Rivista Anarchica Online
L'altra faccia della repressione sessuale
di Mathilde Niel
La funzione della pornografia. Mascherandosi dietro il mistificante aspetto della "liberazione"
sessuale, la pornografia è in realtà direttamente
funzionale al sistema autoritario e sessuorepressivo. Il ruolo negativo della coppia chiusa, freno
all'istintiva
necessità di amare.
I libri, le riviste ed i films pornografici sono letti o seguiti da un numero
sempre maggiore di lettori e spettatori,
la pubblicità e le riviste sono sempre più eroticizzate, le riviste specializzate nelle tecniche
amorose hanno una
divulgazione molto vasta, sebbene la nostra era appaia da alcuni come quella della liberazione
sessuale. Non è così, purtroppo. Si tratta, in realtà, di una illusione di
liberazione che non fa che rafforzare la repressione
nel campo delle relazioni sessuali. Certamente, il nuovo modello di sessualità senza veli e senza
pudore che la
media ci presenta è meno ipocrita del modello puritano dei nostri genitori o dei nostri nonni, ma
nondimeno è
quello di una sessualità atrofizzata e disumanizzata, senza amore e senza vera libertà nei
rapporti tra partners
impoveriti ed inibiti dal lavoro, senza gioia, senza comunicatività né creatività
che la società capitalista e
tecnoburocratica ha loro imposto. Ciò che manca di più agli uomini, in questa
società, è lo scambio affettivo, spontaneo e libero tra individui uguali
e aventi una viva coscienza della propria autonomia, e ciò lo si vede nei rapporti di lavoro,
d'amicizia o sessuali. Nulla traspare di queste relazioni nelle immagini o nei films pornografici, vi
sono solo relazioni di oggetti, di
rapporti sado-masochistici in cui ognuno resta fermo nella ricerca del proprio piacere egoista - lo stesso
piacere
che ricerca lo spettatore o il lettore insoddisfatto dei suoi rapporti - ma che sente solo misto a tutti i sensi
di colpa
che prova violando i "limiti" morali e sociali. Relazioni di oggetti, rapporti sado-masochistici, assenza
di comunicatività, sensi di colpa, come possiamo parlare
di vera liberazione? In realtà, il ruolo principale di coloro che sono specializzati nell'erotismo
e nella pornografia non è quello di
liberare gli uomini, ma di metterli in condizione di meglio sopportare le diverse alienazioni sociali e la
loro reale
repressione sessuale. Si tratta innanzitutto di dare un piacere solitario di voyeur agli uomini
ed alle donne che
vivono in coppia chiusa le relazioni sessuali ed affettive, strette ed esclusive, come compensazione
momentanea
alle diverse frustrazioni, incitandoli cioè a rassegnarsi alla loro incapacità di aprirsi ed alla
loro alienazione. Una vita sessuale senza slanci, senza scambi affettivi e fisici liberi e sinceri, tra
partners inibiti e dipendenti non
può essere altro che una vita sessuale atrofica, repressa e disumanizzata. Questa repressione si
aggiunge alle
innumerevoli repressioni che subiamo fin dall'infanzia e che fanno di noi degli individui o chiusi,
angosciati,
apatici, o dominatori, sadici, violenti; cioè fanno di noi o delle vittime o degli sfruttatori. Con
lo sviluppo dell'erotismo e della pornografia, la repressione sessuale ha assunto un falso aspetto di
liberazione, ma non per questo è meno forte: è solo più sorniona. La repressione
sessuale non è che una delle
numerose forme di cui il sistema repressivo si serve per impedirci di esprimere liberamente i nostri
profondi
bisogni di amicizia, di amore, di scambi affettivi e fisici, nell'uguaglianza e nell'autonomia di ciascun
individuo. Per mantenere l'ordine esistente, è necessario (al sistema) che ci sia una gerarchia
con superiori e subordinati, ed
è necessario che non vi siano rapporti tra esseri umani liberi, bensì tra oggetti, tra schiavi
e padroni. L'assenza di
uguaglianza, di dialogo, di rapporti cordiali nel lavoro e nei rapporti sociali portano all'assenza di rapporti
egualitari ed all'assenza di vero amore tra uomini e donne è cioè funzionale al sistema.
Poiché nella nostra
organizzazione sociale gli uni devono comandare e gli altri obbedire, bisogna che gli uomini si sentano
superiori
alle donne e le donne inferiori agli uomini, l'uomo deve prendere la donna e la donna deve farsi prendere,
la
donna deve sedurre l'uomo e l'uomo deve farsi sedurre, ognuno deve, alternativamente, dominare ed
essere
dominato. Quando, eccezionalmente, riescono a stabilirsi relazioni di scambio, d'uguaglianza e di
libertà nei
rapporti amorosi, esse sono la negazione stessa dell'ordine stabilito. È anche necessario che
la famiglia sia chiusa e che la fedeltà sessuale e l'amore-dovere coniugale siano
obbligatori. Ma se la famiglia si aprirà all'esterno, se donne e uomini, genitori e bambini potranno
non soltanto
amarsi liberamente fra di loro ma anche al di fuori del cerchio familiare, allora sarà la fine delle
frontiere, dei
razzismi, dei nazionalismi, di tutte le segregazioni e di tutte le guerre. Come per la coppia chiusa in
se stessa, le altre coppie (gli altri uomini e donne, cioè) rappresentano una minaccia
ed un pericolo, così per una nazione o una classe, l'altra nazione e l'altra classe rappresentano
una minaccia ed
un pericolo contro i quali è necessario difendersi ed amarsi. I films pornografici, le riviste
erotiche, fornendo compensazioni miserabili ed illusorie alla repressione affettive
e sessuale, concorrono a perpetuare la struttura familiare del matrimonio. Wilhelm Reich aveva capito
che il
nucleo familiare attuale, nel quale genitori e bambini, padre e madre sono tutti dipendenti gli uni dagli
altri, e nel
quale la sessualità è esclusiva, stretta, repressa, è l'origine delle fissazioni, delle
nevrosi, è il crogiolo in cui la
società ingiusta, segregante ed autoritaria si forgia. Ciò che la nostra società
non vuole, a nessun prezzo, perché ciò la farebbe sentire in pericolo di morte, è
il
dialogo egualitario, lo scambio creativo tra individui autonomi, è la libera espressione della
spontaneità
dell'energia vitale, degli slanci amorosi, sia nelle relazioni tra i sessi sia nelle altre relazioni. Al fine
di perpetuare la società del potere, della gerarchia e del denaro, la famiglia dev'essere patriarcale,
l'amore-dovere coniugale dev'essere esclusivo e stereotipato e la fedeltà obbligatoria, e
ciò per tutta la vita, bisogna
reprimere i desideri ed il bisogno d'amore; in breve sono necessarie le relazioni di dipendenza e di
disuguaglianza. Noi tutti abbiamo, dentro di noi, un bisogno di relazioni libere ed egualitarie da
soddisfare, e come noi
desideriamo poter amare liberamente a nostro modo, così molti altri hanno bisogno di vivere
pienamente i loro
rapporti umani. La macchina repressiva è quindi sottoposta ad una forte pressione interna che
rischia in ogni
istante di farla esplodere. La pornografia, la prostituzione, le tecniche sessuologiche, così come
il tabacco, l'alcol
ed i tranquillanti, svolgono un ruolo di valvola di sicurezza; salvaguardando la coppia e la famiglia
tradizionali
si evita il suo sbandamento e si salvaguarda l'ordine stabilito. Ne risulta che il volere la rivoluzione
e volere che la coppia tradizionale resti chiusa rappresenta una
contraddizione. Ogni vera liberazione delle nostre forze d'amore, affettive e sessuali, nell'uguaglianza,
le libere
relazioni e l'autonomia di ognuno, è di per sé stesso un atto rivoluzionario che sconvolge
ogni ordine sociale
esistente e che fa cadere le barriere che dividono gli esseri umani (barriere di sesso, di età, di
nazionalità, di razza,
di classe, ecc.). La liberazione da noi intesa non ha niente a che vedere con il libertinaggio e la
pornografia, al contrario essa
umanizza e diversifica le relazioni, essa apre ed elargisce amore, libera le nostre energie creatrici sia nei
rapporti
a due sia nelle relazioni di lavoro e nel lavoro stesso. Un amore umanizzato è, in effetti, un
amore compiuto in
cui nessuno costringe nessuno, non seduce nessuno, non prende nessuno, è un amore il cui
piacere non è
egoisticamente preso ma è sempre condiviso. Questo modo di amarsi non esclusivo e aperto
è talmente liberatorio che tende ad estendersi in ogni relazione.
Una delle più gravi repressioni che attualmente sia l'uomo sia la donna subiscono è
l'obbligo che è stato imposto
loro dalla società (interiorizzata nella loro coscienza morale) di amare affettivamente e
sessualmente un solo
essere per tutta la vita e di amarlo secondo un modello prefabbricato che impedisce ogni
creatività nello scambio,
ogni spontaneità, che reprime ogni slancio e rende gli individui insoddisfatti, apatici, aggressivi.
È mostruoso
incolpare coloro che non possono ridurre i loro slanci d'amore ad un solo individuo in quanto è
l'amore aperto,
non esclusivo che apre i cuori all'amore per tutti gli uomini e alla fraternità. Noi tutti
sentiamo un bisogno irresistibile di vivere liberi e di amare più individui (e, tramite loro, tutti gli
esseri
umani senza distinzione alcuna), tutti abbiamo bisogno di cooperare, di cambiare, di creare in tutti i
campi, ivi
compreso quello dei rapporti umani e delle relazioni sessuali, e quando ci viene impedito di realizzare
queste sane
aspirazioni e ci vien fatto credere che queste sono immorali, allora la nostra energia vitale, invece di
scaricarsi
senza tensione sotto forma di amore, di creatività e di gioia di vivere viene deviata e trasformata
in desiderio di
possesso di denaro, di oggetti, di persone, in desiderio di godimento egoista, in bisogno di dominare, di
autorità,
in aggressività, odio, sadismo e distruttività, a meno che il nostro conflitto interno non
faccia di noi le prede
dell'angoscia, della depressione e di tutte le forme di nevrosi. La repressione, affettive e sessuale alla
quale siamo sottoposti dall'infanzia, fa di noi degli esseri inibiti e bloccati,
dei "malati di mente" e di ciò approfittano gli spacciatori di droga, di tranquillanti, di alcool ed
alcuni psicanalisti,
psicologhi e sessuolghi che cercano di reintegrare nel sistema le nevrosi che il sistema stesso ha
creato. La paura dei nostri simili, la paura dell'altro, la paura di amare, di essere liberi e di vivere ci
è stata inculcata sin
dalla prima infanzia; liberarsi di queste paure fondamentali, arrivare ad amare senza ostacoli più
persone, ed
ognuna in modo diverso, sbarazzarsi del bisogno di amore chiuso, esclusivo e passivo, vivere liberamente
la
propria vita affettiva e sessuale, è senza dubbio una via difficile, a causa dei pregiudizi e dei
nostri profondi
condizionamenti, ma è già una preparazione della società egualitaria e del mondo
senza frontiere di domani, in
cui gli uomini non temeranno più di amarsi, di creare insieme, di vivere.
Mathilde Niel (traduzione di Aurora F. da Le Monde Libertaire,
ottobre 1975)
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