Rivista Anarchica Online
La riforma dei managers
Imprese pubbliche
I dirigenti delle principali aziende di stato hanno elaborato un documento
per la riorganizzazione delle imprese
a partecipazione statale. Questo documento è stato trasmesso alla commissione Chiarelli
(incaricata di esaminare
il problema delle imprese pubbliche) tramite la Federazione Nazionale Dirigenti Aziende Industriali. In
quarantasei fitte cartelle vengono illustrati i mali dell'impresa pubblica italiana e indicate le
modalità per la sua
riorganizzazione. Esaminiamo brevemente le proposte della tecnocrazia pubblica. In primo luogo
viene richiesta la nazionalizzazione di quelle attività che per le loro caratteristiche non sono
omogenee con strutture economiche a carattere privatistico: radio-televisione, telefoni, ecc. La
Montedison
dovrebbe invece passare nel sistema delle Partecipazioni statali. L'ENI dovrebbe essere finalizzato a quel
complesso di attività legate al petrolio, al metano e all'energia nucleare. L'IRI dovrebbe articolare
le sue attività
nei seguenti settori: della meccanica strumentale, dell'impiantistica ed elettronica industriale, della
meccanica di
serie e varia, dei trasporti. L'E.F.I.M. dovrebbe occuparsi esclusivamente del settore agricolo-alimentare
e della
grande distribuzione. L'E.G.A.M. dovrebbe essere sciolto e le sue attività ripartite tra gli altri enti
di gestione.
Inoltre una profonda ristrutturazione del settore chimico di proprietà pubblica, che dovrebbe
comprendere le
attività della Montedison, dell'ENI, e dell'E.G.A.M. Il settore bancario e del credito dell'IRI
dovrebbe essere
scorporato e organizzato in modo autonomo. Il documento dei managers pubblici pone
inoltre l'accento su un'inevitabile cambio della guardia: "Una profonda
ristrutturazione negli indirizzi e nelle strutture del sistema delle partecipazioni statali non si può
realizzare
con gli stessi uomini che sono stati i gestori della crisi del sistema, della degenerazione che si è
avuta
nell'arco degli ultimi dieci anni". Si sta dunque preparando una battaglia tecnocratica contro
le baronie clientelare?
Anonimo
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