Rivista Anarchica Online
Il nostro antimilitarismo e il loro
Nel comunicato-stampa qui a fianco riprodotto sono spiegate le ragioni
per cui gli anarchici convenuti a Trieste
per la Marcia Antimilitarista Trieste-Aviano-Peschiera se ne sono andati (tutti compatti, un'ottantina
circa) al
termine della prima tappa - lasciando soli i radicali ed i non-violenti (numerosi quanto gli anarchici). I
radicali, infatti, dopo essersi completamente disinteressati ed aver disertato la Marcia dello scorso anno
(tutti
impegnati, com'erano, ad appoggiare Pannella ed il suo sciopero della fame), sono ritornati quest'anno
sui vecchi
passi, decidendo di... promuovere anche quest'anno la Marcia, deliberatamente ignorando quella dello
scorso
anno e soprattutto tentando in ogni modo di trasformare il tradizionale carattere intransigente
anti-militarista della
Marcia in una manifestazione bassamente promozionale dei loro referendum e della loro strategia
interclassista
e non-violenta. Così fermi nel proposito di strumentalizzare la Marcia, i radicali hanno in vano
sperato e cercato
di incastrare gli anarchici in questo loro trasformismo politico. Ma gli anarchici presenti, dopo aver
seriamente valutato e discusso, hanno deciso di lasciare la Marcia,
riconfermando l'intangibile carattere rivoluzionario del nostro anti-militarismo. Questo, infatti, è
stato il tema
delle numerose iniziative propagandistiche che, presenti numerosi soldati di leva, gli anarchici hanno
portato
avanti nei giorni successivi all'abbandono della Marcia - a Monfalcone, a Udine, nella stessa Trieste.
Comunicato stampa degli anarchici sulla
marcia antimilitarista.
Gli anarchici che partecipano autonomamente alla marcia antimilitarista Trieste - Aviano, in seguito
alla
rottura in due tronconi del corteo dei marciatori, comunicano quanto segue:
1) fin dagli incontri preliminari preorganizzativi le dirigenze del Partito Radicale, millantando la
paternità
storica della marcia antimilitarista, avevano voluto imporre la promozione politica della manifestazione,
e
finalizzandola ad obiettivi di mero aggiornamento della macchina repressiva dell'esercito, cercando di
estenderli a tutti i partecipanti alla marcia in evidente dispregio delle regole di autogestione libertaria cui
la
marcia si era sempre ispirata fin dalla nascita, voluta dagli anarchici veneziani che facevano riferimento
alla
Libreria Internazionale. La volontà di gestione settaria della manifestazione si era concretizzata
inoltre nel
rifiutarsi di considerare la marcia antimilitarista del 1974, promossa dai soli anarchici e da alcune sezioni
della L.O.C. e movimenti pacifisti, come l'effettiva VIII marcia antimilitarista;
2) di fronte a questo nuovo tentativo di strumentalizzazione di una manifestazione caratterizzata da
sempre
dal più intransigente antimilitarismo, gli anarchici decidevano di partecipare in forma
autonoma;
3) constatata la presenza massiccia e determinante degli anarchici sin dall'inizio della manifestazione
di
apertura a Trieste e verificata l'incapacità di rintuzzare, col proprio tatticismo opportunista, il
coerente
discorso dell'antimilitarismo rivoluzionario, la dirigenza del Partito Radicale, prendendo a pretesto motivi
tecnici, che avrebbero peraltro trovato soluzione vista la buona volontà da parte anarchica,
irrigidivano le
loro posizioni, con atteggiamenti prevaricatori fino a causare la prosecuzione separata dall'impegno
antimilitarista della marcia;
4) gli anarchici, nel prendere questa spiacevole quanto necessaria decisione, ribadiscono il loro
impegno
per una lotta antimilitarista che non sia una lotta per migliorare l'esercito, per democratizzarlo o in
qualche
modo razionalizzarlo, ma per distruggerlo senza opportunismo né sedicente libertarismo di
stampo
radicale. |
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