Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Environs
"... Noi crediamo che esistano
molti modi per accostarsi alla musica e di porgerla: c'è il
dopolavorismo (casa del popolo, ARCI, birreria, ecc.); c'è la
corsa dei tacchini che, sospinti dai piani d'investimento delle
multinazionali s'intruppano, per scelta o per necessità.
Il professionismo che ci lascia
stupefatti di fronte alla perfezione tecnica, e relegati nel "vuoto
stellare" che si crea tra esecutore e "consumatore"
(nonché incazzati di fronte al perpetuarsi del dominio della
merce sulla libertà).
Ed altri ancora. Quanti di noi,
suonatori-ascoltatori-poeti-saltimbanchi-uomini-videofacenti-grafisti
-donne-ballerini vorrebbero uscire da tutti questi schemi?
Quanti di noi vorrebbero tentare di
ricalare i propri sforzi, la propria poesia, il proprio tempo dentro
un senso/direzione, una rete fatta di esperimenti, memoria, storia,
futuri, antagonismo? Tutta qua la nostra presunzione: non sono che
cose raccolte in giro, mescolate tra loro, cercando nuove parole,
nuovi legami, nuove letture nel nostro passato, nuove sensibilità.
Discorsi fumosi, come questi anni che ci tocca vivere...".
Il parallelo Inghilterra/Italia
Crass/Franti (anzi, ex-Crass/ex-Franti) potrebbe
riaccendersi in questi tempi. Due paesi, due ambienti diversi e
culturalmente ben distinti, anche se geograficamente poco lontani, un
destino comune: un comune senso di lottare, di utilizzare la
creatività per costruire la migliore delle rivoluzioni.
Quella dei sentimenti, della libertà
del cuore, del sorriso dell'anima. Come non provare una stretta al
cuore ascoltando magari "How does it feel" e, adesso,
"Telegramma"? Alla memoria riaffiorano immagini di guerra e
violenza, le Falklands come Sabra e Chatila, e come il Vietnam,
l'Afghanistan, il Tibet, Brixton e mille altre ancora. Sfaccettature
di una stessa filosofia, distruttiva e..."fumosa, come questi
anni che ci tocca vivere".
Paralleli geografico-musicali a parte
(è solo una delle possibili letture del fenomeno ENVIRONS),
con "3 Luglio 1969" ha inizio un altro nuovo corso
della musica alternativa nazionale. Dopo "la nuova musica
italiana cantata in italiano" (che mirava forse a conquistare
una fettina di mercato, più che una fettina di cuore
dell'ascoltatore...), gli Environs più semplicemente e
sinceramente propongono la "musica e basta".
Intrecciano l'Italia, Torino, la
Palestina, l'America, e ancora Albert Ayler, John Cale
e l'"Inno della Rivolta". Parlano d'amore e rivoluzione con
la stessa naturalezza con la quale si racconta la propria storia ad
una persona amica, o ad un bicchiere di vino, o ad un gatto
accoccolato sulle ginocchia. Claudio Villiot, Lalli,
Stefano Giaccone e Toni Ciavarra
parlano di Louis Armstrong e di Nico come se fossero
stati loro vecchi amici. E non è forse vero? Quanti tra noi
hanno mai pensato di entrare in così intimi rapporti con i
musicisti e le voci dentro ai dischi che più si amano?
Un'intera facciata di questo disco è
occupata da "Streams":
"...l'inseguimento di una traccia
dentro la musica americana (?), ovvero ciò che abbiamo amato,
ascoltato e, in qualche misura, imparato a suonare. Seguire una
traccia nella nostra cultura musicale sarebbe stato, per noi,
purtroppo innaturale, non avendo con essa un rapporto vivo. Del
resto, qual'è la nostra musica? Il folk? I cantautori? La
canzone napoletana? In "Streams" e, soprattutto, in altre
parti del disco, ci sono tentativi di uscire dallo stallo folk
intellettuale/pop anglofilo. Muoversi all'interno delle "musiche"
e uscirne fuori con piccole pepite. Cioè segni, identità.
Qualcosa da non barattare con
collanine...". L'altra facciata riesce immediatamente
a conficcare un coltello fino al manico anche nell'anima più
dura (iniziate ad ascoltare il disco da questo lato!): la voce di
Lalli in "Close watch" di John Cale è lama
affilata, un'interpretazione intensa e commovente per una delle
canzoni più toccanti dell'ex-Velvet. Di "Telegramma"
vi ho raccontato prima: da aggiungere, ora, una segnalazione per
l'intermezzo musicale, davvero diabolico ed evocativo.
Un breve passaggio per celebrare ancora
l'amore per Velvet Underground e la sacerdotessa Nico,
recentemente scomparsa: "My funny Valentine" è
registrata con mezzi di fortuna eppure, così "sporca",
ruvida e appena abbozzata riesce ad avere nuovo spessore. Il
conclusivo "lnno della Rivolta", sostituisce oggi
l'"Internazionale" degli Area di dodici anni fa: i
fantasmi sono rievocati e si scatenano... L'America, la Palestina, l'Italia,
Torino: il percorso all'inverso. "...3 Luglio 1969: giorno in
cui gli operai della Fiat in sciopero e gli studenti, insieme alla
gente del quartiere Mirafiori, si scontrarono con la polizia per ore
ed ore in Corso Traiano, "liberando" una vasta zona della
città.
Ricercare le tracce alle spalle rientra
nella dimensione esistenziale degli uomini, legare i segni tra loro
per rilanciarli in avanti. E Corso Traiano, per Torino, per noi, vuol
dire autonomia, segno nero su bianco, rottura. Questo ancora il
perimetro entro il quale cresciamo...". "3 Luglio 1969" è
edito da Inisheer, piccola etichetta discografica
indipendente torinese, della quale ci siamo occupati altre volte.
Oltre a questo album, gli Environs hanno pubblicato un 45 giri con
"No man can find the war" di Tim Buckley.
Recentemente, Inisheer ha pubblicato anche alcune registrazioni dei
romani Gronge.
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