Rivista Anarchica Online
Al diavolo i politicanti
di Piero Tognoli / Mauro Zanoni
"Gli amministratori possono
sgomberare il presidio ma non le idee e la volontà della gente
di liberare questa città dal rischio e dal dominio Montedison!
Se essi sono più sensibili agli interessi dei padroni che ai
bisogni della popolazione vorrà dire che la gente dovrà
cominciare a pensare seriamente a come liberarsi anche di loro". Questo lo stralcio finale del
comunicato diffuso dal Presidio Popolare nelle prime ore della
mattinata dell'8 ottobre. Poche ore sono infatti trascorse dallo
sgombero forzato di quella saletta del comune di Massa occupata dal
27 agosto, sede del Presidio e punto di riferimento fisico del "polo
della sfiducia" rispetto alle intenzioni delle istituzioni
locali di provvedere veramente ad una definitiva e indiscutibile
chiusura della Farmoplant, dell'inceneritore e alla bonifica di un
territorio da troppi anni inquinato dai criminali progetti economici
della Montedison.
Di fatto, alle ore 5.30, una quindicina
di vigili urbani, in veste di tutori dell'ordine pubblico, hanno
espresso le reali volontà di sindaco ed amministratori:
togliere di mezzo una fastidiosa forma di dissenso e proseguire il
più indisturbati possibile nella riconversione del polo
chimico: garantendo così ai criminali di Foro Bonaparte (sede
centrale della Montedison per chi non lo sapesse) l'indisturbata
presenza della Farmoplant/Agrimont ma, soprattutto di
quell'inceneritore che, costituendo la principale fonte di profitti
per Gardini e soci, riprenderà al più presto a fumare. Anche per questo si è tenuta il
15 ottobre a Massa una manifestazione popolare organizzata dal
Presidio, nel riconfermare la volontà degli abitanti del luogo
di cancellare dal territorio ogni presenza Montedison, senza
compromessi, mezzi termini, mezze misure o ambigui discorsi tanto
cari a Medicina Democratica, Lega Ambiente, WWF, Italia Nostra,
Acli... che in questa importante scadenza hanno ritenuto opportuno il
defilamento politico, nell'ottica di scendere in piazza il 25
ottobre, contro la Montedison ma senza troppo inimicarsi i rapporti
con le istituzioni locali. Questi personaggi autodefinitisi "garanti"
della volontà popolare, promotori un anno fa del referendum
consultivo contro il polo chimico (sostenitori quindi del vincente
"quesito A"), di fatto hanno garantito soltanto le
"legnate" distribuite dagli operai della Farmoplant (i
militanti del "quesito B", cioè della riconversione
chimica) ad alcuni "vincitori" del referendum, lasciando di
fatto la piazza in mano a questi novelli squadristi in tuta blu,
schierati con i padroni della chimica. Questi operai, pentitisi il 17
luglio, stanno da tempo ritornando sui loro passi, facilmente
strumentalizzabili da quelle forze politiche interessate a garantire
gli interessi Montedison, con la stessa logica con la quale si ordina
ai "lavoratori del manganello" di caricare i cittadini che
protestano per il sacrosanto diritto della salute o si precettano i
ferrovieri in sciopero.
Anche questi sono i prodotti
inevitabili di irriducibili logiche istituzionali a cui hanno
contribuito anche i vari "garanti" della volontà
popolare e i loro ormai dieci anni di "lotte" contro la
Montedison di cui - visti gli scarsi risultati - molti dovrebbero
almeno vergognarsi se fossero individui onesti e non invischiati
nelle squallide logiche della politica ambientalista. A questo
proposito la manifestazione popolare del 15 ottobre ha visto la
partecipazione soltanto di un migliaio di persone, una contestazione
verbale sotto la sede del comune ed un blocco sulla statale
dell'Aurelia.
Una volontà popolare boicottata
da "Tirreno" e "Nazione" (servi Montedison),
sminuita da questi ambientalisti ufficiali e certamente troppo
riduttiva per contrastare nuovi progetti di Montedison e governo, per
dare una rettifica all'amministrazione locale e mandare un po' al
diavolo i veterani del politicantismo ambientalista.
La situazione può involversi
ulteriormente nelle prossime settimane e se ad alcuni interessa,
l'aggiungere altri dieci anni di "lotte" al proprio
prestigio, la popolazione purtroppo pare abbia superato lo stesso
spirito della delega autoconfinandosi in una pericolosissima
rassegnazione, nella convinzione di molti che l'inceneritore non
riprenderà mai più a fumare e che, in ogni caso, il
Potere è un mostro troppo forte da abbattere o anche solo da
smantellare. La partita resta comunque aperta.
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