Rivista Anarchica Online
LETTURE
a cura della Redazione
FACCIA A FACCIA COL NEMICO (PERSONAGGI & INTERPRETI
DELL'ANARCHISMO IN ARGENTINA),
illustrazioni di Pino Milas,, testi a cura di Cesare della Pietà, Quadragono Libri, Conegliano
Veneto 1974, pp.
30 (formato 27x39), lire 2.900.
RAVACHOL & CIA (VITA MORTE ED ESPLOSIONI NELLA BELLE
EPOQUE), illustrazioni di Flavio
Costantini, testo di Pietro Favari, Quadragono Libri, Conegliano Veneto 1975, pp. 30 (formato 27x39),
lire 3.600.
La netta prevalenza dell'aspetto grafico-illustrativo rispetto al testo caratterizza entrambi questi
libri,
recentemente editi da una giovane casa editrice veneta. Hector Benigno Varela, Antonio Soto, "El
Toscano",
Kurt Gustav Wilckens, Severino Di Giovanni, Buenaventura Durruti, Simon Radowitzky, Gino Gatti,
Miguel
A. Roscigna e Paulino Scarfò: questi i protagonisti del primo volume, dedicato alla presentazione
di queste
figure di punta della lotta sociale argentina nei primi decenni del secolo. La stessa elencazione dei loro
cognomi illumina un fatto estremamente significativo: solo alcuni di loro erano argentini, mentre gli altri
erano nati e vissuti altrove e si trovarono ad agire solo per un periodo sul suolo argentino. Accanto
all'ormai
leggendario spagnolo Durruti ritroviamo così l'italiano Di Giovanni, accanto al tedesco Wilckens
il russo
Radowitzky. Su questo interessante periodo storico dell'anarchismo argentino esisteva finora un solo libro
(O. Bayer, Severino Di Giovanni, Pistoia 1973) nella nostra lingua: vi si aggiunge ora
questo, nel pregevole
tentativo di riproporre in tutta la sua complessità il variegato "mondo" anarchico che per decenni
fu alla
testa del movimento di emancipazione dei lavoratori argentini. Accanto al filone centrale
dell'anarco-sindacalismo, infatti, agivano allora numerosi individui o gruppi ristretti che, collegati in
diversi modi con
il movimento, portavano avanti una pratica di "espropriazione" ed anche - in qualche caso - di terrorismo,
certo spiegabile dato il clima tesissimo entro il quale si svolgeva la lotta di classe (caratterizzata da una
feroce repressione contro le minoranza rivoluzionarie). Nel complesso, dunque, Faccia a faccia
col nemico
rispecchia nelle sue linee essenziali quella realtà argentina, e la sua pubblicazione non
può che essere accolta
con favore. Un discorso diverso merita invece il secondo volume che qui recensiamo.
Se da una parte, infatti, la splendida
veste grafica (con le illustrazioni di Costantini fedelmente riprodotte in policromia) rende veramente
pregevole quest'edizione, è necessario sottolineare la mancanza di chiarezza - per quanto
concerne il testo.
Ciò non giova certo né alla verità storica né alla nostra propaganda: se
è vero che questo secondo aspetto
interessa solo noi anarchici, non è per questo meno vero che presentare l'anarchismo francese
di fine secolo
come rappresentato da quei pochi ma clamorosi terroristi significa passare sotto silenzio l'attività
- certo
ben più significativa - portata avanti in quei anni in Francia da altri anarchici, francesi e non, in
diretta
polemica con i terroristi.
UN DELITTO DELLA POLIZIA? (MORTE DELL'ANARCHICO ROMEO
FREZZI), di Massimo Felisatti,
Bompiani, Milano 1975, pp. 160, lire 2.000.
"Oggi, alle ore 17 si è suicidato, battendo la testa contro il muro, certo Frezzi Romeo
di 29 anni, falegname,
anarchico, trattenuto per misure di pubblica sicurezza". Così si poteva leggere sul "libro nero"
della
questura romana, in data 2 maggio 1897. Undici giorni prima, un giovane anarchico, Pietro Acciarrito,
aveva attentato alla vita del "re buono" Umberto I, fallendo nel suo tentativo come già aveva
fallito in
precedenza il giovane Passanante (ma tre anni dopo Gaetano Bresci, giunto appositamente dall'America,
non
perderà l'occasione per vendicare le vittime della monarchia): ne era seguita la solita campagna
anti-sovversiva, nelle cui maglie era stato preso anche il giovane socialista Romeo Frezzi. Nella sua
abitazione
i questurini avevano trovato una fotografia che riproduceva un gruppo di otto persone, una delle quali
teneva
in mano un grande ritratto di Barbato (un socialista che era stato alla testa del moto dei Fasci Siciliani
del
'94); poiché tra gli otto vi erano anche l'anarchico Acciarrito riteneva ipso facto
dimostrata la sua tesi che
il mancato regicida avesse agito di concerto con altri (il che era falso). Prontamente arrestato, il Frezzi
(che
la questura e quindi la stampa di regime trasformarono da socialista in anarchico - ma che in effetti era
socialista) veniva trattenuto nelle carceri di San Michele. Da un ballatoio di queste, undici giorni dopo,
veniva "suicidato" dalle forze dell'ordine. Nell'agile volumetto che Felisatti ha scritto
sul tragico "caso Frezzi" rivivono il clima di quel periodo, la
stupidità e la ferocia della polizia, il servilismo della stampa "indipendente". Il parallelo con il
"caso
Pinelli" è spontaneo, immediato, tremendamente valido. Una dimostrazione in più del
fatto che il Potere, pur
formalmente passato in questi 80 anni attraverso continue modifiche e "progressi", non ha mai mutato
- né
lo potrebbe - la sua natura intimamente criminale.
|