Rivista Anarchica Online
Partire dal basso, va bene ma...
Cari compagni, ho letto con interesse sul numero di marzo l'articolo di John Clark «Anarchismo e crisi mondiale».
Condivido in linea di massima le posizioni espresse da Clark, ma devo muovere delle critiche alla
formula delle comunità locali, che nel suo articolo vengono a mio avviso dotate di una eccessiva
autonomia, tale cioè da rendere possibile la disgregazione di tutta la confederazione planetaria che
anch'egli auspica. Sottolineo invece la necessità di grandi strutture, senza le quali il raggiungimento di obiettivi
scientifici e tecnologici di vasta portata e di ampio respiro risulta impossibile. Mi rendo conto che
ai fini della costruzione di un nuovo assetto globale è indispensabile la decentralizzazione,
attraverso la quale tutti gli uomini potranno finalmente essere i protagonisti e gli artefici della loro
storia. Ritengo però che qualora tale decentralizzazione dovesse essere portata a livelli eccessivi o
non fosse sufficientemente affiancata da un adeguato miglioramento dei mezzi di trasporto e di
comunicazione oggi esistenti, verrebbe a costituire, proprio a causa della creazione di tante piccole
comunità separate, una grave remora allo stesso sviluppo umano. Capisco che, nella visione di
Clark, tali comunità dovranno essere interdipendenti e basate sul principio del reciproco aiuto, ma
personalmente ritengo più valida la creazione di una rete di comunità, coordinate in organismi
sempre più vasti, fino a raggiungere centri nei quali sarebbero discussi e seguiti i problemi
dell'intero pianeta. Anche in una simile struttura l'iniziativa dovrebbe, per quanto possibile, partire
dal basso, dalla base, ma gli sforzi generali sarebbero incanalati da organismi più competenti. Tutto
il sistema così delineato sarà magari più piramidale, più verticistico, ma personalmente lo ritengo
più efficace. Vi saluto fraternamente.
Mario Balocco (Monesiglio)
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