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				 NO TAV 4 
                  
                Leggere No Tav/ Una questione di ordine pubblico? 
  
                
                   
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                    Non 
                        solo un treno...  
                        La democrazia alla prova  
                        della Val Susa 
                        Gruppo Abele Edizioni, 2012 
                        pp. 320, € 12,00  | 
                   
                 
                 
                Vista da fuori, la lotta No Tav della valle di Susa si 
                potrebbe provare a riassumerla in tre fasi (lo fa Marco Revelli 
                nel libro Non solo un treno, scritto con Livio Pepino): 
                inizialmente (e per oltre dieci anni) ci si descrive come i montanari 
                che rinnovano – fuori tempo massimo – la lotta oscurantista 
                di inizio'800 di chi si illude di poter fermare il progresso; 
                poi si ammette (con malcelato fastidio) che le nostre argomentazioni 
                qualche fondamento ce l'hanno e si prova a lusingarci con la promessa 
                di “adeguate compensazioni”; infine – di fronte 
                alla ostinazione con cui continuano ad opporsi non solo i cittadini, 
                ma la netta maggioranza dei sindaci (nonostante la promessa di 
                “un posto in casta”), scatta il piano di riconversione 
                della ormai ingestibile “dialettica democratica” in 
                una “questione di ordine pubblico”; con delega piena 
                alle forze dell'ordine (e alla magistratura) di “risolvere 
                il problema” senza risparmiare su uomini e mezzi. 
                In realtà per noi che in questa lotta 
                  ci siamo nati, o ci stiamo invecchiando, e che comunque ne abbiamo 
                  fatto se non “la ragione”, un pezzo significativo 
                  della nostra vita, la vicenda è naturalmente più 
                  complessa. Perché anche gli atteggiamenti sopra schematizzati 
                  si sono manifestati e intrecciati in modo più o meno 
                  riconoscibile e pesante per tutto l'arco di durata, ormai molto 
                  lungo, della vertenza: quasi un quarto di secolo! 
                  Basti rammentare gli atti di sabotaggio attribuiti ai sedicenti 
                  “lupi grigi” già negli anni '90 con gli orrori 
                  giudiziari e i suicidi che ne sono seguiti... Ma per raccontarla 
                  tutta – questa complessità – sono ormai stati 
                  scritti (dall'interno e dall'“esterno”) più 
                  di 130 libri. E nello stesso testo (di 120 pagine fitte) di 
                  Pepino e Revelli, la premessa cui ho fatto cenno viene sviscerata 
                  in tutti i modi possibili. Forse per questo raccontare una storia 
                  attraverso le immagini – soprattutto i volti – anche 
                  i loro cambiamenti inevitabili per il passare degli anni e il 
                  mutare (in peggio) degli scenari, potrebbe sembrare una provocazione 
                  che abbiamo fatto più di una volta anche noi – 
                  quasi a dire “siamo così, siamo questa roba qui, 
                  ci mettiamo la faccia” (come usa dirsi oggi anche da parte 
                  di qualcuno che espone più facilmente altre parti anatomiche).  
                  Ben venga quindi la nuova “camera con vista” sulla 
                  valle proposta in queste pagine.
                 Claudio Giorno 
                 Claudio Giorno, valsusino, è stato fondatore negli 
                  anni '90 del Comitato Habitat per la difesa del territorio e 
                  delle vivibilità residua, da cui nacque quello oggi universalmente 
                  noto come “movimento No Tav”.  
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