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                 L'uomo in sedici noni 
                  
                di Paolo Pasi 
                 
                  Era tutto iniziato da una cura 
                  dimagrante. Facile e divertente, gli avevano assicurato. Non 
                  avrebbe dovuto rinunciare a nulla, neppure ai bignè, 
                  e sarebbe passato comunque a una forma smagliante. Longilineo, 
                  asciutto, essenziale. E così era stato. Era diventato 
                  un uomo in sedici noni, ma adesso quel formato stava diventando 
                  una camicia di forza televisiva. Lo costringeva a scelte appiattite, 
                  elementari. Dentro o fuori. Pura logica binaria, digitale fino 
                  al midollo. O cittadino onesto, oppure in galera. 
                   Per 
                  un uomo in formato sedici noni non era contemplata la possibilità 
                  di un pareggio, di una qualunque complicazione di risultato, 
                  ma lui era infarcito di dubbi, aspettative, speranze, frustrazioni, 
                  disperazione, apatia, rabbia, era un ammasso di incertezze in 
                  una cornice che si presentava sicura nella sua modernità. 
                  Adesso voleva scappare, ma era troppo magro per sfondare il 
                  campo dell'inquadratura, fare un salto fuori dagli schermi ed 
                  uscirne pulito. 
                  Là fuori, nel mondo reale, forse pioveva, ma lì 
                  dentro si respirava a fatica. Nel mondo in sedici noni erano 
                  diventati tutti più magri solo per fare spazio ad altri, 
                  e così si viveva compressi. Al limite del respiro. 
                  Pausa. 
                  Respirò profondamente e fece un salto nel silenzio. Sentì 
                  un'ombra di delusione scivolargli via, poi cercò di immaginare 
                  un varco, uno dei tanti possibili, ma non ne trovava uno. Il 
                  passaggio ai sedici noni era irreversibile, e non prevedeva 
                  il ritorno al tradizionale formato in quattro terzi. Il tempo 
                  correva in una sola direzione. Logica binaria, digitale. Adeguarsi 
                  o scomparire. 
                  Poi tutto scomparve in una zona grigia, indistinta, e lui si 
                  svegliò fradicio del suo sudore, all'estremo limite di 
                  un incubo che gli stava ancora addosso. Lo aveva semplicemente 
                  sognato. Era diventato un uomo in sedici noni, ed era a un passo 
                  dal suicidio telecomandato, ma anche adesso, nonostante fosse 
                  sveglio, sentiva l'angoscia di sentirsi in gabbia. Accese la 
                  luce e vide che erano le tre di notte. Infilò le ciabatte 
                  e si guardò allo specchio. Ciò che vide fu una 
                  sagoma sfocata che aveva però le giuste proporzioni. 
                  Era ancora vivo, in carne e ossa. Un uomo in 3D.
                
  Paolo Pasi
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