In cella, si chiude!

È fredda la sensazione che mi travolge in questo momento. Sono le 21.00. In cella, si chiude!
Il mio pensiero così corre a cercare la ragione che mi ha portato qui, per trovare quel fuoco che si alimenta per ogni lacrima che verso in questa solitudine forzata.
Mi scalderà il cuore pensare a Pietro rinchiuso come me da solo nell'altra cella, questo compagno che aiuta a dare eco alle mie idee e permette di non gridare a vuoto l'odio per lo stato, per la bandiera che da sempre mi sfrutta, mi soffoca e violenta i miei sentimenti. "Il soldato non lo voglio fare, soldato non sarò mai!»: coerentemente ho risposto alla chiamata alle armi e questa decisione mi costa tre mesi.
Il tempo è un nemico difficile da combattere; non fosse per la solidarietà che ricevo da Pietro vi assicuro che l'unica compagna di questi momenti sarebbe l'angoscia, soprattutto per me che questa situazione non l'ho vissuta mai.
Vi apparirò debole se cerco conforto, ma in fondo forte non mi sono sentito mai, a parte quando, come faccio adesso, stringo il pugno che si alza al cielo e capisco che non sono solo.