Rivista Anarchica Online
Aborto e guerre
Il rispetto della vita è la chiave di lettura essenziale, se non la sola, che porta al rifiuto
e alla condanna dell'aborto. Questa lodevole motivazione con tanto zelo difesa dagli anti-abortisti (zelo che
gli ultras anti-abortisti spingono
anche all'assassinio di chi pratica l'aborto - vedi i casi in USA) non appare mai, con altrettanto zelante
determinazione, quando si tratta di condannare non solo a parole ma con atti politici le guerre, le produzioni di
armi, il sostegno anche indiretto a quelle scelte politiche ed economiche che intrattengono tale produzione. (
... ) Viene quindi condannato l'aborto, che comporta la soppressione di un essere in formazione che non ha avuto
il tempo di vivere, mentre è implicitamente accettato che tantissime vite siano distrutte, quando
già formate e
desiderose di vivere, dall'uso di quelle armi la cui produzione nessuna legge vieta ( ... ). Senza tener conto che
tra le ragioni che spingono all'aborto vi è quella paura di affrontare la responsabilità di una nuova
vita a cui
ampiamente contribuiscono quelle situazioni raccapriccianti di dilagante violenza, a cui gli armamenti
contribuiscono in gran parte. Ora, se non si è capaci di assicurare la vita a chi già esiste, in
nome di cosa, di quale morale si insorge contro
l'aborto, contro cioè l'impedimento della nascita in un mondo che non sa garantire il rispetto della vita
per quanti
nascono?! Che siano prima risolti i problemi cruciali che attanagliano milioni di viventi, condannati in vari
modi a morte,
e dopo si può riparlare dell'aborto ... ... C'è tuttavia da credere che in un mondo dove
l'equità e la distruzione delle armi e di interessi economici
subordinati al profitto fosse una realtà globale, in un mondo dove la gente non avrebbe più
l'angoscia per il
presente e per il domani, molte meno sarebbero le donne desiderose di abortire. Mettere, quindi, il carro
dietro e non davanti ai buoi come risulta dal frenetico grido antiabortista che mentre
pretende di difendere la vita, accetta e tollera leggi economiche che comportano necessariamente guerre e miserie
e perciò distruzione di tante, tantissime vite ... come è il caso ben troppo diffuso attualmente.
E, così, rovesciando
il senso delle cose, vi è una spiccata tendenza a colpevolizzare quando non anche a penalizzare una donna
che
abortisce spingendola verso l'aborto clandestino con tutto ciò che ne deriva (due vite che rischiano di
perdersi
anziché una), mentre niente è messo in opera per penalizzare i mercanti di morte che niente li
costringe ad esserlo
se non la smodata sete di profitto e di potere ... E per quanto riguarda un'eventuale colpevolizzazione nei loro
confronti, "campa cavallo che l'erba cresce"!
Ovviamente refrattari a qualsiasi giudizio morale, continuano e continueranno imperterriti sulla loro strada,
utilizzando disinvoltamente le legali possibilità loro concesse, le banche e tutto il resto ... Ed una
semplice, inerme abortente, sovrastata da tutto questo, vede dispiegarsi una campagna volta contro una
sua scelta, non certo dettata da scopi di profitto e potere, non certo indirizzata a distruggere esseri già
esistenti,
ma dalla propria incapacità e sgomento per assumere nelle migliori condizioni di spirito la nascita e la
crescita
di un nuovo essere (.. ).
Giordano Bruno Giglioli (Colle val d'Elsa)
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