Rivista Anarchica Online
Pseudo anarchici
senza autore
C'è chi trova eccitante, in regime di "repressione tollerante",
passarsi per anarchico, naturalmente senza
esserlo e senza "farlo" veramente. Più divertente, per "scandalizzare il borghese" che farsi
crescere i
capelli ed il pelo facciale in guise pittoresche. "Contro-corrente" quasi come la droga. Molti di questi
pseudo-anarchici sono di professione nullafacenti e perciò perdono poche occasioni per mettersi
in
mostra, vistosi e disponibili ed esibizionisti come sono. E i pennivendoli della stampa borghese perdono
poche occasioni per ridicolizzare, attraverso costoro, il movimento anarchico. Poiché
l'anarchismo ha una
sua storia, un suo patrimonio di idee, una sua organizzazione (la cui logica sfugge certo a chi confonde
organizzazione e autorità), non è difficile, volendo, distinguere i militanti del movimento
anarchico (con
o senza barba capelli e baffi) dai sedicenti anarchici. Naturalmente tutto questo lo sanno anche i
pennivendoli della stampa borghese, cui però non sempre la
distinzione garba e preferiscono più spesso fare confusione perché i loro lettori non
corrano il rischio di
pensare che gli anarchici sono gente seria. E così, ogni volta che uno squilibrato si dice
anarchico, "dagli all'anarchico pazzo"; ogni volta che uno
o più individui stravaganti danno saggio della loro insipienza politica (prendendo magari a prestito
dall'anarchismo, per "giustificarsi", qualche frase impressionistica staccata dal suo contesto teorico e
storico), "dagli all'anarchico stravagante assurdo"... Anarchia - sesso - violenza - droga - follia - e -
così -
sia.
A proposito di insipienza politica è abbastanza tipico quanto è successo recentemente
al palazzo di
giustizia di Milano, dove alcuni sedicenti anarchici hanno salutato Cavallero e la sua banda con i pugni
chiusi, "da compagni a compagni" ed hanno gridato slogans "rivoluzionari". (qualche settimana prima
altri
- o gli stessi - erano sfilati per i corridoi del tribunale gridando slogans del tipo "siamo tutti delinquenti").
Per la gioia del Corriere della Sera che li ha subito autorevolmente patentati di anarchismo. Ora, il
discorso sulla criminalità, sulla giustizia di stato è un discorso troppo importante ed
insieme troppo
delicato per trattarlo a colpi di slogans e di esibizioni d'anti-conformismo folkloristico. In questa
occasione, giustamente, la Organizzazione Anarchica Milanese ha emesso un comunicato
stampa di cui quasi tutti i quotidiani milanesi (tranne naturalmente il Corriere) imprevedibilmente davano
notizia. In esso si dice che gli anarchici ritengono che la causa dei delitti vada sempre ricercata nella
struttura oppressiva, autoritaria, diseguale della società e che i "delinquenti" siano essi stessi
vittime
incolpevoli del sistema. Il documento ricorda che gli anarchici ritengono che i crimini puniti dallo stato
siano ben piccola cosa di fronte ai crimini commessi dallo stato e dalle classi dominanti, che furti e truffe
siano ben piccola cosa di fronte allo sfruttamento sistematico dei lavoratori, che gli stessi assassinii siano
ben piccola cosa di fronte alle stragi perpetrate dagli eserciti. Ciò premesso, il comunicato stampa
continua dicendo che gli anarchici non teorizzano il crimine, che è uno degli aspetti della violenza
generalizzata che essi combattono, che è un fenomeno solo apparentemente antitetico ed in
realtà
complementare della società borghese. Il documento finisce affermando che le rapine della banda
Cavallero non hanno avuto nulla a che fare né con gli anarchici né con la rivoluzione e
che nulla a che
fare con il movimento anarchico hanno i sedicenti anarchici che si sono esibiti in modo infantile e
provocatorio al processo Cavallero.
Fra gli individui e i gruppetti che la stampa è solita definire anarchici, ci sono anche i
"situazionisti". A
dire il vero non è chiaro se sia legittimo definirli situazionisti, data la loro fumosità
ideologica, la loro
vaghezza organizzativa, la multiformità ed evanescenza delle loro denominazioni. Ciò
che li accomuna
fra di loro e con i situazionisti ufficiali è il gusto per i linguaggio esoterico, per quelle che loro
chiamano
"azioni esemplari" (e che rassomigliano quasi sempre a provocazioni), per i tentativi di disgregazione dei
gruppi e delle federazioni anarchiche. A proposito dei situazionisti e delle loro più recenti
prodezze la commissione di corrispondenza della
Federazione Anarchica Italiana ha diramato un comunicato stampa nel quale tra l'altro si precisa: "Il
situazionismo è il parto della fertile fantasia di un gruppo di intellettuali che nel 1957, riuniti
intorno
ad un tavolo per discutere di arte e di urbanistica, decidevano di sfruttare i loro contatti culturali per
fondare un movimento politico pseudo rivoluzionario, una specie di movimento "rivoluzionario"
qualunquista. Ben coscienti però dell'impossibilità della convivenza di una Internazionale
Situazionista
con gli altri movimenti politici rivoluzionari e particolarmente con il movimento anarchico, decidevano
che prima loro missione fosse quella di infiltrarsi negli altri movimenti politici rivoluzionari per
distruggerli, accusandoli di ideologismo e di burocratismo organizzativo, utilizzando indiscriminatamente
la calunnia e la provocazione. La loro critica alle ideologie e alle organizzazioni rivoluzionarie non
riguarda però la loro ideologia e la loro organizzazione verticista. "Il situazionismo è
comunque inconcepibile per chi non considera il problema rivoluzionario come una
festa, ritenendo invece che esso deve essere risolto tra mille difficoltà quotidiane: mentre si
è costretti a
guadagnarsi il pane. Il situazionismo è ben lontano dal mondo del lavoro, come gli anarchici sono
lontani
dalla gioventù dorata situazionista, la quale intende - scientemente o incoscientemente, in buona
fede o
in mala fede - giocare un ruolo di provocazione controrivoluzionaria, nascondendo le sue reali intenzioni
sotto un calderone ideologico in cui ciascuno dei raggruppamenti della sinistra extraparlamentare
potrebbe
riconoscersi, ma in cui non è possibile ritrovare i principi che stanno alla base delle conclusioni
che
vengono a gran voce strombazzate". Il comunicato riferisce a mo' d'esempio un recente episodio di
provocazione. "Cinque squallidi rappresentanti dell'Internazionale Situazionista in Italia (aderenti ai
gruppi
"Gatti selvaggi" di Cosenza e "Lega dei comunisti dei consigli" di Firenze), la sera del 14 aprile u.s.
aggredirono un giovane compagno fiorentino e, nella notte sporcavano i muri della città con
manifesti
e scritte ingiuriose nei confronti di coloro che li hanno ripetutamente smascherati e bollati: gli
anarchici".
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