movimento pacifista ed un'opinione contraria alla
presenza anarchica nelle sue manifestazioni viene espressa invece da Franco Lombardi nella sua
prefazione al volumetto Contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione sociale (pagg. 138.
lire 6.000, Centrolibri, Catania 1983). Si tratta della ristampa di una prima edizione curata
dall'Adunata dei refrattari nel 1929 in America e raccoglie otto articoli scritti nel 1914/15 da Luigi
Galleani sul periodico anarchico Cronaca sovversiva: in essi Galleani sviluppò la sua concezione
antimilitarista anarchica e soprattutto il suo intransigente antibellicismo, in diretta polemica con
quanti (anche in campo anarchico) sostenevano le ragioni dell'interventismo «rivoluzionario».
Nella sua prefazione, Lombardi collega alcune delle tesi sostenute da Galleani all'attuale contesto
dell'antimilitarismo. Il giudizio sul complesso e variegato fenomeno pacifista è drasticamente
negativo: i movimenti pacifisti - scrive tra l'altro Lombardi - portano oggi sulle spalle la gravissima
responsabilità di essere la punta avanzata dello schieramento che si batte per la conservazione
della situazione sociale com'è. Agitando lo spettro della guerra nucleare, il potere fa leva sui più
atavici sentimenti di terrore degli individui per fare loro dimenticare che il rischio del conflitto
atomico può essere eliminato solo con la distruzione del potere stesso, col rovesciamento degli
stati e del loro criminale sistema di dominio. Con questo volumetto di Galleani ha iniziato la
propria attività la nuova casa editrice anarchica Centrolibri (vico Rao 8, 95124 Catania), che ha
rilevato anche la distribuzione delle Edizioni Anarchismo e di altre. Anarchist feminist magazine (« Rivista anarchica femminista») è il titolo di una nuova rivista
uscita quest'estate a Londra: si tratta di un numero unico, almeno per ora, poiché le donne che
l'hanno realizzata non sanno se vorranno/potranno andare avanti con l'iniziativa. Segnaliamo qui il
saggio d'apertura, originariamente apparso sul giornale anarco-femminista australiano Everything
(in precedenza il giornale femminista Girls Own di Sidney ne aveva rifiutato la pubblicazione): si
tratta di una critica puntuale e motivata di quante, nel movimento femminista, si riducono a
teorizzare/praticare il separatismo più assoluto (fino al cosiddetto «separatismo lesbico») quale
unica forma di vita e di lotta contro la società autoritaria, gerarchica, maschilista. A questa
concezione viene opposta, in questo saggio, un'analisi di segno libertario delle matrici della società
gerarchica e dei comportamenti autoritari, sottolineando l'errore insito nel considerare l'uomo in sé
come il Nemico, senza cogliere i meccanismi ben più raffinati e complessi del sistema di
sfruttamento, di emarginazione, di oppressione (anche) della donna. Questo numero unico costa
mezza sterlina e va richiesto a: Anarchist feminist magazine, c/o 121 Bookshop, 121 Railton Road.
Londra SE24, Regno Unito. Un'interessante ricostruzione storica della presenza e delle attività anarchiche e sindacaliste
libertarie in Toscana nei primi due decenni del nostro secolo è stata recentemente pubblicata: ne è
autore Giorgio Sacchetti e si intitola Sovversivi in Toscana (1900-1919) (Altre Edizioni, Todi
1983, pagg. 196, lire 20.000). Antimilitarismo, attività sindacale, anticlericalismo, agitazione
sovversiva, dibattiti tra differenti «correnti» dell'anarchismo, processi e repressioni sono alcuni
degli aspetti che caratterizzarono in quegli anni la presenza, in varie zone davvero massiccia, degli
anarchici toscani. Con questo suo lavoro Sacchetti aggiunge un altro tassello alla storiografia
dell'anarchismo in Italia: ma quanti tasselli mancano ancora?
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