Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Nel mese di febbraio ha iniziato le sue pubblicazioni un foglio anarchico di informazione regionale
(come scritto nel sottotitolo) intitolato La Questione Sociale: ne sono promotori e redattori alcuni
gruppi e compagni anarchici dell'Emilia-Romagna.
L'importanza di una simile iniziativa è evidente. I periodici anarchici a tiratura nazionale, anche se
fossero privi di quei difetti che li caratterizzano, non potrebbero mai "coprire" quel settore
dell'informazione libertaria che solo dei fogli e dei giornali locali possono appunto garantire. Ecco
pertanto la necessità - a nostro avviso - che sorgano quando possibile dei giornali come La Questione
Sociale, adatti a riportare anche tutte quelle notizie di carattere prevalentemente locale che per ragioni
di opportunità non potrebbero trovare spazio sui periodici a tiratura nazionale ma che non per questo
(anzi!) risultano inutili nel lavoro di contro-informazione e di propaganda a livello locale.
I primi tre numeri de La Questione Sociale sono indubbiamente ben fatti. Oltre a numerose
corrispondenze provenienti da varie località (Faenza, Forlì, Concordia sul Secchia, Rimini, Cesena,
Ravenna, Modena, Finale Emilia, Mirandola, ecc.) segnaliamo alcuni degli articoli più interessanti.
Sul primo numero, l'editoriale "Governo rosa pallido" dedicato alla critica del potere comunista nella
Regione Emilia Romagna ed un'analisi ("Al contadino non far sapere...") della situazione
dell'agricoltura nel modenese; sul secondo numero, un originale servizio da Reggio Emilia sugli
zingari e sulle istituzioni preposte alla loro "integrazione" nella società italiana; sul terzo numero
(aprile), infine, una cronaca dettagliata delle dure lotte sviluppatesi a Bologna a partire dal 10 marzo,
culminate con l'assassinio del militante di "Lotta Continua" Francesco Lo Russo e, più in generale,
con la pesante repressione portata avanti dalle autorità anche con l'impiego di mezzi blindati
dell'esercito. Segnaliamo, sempre sullo stesso numero, l'ampio spazio dedicato ad un dibattito svoltosi
tra alcune compagne del gruppo anarchico di Forlì ed i componenti del gruppo macrobiotico "Yn-Yo"
della medesima città: tema, i problemi di un'alimentazione (e quindi di un'agricoltura) alternativa ed
il contesto in cui questi problemi vanno collocati. È questo un tema originale ed interessante che ci
ripromettiamo di trattare anche sulle colonne di "A".
A tutti i compagni impegnati nella pubblicazione de La Questione Sociale inviamo i nostri fraterni
auguri per la migliore riuscita della loro valida iniziativa.
La questione sociale, redazione ed amministrazione collegiale c/o Collettivo Anarchico di Studio e
Lavoro, Cassero di Porto Santo Stefano, 40100 Bologna, c.c.p. 8/2698 intestato ad Alessandro Vandini
- Bologna, periodicità mensile, formato cm. 21,5x32, pagine: da 12 a 16, prezzo: una copia, lire 300;
abbonamento annuale non specificato.
L'estate dei poveri (dalla realtà di classe al progetto libertario), disco stereo a 33 giri, esecuzione
del Collettivo del Contropotere, edizioni del Circolo Cultura Popolare (Massa), prezzo lire 3.000 (per
richieste da 5 a 9 dischi: lire 3.150; da 10 in su: lire 3.300). Le richieste vanno fatte versando la somma
necessaria sul c.c.p. 22/17338 intestato a Riccardo Prosperi - Marina di Massa.
È questo, forse, il primo l.p. interamente progettato e realizzato da compagni anarchici italiani. Non
si tratta della "solita" raccolta di canti anarchici e sovversivi tradizionali - come già ne esistono
diverse sul mercato: si tratta di un disco originale, di una sorta di "favola del ricco e del povero" che
costituisce il nucleo di uno spettacolo teatrale che, con il medesimo titolo, il Collettivo del
Contropotere ha avuto occasione di presentare con successo in varie località.
In contrapposizione con la "cultura" ufficiale del regime tutta tesa a perfezionare l'integrazione degli
sfruttati nel sistema, e differenziandosi anche dalla cultura della sinistra ufficiale (molto "culturale" -
appunto - ed assai poco popolare), i componenti del Collettivo del Contropotere si ricollegano
immediatamente alla "cultura tradizionale delle classi popolari, che si è espressa dai tempi più antichi
nelle forme orali e dialettali dei canti, dei proverbi, dei racconti popolari, ecc.. Forme che hanno avuto
in passato una grande importanza - come scritto nella presentazione del disco - quando non esistevano
i moderni mezzi di comunicazione, permettendo la conservazione del patrimonio culturale popolare
e la sua trasmissione di generazione in generazione, insieme all'esperienza materiale e spirituale, di
vita e di lavoro a cui quei canti, quei proverbi, quei racconti erano più o meno organicamente legati."
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