Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 208
aprile 1994


Rivista Anarchica Online

I polli di Renzo

Cari compagni, a pag. 41 di «A» 206 (febbraio '94) ho letto lo scritto di Diego Negri, al quale vorrei dire che in ogni epoca e in tutte le componenti sociali, si sono verificate posizioni diverse per metodo (nelle componenti autoritarie anche per interessi privati), anche se tutte tese, comunque e ciascuna, alla realizzazione di un fine comune.
Specifico però che nell'organizzazione delle attività anarchiche non c'è niente di perpetuo, mentre in ogni anarchico resta immutato il principio antiautoritario, che lo informa nelle sue azioni e lo unisce idealmente e volontariamente con altri suoi compagni, per compiere insieme la realizzazione delle comuni aspirazioni, e/o finalità.
Per coerenza con tale principio si sono costituiti i Gruppi di Iniziativa Anarchica (G.I.A.) nel dicembre 1965, allo scopo di differenziarsi in seguito all'introduzione di metodi strutturativi che allora si volle dare alla FAI, con i suoi organi deliberanti, consultivi e direttivi, che coinvolgevano tutti i suoi aderenti nella responsabilità collettiva. E se ora i G.I.A. sembrano «scomparsi», penso sia perché le nuove generazioni non hanno saputo (o voluto?) approfondire il problema della libera organizzazione delle attività (non degli individui) anarchiche, preferendo avvalersi di strutture che corrispondono al modo di essere di questa società ingiusta, senza proporsi una analisi critica approfondita del sistema attuale, che fa sì che la gente creda che questo sistema sia il migliore, quindi che obbedisca a qualsiasi pronunciamento autoritario, e che combatta per mantenere viva questa disordinata organizzazione sociale. Comunque, per quanto ci riguarda, la diversità dei metodi (o strategie) da seguire per raggiungere l'ideale libertario, che mira alla completa emancipazione umana da ogni e qualsiasi vincolo di servitù sociale, economica, politica, religiosa, militare, ecc., può differenziare le scelte di ciascun militante, in quanto ciascuno opera secondo i diversi e propri luoghi di intervento, secondo i tempi e le circostanze, forgiando egli stesso i mezzi adatti al bisogno attuale. E si associa (o dissocia) con (da) quei compagni che caratterizzano (o non condividono) le attività specifiche meglio rispondenti al suo particolare modo di intendere e volere e si renderà personalmente responsabile delle sue scelte e dei suoi comportamenti. Quindi, a prescindere dagli esempi che la storia ci ha proposto, io sono d'accordo con quanto affermato dal nostro Malatesta: «L'anarchia verrà quando potrà venire, ma noi dobbiamo lavorare perché essa avvenga». E finiamola di fare i «polli di Renzo» poiché ciò va a scapito delle nostre attività ed a godimento degli autoritari di qualisiasi colore e fazione.

Ivan Guerrini (Brescia)