rivista anarchica
anno 43 n. 382
estate 2013


rom/1

Il cuore freddo di molti italiani

di Enrico Finzi / foto Luca Vitone


Da una ricerca demoscopica risulta che solo il 17 per cento degli Italiani 15-69enni reputa i rom meritevoli di sostegno solidale quando sono in grave difficoltà (non normalmente: solo nei momenti di vera emergenza!).


AstraRicerche, l'istituto che si occupa di indagini sociali e di marketing di cui sono il presidente, ha realizzato nel marzo 2013 un sondaggio intervistando on line un campione rappresentativo degli Italiani tra i 15 e i 69 anni, che ammontano a circa 41.8 milioni di adulti.
Si è trattato di uno studio regalato alla Casa della Carità di Milano, guidata da don Virginio Colmegna, che si occupa con spirito aperto e non clericale di aiutare molti emarginati, a partire dagli extracomunitari e dai rom.
I risultati di tale ricerca demoscopica non sono ancora stati diffusi ma sono possibili due anticipazioni che penso possano interessare i lettori di “A”.
La prima, davvero sconfortante, è che quasi la metà degli Italiani non fa assolutamente nulla per sostenere in qualche modo coloro – e sono tanti, sempre di più – che soffrono di gravissimi problemi materiali e a volte anche psichici. Per l'esattezza, il 46% si tiene lontano da qualunque pratica di solidarietà, volontariato, impegno sociale e anche tradizionale carità cristiana: e, quel che è peggio, esalta e teorizza l'egoismo che è raramente causato dalla propria povertà ma è in larga misura determinato da una 'filosofia' menefreghista e spesso razzista.
Ma è la seconda anticipazione quella che turba maggiormente. Essa deriva dalle risposte a una domanda del tutto inconsueta, posta agli intervistati, ai quali si chiedeva di indicare – tramite un voto da 1/minimo a 10/massimo – quali tipi di persone abbiano bisogno di essere aiutate se si trovano in gravi difficoltà.
Ebbene, se l'84% indica i bambini come meritevoli di aiuto in caso di difficoltà, le percentuali – pur un po' minori – restano molto elevate se si parla di malati (82%), disabili (81%), anziani (79%), persone con disagio psichico (77%) e coloro che hanno subito catastrofi naturali (77%). Si cala un po' per i poveri (69%), le vittime delle violenze e delle guerre (67%), i senza tetto (62%), i disoccupati (61%). Ci si colloca tra il 59% e il 50% per le donne (59%), i giovani (59%), le persone sole (57%), i popoli del Terzo Mondo (54%). Per gli adulti si scende al 47%, per gli uomini al 45%, per gli immigrati al 42%, per i rifugiati e i perseguitati politici al 37%, per i detenuti e gli ex-detenuti al 32%, per le prostitute al 30%.
Fermiamoci un attimo a riflettere. La domanda – almeno in una comunità degna di questo nome – dovrebbe prevedere il 100% di risposte positive per ciascuno dei gruppi sociali citati, dal momento che essa chiedeva quali di essi meritino di essere aiutati qualora si trovino in gravi difficoltà. Ora, in un mondo davvero civile, chiunque si trovi in gravi difficoltà deve essere sostenuto per il solo fatto di essere appartenente all'umanità. Ma non è così, come s'è visto. I bambini – ed è anche comprensibile – 'valgono' circa un quinto più degli anziani e addirittura più del doppio degli adulti; i poveri contano quasi il doppio degli immigrati; i disoccupati il doppio dei detenuti e degli ex-detenuti; i malati quasi il triplo delle prostitute; eccetera. La verità è che gli intervistati – spesso senza esserne consapevoli – ritengono che taluni gruppi di donne e di uomini 'valgano meno': il che si verifica in particolare per gli immigrati, i rifugiati e i perseguitati politici, i detenuti e gli ex detenuti, le prostitute e i prostituti.
Qui, come si vede, la lunga legittimazione dell'odio sociale, il trionfo culturale della destra sedicente 'd'ordine' e di una parte della sinistra succube del pensiero dominante, hanno finito con il considerare 'sottouomini' (secondo la definizione nazista) coloro che vengono da altri paesi, magari a seguito di drammatiche persecuzioni politiche; quelli che hanno o hanno avuto l'esperienza del carcere; coloro che si dedicano alla mercificazione del proprio corpo (e quasi nessuno dei deploratori pensa ai loro clienti).
Ma la 'chicca' sta nell'ultima informazione, sin qui non citata: al fondo della classifica troviamo gli zingari, i rom, che solo il 17% degli Italiani 15-69enni reputa meritevoli di sostegno solidale quando sono in grave difficoltà (non normalmente: solo nei momenti di vera emergenza!)
Sono queste, mi pare, tragiche conferme di un'ostilità preoccupante, che mostra la facilità con cui in moltissimi italiani si è potuto ridurre lo spessore dell'umanità. Senza citare Bakunin o Marx, restando solo alla rivoluzione francese, quanto resta in tutto ciò della libertà, dell'eguaglianza, della fraternità cantate nella Marsigliese? La risposta è ovvia e triste, le responsabilità non meno ovvie e gravissime.

Enrico Finzi


Berlino. Il mausoleo in memoria del Porrajoms, l'olocausto dei rom e dei sinti,
è stato inaugurato a ottobre del 2012 e si trova a pochi passi dal Reichstag,
sede del parlamento tedesco.
Il mausoleo è stato disegnato dall'artista israeliano Danil Karavan nel 1992;
ha un cuore fatto di specchi che riflettono tavole di pietra spaccate.
Al centro, su una piattaforma triangolare, una singola rosa,
che viene cambiata ogni giorno