Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Rhythm Activism
Un pacchetto incastrato a forza nella cassetta della posta: viene dall'estero (dal Canada) e
dentro
c'è una bella lettera e un altrettanto bella sorpresa. Si tratta di una vecchia
conoscenza: i
québecois terribili Rhythm Activism. Mentre salgo le scale
parto all'assalto del nastro adesivo
che sigilla il pacchetto: dentro c'è, come ho detto, una lettera, un paio di fotocopie e
la bella
sorpresa di cui ora vi voglio parlare. Alla loro già nutritissima produzione
musicale, in otto anni d'attività una dozzina di titoli
distribuiti tutti su cassetta, hanno adesso aggiunto «Blood and mud» che è il loro
primo CD.
Anche questo, come le uscite precedenti, rigorosamente autoprodotto, autofinanziato e
autodistribuito (al di là dell'Atlantico, da questa pare dell'oceano stavolta ci pensano
gli olandesi
di De Konkurrent). Come frequentemente successo, anche questo è un lavoro a tema
(loro lo
chiamano «giornalismo musicale»): «Tumbleweed» (1993) raccontava dei popoli nativi
americani, «Oka» (1990) ed «Oka Il)) (1992) delle dispute territoriali tra il popolo Mohawk
e
l'amministrazione del Québec, «Resist much, obey little» (1988) della lotta per il
diritto alla casa
nella loro città, Montréal, «Blood and mud» è ispirato dalla
rivolta zapatista nel Chiapas e dai rivoltosi sociali
del trattato economico/politico Nafta tra Canada, Stati Uniti e Messico. Il gruppo
è adesso un trio abbastanza stabile: a Norman Nawrocki (voce, violino) e Dem Stink
(chitarra) che già conoscevamo si è aggiunto qualche tempo fa Luc Bonin al
violoncello e alle
percussioni. Il tecnico Guy Boulanger aggiunge saltuariamente il suono della sua tromba a
quello
degli altri. Attualmente sono in tour negli Stati Uniti, e nella lettera c'è scritto anche
che sarà
possibile vedere/sentire i quattro in azione in una serie di concerti/performances in Europa
dal
17 maggio al 12 giugno prossimi: forse una data italiana il 29 maggio, a tutt'oggi non ancora
confermata (telefonate qui in Redazione per le notizie dell'ultima ora). Stando a quanto
scrivono Norman e Dem, e alle fotocopie che accludono, «Blood and mud» ha
ricevuto un'accoglienza strepitosa: i critici hanno profuso manciate di aggettivi, stellette e
lodi,
giornali come Maximum Rock'n'Roll e Option l'hanno definito addirittura un'opera musicale
«essenziale», il Magnet di Philadelphia l'ha accostato (per il bilanciamento tra l'impegno e
l'arte)
ai lavori degli Henry Cow e allo «Speechless» di Fred Frith con gli Etron Fou. In effetti,
questa raccolta è di un livello (anche solo sotto il profilo artistico, senza entrare nel
mirino dei contenuti politici) davvero considerevole. Non c'entra la qualità della
registrazione
(il gruppo ci ha abituato da sempre a documentazioni approssimative di sé stesso, e
anche in
questo caso, nonostante il formato tecnologico imponga livelli qualitativi superiori, il suono
è
descrivibile a metà tra un gatto bagnato e un foglio di carta vetrata a grana grossa),
né l'abilità
tecnica (Norman e Dem sono autodidatti e gustosamente approssimativi). Rhythm
Activism non mette l'accento sulla confezione del suono e del messaggio, ma sa
trasformare suono e messaggio in energia ed emozione, sa tradurre le intuizioni e innescare
pericolosi effetti collaterali in chi ascolta. Rhythm Activism fa pensare. Fa ragionare. A
chi si accontenta di ascoltare, senza andare in profondità, Norman, Dem e Luc,
offrono in
«Blood and mud» un aspetto ancora più arruffato e ruvido del loro «rock'n'roll
cabaret». Le
canzoni, qui, sono pura energia, miscuglio di gioia e incazzatura dura. Il suono diviene una
sovrapposizione di paesaggi sonori franco-canadesi, americani e messicani, una sorta di
inaudito
«gypsy grunge» (la definizione non è mia, l'ho rubata da una recensione). In
copertina, al posto dei testi (spesso permeati di un sarcasmo così corrosivo da
sfiorare la
violenza verbale), Norman ha riportato una bibliografia di riferimento (per approfondire i
temi
dello zapatismo e della vita sociale e politica messicana) nonché un indirizzario di
riviste,
associazioni e gruppi d'intervento. Immagino che i testi, come il backcatalogue, siano
comunque
forniti a richiesta (mandate un paio di IRC's all'indirizzo che trovate qualche riga più
sotto). Immagino che per ora questo CD sia reperibile solo nei negozi che trattano
materiali
d'importazione, ma mi auguro di trovarlo presto nei cataloghi di distributori indipendenti e
alternativi particolarmente sensibili ed illuminati. Vista la reale difficoltà di
circolazione di lavori
come questi (come di altri generi musicali trasversali: non abbastanza hardcore, non
abbastanza
grunge, non abbastanza hard ... ) sarebbe profondamente ingiusto contribuire con ulteriore
silenzio ed ulteriori astensioni a mantenere «Blood and mud» un prodotto di culto.
Contatti: Rhythm Activism, P.O. 80x 891, Station Desjardins, Montréal,
Québec H58 189,
Canada.
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