Rivista Anarchica Online
L'indistruttibile C.N.T.
di Juan Gomez Casas
La C.N.T. ha resistito alla storia. Nella sua accidentata esistenza la Confederazione Nazionale del
Lavoro è stata data per morta in diverse occasioni, soprattutto durante la dittatura del generale Primo
di Rivera (1923-1930) quando questi sentenziò che gli anarcosindacalisti erano giunti alla fine della loro
esistenza. Si sbagliava e dopo una rapida crescita al momento dell'instaurazione della Repubblica la
C.N.T. giunse ad essere l'organizzazione più numerosa e rivoluzionaria del proletariato spagnolo.
Durante la guerra civile (1936-1939) la C.N.T. mise in pratica gli schemi che aveva studiato fin dal 1910
e che, precedentemente, erano stati propugnati dagli internazionalisti spagnoli, dai quali la C.N.T. ha
raccolto l'eredità ideologica. La socializzazione e la collettivizzazione agricola nella zona repubblicana
furono sostanzialmente opera della organizzazione anarcosindacalista.
Alla fine della guerra civile la repressione che seguì fu durissima e centinaia di migliaia di compagni
furono fucilati, incarcerati o marciarono verso l'esilio. Nonostante questo ci fu una tendenza alla
riorganizzazione nella difficile clandestinità all'interno del paese, prova ne sono gli arresti di numerosi
militanti che trascorsero lunghi anni nelle prigioni. Dal 1965 si produsse una stasi nell'azione
organizzativa e gli organismi che davano segni di vita erano poco rappresentativi.
Un periodo importante inizia al principio degli anni '70 con l'apparizione dell'anarchismo giovane nel
paese e che entra in contatto con alcuni nuclei di vecchi militanti. Questi giovani anarchici si organizzano
prevalentemente in modo autonomo, distaccandosi dai vecchi inquadramenti, del resto quasi inoperanti.
Dal 1972 si comincia a parlare di rilancio confederale da parte di questi giovani. Ufficialmente la C.N.T.
è organizzata, ha comitati regionali e nazionali però la sua presenza è quasi nulla, inoltre è priva della
visione generale necessaria per attirare alla sua modalità organizzativa le nuove masse libertarie. Sono
queste infine che si assumono la responsabilità di riorganizzare sindacati e gruppi, prevalentemente a
Madrid che si trova avvantaggiata per la prima volta rispetto a Barcellona e ad altre città e regioni, nella
nascita di nuovi nuclei organizzativi.
Tutto questo avviene nonostante in diversi ambiti si fosse tanto cantata la scomparsa e la morte
dell'anarchismo e dell'anarcosindacalismo nel paese. Santiago Carrillo farà a nostre spese dichiarazioni
umoristiche nell'esilio e soprattutto in Demian l'Espagne.
La C.N.T. risorge dalle sue radici, dalle tradizioni sempre vive, dalla sua storia. Un risultato importante
viene raggiunto nella Regione Centro, dove esistono vari sindacati in fase di continua crescita, tanto che
si giunge ad una assemblea locale e regionale alla quale assistono circa 300 militanti, in maggioranza
giovani, durante la quale si creano le basi per la costruzione di un comitato regionale e di una
federazione locale. Attualmente esistono dieci o undici sindacati organizzati e il processo di formazione
e di inquadramento di nuovi militanti è molto attivo.
Un fatto molto importante e spettacolare è la riapparizione della C.N.T. in Catalogna, culla
dell'organizzazione anarcosindacalista. Il 29 febbraio si è tenuta nella località Sans, famosa per le sue
tradizioni operaie e rivoluzionarie, una grande assemblea regionale composta di più di 700 militanti (in
maggioranza giovani) che seguono da vicino la strada tracciata dalla Regione Centro e giungono a
risultati organizzativi analoghi. In quella sede viene costituito il Comitato Regionale di Catalogna.
L'assemblea di Sans fu impressionante. Un giovane, che aprì l'assemblea, fece un breve intervento che
ci ricordò quello di Rafael Farga Pellicer tenutosi nel Teatro del Circo di Barcellona nel 1870, in
occasione della fondazione dell'Internazionale in Spagna. Momento straordinariamente emotivo che
culminò nel coro unanime: "Viva la Confederatión Nacional del Trabajo!".
Possiamo dire che il processo di riorganizzazione è attivissimo in tutto il paese, Levante, Andalusia,
Nord, Aragona, ecc. Appena questo processo sarà maturo la C.N.T. sarà organizzata nazionalmente,
con un organismo rappresentativo idoneo, cioè un comitato Nazionale.
Possiamo dire che la C.N.T. segue la tradizione associativa e organizzativa di sempre dell'anarchismo
in Spagna, con una forte influenza all'interno del movimento operaio. Non dobbiamo dimenticare la
complessità dei problemi che circondano la C.N.T. e che esigono uno studio attento e, soprattutto,
un'azione chiara ed efficace. Il principale di questi problemi è il nuovo rapporto di forza con
l'organizzazione comunista, favorita dal franchismo stesso. I comunisti e le Comisiones Obreras hanno
dato l'avvio ad una vasta manovra unitaria che la C.N.T. deve tentare di ostacolare unendosi con i
gruppi sindacalisti autonomi, al fine di garantire al movimento operaio spagnolo la possibilità di decidere
dei suoi problemi in piena libertà.
La C.N.T. si mostra già adesso attiva, però la sua inferiorità in quanto ad appoggi internazionali e a
mezzi economici è notevole. Con questo spirito crediamo sia importante che si inizi una mobilitazione
internazionale di tutti i compagni in appoggio all'anarcosindacalismo spagnolo.
Un tema importante che si presenta alla C.N.T., come già abbiamo detto, è quello del problema
sindacale, nel quale si compirà il destino del movimento operaio spagnolo. La nostra linea politica, a
questo riguardo, è per la pluralità sindacale, in opposizione al monolitismo comunista alla portoghese.
Speriamo di poterci opporre a tentativi simili a quelli avutisi nel paese vicino. Di certo questa tematica
deve essere e sarà esaminata tra breve tempo dalla C.N.T. in un convegno nazionale, dal quale speriamo
escano risposte concrete a tutti questi problemi. Dunque, è anche necessaria una definizione della nuova
realtà che ci si presenta quarant'anni dopo l'ultimo congresso regolare della C.N.T. in Spagna, celebrato
nel maggio 1936 a Saragozza. Uno studio attento dei mezzi da adottare per affrontare i problemi del
nostro tempo e una esposizione chiara e attuale dei nostri fini dovranno costruire uno dei temi prioritari
da trattare in un prossimo Pleno Nacional o, meglio ancora, in un prossimo Congresso della C.N.T.
spagnola. Le circostanze ci indicheranno la strada migliore da seguire.
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