Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 43
novembre 1975 - dicembre 1975


Rivista Anarchica Online

L'altra faccia della repressione sessuale
di Mathilde Niel

La funzione della pornografia.
Mascherandosi dietro il mistificante aspetto della "liberazione" sessuale, la pornografia è in realtà direttamente funzionale al sistema autoritario e sessuorepressivo. Il ruolo negativo della coppia chiusa, freno all'istintiva necessità di amare.

I libri, le riviste ed i films pornografici sono letti o seguiti da un numero sempre maggiore di lettori e spettatori, la pubblicità e le riviste sono sempre più eroticizzate, le riviste specializzate nelle tecniche amorose hanno una divulgazione molto vasta, sebbene la nostra era appaia da alcuni come quella della liberazione sessuale.
Non è così, purtroppo. Si tratta, in realtà, di una illusione di liberazione che non fa che rafforzare la repressione nel campo delle relazioni sessuali. Certamente, il nuovo modello di sessualità senza veli e senza pudore che la media ci presenta è meno ipocrita del modello puritano dei nostri genitori o dei nostri nonni, ma nondimeno è quello di una sessualità atrofizzata e disumanizzata, senza amore e senza vera libertà nei rapporti tra partners impoveriti ed inibiti dal lavoro, senza gioia, senza comunicatività né creatività che la società capitalista e tecnoburocratica ha loro imposto.
Ciò che manca di più agli uomini, in questa società, è lo scambio affettivo, spontaneo e libero tra individui uguali e aventi una viva coscienza della propria autonomia, e ciò lo si vede nei rapporti di lavoro, d'amicizia o sessuali.
Nulla traspare di queste relazioni nelle immagini o nei films pornografici, vi sono solo relazioni di oggetti, di rapporti sado-masochistici in cui ognuno resta fermo nella ricerca del proprio piacere egoista - lo stesso piacere che ricerca lo spettatore o il lettore insoddisfatto dei suoi rapporti - ma che sente solo misto a tutti i sensi di colpa che prova violando i "limiti" morali e sociali.
Relazioni di oggetti, rapporti sado-masochistici, assenza di comunicatività, sensi di colpa, come possiamo parlare di vera liberazione?
In realtà, il ruolo principale di coloro che sono specializzati nell'erotismo e nella pornografia non è quello di liberare gli uomini, ma di metterli in condizione di meglio sopportare le diverse alienazioni sociali e la loro reale repressione sessuale. Si tratta innanzitutto di dare un piacere solitario di voyeur agli uomini ed alle donne che vivono in coppia chiusa le relazioni sessuali ed affettive, strette ed esclusive, come compensazione momentanea alle diverse frustrazioni, incitandoli cioè a rassegnarsi alla loro incapacità di aprirsi ed alla loro alienazione.
Una vita sessuale senza slanci, senza scambi affettivi e fisici liberi e sinceri, tra partners inibiti e dipendenti non può essere altro che una vita sessuale atrofica, repressa e disumanizzata. Questa repressione si aggiunge alle innumerevoli repressioni che subiamo fin dall'infanzia e che fanno di noi degli individui o chiusi, angosciati, apatici, o dominatori, sadici, violenti; cioè fanno di noi o delle vittime o degli sfruttatori.
Con lo sviluppo dell'erotismo e della pornografia, la repressione sessuale ha assunto un falso aspetto di liberazione, ma non per questo è meno forte: è solo più sorniona. La repressione sessuale non è che una delle numerose forme di cui il sistema repressivo si serve per impedirci di esprimere liberamente i nostri profondi bisogni di amicizia, di amore, di scambi affettivi e fisici, nell'uguaglianza e nell'autonomia di ciascun individuo.
Per mantenere l'ordine esistente, è necessario (al sistema) che ci sia una gerarchia con superiori e subordinati, ed è necessario che non vi siano rapporti tra esseri umani liberi, bensì tra oggetti, tra schiavi e padroni. L'assenza di uguaglianza, di dialogo, di rapporti cordiali nel lavoro e nei rapporti sociali portano all'assenza di rapporti egualitari ed all'assenza di vero amore tra uomini e donne è cioè funzionale al sistema. Poiché nella nostra organizzazione sociale gli uni devono comandare e gli altri obbedire, bisogna che gli uomini si sentano superiori alle donne e le donne inferiori agli uomini, l'uomo deve prendere la donna e la donna deve farsi prendere, la donna deve sedurre l'uomo e l'uomo deve farsi sedurre, ognuno deve, alternativamente, dominare ed essere dominato. Quando, eccezionalmente, riescono a stabilirsi relazioni di scambio, d'uguaglianza e di libertà nei rapporti amorosi, esse sono la negazione stessa dell'ordine stabilito.
È anche necessario che la famiglia sia chiusa e che la fedeltà sessuale e l'amore-dovere coniugale siano obbligatori. Ma se la famiglia si aprirà all'esterno, se donne e uomini, genitori e bambini potranno non soltanto amarsi liberamente fra di loro ma anche al di fuori del cerchio familiare, allora sarà la fine delle frontiere, dei razzismi, dei nazionalismi, di tutte le segregazioni e di tutte le guerre.
Come per la coppia chiusa in se stessa, le altre coppie (gli altri uomini e donne, cioè) rappresentano una minaccia ed un pericolo, così per una nazione o una classe, l'altra nazione e l'altra classe rappresentano una minaccia ed un pericolo contro i quali è necessario difendersi ed amarsi.
I films pornografici, le riviste erotiche, fornendo compensazioni miserabili ed illusorie alla repressione affettive e sessuale, concorrono a perpetuare la struttura familiare del matrimonio. Wilhelm Reich aveva capito che il nucleo familiare attuale, nel quale genitori e bambini, padre e madre sono tutti dipendenti gli uni dagli altri, e nel quale la sessualità è esclusiva, stretta, repressa, è l'origine delle fissazioni, delle nevrosi, è il crogiolo in cui la società ingiusta, segregante ed autoritaria si forgia.
Ciò che la nostra società non vuole, a nessun prezzo, perché ciò la farebbe sentire in pericolo di morte, è il dialogo egualitario, lo scambio creativo tra individui autonomi, è la libera espressione della spontaneità dell'energia vitale, degli slanci amorosi, sia nelle relazioni tra i sessi sia nelle altre relazioni.
Al fine di perpetuare la società del potere, della gerarchia e del denaro, la famiglia dev'essere patriarcale, l'amore-dovere coniugale dev'essere esclusivo e stereotipato e la fedeltà obbligatoria, e ciò per tutta la vita, bisogna reprimere i desideri ed il bisogno d'amore; in breve sono necessarie le relazioni di dipendenza e di disuguaglianza.
Noi tutti abbiamo, dentro di noi, un bisogno di relazioni libere ed egualitarie da soddisfare, e come noi desideriamo poter amare liberamente a nostro modo, così molti altri hanno bisogno di vivere pienamente i loro rapporti umani. La macchina repressiva è quindi sottoposta ad una forte pressione interna che rischia in ogni istante di farla esplodere. La pornografia, la prostituzione, le tecniche sessuologiche, così come il tabacco, l'alcol ed i tranquillanti, svolgono un ruolo di valvola di sicurezza; salvaguardando la coppia e la famiglia tradizionali si evita il suo sbandamento e si salvaguarda l'ordine stabilito.
Ne risulta che il volere la rivoluzione e volere che la coppia tradizionale resti chiusa rappresenta una contraddizione. Ogni vera liberazione delle nostre forze d'amore, affettive e sessuali, nell'uguaglianza, le libere relazioni e l'autonomia di ognuno, è di per sé stesso un atto rivoluzionario che sconvolge ogni ordine sociale esistente e che fa cadere le barriere che dividono gli esseri umani (barriere di sesso, di età, di nazionalità, di razza, di classe, ecc.).
La liberazione da noi intesa non ha niente a che vedere con il libertinaggio e la pornografia, al contrario essa umanizza e diversifica le relazioni, essa apre ed elargisce amore, libera le nostre energie creatrici sia nei rapporti a due sia nelle relazioni di lavoro e nel lavoro stesso. Un amore umanizzato è, in effetti, un amore compiuto in cui nessuno costringe nessuno, non seduce nessuno, non prende nessuno, è un amore il cui piacere non è egoisticamente preso ma è sempre condiviso.
Questo modo di amarsi non esclusivo e aperto è talmente liberatorio che tende ad estendersi in ogni relazione. Una delle più gravi repressioni che attualmente sia l'uomo sia la donna subiscono è l'obbligo che è stato imposto loro dalla società (interiorizzata nella loro coscienza morale) di amare affettivamente e sessualmente un solo essere per tutta la vita e di amarlo secondo un modello prefabbricato che impedisce ogni creatività nello scambio, ogni spontaneità, che reprime ogni slancio e rende gli individui insoddisfatti, apatici, aggressivi. È mostruoso incolpare coloro che non possono ridurre i loro slanci d'amore ad un solo individuo in quanto è l'amore aperto, non esclusivo che apre i cuori all'amore per tutti gli uomini e alla fraternità.
Noi tutti sentiamo un bisogno irresistibile di vivere liberi e di amare più individui (e, tramite loro, tutti gli esseri umani senza distinzione alcuna), tutti abbiamo bisogno di cooperare, di cambiare, di creare in tutti i campi, ivi compreso quello dei rapporti umani e delle relazioni sessuali, e quando ci viene impedito di realizzare queste sane aspirazioni e ci vien fatto credere che queste sono immorali, allora la nostra energia vitale, invece di scaricarsi senza tensione sotto forma di amore, di creatività e di gioia di vivere viene deviata e trasformata in desiderio di possesso di denaro, di oggetti, di persone, in desiderio di godimento egoista, in bisogno di dominare, di autorità, in aggressività, odio, sadismo e distruttività, a meno che il nostro conflitto interno non faccia di noi le prede dell'angoscia, della depressione e di tutte le forme di nevrosi.
La repressione, affettive e sessuale alla quale siamo sottoposti dall'infanzia, fa di noi degli esseri inibiti e bloccati, dei "malati di mente" e di ciò approfittano gli spacciatori di droga, di tranquillanti, di alcool ed alcuni psicanalisti, psicologhi e sessuolghi che cercano di reintegrare nel sistema le nevrosi che il sistema stesso ha creato.
La paura dei nostri simili, la paura dell'altro, la paura di amare, di essere liberi e di vivere ci è stata inculcata sin dalla prima infanzia; liberarsi di queste paure fondamentali, arrivare ad amare senza ostacoli più persone, ed ognuna in modo diverso, sbarazzarsi del bisogno di amore chiuso, esclusivo e passivo, vivere liberamente la propria vita affettiva e sessuale, è senza dubbio una via difficile, a causa dei pregiudizi e dei nostri profondi condizionamenti, ma è già una preparazione della società egualitaria e del mondo senza frontiere di domani, in cui gli uomini non temeranno più di amarsi, di creare insieme, di vivere.

Mathilde Niel
(traduzione di Aurora F. da Le Monde Libertaire, ottobre 1975)