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                Solo la realtà  
                  di Bruno Bigoni 
                  
                  Inquadratura e montaggio hanno 
                  raggiunto una tale forza creativa che possono affrontare direttamente 
                  la materia di cui è fatta la vita: la realtà. 
                  Non hanno bisogno di andare a cercarla in un racconto che abbia 
                  precedentemente forma letteraria. Il semplice apparire della 
                  realtà nell'immagine cinematografica, diviene talmente 
                  significativo che essa non ha più bisogno di alcuna preordinata 
                  forma poetica.
                 
                   
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                    |   Una scena di Sacro Gra  | 
                   
                  
                  Ci sono film che non raccontano alcuna storia. Né una 
                  storia inventata né il racconto dell'esperienza di un 
                  personale destino. Ci sono film che mostrano semplicemente una 
                  sola cosa (la realtà) e che non intendono, con ciò, 
                  farci partecipi di alcuna considerazione né di alcun 
                  giudizio. La cosa mostrata è indipendente da relazioni 
                  narrative con altre cose, è sciolta da qualsiasi connessione. 
                  È semplicemente una cosa sola, quella che viene mostrata. 
                  E l'immagine, in cui essa appare, ignora tutto di essa senza 
                  cercare di fornire alcuna interpretazione. 
                  E guarda caso, questa tendenza cade così proprio nel 
                  suo opposto. Il semplice oggetto diviene semplice apparizione. 
                  Il semplice dato di fatto diviene semplice immagine. La realtà, 
                  basata su se stessa, diventa impressione. Così i film 
                  documentari portati all'ultima conseguenza divengono il loro 
                  opposto: film assoluti. 
                  Un esempio: Sacro Gra, il documentario sul grande raccordo 
                  anulare di Roma, diretto da Gianfranco Rosi, film che ha vinto 
                  il Leone d'oro all'ultimo Festival del cinema di Venezia, mostra 
                  delle realtà, delle vite, degli esseri umani così 
                  come sono, senza nessuna alterazione, senza nessun commento 
                  o giudizio. Neanche estetico. Le cose sono semplicemente mostrate 
                  e la percezione sensibile della loro semplice presenza cresce 
                  fino a raggiungere il vero senso della vita. È la nostra 
                  esistenza colta semplicemente dalla macchina da presa. Un film 
                  da vedere.
                 Bruno Bigoni 
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