Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 5
giugno 1971


Rivista Anarchica Online

Lager per sfrattati
senza autore

Milano, la grande Milano, orgogliosa dei grattacieli del centro direzionale, dei grandi palazzi bancari, il grande centro del miracolo economico dovuto all'iniziativa privata e alle capacità imprenditoriali dei suoi uomini d'affari, deve la maggior parte del suo sviluppo vertiginoso allo sfruttamento continuo di nuova forza lavoro che affluisce da ogni parte d'Italia. Se nel periodo fra le due guerre l'immigrazione era formata quasi principalmente da veneti, ora sono i meridionali che arrivano in continuità e che forniscono manodopera specialmente all'industria edilizia e alle catene di montaggio delle grandi industrie che producono in serie.
Ma come vengono trattati questi lavoratori che affluiscono giornalmente a Milano, che arrivano trascinando con sé tutta la famiglia e le poche cose che possiedono, con il solo indirizzo di un amico o di un paesano che prima di loro è venuto a farsi sfruttare al Nord? Al di là del razzismo spicciolo del "terun" e degli episodi di intolleranza che qualche volta sfociano in risse, Milano accoglie molto male gli immigrati.
Lavoro ne trovano, seppure malpagato, le grosse industrie milanesi hanno fame di braccia non qualificate, di manovali da poter pagare dalle 80 alle 120.000 lire al mese; alcune di esse espongono manifesti con offerte di lavoro fin sui traghetti dello stretto di Messina. Quello che manca, che non si trova se non pagando cifre pari fino alla metà della paga, è l'alloggio. E con la casa tutti quei servizi e infrastrutture, come scuole, trasporti, ospedali, ecc., che rendono la città abitabile.
Il sistema basato sul profitto deve sfruttare più che può, non può preoccuparsi delle necessità degli uomini, deve sempre tenerli al limite della sopravvivenza, offrendo loro solo quegli svaghi alienati che servono a non farli pensare troppo e usarli soprattutto come consumatori da sfruttare fino in fondo oltre il lavoro.
Così nascono i grandi quartieri popolari alla periferia della città, ghetti dormitorio dove ci si può solo riposare, male, per tornare alla catena il giorno dopo; così, allo stesso modo, i paesi che costituiscono la cintura di Milano si ingrandiscono caoticamente fino a sommare un numero di abitanti pari alla stessa città.
Però, non tutti riescono a raggiungere una sistemazione in una casa che sia almeno civile, o a mantenersela. All'Istituto Case Popolari giacciono 40 mila domande di alloggio, ciò significa che a Milano 40.000 famiglie abitano in vecchie cascine, scantinati, case vecchie che crollano, che non sono assolutamente abitabili, delle topaie senza servizi e manutenzione che però rendono fior di soldi ai padroni di casa.
Perché per questi posti inabitabili si pretendono affitti assolutamente sproporzionati, sia ai redditi degli inquilini che alle comodità, per dire, offerte. Cosicché, quando, per una ragione qualsiasi, la famiglia non è più in grado di pagare l'affitto, altrimenti tutti morirebbero di fame, lo sfratto segue a breve termine.
Allora la grande e civile Milano, col suo generoso cuor d'oro, non lascia la famiglia per la strada, ma la manda a un centro sfrattati. Qui viene alloggiata in una sola stanza, due se sono più di quattro persone, con i servizi in comune, gli scarafaggi sui muri e i topi sul pavimento.
Se i quartieri popolari sono dei ghetti, qui siamo in un lager, il Centro è cintato e un guardiano all'ingresso controlla chi entra ed esce e impedisce l'accesso agli estranei e per estranei si intendono tutti, compresi i parenti più stretti.
Il regolamento del Centro Sfrattati di Novate, riportato qui sotto, integralmente, dà l'idea di tutto questo. Il regolamento è appeso all'ingresso del Campo, vicino alla portineria e per fortuna gli sfrattati riescono ad eluderlo abbastanza bene.
Nondimeno esiste ed è una prova di quello che è veramente la progressista Milano, che ha ed ha avuto sindaci socialisti, quella che si vanta di aver fondato l'Umanitaria, la Cà Granda, e le altre varie opere più o meno pie per soccorrere gli indigenti, fino ad arrivare alla Tazzinetta Benefica. Tutte cose fatte una volta, quando della carità, pelosa, ci si vantava; oggi la maschera è in parte caduta, chi non sa nuotare, annega nei lager di Novate, Figino, Zoia, Chiesa Rossa, Oglio.
I centri sfrattati sono di per sé stessi un obbrobrio, nelle condizioni attuali non dovrebbero nemmeno lontanamente esistere se il diritto alla casa non fosse solamente un altro modo con cui la classe politica e dirigente usa riempirsi la bocca. La casa come diritto sociale dev'essere conquistata dai lavoratori con lotte autogestite, così come per trasformare gli attuali quartieri-ghetto in luoghi dove si possa vivere civilmente non vi è altro modo che gestirseli, perché solo gli abitanti di un quartiere conoscono le loro vere necessità e i modi per soddisfarle, senza che nessun burocrate o padrone possa suggerirglieli meglio.


Norme per il funzionamento interno dei centri per sfrattati e senza tetto

Art. 1 - L'immissione nei Centri per Sfrattati e senza Tetto è determinata dalla Commissione Comunale o dalla Presidenza dell'E.C.A.
L'ospite, all'atto dell'accettazione, deve comprovare le sue generalità, fornire tutte le notizie atte ad illustrare la propria situazione familiare ed economica e deve altresì sottoporsi alla visita sanitaria di ammissione e sottoscrivere formale impegno alla osservanza delle norme disciplinari e di funzionamento interno.
Art. 2 - Non possono esser ospitate persone che si trovano in stato di ubriachezza molesta o che risultino, a seguito della visita sanitaria, affette da malattie contagiose o in stato di evidente sporcizia.
Art. 3 - L'assegnazione del Centro di residenza è disposta dalla Direzione. È facoltà di questa disporre, per particolari esigenze o per motivi disciplinari, il trasferimento degli ospiti da un Centro all'altro.
Art. 4 - La permanenza nei Centri è provvisoria.
Il diritto di permanenza cessa automaticamente per quei nuclei che abbiano ottenuto assegnazione di alloggio da parte della competente Commissione Comunale o risultino avere, comunque, altre possibilità di sistemazione.
Detti nuclei saranno senz'altro dimessi ricorrendo, ove occorra, all'intervento della Forza Pubblica.
Art. 5 - L'assenza senza preavviso alla Direzione per quindici notti consecutive, comporta la dimissione d'ufficio.
Norme disciplinari per gli ospiti
Art. 6
È fatto obbligo:
1) osservare gli orari ed i regolamenti di volta in volta fissati dall'Amministrazione per regolare la vita del Centro;
2) usare modi corretti sia nei rapporti tra gli ospiti e verso il personale addetto;
3) attenersi alle disposizioni di volta in volta impartite dal personale addetto al Centro, evitando discussioni con lo stesso, ricorrendo, se del caso, alla Direzione;
4) conservare con cura il materiale ricevuto in uso, del quale ogni ospite è responsabile;
5) provvedere ad eleggere il proprio domicilio presso il Centro ed alla notifica di conseguenza presso i competenti Uffici Comunali;
6) provvedere alla denuncia delle malattie infettive proprie o di componenti la famiglia.
Art. 7
È proibito:
a) ospitare parenti od estranei;
b) provocare perturbamenti al normale funzionamento del Centro;
c) occupare posto diverso da quello assegnato;
d) compiere atti che minaccino e provochino danni a cose del Centro;
e) giocare d'azzardo nell'interno del Centro;
f) girare nell'interno del Centro in atteggiamento o costume contrari alla morale;
g) usare linguaggio scorretto e blasfemo;
h) introdurre nel Centro automobili, motocarri, carri e tricicli;
i) prelevare corrente mediante allacci abusivi o manomissioni all'impianto elettrico;
l) usare elettrodomestici, stufe elettriche, televisori, giradischi, frigoriferi, ecc.;
m) lasciare biciclette, moto e materiali vari nei corridoi, fuori dalla propria abitazione e nei passaggi;
n) tenere, nei locali assegnati, animali di qualsiasi genere;
o) circolare nell'interno del Centro con biciclette, moto e veicoli in genere.
PUNIZIONI
Art. 8 - Le punizioni in cui gli ospiti potranno incorrere sono:
a) ammonizione;
b) trasferimento in altro Centro come da art. 3;
c) espulsione con perdita titolo assegnazione alloggio.
Art. 9 - L'ammonizione viene inflitta dal Direttore a quegli ospiti che trasgrediscono per la prima volta le norme regolamentari; il provvedimento deve essere accompagnato da formale diffida a non ripetere la trasgressione. L'ospite ammonito, qualora persista nella violazione delle norme regolamentari, potrà incorrere nelle punizioni di cui agli articoli 10 e 12.
Art. 10 - In caso di mancanze gravi, che apportino perturbamento alla vita del Centro, o per trasgressioni alle norme regolamentari che abbiano dato luogo a più ammonizioni, può essere adottato dal Direttore, il provvedimento di trasferimento, come da articolo 8 par. b.
Art. 11 - Gli ospiti ai quali è stata inflitta una delle punizioni previste dagli articoli 9 e 10 potranno, entro il termine di tre giorni, presentare ricorso alla Presidenza dell'E.C.A., tramite la Direzione, comunicando per iscritto le proprie ragioni.
Art. 12 - Per le mancanze di eccezionale gravità e per l'inveterata recidiva delle infrazioni di cui ai precedenti articoli 9 e 10, potrà essere adottata l'espulsione dal Centro. Tale provvedimento dovrà essere deliberato dal Presidente dell'E.C.A. o dall'Assessore alla Ripartizione Edilizia Popolare del Comune, su proposta del Capo Divisione Assistenziale dell'E.C.A. e dopo aver sentito gli interessati.
Il provvedimento è comunque definitivo.
Art. 13 - In caso di deterioramento doloso o dovuto a colpa grave di cose mobili di proprietà del Centro, dovrà essere senz'altro operato il risarcimento del danno.
Art. 14 - Gli ospiti sono tenuti ad aprire le porte dei locali loro assegnati in qualunque momento del giorno e della notte su richiesta del personale addetto e a non opporsi alle eventuali ispezioni che si rendessero necessarie ai locali stessi.
Art. 15 - Servizio sanitario
In servizio Sanitario del Centro ha carattere di integrazione dell'Assistenza del Comune gratuita o di quella mutualistica eventualmente fruita dagli interessati.
Art. 16 - Gli ospiti sono obbligati a sottoporsi all'esame schermografico o ad altri esami sanitari che fossero ritenuti necessari dal personale sanitario o dalla Direzione.
Art. 17 - Orari
Apertura del Centro ore 6
Chiusura del Centro ore 1
Erogazione luce illuminazione
Orario invernale dalle ore 16 alle ore 8
Orario estivo dalle ore 19 alle ore 7
In caso di cattivo tempo, l'erogazione straordinaria sarà effettuata a giudizio della Direzione
p. Il Comune di Milano
p. L'Ente Comunale di Assistenza