Rivista Anarchica Online
Bakunin ad Ascona
di Zampanò
Sabato 5 ottobre dal Dicastero Musei e Cultura della Città di Locarno,
è stata commemorata la presenza di
Bakunin in Ticino. Lo spunto è stato preso dalla partecipazione di Enrico Baj al recente concorso
berlinese per
un monumento a Bakunin. Alla mattina è stata consegnata al Museo onsernonese di Mosogno (villaggio
che nel
1872 diede la cittadinanza svizzera all'esule russo) una copia del monumento, nel pomeriggio si è tenuta
una
tavola rotonda al Monte Verità. Enrico Baj ha esposto la genesi della sua opera effimera presentata a
Berlino e
anticipato il monumento anonimo (un blocco fessurato di marmo di Carrara con il solo nome di Bakunin) che
verrà posato nei prossimi mesi nel lago Maggiore, nei pressi della villa Baronata, la dimora ticinese
dell'anarchico
russo. Marianne Enckell, del CIRA di Losanna, ha raccontato del concorso di Berlino e delle discussioni
provocate. In particolare ha presentato le due iniziative parallele/opposte che fanno capo ad uno stesso indirizzo:
quella per un numero infinito di monumenti a Bakunin e quella per la distruzione di tutti i monumenti a Bakunin.
Gabriella Huber, critica d'arte, ha inviato un contributo scritto sui rapporti tra arte e libertà. La parte
storica è stata
affrontata da Pier Carlo Masini, che ha ricordato il periodo precedente alla presenza in Ticino di Bakunin, in
particolare dalla fuga dalla Siberia all'arrivo nel continente europeo attraverso il Giappone e l'America, evasione
favorita dalla massoneria, a cui il russo apparteneva fin dal 1848. Interessante dell'esposizione di Masini è
stata
l'autocritica delle proprie posizioni post-anarchiche, in particolare riconoscendo la giustezza delle analisi di
Bakunin e di Marx dei regimi democratico-borghesi, verificabile dopo la caduta del muro di Berlino e la
"democratizzazione" dei regimi ex-comunisti con il totalitarismo di fondo dei nuovi governi "democratici". Un
anticipo del ritorno del figliol prodigo? Franco Della Peruta ha orientato il suo contributo sul movimento operaio
e rivoluzionario contemporaneo di Bakunin e in particolare sui dissidi dell'anarchico con Giuseppe Mazzini e
Carlo Marx. Lo storico ticinese Romano Broggini, nella parte del padrone di casa, ha, sulla base dei Carnets di
Bakunin, riferito dei contatti personali e politici del rivoluzionario in Ticino, tratteggiandone la figura umana con
gustosi aneddoti, ma anche purtroppo scadendo nel particolare insulso (la poltrona fatta su misura, il menù
a base
di pesce persico, la lista della spesa e via andando). Per fortuna l'intervento più qualificante è
giunto dal pubblico.
Peter Schrembs, filosofo, metallaro e motociclista nonchè membro del Circolo anarchico Carlo Vanza
di Minusio,
dopo aver sottolineato la mancanza di coerenza degli organizzatori (le autorità della Città di
Locarno, le quali pur
organizzando la commemorazione dell'anarchico, non sono conseguenti, non proclamando decaduto il Comune
e lasciata campo libero all'anarchia), ha approfittato dell'occasione per spiegare, al volgo e ai chierici, con pochi
oggetti di uso comune, i principi e le basi dell'anarchia. Utilizzando chiodi (rappresentanti gli esseri umani),
vasetti di vetro vuoti (comunità aperte e trasparenti), martello (strumento per agire), pistola e bomba (armi
anarchiche per eccellenza), bottiglia di vino Inferno (perchè non di solo pane vive l'uomo) con annesso
cavatappi
(perchè gli anarchici sono pratici - [applausi a scena aperta dalla sala!!!]), cuore rosso e nero
(confezionato da
Goliardo di Carrara e offerto a Baj, maestro dell'arte Kitsch) e rosa rossa (perchè l'Anarchia non è
solo ragione
ma anche sentimento e passione), Peter ha esposto in modo semplice con un intervento molto seguito dai presenti
i principi anarchici, trasformando una giornata di scarso contenuto politico in un momento di propaganda
intelligente e appassionata. Unica nota oscura: la scomparsa della bottiglia Inferno. Si mormora che un paio di
filosofi ne abbiano approfittato per nutrire lo spirito e raggiungere con questo le eteree vette del pensiero. Lunga
vita a loro e all'Anarchia.
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