Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 170
febbraio 1990


Rivista Anarchica Online

La droga nella storia
di Maddalena Antona Traversi / Marco Cappuccino

Con questa "storia della droga" si apre il dossier, curato da Maddalena Antona Traversi e da Marco Cappuccino, entrambi militanti del CO.R.A. (Coordinamento radicale antiproibizionista) di Milano (C.so di Porta Vigentina 15/a, Milano). Seguono le relazioni che T. Szasz e F. Savater hanno presentato al Colloquio Internazionale Antiproibizionista (Bruxelles, 28.9/1.10 1988), i cui atti completi sono raccolti nel libro "I costi del proibizionismo sulle droghe".

Resti fossili di capsule di papavero da oppio, risalenti al periodo Neolitico e all'Antica Età del Bronzo sono stati trovati nelle caverne abitate della Svizzera e della Spagna.
Sulle tavolette dei Sumeri (risalenti a circa 5000 anni fa) si cita una sostanza "HUL-GIL" che alcuni studiosi ritengono essere l'oppio. La stessa sostanza è citata ripetutamente nelle tavolette mediche Assire ritrovate a Ninive nella biblioteca di Assurbanipal (Merlin - On the trail of the acient opium poppy - Associated Univ. Press 1984, p. 153-155).
Resti di canapa sono stati trovati in un villaggio di Taiwan di circa 10.000 anni fa, anche se è possibile che il primo uso sia stato quello della fibra (E. L. Abel - Marihuana, the first 12.000 years - McGraw-Hill 1982 p. 4). La produzione di alcool per fermentazione dei cereali e dell'uva è probabilmente altrettanto antica: sembra che il primo riferimento scritto si trovi in un papiro egizio risalente a circa il 3700 a.C. (J. Fort - The pleasure seekers - Bobbs Merrill 1969 p. 14).
Nel Codice di Hammurabi (circa 1800 a.C.) si ritrovano "leggi" per il commercio del vino.
A Creta è stata trovata una statuetta, risalente a circa il 1300 a.C., con la testa coronata di capsule di papavero - e numerosi altri reperti probabilmente connessi con l'uso del papavero.
Negli inni del Rig-Veda (circa 1500 a.C.) si trovano riferimenti al Soma, una pianta allucinogena in cui R.G. Wasson ritiene di riconoscere il fungo Amanita muscaria.
Nell'Odissea si parla del "farmaco Nepente che dona l'oblio dei mali".
Nella Bibbia, naturalmente, compare più volte il vino: dalla Genesi ai Proverbi al Cantico dei Cantici.
Erodoto, Plutarco, Ippocrate, Teofrasto, Plinio, Galeno, Virgilio sono solo alcuni fra gli scrittori dell'età classica greca e romana che citano la canapa, l'oppio e il vino. Le stesse droghe sono ampiamente citate nei testi medici e religiosi della Cina, della Persia, dell'Egitto e dell'India.

Intorno all'anno 1000...
In Cina l'uso del papavero come medicina si è diffuso. In India è il farmaco più comune per tutta una serie di disturbi frequenti.

Intorno al 1250...
In Europa si ottengono i primi "superalcolici" per distillazione del vino: tra questi l'aqua vitae - acqua della vita, straordinaria medicina quasi esclusivamente riservata ai ricchi a causa dell'alto costo.

Intorno al 1300...
Nell'impero degli Inca la coca, sacro dono del Dio Sole, è al centro del sistema sociale e religioso: l'uso (per la gente comune) è strettamente controllato e riservato a occasioni particolari. Dall'Etiopia, il caffè si espande in Arabia e nello Yemen: dapprima è solo un medicinale, poi un tonico di uso sempre più comune, o uno stimolante che tiene desti durante le lunghe veglie rituali.

Intorno al 1450-1500...
L'uso del caffè in Arabia è sempre più comune anche in relazione alla proibizione degli alcolici da parte delle autorità religiose (si noti che il Corano raccomanda solo la moderazione, ma i sacerdoti passano subito al divieto totale). La nascita delle "case del caffè" - veri locali pubblici - fa nascere qualche opposizione da parte dei religiosi: alcuni sostengono che anche il caffè - come il vino - è contrario al Corano".

Intorno al 1500...
In Europa arrivano la coca e il tabacco dall'America, il caffè dall'Arabia, la cola dall'Africa e il tè dalla Cina. L'oppio e l'alcool, come abbiamo già visto, sono in uso da secoli.
In questo periodo, solo l'uso dell'alcool è oggetto di serie preoccupazioni: Lutero e Calvino predicano la temperanza. Compaiono i primi libri dedicati al problema delle bevande alcoliche.
In Cina e in India l'uso dell'oppio continua a essere comune, soprattutto come rimedio casalingo contro molte malattie. Nel 1526 la dinastia Moghul trasforma la coltivazione e la vendita di oppio in un monopolio di stato. Nel 1510 il caffè arriva al Cairo e nel 1525 a Costantinopoli. Alla Mecca, si tenta di chiudere le "case del caffè" come centri di peccato e di sovversione. Il tentativo viene ripetuto varie volte senza successo. Anche il Sultano di Costantinopoli cerca di proibire il caffè.
In Inghilterra si denuncia per la prima volta l'uso eccessivo delle bevande distillate. L'ubriachezza è considerata un crimine.

Nel 1553...
Pizarro distrugge l'impero Inca. Nei decenni seguenti, l'uso della coca si diffonde anche fra le classi inferiori della popolazione andina, come sostanza che dà energia e calma la fame - e resterà fino ai giorni nostri.

Nel 1559...
Jean Nicot descrive le virtù medicinali del tabacco - e intorno al 1575 Sir Walter Raleigh introduce la moda del sigaro alla corte d'Inghilterra. Il tabacco arriva in Cina e in Giappone portato dai portoghesi, e in Turchia portato dagli inglesi.

Fra il 1547 e il 1569...
Frate Bernardino di Sahagùn descrive nella sua "Storia generale delle cose della Nuova Spagna" (Codex Florentinus), l'uso di funghi allucinogeni (teonanàcatl) nelle cerimonie religiose in Messico. E dall'altra parte del mondo, il Sultano in Turchia e i religiosi in Arabia continuano a emanare leggi di proibizione del caffè e di chiusura dei locali pubblici in cui esso viene consumato. Verso il 1600, si lascia finalmente perdere: la gente può bere caffè in santa pace.

A partire dal 1600...
In America - nelle colonie della Nuova Inghilterra - il consumo di alcolici è molto elevato. Inizia qualche preoccupazione. In Inghilterra il Parlamento approva la "Legge per Reprimere l'Odioso e Ripugnante Peccato di Ubriachezza" (1606).
Il caffè si diffonde in Inghilterra ed è consigliato come rimedio contro l'ubriachezza. Ma nel mondo musulmano si ricomincia a tentare di proibirlo... Il tabacco diventa un grande successo. La coltivazione si estende in Italia, in Estremo Oriente e in America. L'uso inizia a sollevare proteste fra i benpensanti: in Inghilterra dapprima si mette una tassa fortissima, poi la si abbassa perché inizia un grosso contrabbando e il governo ci perde troppi soldi.
Anche in Turchia fumare tabacco è sempre più di moda: secondo alcuni religiosi il Corano implica anche il divieto del fumo (anche se era stato scritto molto prima dell'arrivo del tabacco in occidente). Il Sultano di Costantinopoli non perde tempo in controversie intellettuali e lo proibisce.

Fra il 1625 e il 1630...
Nella Nuova Inghilterra sono approvate le prime leggi contro l'ubriachezza e per il controllo dei locali pubblici in cui si vendono alcolici. Nel Massachusetts, le leggi cercano di definire l'ubriachezza sulla base del tempo passato a bere e della quantità bevuta, nonché del comportamento del bevitore. Una legge che vieta il pagamento del salario sotto forma di alcolici provoca un grande sciopero (1672).
In Europa il tabacco si diffonde e diventa una buona fonte di reddito per i governi, in particolare in Inghilterra e Francia.

Nel 1642 e nel 1650...
Due bolle papali vietano l'uso di tabacco al clero, pena la scomunica. Verranno revocate nel 1725. In Germania, a Lunenberg, per i fumatori c'è la pena di morte. Nella Russia dello zar Michele Romanov il tabacco è attaccato come "pianta del diavolo". Per chi fuma c'è l'esilio e la tortura. Nel 1674 si passa alla pena di morte. Inutile descrivere i risultati: nel l676 le pene sono revocate e chi vuole fuma chi non vuole no.
Anche il Sultano turco passa alla pena di morte. Poi cambia idea e il divieto viene revocato verso il 1650.
In Cina, idem: per i fumatori di tabacco c'è la deportazione. Lo si stabilisce nel 1638 e lo si ristabilisce nel 1641 per chi non aveva capito. Anche in Giappone c'è un'escalation di pene contro il tabacco: la principale preoccupazione è il pericolo di incendi provocati da questi maledetti fumatori. Risultati: come sopra.
Il caffè e le "case del caffè" si diffondono in Inghilterra, dove sono guardate con sospetto, anche su istigazione dei concorrenti produttori e venditori di alcolici. C'è il dubbio che in questi locali complottino i sovversivi. Ma le tasse sul caffè fanno comodo come tutte le altre. Arriva anche la moda del tè. In Francia, Luigi XIV si paga un po' di spese per le guerre con le tasse sul caffè.
Per l'oppio, di uso comunissimo in mezzo mondo per ogni tipo di malanno, nessuno pare preoccuparsi. Secondo il famoso medico inglese Tommaso Sydenham: "Fra i rimedi che all'Onnipotente è piaciuto di dare per alleviare le sofferenze umane, nessuno è più universale ed efficace dell'oppio"...

E siamo al 1700...
L'uso di alcolici continua a preoccupare in America e in Inghilterra dove si bevono soprattutto liquori forti. Molto meno nei paesi mediterranei, dove la bevanda preferita è il vino.
J.S. Bach scrive la "Cantata del caffè" (1732), ispirata alle proteste popolari contro le tasse sulla bevanda.
In India crolla il monopolio statale dell'oppio. La British East India Company nel 1757 assume il controllo della coltivazione di oppio in molte zone dell'India. Grande propaganda per diffonderne l'uso e farci dei bei soldi.
In Cina si inizia a fumare oppio misto al tabacco e poi - con una speciale preparazione - anche oppio da solo (sino ad allora lo si era "mangiato" o "bevuto" - in pillole o in soluzione).
La East India Company, appoggiandosi anche a un fiorente contrabbando, esporta sempre più oppio in Cina. Le prime fumerie d'oppio - eccoci! - vengono chiuse in Cina dall'Imperatore. In America e in Inghilterra si tenta ripetutamente di proibire l'uso di liquori. Dopo la guerra d'Indipendenza, in America la febbre anti-alcool sale alle stelle. Benjamin Rush, medico, psichiatra e firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza, scrive contro le supposte virtù medicinali dell'alcool. Ma il tentativo di imporre una tassa sui liquori scatena la "ribellione del whiskey" (1794).

Passiamo al 1800...
Nel 1803 Serturner isola dall'oppio il primo alcaloide, la morfina. Nel 1822, le "Confessioni di un mangiatore d'oppio inglese" di De Quincey mettono a fuoco il fenomeno (allora non era un "problema") della "dipendenza" determinata dall'uso continuativo di questa sostanza, peraltro già ben noto da tempo. In questo periodo, l'uso di oppio in Inghilterra si espande notevolmente, ma non provoca allarme particolare, a differenza dell'alcool. È sempre più diffusa la pratica di tener tranquilli i bambini con preparati a base di oppio.
In Cina la proibizione dell'oppio ha fatto fiorire il contrabbando, sfruttato dagli inglesi per esportare la produzione indiana. Il governo inglese prende direttamente il controllo del commercio dell'oppio con la Cina (prima lasciato alla Compagnia delle Indie) per aumentare i suoi introiti. A una maggior repressione cinese, scoppia la prima guerra dell'oppio (1839-42). La Cina perde, il commercio si raddoppia in 10 anni.

Intorno al 1820...
Sorgono i primi veri movimenti "per la temperanza" anti-alcool, nel Nord Europa e negli Stati Uniti. Si inizia ad abbandonare il tentativo di riformare la morale attraverso la persuasione e l'informazione, e si passa a considerare l'intervento coercitivo attraverso la legge.
Leggi contro la distillazione domestica e per la regolamentazione delle vendite di alcolici vengono approvate in Finlandia, Svezia, Stati uniti. Lo stato del Maine è il primo (1851) a passare una legge proibizionistica sull'alcool, seguito da altri 13 stati.

Verso il 1850...
Importata dall'India, arriva in Giamaica l'abitudine di fumare la canapa. Negli USA, l'uso di canapa come farmaco è abbastanza diffuso, ma sembra ancora raro l'uso voluttuario.
Sempre in questo periodo, in Italia, in Prussia e negli USA le tasse e le restrizioni all'uso del tabacco scatenano proteste.

Nel 1859...
La cocaina viene estratta dalle foglie di coca. Il medico italiano Paolo Mantegazza è uno dei primi a parlare entusiasticamente della coca ("Sulle virtù igieniche e medicinali della coca", 1859) come rimedio ai disturbi nervosi e sessuali. Angelo Mariani produce il "Vin Mariani alla Coca del Perù", che contiene ovviamente cocaina e diventa un grande successo: tra i molti personaggi che ringrazieranno il produttore ci sono inventori come Edison, scrittori come Verne e Zola, attrici come Eleonora Duse e Sarah Bernhardt, musicisti come Gounod e Massenet, scultori come Rodin, sacerdoti, politici, medici, e persino due papi (Leone XIII e Pio X). Tutta gente che evidentemente non pensava di commettere un atto "illecito e criminale"...

Intorno al 1840...
Vengono scoperte le proprietà anestetiche dell'etere. In Irlanda e altrove, inizia un periodo di uso al posto dell'alcool, probabilmente perché costa meno. Ne parla anche Maupassant.

Intorno al 1850...
Inizia l'uso della siringa ipodermica per iniettare morfina.
I medicinali a base di oppio e morfina sono sempre più numerosi e sempre più pubblicizzati. I derivati dell'oppio sono probabilmente i farmaci più usati in assoluto in questo periodo: nei testi medici le indicazioni per l'oppio e la morfina sono numerosissime. La dipendenza è già ben nota ma praticamente ancora non solleva preoccupazioni. La massima parte delle persone che diventa dipendente sono donne di mezza età, e diventano dipendenti a seguito di una iniziale prescrizione medica per disturbi banali. La dipendenza "voluttuaria" non sembra ancora particolarmente diffusa. Non esistono ancora in nessun paese limiti alla produzione e alla compravendita.
A poco a poco, anche in Europa e in USA si comincia, in ambienti ristretti - p. es. fra i marinai, fra gli immigrati dall'oriente - a fumare oppio.

Nel 1856...
Scoppia la Seconda guerra dell'oppio fra l'Inghilterra e la Cina. Con il Trattato di Tientsin (1860), l'oppio è legalizzato in Cina, a tutto beneficio delle finanze inglesi. La Compagnia delle Indie - e ciò che rimaneva dell'Impero Moghul - passa direttamente sotto il controllo dell'Inghilterra (1858): l'India è una colonia. L'oppio è la fonte maggiore di reddito per il governo dopo la rendita dei terreni e il sale. Inizia qualche opposizione al commercio dell'oppio, mentre i medici non sono d'accordo sulla sua tossicità: gli oppiacei sono probabilmente i farmaci più usati, l'equivalente dell'aspirina di oggi, e costano molto meno delle bevande alcoliche.

Nel 1868...
In Inghilterra viene approvata la "legge sulle farmacie", che riserva a chimici e farmacisti iscritti agli albi professionali la vendita di oppiacei. Fanno eccezione le "patent medicines" - le medicine brevettate che precorrono le odierne "specialità" farmaceutiche - che restano in libera vendita anche se contenenti oppio o morfina.
Negli USA, l'uso delle "medicine brevettate", nella totale assenza di controlli, si espande moltissimo: sono vendute ovunque e anche per posta. Essendo già noto il fenomeno della dipendenza da oppiacei, molte di queste medicine a base di oppio o morfina (non dichiarati sull'etichetta) sono vendute come "cura" per la dipendenza dagli stessi oppiacei. In altre parole, se uno era dipendente da morfina si comprava una di queste cure miracolose e subito guariva: perché continuava a prendere morfina credendo di avere smesso. Ovviamente, non appena sospendeva la "cura" per un solo giorno, stava di nuovo male. Inutile dire il successo di queste "medicine".

Verso il 1875...
L'attacco contro l'alcool si scatena negli Stati Uniti, non più solo a livello locale e statale, ma anche a livello federale, con un primo emendamento alla Costituzione in senso proibizionistico (1876).
La Lega Anti-Saloon diventa un importante movimento politico.
La cocaina viene ampiamente elogiata da S. Freud, i cui scritti "Sulla cocaina" sono stati ripubblicati di recente in molti paesi compresa l'Italia.
Carl Koller è lo scopritore (o forse riscopritore, perché è possibile che i medici Inca già le conoscessero) delle sue proprietà di anestetico e vasocostrittore locale: le operazioni di cataratta e molti altri piccoli ma dolorosissimi interventi chirurgici sono finalmente possibili senza terribili sofferenze.
Le bevande e gli elisir a base di coca si moltiplicano in Europa e negli USA, vivamente raccomandati da molti medici e ben pubblicizzata come tonici e stimolanti. Il dott. Pemberton, inventa la Coca-Cola. Ha un discreto successo e vende la formula - a base di foglie di coca (con cocaina) e di noce di cola. L'acquirente fa uno dei grandi affari del secolo, anche se nel 1903, sull'onda delle crescenti tendenze proibizionistiche, verrà spinto a eliminare la cocaina dalla formula e a sostituirla con caffeina.

Nel 1874...
Mentre in California e in altri Stati della costa occidentale inizia un movimento anti-cinese, che trova subito un buon terreno di attacco stigmatizzando l'abitudine degli immigrati cinesi di fumare oppio, in Inghilterra viene sintetizzata l'eroina (diacetilmorfina), che tuttavia verrà usata correntemente solo dopo il 1890, come farmaco sedativo della tosse e come "cura" della dipendenza da morfina.
Si fanno più insistenti gli avvertimenti contro l'uso eccessivo di oppiacei. In vari Stati americani, con la scusa che molti criminali e donne perdute si sono messi a fumare oppio come i cinesi, le "fumerie" vengono chiuse per legge: il fumo dell'oppio diventa clandestino ma resterà prevalente fino al 1930 e oltre.

A fine ottocento...
Due commissioni ufficiali di studio in India pubblicano due fondamentali rapporti per il governo inglese, uno sulla canapa (1893-94) e uno sull'oppio (1895). In entrambi si sostiene che l'uso di queste sostanze è normalmente moderato, riguarda una percentuale relativamente piccola della popolazione, non interferisce con le normali attività quotidiane e non è causa né di crimini né di danni significativi alla salute (V. Berridge-G. Edwards - Opium and the people - Allen Lane/St Martin's Press 1981, p. 185-8; J. Kaplan - Marijuana: the new prohibition Crowell 1970 p. 115 e seg.).

Passiamo al 1900...
A parte l'oppio preparato per il fumo, e solo in alcuni stati, la vendita di preparati farmaceutici a base di canapa indiana, oppio, coca e loro derivati (morfina, eroina, cocaina) è ancora totalmente libera, senza necessità di prescrizione medica. Solo in alcuni paesi per la vendita è richiesta l'identificazione del compratore, come per tutti i "veleni".
Nel 1901 Mortimer pubblica "Perù: storia della coca". Nel 1902 Crothers classifica l'uso del caffè insieme all'uso di morfina, cocaina e altre sostanze: la descrizione degli effetti del caffè nel libro "Morphinism and narcomanias from other drugs", che oggi ci fa ridere, non è in realtà diversa dalla descrizione che oggi facciamo degli effetti delle droghe che oggi sono "proibite". È solo il riflesso di un "pregiudizio" che fa esagerare ciò che appare negativo e minimizzare ciò che è invece positivo. Lo stesso atteggiamento si rileva nell'opera "A system of medicine" (1909) dei due eminenti medici inglesi Albutt e Rolleston, in cui gli effetti delle bevande a base di caffeina sono descritti come estremamente pericolosi, mentre l'uso regolare di oppio viene descritto come "un ragionevole aiuto nelle fatiche della vita".
In ogni caso, il movimento anti-oppio prende piede, come quello anti-alcool.

Nel 1906...
L'Inghilterra decide di cessare il commercio dell'oppio con la Cina, cosa che farà nel 1917 , e negli Stati Uniti, la "Legge su cibi e droghe pure" rende obbligatorio indicare sull'etichetta delle "medicine brevettate" tutte le sostanze contenute. Si tratta di una legge a tutela del consumatore, che in pratica rende impossibile far soldi sulla pelle delle persone che, spesso del tutto ignare, diventavano fisicamente dipendenti da una medicina. Oppio, morfina e cocaina praticamente scompaiono da questi prodotti, ma sono ancora liberamente venduti nelle farmacie come tali.
Negli Stati Uniti, la richiesta di proibizione dell'oppio diventa il cavallo di battaglia di un gruppo di benpensanti guidato da Mrs Vanderbilt (R. King - The drug hang-up, America's fifty-year folly - C.C. Thomas 1972, p. 23-24), in competizione con l'altro gruppo che già aveva raggiunto forte peso politico opponendosi all'alcool.
La cocaina - a cui si attribuiscono violenze e delitti sessuali soprattutto fra i negri degli Stati del Sud - è la prima droga ad essere proibita in molti stati USA. Addirittura, molti poliziotti chiedono armi di più grosso calibro per fermare i negri resi furiosi dalla cocaina al punto da essere insensibili alle normali pallottole.

Nel 1909...
A Shanghai e poi nel 1911 all'Aia sono convocate due Conferenze internazionali sul problema dell'oppio. Gli Stati Uniti proibiscono l'importazione di oppio se non per scopi medici (1909) e nel 1914, con l'Harrison Narcotics Act, cessa la libera vendita di oppio, coca e loro derivati (morfina, eroina, cocaina).
Per ottenere queste sostanze occorre una ricetta medica, e i medici devono ottenere un'autorizzazione, pagare una tassa e tenere un registro delle sostanze in loro possesso. In realtà, la legge non limita esplicitamente la libertà dei medici di prescrivere queste sostanze, purché essa avvenga "nel corso dell'esercizio della professione". Ma in vari casi, la prescrizione a soggetti "dipendenti" - nell'atmosfera di isterismo anti-droga che ormai predomina - porta i medici in tribunale: alcuni processi stabiliscono che una terapia di mantenimento di persone dipendenti non è ammissibile e alcuni medici sono condannati. Migliaia di persone dipendenti da oppiacei, che fino ad allora avevano potuto condurre una vita normalissima spesso nascondendo a tutti la loro abitudine al farmaco, d'improvviso si trovano senza possibilità di avere la loro sostanza. Alcuni riescono a smettere di colpo, altri sono presi in carico da medici ingenui o coraggiosi che continuano a loro rischio a prescrivere oppiacei, altri ancor a pagano profumatamente medici con pochi scrupoli, i più ricorrono al mercato nero.
Inizia così, molto rapidamente, la fortuna dei contrabbandieri e dei trafficanti.

Nel 1915...
Viene proibita l'importazione di canapa indiana negli USA, salvo che per scopi medici. Fra il 1914 e il 1931, sempre in USA, vari stati vietano l'uso non medico della canapa. Nel 1917 la Finlandia decide la proibizione degli alcolici: segue lo sviluppo del contrabbando. In Svezia le vendite di alcolici vengono razionate.

E finalmente, nel gennaio 1919...
Viene approvato il 18° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che prevede la proibizione delle bevande alcoliche a partire dal 1920. Inizia il proibizionismo, che non avrà però lunghissima vita. Verrà infatti revocato nel 1933 - dopo essersi ampiamente dimostrato inutile e pericoloso (basti pensare al fenomeno del gangsterismo).

Fra il 1900 e il 1925...
Molti stati USA proibiscono le sigarette (di tabacco), introdotte dall'Europa al tempo della Guerra Civile. Ma questa proibizione non dura a lungo, vengono introdotte sul mercato sigarette più leggere - subito accettate anche dalle donne, e tutti gli stati la aboliscono entro il 1927. Nel 1924 gli USA proibiscono la produzione e l'importazione di eroina, la droga che stava diventando prevalente sul mercato clandestino (perché molto più redditizia della morfina: a parità di peso è circa 3-4 volte più potente, per cui da una data quantità di oppio se ne può ricavare un numero di dosi 3-4 volte superiore).

Nel 1926...
Il rapporto Rolleston dichiara che l'uso non-medico di oppiacei non è un problema in Inghilterra e che non sono richieste leggi più restrittive. I medici inglesi sono liberi di continuare a prescrivere oppiacei (e altre sostanze, come la cocaina) secondo il loro giudizio professionale, senza escludere il "mantenimento" delle persone dipendenti. È la base del "sistema inglese" che resterà inalterato fino al 1968, e che continuerà anche dopo, e continua ancora oggi, anche se la prescrizione di alcune sostanze, come la cocaina e l'eroina, viene riservata a centri specializzati.

Nel 1925...
Il "Rapporto sul Canale di Panama" afferma che l'uso di canapa non è pericoloso o dannoso alla salute, e sconsiglia ogni divieto per i militari della zona del canale. Tuttavia inizia una vera e propria campagna di stampa (fomentata dal nuovo Federal Narcotics Bureau) contro la marijuana, l'erba assassina, la droga peggiore di tutte, finché nel 1937 passa una legge che, sotto gli aspetti di una legge di tassazione, ne stabilisce di fatto la proibizione. Non cambia le cose il famoso "Rapporto La Guardia" (1944), commissionato dal sindaco di New York, che ristabilisce la verità scientifica sulla canapa: ormai il mostro è stato creato e tale resterà.
L'uso di oppio resiste in Asia, ma in India passano leggi restrittive a partire dal 1947; in Cina, con la vittoria della rivoluzione maoista, nel 1949; in Indocina il monopolio francese dell'oppio dura fino al 1954; in Iran le fumerie sono proibite nel 1955; in Thailandia nel 1959.
Gli Stati Uniti, dopo aver conosciuto il boom del consumo (su prescrizione medica) di barbiturici, amfetamine e tranquillanti - fra gli adulti - passano attraverso il boom dei consumi di marijuana e allucinogeni (come l'LSD) fra i giovani. Siamo agli anni Sessanta.
L'allarme sociale raggiunge punte di isterismo mai visto, che dagli USA rimbalza in Europa e nel resto del mondo. Le mode americane in effetti vengono subito esportate.
Alla restrizione del consumo di barbiturici si risponde con un aumento incredibile dei consumi di tranquillanti: questi diventano i farmaci più prescritti e il più grande affare della storia del commercio legale dei "farmaci".
Alla restrizione della produzione e della prescrizione di amfetamine si risponde con un boom della produzione e della vendita clandestina della cocaina: e la cocaina diventa il più grosso affare della storia del traffico illegale delle "droghe".
E mentre gli USA chiedono (1989) alla Colombia di dissanguarsi nella lotta al "narcotraffico", gli stessi USA favoriscono il crollo dei prezzi internazionali del caffè - una delle voci lecite più importanti dell'economia colombiana, e uno dei prodotti con cui l'ONU vuol sostituire le colture di coca.
E dall'altra parte del mondo, mentre gli USA chiedono alla Thailandia di distruggere manu militari le colture tradizionali di oppio del Triangolo d'Oro - la massima fonte di reddito per la popolazione delle terre alte, dall'altra parte gli stessi Stati Uniti protestano con la Thailandia, minacciando sanzioni, per ogni tentativo di limitare i consumi del tabacco americano - in caduta verticale in patria dopo gli ultimi rapporti del Surgeon General Everett Koop.
Ovvero: la droga del più forte è lecita e buona, e in ogni caso non si tocca . La droga del più debole è illecita e cattiva, e va cancellata dalla faccia della terra.

 

In principio fu la Bayer

Le preoccupazioni per la dipendenza da morfina che si manifestarono intorno al 1890 spinsero i farmacologi a ricercare un narcotico che non creasse dipendenza. Sarebbe difficile spiegare altrimenti l'entusiasmo con cui accolsero, nel 1898, l'introduzione dell'eroina sul mercato da parte della Bayer Co. L'eroina, che prese nome dal tedesco heroisch ("eroico") è una sostanza semisintetica da 2 a 3 volte più potente della morfina da cui deriva, ed era stta menzionata per la prima volta da un medicoinglese nel 1874, ma nessuno ci aveva ftto caso per altri vent'anni, finché alcuni ricercatori tedeschi si espressero in termini molto incoraggianti in proposito e la Bayer decise che l'eroina aveva delle possibilità commerciali.
E aveva rgione. Il nuovo farmaco fu immediatamente accolto come una meraviglia in grado di fare tutto quello che faceva la morfina, senza provocare dipendenza. E come la morfina era stata usata a suo tempo per "curare" la dipendenza da oppio, l'eroina veniva ora prescritta per la dipendenza da morfina e ampiamente reclamizzata dai fabbricanti di medicinali come un surrogato della morfina che però non creava dipendenza. La maggior parte della classe medica non abbandonò la credenza secondo cui l'eroina non creava dipendenza fin verso il 1910, ma i consumatori capirono tutta la faccenda molto prima, facendone subito il loro nuovo oppiaceo d'elezion, e i giornali pubblicarono articoli sulla "moda dell'eroina" che imperversava nelle maggiori città americane. Dopo il 1910 le riviste mediche cominciarono a prendere nota dell'aumento dell'uso ricreativo di eroina e già nel 1920 era questo il problema di droga numero uno degli Stati Uniti, onore immeritato cui l'eroina non ha ancora rinunciato (l'alcool e i barbiturici colpiscono molto più gravemente dell'eroina).
L'eroina rimase facilmente ed economicamente accessibile soltanto per 16 anni: l'Harrison Narcotics Act del 1914 vietò, tra le altre cose, la detenzione di oppiacei per uso non medico; nel 1924 si proibì la produzione di eroina sul territorio americano e nel 1956 fu ordinata la distruzione di tutte le scorte esistenti: benché fosse un analgesico più efficace della morfina, i medici americani non poterono più prescrivere l'eroina per nessun motivo.
In tutto questo periodo il consumo illegale continuò ad aumentare, e con esso il prezzo dell'eroina sul mercato nero, mentre il "problema della droga", che era l'eufemismo ufficiale per dire "reati connessi alla tossicodipendenza", continuava ad ingigantirsi, il che, vista la capacità di creare dipendenza dell'eroina e il prezzo dell'"ero" illegale, non è affatto una sorpresa.