Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 219
giugno 1995


Rivista Anarchica Online

Aborto e guerre

Il rispetto della vita è la chiave di lettura essenziale, se non la sola, che porta al rifiuto e alla condanna dell'aborto.
Questa lodevole motivazione con tanto zelo difesa dagli anti-abortisti (zelo che gli ultras anti-abortisti spingono anche all'assassinio di chi pratica l'aborto - vedi i casi in USA) non appare mai, con altrettanto zelante determinazione, quando si tratta di condannare non solo a parole ma con atti politici le guerre, le produzioni di armi, il sostegno anche indiretto a quelle scelte politiche ed economiche che intrattengono tale produzione.
( ... ) Viene quindi condannato l'aborto, che comporta la soppressione di un essere in formazione che non ha avuto il tempo di vivere, mentre è implicitamente accettato che tantissime vite siano distrutte, quando già formate e desiderose di vivere, dall'uso di quelle armi la cui produzione nessuna legge vieta ( ... ). Senza tener conto che tra le ragioni che spingono all'aborto vi è quella paura di affrontare la responsabilità di una nuova vita a cui ampiamente contribuiscono quelle situazioni raccapriccianti di dilagante violenza, a cui gli armamenti contribuiscono in gran parte.
Ora, se non si è capaci di assicurare la vita a chi già esiste, in nome di cosa, di quale morale si insorge contro l'aborto, contro cioè l'impedimento della nascita in un mondo che non sa garantire il rispetto della vita per quanti nascono?!
Che siano prima risolti i problemi cruciali che attanagliano milioni di viventi, condannati in vari modi a morte, e dopo si può riparlare dell'aborto ...
... C'è tuttavia da credere che in un mondo dove l'equità e la distruzione delle armi e di interessi economici subordinati al profitto fosse una realtà globale, in un mondo dove la gente non avrebbe più l'angoscia per il presente e per il domani, molte meno sarebbero le donne desiderose di abortire.
Mettere, quindi, il carro dietro e non davanti ai buoi come risulta dal frenetico grido antiabortista che mentre pretende di difendere la vita, accetta e tollera leggi economiche che comportano necessariamente guerre e miserie
e perciò distruzione di tante, tantissime vite ... come è il caso ben troppo diffuso attualmente. E, così, rovesciando il senso delle cose, vi è una spiccata tendenza a colpevolizzare quando non anche a penalizzare una donna che abortisce spingendola verso l'aborto clandestino con tutto ciò che ne deriva (due vite che rischiano di perdersi anziché una), mentre niente è messo in opera per penalizzare i mercanti di morte che niente li costringe ad esserlo se non la smodata sete di profitto e di potere ...
E per quanto riguarda un'eventuale colpevolizzazione nei loro confronti, "campa cavallo che l'erba cresce"! Ovviamente refrattari a qualsiasi giudizio morale, continuano e continueranno imperterriti sulla loro strada, utilizzando disinvoltamente le legali possibilità loro concesse, le banche e tutto il resto ...
Ed una semplice, inerme abortente, sovrastata da tutto questo, vede dispiegarsi una campagna volta contro una sua scelta, non certo dettata da scopi di profitto e potere, non certo indirizzata a distruggere esseri già esistenti, ma dalla propria incapacità e sgomento per assumere nelle migliori condizioni di spirito la nascita e la crescita di un nuovo essere (.. ).

Giordano Bruno Giglioli (Colle val d'Elsa)