Rivista Anarchica Online
Lager per sfrattati
senza autore
Milano, la grande Milano, orgogliosa dei grattacieli del centro direzionale,
dei grandi palazzi bancari, il
grande centro del miracolo economico dovuto all'iniziativa privata e alle capacità imprenditoriali
dei suoi
uomini d'affari, deve la maggior parte del suo sviluppo vertiginoso allo sfruttamento continuo di nuova
forza lavoro che affluisce da ogni parte d'Italia. Se nel periodo fra le due guerre l'immigrazione era
formata quasi principalmente da veneti, ora sono i meridionali che arrivano in continuità e che
forniscono
manodopera specialmente all'industria edilizia e alle catene di montaggio delle grandi industrie che
producono in serie. Ma come vengono trattati questi lavoratori che affluiscono giornalmente a
Milano, che arrivano
trascinando con sé tutta la famiglia e le poche cose che possiedono, con il solo indirizzo di un
amico o
di un paesano che prima di loro è venuto a farsi sfruttare al Nord? Al di là del razzismo
spicciolo del
"terun" e degli episodi di intolleranza che qualche volta sfociano in risse, Milano accoglie molto male gli
immigrati. Lavoro ne trovano, seppure malpagato, le grosse industrie milanesi hanno fame di braccia
non qualificate,
di manovali da poter pagare dalle 80 alle 120.000 lire al mese; alcune di esse espongono manifesti con
offerte di lavoro fin sui traghetti dello stretto di Messina. Quello che manca, che non si trova se non
pagando cifre pari fino alla metà della paga, è l'alloggio. E con la casa tutti quei servizi
e infrastrutture,
come scuole, trasporti, ospedali, ecc., che rendono la città abitabile. Il sistema basato sul
profitto deve sfruttare più che può, non può preoccuparsi delle necessità
degli
uomini, deve sempre tenerli al limite della sopravvivenza, offrendo loro solo quegli svaghi alienati che
servono a non farli pensare troppo e usarli soprattutto come consumatori da sfruttare fino in fondo oltre
il lavoro. Così nascono i grandi quartieri popolari alla periferia della città, ghetti
dormitorio dove ci si può solo
riposare, male, per tornare alla catena il giorno dopo; così, allo stesso modo, i paesi che
costituiscono la
cintura di Milano si ingrandiscono caoticamente fino a sommare un numero di abitanti pari alla stessa
città. Però, non tutti riescono a raggiungere una sistemazione in una casa che sia
almeno civile, o a
mantenersela. All'Istituto Case Popolari giacciono 40 mila domande di alloggio, ciò significa che
a Milano
40.000 famiglie abitano in vecchie cascine, scantinati, case vecchie che crollano, che non sono
assolutamente abitabili, delle topaie senza servizi e manutenzione che però rendono fior di soldi
ai padroni
di casa. Perché per questi posti inabitabili si pretendono affitti assolutamente sproporzionati,
sia ai redditi degli
inquilini che alle comodità, per dire, offerte. Cosicché, quando, per una ragione qualsiasi,
la famiglia non
è più in grado di pagare l'affitto, altrimenti tutti morirebbero di fame, lo sfratto segue a
breve termine. Allora la grande e civile Milano, col suo generoso cuor d'oro, non lascia la famiglia
per la strada, ma la
manda a un centro sfrattati. Qui viene alloggiata in una sola stanza, due se sono più di quattro
persone,
con i servizi in comune, gli scarafaggi sui muri e i topi sul pavimento. Se i quartieri popolari sono
dei ghetti, qui siamo in un lager, il Centro è cintato e un guardiano all'ingresso
controlla chi entra ed esce e impedisce l'accesso agli estranei e per estranei si intendono tutti, compresi
i parenti più stretti. Il regolamento del Centro Sfrattati di Novate, riportato qui sotto,
integralmente, dà l'idea di tutto questo.
Il regolamento è appeso all'ingresso del Campo, vicino alla portineria e per fortuna gli sfrattati
riescono
ad eluderlo abbastanza bene. Nondimeno esiste ed è una prova di quello che è
veramente la progressista Milano, che ha ed ha avuto
sindaci socialisti, quella che si vanta di aver fondato l'Umanitaria, la Cà Granda, e le altre varie
opere più
o meno pie per soccorrere gli indigenti, fino ad arrivare alla Tazzinetta Benefica. Tutte cose fatte una
volta, quando della carità, pelosa, ci si vantava; oggi la maschera è in parte caduta, chi
non sa nuotare,
annega nei lager di Novate, Figino, Zoia, Chiesa Rossa, Oglio. I centri sfrattati sono di per sé
stessi un obbrobrio, nelle condizioni attuali non dovrebbero nemmeno
lontanamente esistere se il diritto alla casa non fosse solamente un altro modo con cui la classe politica
e dirigente usa riempirsi la bocca. La casa come diritto sociale dev'essere conquistata dai lavoratori con
lotte autogestite, così come per trasformare gli attuali quartieri-ghetto in luoghi dove si possa
vivere
civilmente non vi è altro modo che gestirseli, perché solo gli abitanti di un quartiere
conoscono le loro
vere necessità e i modi per soddisfarle, senza che nessun burocrate o padrone possa suggerirglieli
meglio.
Norme per il funzionamento interno dei centri per sfrattati e senza tetto
Art. 1 - L'immissione nei Centri per Sfrattati e senza Tetto è determinata dalla Commissione
Comunale
o dalla Presidenza dell'E.C.A. L'ospite, all'atto dell'accettazione, deve comprovare le sue
generalità, fornire tutte le notizie atte ad
illustrare la propria situazione familiare ed economica e deve altresì sottoporsi alla visita sanitaria
di
ammissione e sottoscrivere formale impegno alla osservanza delle norme disciplinari e di funzionamento
interno. Art. 2 - Non possono esser ospitate persone che si trovano in stato di ubriachezza molesta
o che risultino,
a seguito della visita sanitaria, affette da malattie contagiose o in stato di evidente sporcizia. Art. 3
- L'assegnazione del Centro di residenza è disposta dalla Direzione. È facoltà di
questa disporre,
per particolari esigenze o per motivi disciplinari, il trasferimento degli ospiti da un Centro
all'altro. Art. 4 - La permanenza nei Centri è provvisoria. Il diritto di permanenza
cessa automaticamente per quei nuclei che abbiano ottenuto assegnazione di
alloggio da parte della competente Commissione Comunale o risultino avere, comunque, altre
possibilità
di sistemazione. Detti nuclei saranno senz'altro dimessi ricorrendo, ove occorra, all'intervento
della Forza Pubblica. Art. 5 - L'assenza senza preavviso alla Direzione per quindici notti
consecutive, comporta la dimissione
d'ufficio. Norme disciplinari per gli ospiti Art. 6 È fatto
obbligo: 1) osservare gli orari ed i regolamenti di volta in volta fissati dall'Amministrazione
per regolare la vita del
Centro; 2) usare modi corretti sia nei rapporti tra gli ospiti e verso il personale addetto; 3)
attenersi alle disposizioni di volta in volta impartite dal personale addetto al Centro, evitando
discussioni con lo stesso, ricorrendo, se del caso, alla Direzione; 4) conservare con cura il materiale
ricevuto in uso, del quale ogni ospite è responsabile; 5) provvedere ad eleggere il proprio
domicilio presso il Centro ed alla notifica di conseguenza presso i
competenti Uffici Comunali; 6) provvedere alla denuncia delle malattie infettive proprie o di
componenti la famiglia. Art. 7 È proibito: a) ospitare parenti
od estranei; b) provocare perturbamenti al normale funzionamento del Centro; c)
occupare posto diverso da quello assegnato; d) compiere atti che minaccino e provochino danni a
cose del Centro; e) giocare d'azzardo nell'interno del Centro; f) girare nell'interno del Centro in
atteggiamento o costume contrari alla morale; g) usare linguaggio scorretto e
blasfemo; h) introdurre nel Centro automobili, motocarri, carri e tricicli; i) prelevare
corrente mediante allacci abusivi o manomissioni all'impianto elettrico; l) usare
elettrodomestici, stufe elettriche, televisori, giradischi, frigoriferi, ecc.; m) lasciare biciclette,
moto e materiali vari nei corridoi, fuori dalla propria abitazione e nei passaggi; n) tenere, nei locali
assegnati, animali di qualsiasi genere; o) circolare nell'interno del Centro con biciclette, moto e
veicoli in genere. PUNIZIONI Art. 8 - Le punizioni in cui gli ospiti potranno incorrere
sono: a) ammonizione; b) trasferimento in altro Centro come da art. 3; c) espulsione con
perdita titolo assegnazione alloggio. Art. 9 - L'ammonizione viene inflitta dal Direttore a quegli ospiti
che trasgrediscono per la prima volta
le norme regolamentari; il provvedimento deve essere accompagnato da formale diffida a non ripetere
la trasgressione. L'ospite ammonito, qualora persista nella violazione delle norme regolamentari,
potrà
incorrere nelle punizioni di cui agli articoli 10 e 12. Art. 10 - In caso di mancanze gravi, che
apportino perturbamento alla vita del Centro, o per trasgressioni
alle norme regolamentari che abbiano dato luogo a più ammonizioni, può essere adottato
dal Direttore,
il provvedimento di trasferimento, come da articolo 8 par. b. Art. 11 - Gli ospiti ai quali è
stata inflitta una delle punizioni previste dagli articoli 9 e 10 potranno, entro
il termine di tre giorni, presentare ricorso alla Presidenza dell'E.C.A., tramite la Direzione, comunicando
per iscritto le proprie ragioni. Art. 12 - Per le mancanze di eccezionale gravità e per
l'inveterata recidiva delle infrazioni di cui ai
precedenti articoli 9 e 10, potrà essere adottata l'espulsione dal Centro. Tale provvedimento
dovrà essere
deliberato dal Presidente dell'E.C.A. o dall'Assessore alla Ripartizione Edilizia Popolare del Comune, su
proposta del Capo Divisione Assistenziale dell'E.C.A. e dopo aver sentito gli interessati. Il
provvedimento è comunque definitivo. Art. 13 - In caso di deterioramento doloso o dovuto
a colpa grave di cose mobili di proprietà del Centro,
dovrà essere senz'altro operato il risarcimento del danno. Art. 14 - Gli ospiti sono
tenuti ad aprire le porte dei locali loro assegnati in qualunque momento del
giorno e della notte su richiesta del personale addetto e a non opporsi alle eventuali ispezioni che si
rendessero necessarie ai locali stessi. Art. 15 - Servizio sanitario In servizio
Sanitario del Centro ha carattere di integrazione dell'Assistenza del Comune gratuita o di quella
mutualistica eventualmente fruita dagli interessati. Art. 16 - Gli ospiti sono obbligati a sottoporsi
all'esame schermografico o ad altri esami sanitari che
fossero ritenuti necessari dal personale sanitario o dalla Direzione. Art. 17 -
Orari Apertura del Centro ore 6 Chiusura del Centro
ore 1 Erogazione luce illuminazione Orario invernale dalle ore 16 alle ore
8 Orario estivo dalle ore 19 alle ore 7 In caso di cattivo tempo, l'erogazione straordinaria
sarà effettuata a giudizio della Direzione p. Il Comune di Milano p.
L'Ente Comunale di Assistenza
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