rivista anarchica
anno 46 n. 409
estate 2016


Racconto

L'ultima domanda

di Cinzia Piantoni


Da qualche anno, alla fine di ogni numero estivo, diamo spazio
a uno o più racconti. Questa volta ne proponiamo solo uno.
Da leggere, se possibile, sotto l'ombrellone.


Il piccolo appartamento dei Tangini (ventiquattresimo piano, scala B, interno tre) è stato tirato così a lucido che sembra quasi risplendere. I mobili e gli arredi, tutti nei toni del rosa e del giallo, contribuiscono a dare l'effetto d'insieme di una caramella ancora da scartare, o di un uovo di Pasqua particolarmente eccentrico. Fuori, come sempre, piove.
La padrona di casa, la signora Luisella, è al lavandino della cucina, impegnata a sfregare con una paglietta la già pulitissima teglia delle lasagne, con l'intento di debellare un ultimo immaginario residuo di grasso.
Nonostante sia un giorno feriale ha deciso di stravolgere la routine e preparare il menù della festa. D'altronde, a dispetto di quel che ne può pensare suo marito, quello di oggi non è certo un martedì sera come tutti gli altri.
Gianni, il marito in questione, le dedica solo un fugace sguardo di biasimo da dietro gli occhiali spessi, per poi tornare rassegnato alla lettura del suo quotidiano scuotendo la testa.
“Perlomeno oggi niente minestrina“, sussurra con il naso ficcato nella pagina sportiva, ben attento a mantenere un tono al di sotto delle capacità uditive della moglie.
“Tesoro, levati da lì“, esclama Luisella in direzione di Martina, la piccola di casa, imbambolata come al solito di fronte alla finestra, “e vai a chiamare il nonno, che alle nove comincia.“
Martina obbedisce trotterellando mansueta fino all'ingresso della camera degli ospiti, a pochi passi di distanza.
“Nonno“, chiama bussando alla porta color oro già spalancata, “posso?“
“Certo, gioia“, le risponde l'anziano facendole cenno di entrare.
Una volta Martina aveva provato a ritrarre il nonno in un disegno, ma nonostante tutti i suoi sforzi non era riuscita a riportare sulla carta quel suo strano sorriso un po' storto. Il viso di papà era sempre serio, il nonno invece sembrava un piccolo monello messo per sbaglio nel corpo di un ottantenne. Nessuno avrebbe mai detto che erano padre e figlio, se non per gli occhi della stessa forma e colore.
“Vuoi che ti legga qualcosa?“ le chiede indicando la libreria. “Continuiamo con Tom Sawyer?“
A quelle parole Martina si illumina e spalanca la bocca come per parlare, ma poi si ferma e congiunge le piccole mani dietro la schiena guardando in basso, improvvisamente seria e concentrata.
“Magari dopo“, pigola dondolandosi avanti e indietro tra talloni e punte, “la mamma ha detto di chiamarti, la trasmissione sta per iniziare.“
“Dille che non mi va, me ne sto qui a riposare. Già è orrendo sapere che il mondo finirà, ma dover votare per quale coppia di idioti andrà su Marte a perpetuare la razza umana mentre noi resteremo qui a morire mi sembra solo una grande presa per il culo.“
Martina non fa caso alle parolacce del nonno, né sa cosa voglia dire quello strano verbo, perpetuare, sono solo quattro parole in quella lunga frase ad averle fatto venire all'improvviso una gran voglia di piangere.
“Resteremo qui a morire?“ ripete con gli occhioni blu colmi di lacrime pronte a traboccare. “Ma a scuola hanno detto che anche noi ci andremo su Marte, solo più avanti.“
“Hai ragione Martina, scusami“, si affretta a rispondere nonno Carlo facendole una carezza sulla testolina bionda, “sono così vecchio che a volte non ci capisco niente e mi dimentico le cose. Mi ero scordato che ci andremo anche noi... tra qualche anno.“
La bimba sorride di nuovo, con quel faccino innocente che è l'unica cosa per cui il vecchio Carlo è pronto a dire bugie così spudorate.
“Dai nonnino, vieni di là con noi! La mamma ci tiene tantissimo a guardarla tutti insieme.“
Carlo sbuffa e si alza.
“D'accordo, andiamo.“

* * *


“Svelti, svelti! Sta per cominciare“, esclama Luisella appena dalla TV inizia a risuonare la familiare melodia del jingle governativo. Una frase in sovrimpressione annuncia che il programma sarà trasmesso, con traduzione istantanea, in diretta mondiale.
Si accomoda sulla sua poltrona preferita, quella con la fantasia di fenicotteri rosa, lisciandosi la gonna con le mani mentre fissa il teleschermo.
“Sbrigatevi!“ ripete senza distogliere lo sguardo. Si tranquillizza solo quando sente il familiare crepitio del copridivano di plastica trasparente, segno che finalmente si stanno sedendo anche gli altri.
Appena lo schermo viene riempito dal viso del presentatore (e dal suo sorriso di un bianco abbacinante), Luisella non riesce a trattenere un sussulto ammirato.
“Che uomo affascinante!“ esclama tra sé. “Ho fatto proprio bene a televotarlo.“
Il pensiero che il suo presentatore preferito sia da poco diventato anche il nuovo primo ministro le procura un brivido di piacere lungo la schiena.
“Signore e signori, buonasera“, sussurra Gualtiero Teobaldi con voce suadente, “e benvenuti al gran finale del più famoso reality show del mondo: Paradiso Marziano.“
Applauso scrosciante del pubblico, che Teobaldi smorza alzando le mani con sguardo bonario.
“Abbiamo il grande onore di ospitare nella nostra bella Italia l'ultima puntata del programma che deciderà la storia. Come sapete, purtroppo le risorse della Terra si stanno esaurendo, e tra qualche anno saremo costretti a trasferirci tutti nella modernissima stazione Orbis su Marte.“
A quelle parole Martina si gira verso il nonno con un sorriso soddisfatto. Il vecchio la stringe a sé cercando di ricacciare indietro le lacrime, poi getta un'occhiata alla nuora e il suo sguardo si indurisce. Che una bambina creda a una balla del genere può anche starci, ma quando a cascarci sono gli adulti Carlo proprio non riesce a darsi pace.
“In questa storica serata, grazie al televoto, verranno decretati l'uomo e la donna che per primi andranno su Marte, per essere i due nuovi...“
Pausa a effetto, aumento della musica di sottofondo per creare suspense, rullo di tamburi.
“...Adamo ed Eva!“
A quelle parole il pubblico scoppia in un applauso incontenibile, corredato da urla entusiaste e standing ovation.
Persino Luisella si alza dalla poltrona battendo le mani.
“Quando ero piccolo come te“, dice il nonno rivolgendosi a Martina, “il televoto si usava solo per le questioni frivole, non per decidere il destino dell'umanità.“
A quelle parole Luisella si gira verso di lui fulminandolo con lo sguardo.
Carlo si zittisce all'istante. Non vuole affrontare l'ennesima discussione con la nuora, soprattutto dopo quella del giorno prima, dove ha rischiato sul serio di essere cacciato di casa. Raccontare a Martina che una volta non cadeva pioggia acida tutto il giorno gli era sembrata solo una puntualizzazione necessaria, così come spiegarle che era stata generata da esperimenti nucleari andati fuori controllo, ma Luisella decisamente non era sembrata del suo stesso parere.
“Cosa dicevi, nonnino?“ chiede Martina.
“Niente, gioia. Fai attenzione, che adesso presentano le coppie finaliste.“
“Ma, Luisella“, dice Gianni abbassando il giornale e toccando la moglie sulla spalla, “sbaglio, o ti sei truccata?“
“Certo, perché?“ chiede lei voltandosi di scatto. “Ti piaccio?“
“Sì sì“, si affretta a rispondere Gianni. “Ma come mai? Aspettiamo ospiti?“
“No, ma va'. Volevo... Sì, insomma, è una serata importante“, dice Luisella accarezzandosi i capelli freschi di piega. “Perché, che c'è? Hai qualcosa in contrario?“
“Io? Niente, figurati.“
“Ti ho visto invece, hai alzato gli occhi al cielo.“
“Non è vero, Luisella, non ho fatto proprio nulla.“
“Okay, ma ho visto che accennavi a farlo, e poi ti sei fermato. L'intenzione c'era, ed è quella che conta.“
Gianni infila pollice e indice della mano sinistra sotto gli occhiali a massaggiarsi la radice del naso, poi sospira sconsolato.
“Certo, e lo sai perché? Perché sei ridicola.“
“Come ti permetti? Sarai bello tu, in canottiera e pantaloni della tuta. Pure le ciabatte... Potevi almeno fare lo sforzo di infilarti un paio di scarpe!“
“Mamma, perché litigate?“
“Marti, non stiamo litigando, tranquilla“, la rassicura Gianni.
“Non è niente, tesoro“, interviene Luisella scoccando al marito un'occhiata torva, “è che papà ha un po' di mal di testa, e preferisce andare di là a stendersi.“
Solo pochi secondi dopo Martina vede la porta della camera dei genitori chiudersi con un tonfo dietro la schiena ricurva di suo padre.
“Povero papà“, sussurra.
“Gli passerà“, sentenzia Luisella afferrando il telecomando dal tavolino da tè rosa shocking e premendo con forza il tasto più del volume.
“Piuttosto tu, signorina“, dice senza nemmeno voltarsi, per non perdersi niente della prima prova di abilità, “hai aggiornato il tuo profilo Friendface? O devo sempre ricordartelo io ogni volta? E cerca di aumentare il numero di amici come si è raccomandata la maestra, che ne hai ancora meno di cento.“
Martina toglie dalla tasca il suo piccolo smartphone lucido e inserisce sconsolata le sue credenziali di accesso, mentre sullo schermo HD da 72 pollici la coppia di concorrenti dalla Francia inizia il percorso ad ostacoli.

* * *


Lo studio ora è completamente buio. Nessuna musica di sottofondo, solo un battito costante e ritmato, come quello di un cuore.
Un faro si accende e illumina Gualtiero Teobaldi, premier/presentatore dal sorriso e dallo smoking scintillanti.
“Signore e signori, è arrivato il momento che tanto attendevamo. Ho qui la busta con i risultati.“
Il pubblico rumoreggia, in casa Tangini invece c'è il silenzio assoluto, a parte il russare di nonno Carlo, che si è addormentato più o meno a metà della prova di ballo.
Luisella è così protesa verso lo schermo che rischia di cadere dalla poltrona, con la piega ormai disfatta per il continuo toccarsi i capelli e la punta di un piede che batte nervosamente sul pavimento. Martina invece è concentrata sullo smartphone, sta tempestando di like le foto delle sue compagne di classe nel tentativo disperato di farsi aggiungere tra i loro amici.
In studio le luci si accendono sulle ultime due coppie rimaste in gara.
Quella italiana è composta da Modesto Ottone, prestante marmista di Forlì pieno di muscoli, e Rosabella Albina detta Rosi, hostess di Catania dai botticelliani riccioli biondi molto attiva sui social.
I due norvegesi sono Hilda Helga, biologa marina di Bergen dalle gambe chilometriche, e Ingvar Ketil archivista medievale di Oslo con la barba lunga e gli occhi di ghiaccio.
“Vincono gli italiani, di sicuro“, esclama Luisella rivolta al televisore, “quella Hilda ha una faccia così slavata! E lui, poi? Dove crede di andare, intellettuale borioso che non è altro?“
Teobaldi chiude la busta e la appoggia a terra, poi prende tra le sue le mani delle due donne, a mo' di arbitro di boxe.
“La coppia vincitrice di Paradiso Marziano è...“
In studio nessuno fiata. A casa il nonno continua imperterrito a russare.
“...quella italiana!“ proclama il premier alzando la mano di Rosabella la hostess.
Definire boato quello che scoppia in studio sarebbe riduttivo. Il pubblico applaude, urla, fischia, partono cori da stadio, mentre i due vincitori si abbracciano sotto una cascata di coriandoli dorati.
Luisella manda un urlo così acuto che il nonno si sveglia di soprassalto, e Martina alza la testa dal telefono incuriosita.
“Lo sapevo! Lo sapevo!“ ripete la donna saltellando sulla poltrona e battendo le mani.
Si precipita in salotto anche Gianni, in pigiama e con la faccia stropicciata dal sonno.
“Cosa sta succedendo?“ chiede allarmato. “Ti ho sentita gridare.“
“Hanno vinto gli italiani!“ risponde Luisella con un sorriso estatico. “Lo dicevo io, la barba non va neanche più di moda.“
Gianni scuote la testa sconsolato, poi scambia uno sguardo muto con il nonno, che allarga le mani in segno di impotenza.
“Resta qui, dai. Adesso c'è il lancio“, ordina Luisella.
Gianni cede e si lascia cadere sul divano vicino a Martina, di nuovo assorbita dalla sua ricerca di amici su Friendface.
Dopo uno stacco pubblicitario più lungo del solito ritroviamo Teobaldi e i due concorrenti in esterna, su un piazzale illuminato a giorno. Al centro, dietro di loro, un'enorme navicella spaziale con il logo del programma, tutt'intorno una marea di persone trattenute dalle transenne.
“Siamo pronti“, declama il presentatore con voce impostata, “tra poco i nostri due Adamo ed Eva saliranno questa scaletta e partiranno per Marte. La sequenza di lancio è già stata attivata, tra soli cinque minuti saranno in volo.“
Alle sue parole sullo schermo parte il conto alla rovescia, in cifre giallo limone.
“Rosi, sei emozionata? Vuoi dire qualcosa a chi ci segue?“ chiede porgendo il microfono alla novella Eva, già pronta con la tuta spaziale.
“Sì, grazie Gualtiero. Volevo ringraziare i miei follower“, comincia la hostess, ma subito viene interrotta dal premier, che le fa segno di fermarsi toccandosi l'orecchio con gli occhi sbarrati.
“Solo un secondo. Mi stanno dicendo qualcosa dalla regia.“
L'attimo dopo Teobaldi torna a sfoggiare il suo solito sorriso smagliante e si rivolge ai telespettatori: “Nessun problema, manca solo un'ultima formalità. Per questioni di tempi avevamo tralasciato la prova di cultura generale, ma pare sia obbligatoria. Sono solo tre domande semplicissime, ma dovete rispondere correttamente a tutte o la vostra vittoria sarà nulla.“
Luisella sbuffa: “Si capisce lontano un miglio che è una cosa preparata, giusto per aumentare la suspense.“
Il premier/presentatore impugna una cartellina, spuntata da chissà dove, con il quiz.
“Domanda numero uno: su quale canale viene trasmesso il talent show Adotta un disoccupato?“
“Facile“, risponde Modesto il marmista alzando uno dei suoi muscolosi braccioni, “il quarantadue“.
“Visto?“ dice Luisella al nonno. “È troppo facile! Tutto finto, te lo dico io.“
“Mancano tre minuti!“ Continua Teobaldi, “ed ecco la seconda domanda: chi ha scritto la Divina Commedia?“
“Io lo so!“ squittisce Rosabella. “Ci hanno fatto un film qualche mese fa, su quello scrittore. L'attore era Adrian Zac, quello bello con gli occhi verdi, che ha fatto anche Se canti m'innamoro con Nicole Caprice...“
“Coraggio Rosi, dimmi il nome del personaggio che interpretava“, la incalza il presentatore.
“Sì, ce l'ho sulla punta della lingua... Dante Alighieri?“
“Esatto! Forza ragazzi, ne manca solo una: secondo la mitologia greca, chi morì per aver volato troppo vicino al sole?“
Silenzio.
“Coraggio, il tempo è quasi scaduto! Mancano quaranta secondi!“
Rosi sembra un pesce, apre e chiude la bocca senza emettere suoni, mentre Modesto riempie il tempo che passa con dei lunghi ehm e mhmh, intervallati da colpetti di tosse.
“Oddio“, esclama Luisella dal salotto dei Tangini, rosicchiando quel che resta della sua manicure appena fatta.
“Qualcosa mi dice che non è una scena preparata“, afferma Gianni.
“Dieci secondi“, implora Teobaldi con voce tremante, slacciandosi la cravatta di lustrini, “vi prego!“
Rosi la hostess ormai piange disperata, col trucco che le scola in una maschera grottesca, e Modesto il marmista guarda a terra ammutolito.
Il timer sullo schermo arriva a zero.
Teobaldi butta a terra la cartelletta ed esce dallo studio urlando: “Icaro! Era Icaro, dannazione!“, sovrastato dai buuu del pubblico e dal boato dei motori della navicella in avvio. I due ex-novelli Adamo ed Eva rimangono immobili, improvvisamente minuscoli in mezzo al piazzale.
La navetta spaziale, assemblato di metallo e circuiti ad alta tecnologia ignaro di tutto, parte rombando verso la stazione marziana, completamente vuota.

* * *


I Tangini sono tutti in silenzio. Luisella piange col viso tra le mani, Gianni guarda Luisella, e Martina fissa lo schermo come ipnotizzata.
Il vecchio Carlo si alza, e con passi lenti si avvicina alla TV. Si concede un'ultima amarissima risata, e poi la spegne.
Fuori continua a piovere.

Cinzia Piantoni