Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 159
novembre 1988


Rivista Anarchica Online

'68, ieri e oggi
di Roberto Ambrosoli

Nel week-end a cavallo tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si è tenuto a Torino il già annunciato Convegno internazionale sul '68, organizzato dal Centro culturale "Mercier Vega" (di Torino, appunto). Convegno celebrativo-evocativo, a differenza di altri già visti nel corso di questa ricorrenza del ventennale, ma almeno nelle intenzioni convegno di studi, o per meglio dire di riflessione.
Non spetterebbe a me che scrivo, in quanto facente parte degli organizzatori, dire in che misura lo scopo sia stato raggiunto, ragguagliando il lettore circa la qualità degli interventi ed il livello del dibattito. Ma a quanto pare non è stato possibile trovare un cronista meno coinvolto (forse perché, permettetemi la battuta, col '68 "siamo tutti coinvolti"...).
"Il '68 tra rivolta, progetto politico e mutazione culturale" era il titolo (un po' pomposo, riconosco) del Convegno. È stato rispettato solo in parte. Specie nella giornata di sabato le relazioni hanno centrato la propria attenzione soprattutto sui vari aspetti di quel "cambiamento di prospettiva", di quel "modo diverso di vedere le cose", del quale il '68 è stato - se non l'iniziatore - certo il primo stimolo rivelatore.
C'è stato chi si è interrogato circa il significato psicologico di questa apparentemente brusca rottura dell'immaginario collettivo tradizionale (E. Colombo), chi ne ha ricordato le origini (successivamente rimosse) rivoluzionarie (O. Alberola, A. Gransac), chi ha visto nel '68 l'evento soglia di un'epoca, capace di tracciare la linea di demarcazione tra modernità e post-modernità (S. Vaccaro), chi ha tentato di ricostruire la situazione socio-politica che ha tenuto a battesimo il gran sommovimento in Francia (J.P. Duteuil), chi ha parlato dell'arte e degli artisti (J.J. Lebel, M. Padovese e F. Santin), chi del '68 nel cinema (P. Gobetti), chi di teatro (C. Valenti), e tanti altri che sarebbe troppo lungo citare (e speriamo che non si offendano).
Riscaldato da queste relazioni, il dibattito ha affrontato preferenzialmente l'argomento dell'eredità del '68, tentando di rispondere alla domanda ("che fare?") che da sempre, ma specialmente oggi, perseguita i libertari.
Un simpatico gruppo di giovani ha richiamato l'attenzione dell'uditorio sul punto di vista degli appartenenti all'ultima generazione, i figli (nel senso stretto del termine, perché nati in quell'epoca) del '68, implicitamente invitando i più anziani partecipanti a non limitarsi ad interpretare il passato, ma a fornire indicazioni per il presente.
Hai detto niente...
Conclusioni? Nessuna, come è di rigore in simili occasioni. Solo l'impegno (anch'esso di rigore) a continuare ad essere presenti, in un modo o nell'altro, a non mollare.
Speriamo di farcela.