Rivista Anarchica Online
Rinasce il sindacalismo rivoluzionario negli U.S.A.?
di Paolo F.
Quando negli anni sessanta si sviluppò in tutti i campus
universitari la contestazione studentesca, e la
rivolta negra assunse proporzioni drammatiche, sembrò a molti che per la prima volta "qualcosa"
stesse
veramente muovendosi negli Stati Uniti. L'attuale crisi del movimento studentesco nord-americano, il
logico fallimento dell'alternativa hippye e l'indirizzo nazionalistico-razzistico dal quale non ha saputo
liberarsi il movimento rivoluzionario negro dimostrano che, negli Stati Uniti come ovunque, l'unica valida
contestazione è quella anarchica. A nulla vale una fraseologia vagamente libertaria, quando poi
si
accettano parole d'ordine come "Potere negro" o si esalta il valore rivoluzionario della droga o si accetta
supinamente il mito maoista. Tuttavia, dalla riconosciuta insufficienza rivoluzionaria del movimento
studentesco, oltre alle fughe nel
mito, nella droga e nel terrorismo, è derivato anche un fenomeno per noi interessante: la
riscoperta
dell'anarcosindacalismo. Una parte non irrilevante (seppure minoritaria) dei giovani contestatori, alla
ricerca di uno sbocco realmente rivoluzionario per la loro rivolta, hanno ritrovato negli indomabili
militanti dell'I.W.W. (Industrial Workers of the World - Lavoratori Industriali del Mondo), l'espressione
americana più genuina delle radici proletarie della rivoluzione. Da oltre 60 anni l'I.W.W.
è presente sulla
scena politico-sociale degli U.S.A. (*) rappresentando il fenomeno più interessante nella storia
del
movimento operaio americano. Il fatto che oggi non sia altro che un'ombra della gloriosa e combattiva
I.W.W. dei primi due decenni del secolo, è certamente fonte di non allegre considerazioni sulle
possibilità
rivoluzionarie negli Stati Uniti. D'altra parte il semplice fatto che i Wobblies (come da
decenni vengono
chiamati gli attivisti dell'I.W.W.) continuino a lottare, seppur a ranghi ridotti, lascia aperta la speranza
di
un rinnovato potenziamento di questa organizzazione operaia di tendenza libertaria. Certo, il risorto
interesse di alcune centinaia di giovani per l'I.W.W. non basta per una ripresa dell'anarcosindacalismo
(di
cui devono essere soggetto i lavoratori e non gli studenti, per rivoluzionari che siano) negli U.S.A., ma
è comunque un fenomeno inaspettato e significativo.
Irriducibili rivoluzionari
Come già si può comprendere leggendo il preambolo dello statuto dell'I.W.W.,
vecchio di sessant'anni
ma ancora attuale, i Wobblies rifiutano ogni compromesso con lo stato e con i suoi servizi
all'interno del
movimento operaio. A onor del vero, anche in seno a questo sindacato rivoluzionario si sono
ripetutamente affacciati i sostenitori di una politica sindacale "ragionevole" e della necessità di
accettare
di trattare con i padroni; ma il dato positivo è che questi ripetuti assalti alla linea libertaria del
sindacato
sono stati respinti proprio grazie agli stretti legami con le lotte operaie. Il ventennio (1905-1925) in cui
questo sindacato, fondato a Chicago nel 1905, domina la scena sindacale americana è
caratterizzato da
un susseguirsi di durissime lotte, di clamorosi processi, di scontri sanguinosi con gli sbirri dello stato e
le
squadracce foraggiate dai padroni. Questa continua attività è accompagnata da un
serrato dibattito politico-ideologico: all'interno dell'I.W.W.
si scontrano ripetutamente concezioni differenti sui mezzi e i fini delle lotte operaie. Accanto agli
anarco-sindacalisti ed ai sindacalisti rivoluzionari, si trovano ora i sostenitori di un diretto impegno
politico del
sindacato ora i teorici di un ravvicinamento alle organizzazioni operaie moderate e, dopo la rivoluzione
russa i seguaci del bolscevismo. Il carattere frammentario dell'organizzazione dell'I.W.W., (presente in
forze in alcuni centri ed altrove completamente assente) ed il suo identificarsi sempre con le stesse lotte
operaie, senza cercare di sovrapporvisi, favorirono quasi costantemente il prevalere nei fatti della
metodologia anarco-sindacalista cioè dell'azione diretta degli sfruttati contro i
padroni e lo stato.
Decentramento organizzativo e solidarietà di classe
Solo in occasione dei grandi processi, cui tutti i suoi principali attivisti furono prima o poi sottoposti,
l'I.W.W. riuscì ad organizzare mobilitazioni che superarono i confini di un singolo stato; le pagine
più
gloriose di questo sindacato - e dell'intero movimento operaio statunitense - restano infatti legate alle
drammatiche lotte locali che singole sezioni iniziavano autonomamente contro il padronato e che ancora
oggi sono ricordate per il nome della località che fu teatro degli scontri: Lawrence, Paterson,
Goldfield,
McKees Rocks, ecc. Caratteristica di queste agitazioni è la partecipazione di lavoratori di tutte
le
nazionalità immigrati da molti paesi europei ed extra-europei: basti citare, ad esempio, che le
orazioni
funebri, pronunciate in occasione dell'assassinio di un operaio ceco da parte della polizia a McKees
Rocks, furono pronunciate in 15 lingue, per cui questo funerale assunse una chiara colorazione politica
internazionalista. La realizzazione degli ideali internazionalisti fu dunque possibile all'interno delle stesse
lotte locali, e si espresse nella stretta unità di classe che si stabilì fra le varie minoranze
etniche. Il carattere
locale delle lotte, d'altra parte, non bloccò la solidarietà di classe fra gli operai dei vari
stati della
confederazione, anzi stimolò quel fenomeno per cui i Wobblies si spostavano in
folti gruppi, viaggiando
abusivamente sui treni merci, per raggiungere rapidamente e senza spese i luoghi in cui c'erano scioperi
o scontri particolarmente duri. La tessera rossa dell'I.W.W. divenne ad un certo punto quasi un
biglietto ferroviario valido per usufruire
dei treni merci che collegavano i centri in cui, di volta in volta, scoppiavano disordini e dure lotte. Fu
proprio questa prontezza nel rispondere agli appelli di lotta e di solidarietà che
impressionò e tenne nel
terrore il nemico di classe. Quando, per esempio, furono arrestati vari Wobblies, tra cui
il noto attivista
Frank Little, nella città californiana di Fresno, bastò un telegramma di Little stesso alla
sede centrale
dell'I.W.W. a Chicago perché immediatamente 150 Wobblies raggiungessero in
treno da Portland il
confine con la California, e poi percorsero a piedi oltre 400 chilometri per raggiungere Fresno, evitando
così la polizia ferroviaria. Altre centinaia di disoccupati e di lavoratori vennero da lontano e
riempirono
in breve tempo le celle della prigione di Fresno, in modo da suscitare un caso clamoroso e da essere di
valido aiuto ai compagni incarcerati per primi. Grazie dunque alla durezza ed al clamore nazionale
che queste lotte locali provocavano, l'I.W.W. non
si trovò mai isolato e quando la sua combattività sembrava fiaccata, risorgeva e tornava
a radicalizzare
le lotte a migliaia di chilometri dal centro di lotta precedente. Il silenzioso (ma non troppo) lavoro di
pochi
attivisti poteva a volte dare i suoi frutti a distanza di anni, quando un'improvvisa agitazione operaia faceva
rapidamente salire da poche decine a molte migliaia gli iscritti locali al sindacato, che si trovava
così non
a dirigere la lotta dall'esterno, ma ad esserne parte integrante.
Il teatro ed il canto come armi rivoluzionarie
I Wobblies, ripetutamente accusati dallo stato di vagabondaggio, costituiscono
indubbiamente un
fenomeno unico nella storia americana. In un paese come gli U.S.A. in cui il rispetto di determinati valori
politici e morali è dato per scontato, i Wobblies "contestavano" l'intero sistema
vigente, e dichiaravano
apertamente di essere dei sovversivi. Attivisti anarchici Wobblies insultarono più
volte pubblicamente la
bandiera nazionale e tutti i "valori" che dietro ad essa si celano. Contro la repressione e la ben
orchestrata campagna di calunnie l'I.W.W. utilizzò nuovi strumenti di
propaganda, fra i quali delle gigantesche rappresentazioni teatrali popolari cui prendevano parte migliaia
di lavoratori e di disoccupati, sia come "attori" sia come spettatori. Questi spettacoli, che rappresentavano
scene di lotta operaia, venivano vissuti dagli operai e dal pubblico presente, e servivano a scaldare e ad
eccitare gli animi di tutti i presenti. Queste rappresentazioni erano naturalmente accompagnate da canti
rivoluzionari, composti perlopiù dal poeta wobblie Joe Hill, che tuttora rimangono
fra le parti più
suggestive del patrimonio folk americano. Oltre agli spettacoli popolari ed alle innumerevoli
splendide canzoni di contenuto politico-sociale,
l'I.W.W. utilizzò altri canali per controbattere la stampa di regime e per accrescere le simpatie
intorno alle
lotte operaie. Tutti i wobblies presero parte alla "campagna per la libertà di parola",
che il sindacato
rivendicava non come astratto diritto garantito dalla costituzione, ma come pratico diritto di formare
crocchi di persone agli angoli delle strade per spiegare l'attività stessa dell'I.W.W. e per
raccogliere
adesioni e simpatie. Contro questa continua attività dichiaratamente sovversiva degli
Wobblies, lo stato
ed i padroni ricorsero non solo alla più totale repressione, ma anche a gravi provocazioni. Basti
ricordare
l'attentato al "Times" di Los Angeles nel 1911, in cui persero la vita 21 persone, la cui
responsabilità fu
tanto falsamente quanto provocatoriamente fatta ricadere sull'I.W.W., che dovette così subire
le
conseguenze dei rinnovati viscerali attacchi anti-operai della stampa padronale. E fu sempre la cosiddetta
stampa "indipendente" a scagliarsi con ferocia contro l'intero sindacato, e particolarmente contro gli
attivisti anarchici, per la sua posizione non-collaborazionista - e, nel caso degli anarchici, pienamente
antimilitarista - di fronte alla prima guerra mondiale. Le accuse di essersi venduti al nemico furono
a più riprese scagliate contro i wobblies, che si difesero
sulla loro stampa e nelle aule dei tribunali come era loro costume: attaccando.
Da imputati ad accusatori
"Se sei un vagabondo che non ha nemmeno una coperta, se hai lasciato moglie e figli quando sei
partito
per l'ovest a cercare lavoro e da allora non li hai più rivisti; se il tuo lavoro non ti ha permesso
di restare
in un posto abbastanza a lungo per poter votare; se dormi in una lurida baracca e mangi cibo schifoso;
se tutti quelli che rappresentano l'ordine e la legge ti picchiano... come diavolo fai ad avere del
patriottismo?" Così afferma il famoso attivista sindacalista Haywood nel corso del grande
processo contro
165 militanti dell'I.W.W. montato contro l'intera organizzazione di punta della classe operaia alla fine del
1917. L'intervento di Haywood è sintomatico di come gli imputati si trasformassero da accusati
in
accusatori, secondo la migliore tradizione rivoluzionaria. L'imputato parlò per tre giornate,
esponendo
il suo pensiero politico, difendendo l'azione diretta ed il sabotaggio come validi metodi di lotta, e
spiegando alcuni slogans dell'I.W.W., giudicati - a ragione - disfattisti: "È meglio tradire il tuo
paese che
la tua classe". "Perché fare il soldato? Sii un uomo, entra nell'I.W.W. e combatti sul luogo di
lavoro per
te e per la tua classe". Il processo (che terminò con innumerevoli pesanti condanne per un totale
di molte
centinaia di anni e di 2.500.000 dollari di multe) fu così un'altra occasione per fare propaganda
sindacalista, e le condanne furono accolte dalla maggior parte degli imputati come un'ulteriore prova che
la loro lotta era giusta e colpiva nel vivo il nemico di classe. Gli innumerevoli processi, le continue
intimidazioni personali, il quotidiano scontro con la repressione
statale non attenuarono, anzi tennero continuamente quanto mai acceso il dibattito fra le varie
componenti
dell'I.W.W.. L'indirizzo libertario fu sempre predominante e questo impedì che il piccolo
sindacato si lasciasse
inglobare dal mito e dall'organizzazione bolscevica. Purtuttavia la tendenza autoritaria non si diede mai
per vinta e le discussioni fra centralizzatori e decentratori accompagnarono il sindacato per tutta la sua
vita e ne affrettarono la scomparsa dalla scena sociale statunitense nel corso del terzo decennio del
secolo.
In questo decennio, appunto, l'I.W.W. fu dilaniata da continue diatribe personali e discussioni politiche
che, insieme alla pesantissima repressione, la ridussero a minime proporzioni e resero irrilevante la sua
presenza fra la classe operaia statunitense. Comunque gli wobblies riuscirono a
sopravvivere ed a tenere
accesa la fiaccola del sindacalismo rivoluzionario in mezzo al proletariato statunitense, che le centrali
riformiste e mafiose sono riuscite sinora ad integrare nel sistema. Il sindacato, che ha la sua sede a
Chicago, pubblica sempre "Industrial Worker" ("Lavoratore Industriale") che è il suo organo
ufficiale,
che riproduce, accanto al titolo, gli slogans tradizionali dell'I.W.W.: "I lavoratori producono il benessere,
tutto il benessere deve andare ai lavoratori", "Organizzazione, Educazione, Emancipazione", "Una
ingiustizia fatta a uno è un'ingiustizia fatta a tutti".
Paolo F.
(*) L'I.W.W., secondo la sua stessa sigla, si poneva come sindacato mondiale, ed in effetti sue
sezioni
lottarono efficacemente in Australia, Canada, Inghilterra, Norvegia, Cile ed in altri paesi; ma fu solo negli
U.S.A. che l'I.W.W. incise profondamente nel movimento operaio.
Preambolo dello statuto I.W.W.
La classe lavoratrice e la classe padronale non hanno niente in comune. Non ci può essere
pace finché
la fame ed il bisogno colpiranno milioni di lavoratori ed i pochi, che compongono la classe padronale,
hanno tutti i beni della vita. Fra queste due classi la lotta deve proseguire finché i lavoratori del
mondo
si organizzeranno come classe, prenderanno possesso della terra e degli strumenti di produzione ed
aboliranno il sistema salariale. Noi pensiamo che l'accentrarsi della direzione delle industrie in un
numero sempre minore di mani
renda i sindacati di categoria incapaci di far fronte al sempre crescente potere della classe padronale.
I sindacati di categoria auspicano una situazione tale che una parte dei lavoratori sia messa in gara con
un'altra parte dei lavoratori della stessa industria, provocando perciò la sconfitta l'una dell'altra
in queste
guerre dei salari. Per essere espliciti, i sindacati di categoria aiutano la classe padronale nello sviare
i lavoratori nella falsa
credenza che la classe lavoratrice abbia interessi comuni con i suoi padroni. Queste condizioni
possono essere cambiate nell'interesse della classe lavoratrice sostenuto solamente
da una organizzazione formata in una maniera tale che tutti i suoi membri in ogni settore industriale,
o in tutti i settori se necessario, cessino il lavoro ogniqualvolta avvengo uno sciopero o una serrata, in
base al principio che un'offesa arrecata ad uno è un'offesa arrecata a tutti. Invece della parola
d'ordine
conservatrice "Una giusta paga quotidiana per una giusta giornata di lavoro", noi dobbiamo scrivere
sulla nostra bandiera il nostro obiettivo rivoluzionario: "abolizione del sistema salariale". È
compito storico della classe lavoratrice farla finita con il capitalismo. Le schiere dei produttori
devono essere organizzate non solo per la lotta quotidiana contro il capitalismo, ma anche per
proseguire la produzione quando il capitalismo sarà stato rovesciato. Organizzandoci, noi stiamo
formando la struttura della nuova società dentro l'ossatura della vecchia
società. |
Rinato interesse accademico per l'I.W.W.
Vi è stata negli ultimi anni una fioritura di scritti (articoli e libri quasi tutti in edizioni
universitarie)
sull'I.W.W. e la sua storia. Qui di seguito riportiamo una lista di alcuni dei libri usciti nell'ultimo
decennio: - 1963; esce il bel libro di Prestons "Stranieri e dissenzienti" che, rifacendosi a documenti
ufficiali,
mostra come il governo abbia aiutato la grande finanza a piegare e distruggere l'I.W.W. nel 1917. -
1964; viene pubblicato "Voci Ribelli" di Joyce Kornblush dell'Università di Michigan, una
antologia
molto popolare. - 1965; Foner pubblica una storia, completa fino alla prima guerra mondiale,
dell'I.W.W., e due libri
su Joe Hill: "Lettere di Joe Hill" e "Il caso Joe Hill". - 1967; il giornalista inglese Renshaw pubblica
"Wobblies" che è il risultato di studi fatti dall'Università
del Nord-Ovest; in Australia il professor Ian Turner pubblica "Sydney Burning" una raccolta di
documenti sui processi intentati all'I.W.W. in Australia durante la prima guerra mondiale (edizione
riveduta e corretta nel 1969). - 1968; l'Università dell'Oregon pubblica sotto forma di libro
(intitolato "Ribelli nei boschi") il materiale
che Tyler aveva pubblicato precedentemente in articoli. - 1969; esce il grande libro di Dubofskys
"Big Bill Haywood ed il Movimento Radicale dei Lavoratori". - 1970; si pubblica un libro di Conlon
sull'I.W.W.: "Pane ma anche rose", e l'importante biografia di
Smiths su Joe Hill. |
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