Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 159
novembre 1988


Rivista Anarchica Online

Al diavolo i politicanti
di Piero Tognoli / Mauro Zanoni

"Gli amministratori possono sgomberare il presidio ma non le idee e la volontà della gente di liberare questa città dal rischio e dal dominio Montedison! Se essi sono più sensibili agli interessi dei padroni che ai bisogni della popolazione vorrà dire che la gente dovrà cominciare a pensare seriamente a come liberarsi anche di loro".
Questo lo stralcio finale del comunicato diffuso dal Presidio Popolare nelle prime ore della mattinata dell'8 ottobre. Poche ore sono infatti trascorse dallo sgombero forzato di quella saletta del comune di Massa occupata dal 27 agosto, sede del Presidio e punto di riferimento fisico del "polo della sfiducia" rispetto alle intenzioni delle istituzioni locali di provvedere veramente ad una definitiva e indiscutibile chiusura della Farmoplant, dell'inceneritore e alla bonifica di un territorio da troppi anni inquinato dai criminali progetti economici della Montedison.
Di fatto, alle ore 5.30, una quindicina di vigili urbani, in veste di tutori dell'ordine pubblico, hanno espresso le reali volontà di sindaco ed amministratori: togliere di mezzo una fastidiosa forma di dissenso e proseguire il più indisturbati possibile nella riconversione del polo chimico: garantendo così ai criminali di Foro Bonaparte (sede centrale della Montedison per chi non lo sapesse) l'indisturbata presenza della Farmoplant/Agrimont ma, soprattutto di quell'inceneritore che, costituendo la principale fonte di profitti per Gardini e soci, riprenderà al più presto a fumare.
Anche per questo si è tenuta il 15 ottobre a Massa una manifestazione popolare organizzata dal Presidio, nel riconfermare la volontà degli abitanti del luogo di cancellare dal territorio ogni presenza Montedison, senza compromessi, mezzi termini, mezze misure o ambigui discorsi tanto cari a Medicina Democratica, Lega Ambiente, WWF, Italia Nostra, Acli... che in questa importante scadenza hanno ritenuto opportuno il defilamento politico, nell'ottica di scendere in piazza il 25 ottobre, contro la Montedison ma senza troppo inimicarsi i rapporti con le istituzioni locali. Questi personaggi autodefinitisi "garanti" della volontà popolare, promotori un anno fa del referendum consultivo contro il polo chimico (sostenitori quindi del vincente "quesito A"), di fatto hanno garantito soltanto le "legnate" distribuite dagli operai della Farmoplant (i militanti del "quesito B", cioè della riconversione chimica) ad alcuni "vincitori" del referendum, lasciando di fatto la piazza in mano a questi novelli squadristi in tuta blu, schierati con i padroni della chimica. Questi operai, pentitisi il 17 luglio, stanno da tempo ritornando sui loro passi, facilmente strumentalizzabili da quelle forze politiche interessate a garantire gli interessi Montedison, con la stessa logica con la quale si ordina ai "lavoratori del manganello" di caricare i cittadini che protestano per il sacrosanto diritto della salute o si precettano i ferrovieri in sciopero.
Anche questi sono i prodotti inevitabili di irriducibili logiche istituzionali a cui hanno contribuito anche i vari "garanti" della volontà popolare e i loro ormai dieci anni di "lotte" contro la Montedison di cui - visti gli scarsi risultati - molti dovrebbero almeno vergognarsi se fossero individui onesti e non invischiati nelle squallide logiche della politica ambientalista. A questo proposito la manifestazione popolare del 15 ottobre ha visto la partecipazione soltanto di un migliaio di persone, una contestazione verbale sotto la sede del comune ed un blocco sulla statale dell'Aurelia.
Una volontà popolare boicottata da "Tirreno" e "Nazione" (servi Montedison), sminuita da questi ambientalisti ufficiali e certamente troppo riduttiva per contrastare nuovi progetti di Montedison e governo, per dare una rettifica all'amministrazione locale e mandare un po' al diavolo i veterani del politicantismo ambientalista.
La situazione può involversi ulteriormente nelle prossime settimane e se ad alcuni interessa, l'aggiungere altri dieci anni di "lotte" al proprio prestigio, la popolazione purtroppo pare abbia superato lo stesso spirito della delega autoconfinandosi in una pericolosissima rassegnazione, nella convinzione di molti che l'inceneritore non riprenderà mai più a fumare e che, in ogni caso, il Potere è un mostro troppo forte da abbattere o anche solo da smantellare. La partita resta comunque aperta.