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				 Grecia 
                  
                Molto al di là dell'economia “ufficiale” 
                  
                testo e foto di Monica Giorgi 
                    
                “Sono povera non quando non ho soldi, ma quando non ho niente 
da offrire”, incalza la donna nel suo pacato discorso. 
Le reti di libero scambio, sorte nella Grecia del terzo millennio, rappresentano la concreta espressione positiva di questo pensiero. 
Ecco il resoconto del viaggio in Grecia di una nostra collaboratrice, sulle tracce di un'economia alternativa sommersa (ma nemmeno tanto). 
                 
                  Dalla piazza di Exarchia, il 
                  movimentato quartiere di un'Atene libertaria e anarchica, si 
                  diramano le mille viuzze dove rintracciare i luoghi operativi 
                  di alcune di quelle singolari iniziative di natura socializzante, 
                  in cui ricchezza non sta a danaro. 
                  Proprio di iniziative si tratta. Perché, pur nelle modificazioni 
                  assunte nel tempo e rese necessarie da nuove circostanze, esse 
                  conservano il senso originario che fa delle relazioni viventi 
                  la filigrana del tessuto sociale. Sono iniziative dirette, quasi 
                  minimali, ma non minimaliste, senza troppi conti da far tornare, 
                  ma non di poco conto; sono iniziative a investimento economico 
                  e politico, di economia domestica e di politica delle cose prime. 
                  Il primo bazar di libero scambio in Grecia è stato organizzato 
                  dalla Cooperativa Sporos (Seme) nel centro di Atene. Operativo 
                  dal 2003, benché faccia ancora parte della cooperativa, 
                  adesso il bazar ha assunto il nome Skoros (Tarma). 
                  Esistono altri quattro liberi bazar stanziati nelle maggiori 
                  città del paese, molti dei quali vengono organizzati 
                  nell'arco di un pomeriggio o per un'intera giornata, combinati 
                  solitamente ad altre attività (pranzi conviviali, fiere 
                  dell'artigianato, intrattenimenti culturali, ecc). I liberi 
                  bazar sono regolarmente organizzati in diverse zone di Atene, 
                  ma anche in molte altre città della Grecia. Per ampiezza, 
                  volume e regolarità questi mercati sono notevolmente 
                  cresciuti dal 2009 in poi. Per chi partecipa portare qualcosa 
                  non è obbligatorio, ma si capisce che nei bazar indetti 
                  per un solo giorno c'è una regola “non scritta“, 
                  secondo cui il piacere del dono sarebbe sollecitato dal portare 
                  almeno una cosa. Questa norma non vige nei bazar permanenti, 
                  perché una persona può portare qualcosa un giorno 
                  e prendere qualcos'altro dopo svariati mesi. In linea di principio 
                  si è liberi di prendere in quantità e valore tutte 
                  quelle cose di cui in pratica ci si può far carico. 
                  Skoros è un locale d'angolo dove quotidianamente è 
                  possibile offrire e prendere oggetti senza mediazione di danaro. 
                  Si scambiano così vestiti, giocattoli, libri, scarpe, 
                  piccoli utensili, mobiletti, soprammobili, cd e ben altro ancora 
                  in fatto di idee, di incontri, discussioni, condivisione partecipata 
                  e attività collaterali (corsi di cucina, ricette per 
                  preparati cosmetici, ecc). 
                  A prima vista Skoros può sembrare un'iniziativa a carattere 
                  caritatevole e filantropico. Ma così non è se 
                  si ascolta quanto dicono e si osserva dal di dentro quel che 
                  fanno coloro che vi partecipano, anche se le misure di austerità 
                  e il conseguente incremento dell'indigenza tendono a flettere 
                  Skoros in quella direzione. È ben risaputo: non manca 
                  chi si appropria di un oggetto per rivenderlo altrove in cambio 
                  di soldi... Ma nell'intento dei promotori – molte più 
                  donne che uomini – agisce il desiderio di stimolare in 
                  sé, insieme ad altri, un consumo consapevole. In buona 
                  sostanza non fa gioco l'ideologia anticonsumistica, si tratta 
                  piuttosto di una critica al consumo (kritikì stin 
                  katanàlosi). Lo segnala, nella parete prospiciente 
                  l'entrata, il pannello disegnato a china: alcuni selvaggi, lancia 
                  in pugno e fare circospetto, sono pronti a “difendersi” 
                  con forza da quelle strane, sconosciute macchine che sono carrelli 
                  della spesa schierati ai confini della savana. 
                
                   
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 Atene – Murale a Psyrri, il quartiere degli 
                  artisti  | 
                   
                  
                  In assoluta gratuità 
                 In realtà cosa si fa di originale a Skoros? Una sorta 
                  di baratto sui generis che ha assai poco a che vedere 
                  con il “tradizionale” baratto, per cui gli oggetti 
                  di scambio sono valutati su misure fisiche di pari entità. 
                  Il valore dello scambio, né lineare né biunivoco, 
                  e il movimento di senso che lo delinea sono a più ampio 
                  raggio di quanto lo sarebbero se fossero regolati dalla norma 
                  del do ut des. 
                  In risalto stanno valore d'uso in rapporto agli oggetti, e valore 
                  di transazione in sé riguardo ad un interesse non privatamente 
                  individuale, ma singolarmente collettivo. In altri termini il 
                  valore di scambio consiste nel prendere mentre si dà 
                  e dare mentre si prende. Non c'è bisogno di precisare 
                  con molte regole questo valore. Più spesso è vero 
                  il contrario perché ci si possa rendere conto del proprio 
                  approccio alle cose e agli altri, e metterlo in discussione. 
                  L'anonima circolazione di beni in assoluta gratuità fa 
                  di Skoros un punto per un commercio senza danaro, un gratuito 
                  bazar di libero scambio (kharistikò-adalaktikò 
                  pazari, viene significato nella lingua di chi lo agisce, 
                  considerando che l'area semantica di 'kharistikò' 
                  evoca l'azione del donare con piacere, per grazia). Skoros sembra 
                  proprio non costituire, o per lo meno tenta di non costituire, 
                  una benemerita quanto volenterosa reazione alla crisi. Non soltanto 
                  la sua data di nascita lo conferma. In quel che racconta una 
                  donna di Skoros c'è la costatazione di un parziale quanto 
                  innegabile fallimento rispetto alle proposte iniziali, ma il 
                  fallimento non preclude, almeno da parte sua – e di non 
                  pochi altri, vista la vivacità delle presenze – 
                  la continuazione dell'iniziativa. 
                  Le circostanze trasformano i propositi, ed è un bene 
                  non rimanere ad essi ancorati. A Skoros, mi si fa capire, la 
                  scommessa sulle pratiche e sulle relazioni va avanti, fosse 
                  altro per curiosità di come le une e le altre si svolgeranno. 
                  Lei si è coinvolta in questa esperienza dietro l'entusiasmo 
                  di un'amica e se anche la sua visione della natura umana non 
                  è proprio ottimista, resta fedele alla ricerca di senso 
                  insieme ad altre/i. 
                  I liberi network realizzano un modello differente nel notificare 
                  e incrementare gli scambi. Innanzi tutto le transazioni avvengono 
                  on line; i membri del network possono notificare in tal modo 
                  offerta, richiesta, segnalazione e reperibilità di un 
                  oggetto, magari non ancora annunciato, rintracciabile però 
                  presso un altro membro della rete. 
                  In Grecia esistono tre network gratuiti che coprono l'intero 
                  territorio nazionale. Uno è Freecycle, ramo dell'omonimo 
                  network iniziato negli Stati Uniti diversi anni fa; l'altro 
                  è Karise-to (Lascialo), che ha sede a Thessaloniki 
                  e coopera con il comune della città. Il terzo network 
                  libero è Dai-Prendi (Dose-Pare); si trova ad Atene 
                  e a Thessaloniki, ma entrambi hanno membri in altre città 
                  della Grecia. Le caratteristiche distintive di questo network 
                  sono: un forum separato per gli scambi di servizi e una “biblioteca“ 
                  virtuale, dove i membri possono tra di loro dare e avere in 
                  prestito libri. 
                  Anche in questi network si opera senza danaro, l'enfasi è 
                  posta sulla gratuità dello scambio in quanto valore in 
                  sé, che non si esaurisce nel valore dell'oggetto. In 
                  altre parole è il sovra-mercato di relazionalità 
                  a erogare plus-valore, non quantificabile e tanto meno monetizzabile. 
                  Il network Peliti, il più grande e il più antico 
                  della Grecia, copre l'intero paese, sia le aree urbane sia quelle 
                  rurali. È stato fondato nel 2002 e la sua struttura consiste 
                  in due network distinti ma intrecciati: il primo è un 
                  network per scambiare oggetti e servizi, mentre il secondo è 
                  specializzato nel mettere in grado i suoi membri, ma anche chiunque 
                  altro interessato, di scambiare o di trovare gratuitamente varietà 
                  di piante tradizionali (frutti, alberi decorativi, verdure, 
                  fiori, ecc…) e specie tradizionali di animali domestici. 
                  L'idea pratica è di preservare, rigenerandole attraverso 
                  il movimento di scambio, le varietà di piante e animali 
                  domestici. Dato il costo di allevamento, in alcuni casi piuttosto 
                  elevato, gli animali domestici possono essere acquistati con 
                  moneta ufficiale, ma unicamente per coprire il costo d'allevamento 
                  e non il valore della rarità della specie. In base a 
                  ciò, se un membro del network sovraccarica viene segnalato. 
                  Le negoziazioni tenute nel network generale non permettono l'uso 
                  di danaro da parte dei partecipanti. Essi annunciano, o sul 
                  sito o sulla rivista Peliti, le loro offerte e che cosa chiedono 
                  in cambio. 
                  Attualmente, oltre a Peliti, ci sono almeno altri sei schemi 
                  e iniziative per la conservazione e la disseminazione di varietà 
                  tradizionali in tutta la Grecia. Molte cooperano con Peliti, 
                  alcune invece hanno deciso di agire solo localmente. Altre ancora 
                  non sono neanche nei network, si servono della vicinanza dei 
                  loro membri per creare un gruppo non ufficiale di persone in 
                  grado di reperire semi gratuitamente. In questi gruppi vige 
                  un “implicito” obbligo per il ricevente a coltivare 
                  i semi, rinnovare la varietà per il prossimo anno e, 
                  sempre gratuitamente, fornirli a qualcun altro. Ancora in fase 
                  di allestimento, ma sintomatico riguardo al principio di trattare 
                  lo scambio nel settore agricolo, è il network chiamato 
                  Logo-Timis, dalla parola greca onore: una stretta 
                  di mano e una parola d'onore sono monete d'alto conio... 
                
                   
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                    |   Atene 
                        – Graffiti nei pressi di piazza Syntagma  | 
                   
                 
                 
                  Banca del Tempo, monete parallelle, ecc. 
                 La creazione di monete parallele è un fenomeno recente 
                  in Grecia. La più antica fra queste monete è collegata 
                  alle attività amministrative della Banca del Tempo (Sin-Kròno), 
                  che ha cominciato a funzionare nell'ottobre del 2006, quale 
                  ramo greco del Network Europeo delle Donne, un'organizzazione 
                  non governativa impegnata nell'assistenza a donne vittime di 
                  violenza. Le attività della Banca del Tempo tuttavia 
                  sono separate dal resto delle attività dell'Ong, chiunque 
                  però può parteciparvi. 
                  La struttura generale delle banche del tempo è un network 
                  di individui che offrono servizi agli altri membri del gruppo. 
                  In ritorno, un membro guadagna “tempo” cosicché, 
                  lui/lei, è in grado di richiedere i servizi degli altri 
                  membri. Il valore dei servizi è conteggiato in unità-tempo. 
                  Le transazioni, con le relative ore-tempo addebitate e accreditate 
                  per ogni partecipante, vengono registrate su un computer sulla 
                  base di un programma creato da un volontario. 
                  Un accorgimento importante per il quale gli amministratori dello 
                  schema hanno optato riguarda la data di scadenza della moneta-tempo: 
                  le ore guadagnate scadono sei mesi dopo l'acquisizione. Fissando 
                  una data di scadenza, ci si aspetta che la moneta circolerà 
                  in modo efficace nello schema, invece di essere accumulata da 
                  un membro mentre altri rimangono senza mansioni, che permetterebbero 
                  loro di acquisire “tempo”. Inoltre, se qualcuno 
                  non vuole o non ha bisogno di spendere le unità-tempo 
                  guadagnate, può darle a qualcun altro, comprese persone 
                  che non sono membri dello schema. In tal caso chi le avrà 
                  ricevute sarà in grado di spenderle ma non di guadagnarle 
                  a sua volta. La valuta-tempo potrebbe anche essere data in omaggio 
                  a una Ong o ad un'organizzazione no-profit, che potrà 
                  usarla come un qualsiasi altro non-membro. 
                  Generalmente lo scambio di prestazioni è focalizzato 
                  su servizi educativi – lezioni di lingue, di strumenti 
                  musicali, competenze per l'uso del pc, corsi di sostegno scolastico, 
                  ecc – ma tende ad allargarsi ad altri ambiti. 
                  A questo punto le autorità fiscali non sembrano curarsi 
                  delle attività della Banca del Tempo, essendo frutto 
                  di lavoro volontario e di conseguenza non dichiarabili, né 
                  soggette a tassazione. 
                  La Banca del Tempo ha dovuto rivedere le sue operazioni a fronte 
                  di problemi finanziari dell'apparentata Ong e per il fatto che 
                  il data-base della BdT necessita di personale per le operazioni 
                  centrali. In rapporto a ciò vengono organizzati workshop 
                  dove partecipano persone di Atene e di altre città per 
                  conoscere meglio e aggiornarsi circa l'amministrazione bancaria 
                  del tempo. 
                  La moneta Ovolos circola nelle città di Patrasso 
                  (costa Settentrionale del Peloponneso) e Salonicco (alias Thessaloniki, 
                  seconda maggiore città, nel nord della Grecia), dove 
                  l'organizzazione del progetto ebbe inizio nel Gennaio 2009. 
                  Già nell'anno successivo i membri raggiungevano quasi 
                  le cinquemila unità e, sebbene non tutti siano particolarmente 
                  attivi, ad oggi il numero dei partecipanti è raddoppiato. 
                  Per di più Ovolos è usato da parecchie 
                  persone che non abitano né lavorano a Patrasso o a Salonicco, 
                  ma che preferiscono trattare con moneta parallela. Ciò 
                  ha creato una situazione peculiare, per cui la località 
                  delle negoziazioni non necessariamente corrisponde alle città-base. 
                  Ciò è visto dagli organizzatori di Ovolos come 
                  un vantaggio, perché fa di Ovolos una piattaforma tecnologica 
                  on line disponibile per tutti gli abitanti nel territorio nazionale, 
                  mettendoli in condizioni di provare ad usare valuta parallela 
                  indipendentemente dalla località in cui vivono. 
                  Il sistema Ovolos è ideato affinché i membri possano 
                  usare nelle transizioni, invece di euro, moneta parallela che 
                  è virtuale e registrata nominalmente su smart card digitale. 
                  Per evitare abusi sul sistema da parte delle compagnie che vi 
                  partecipano, non è consentito il doppio apprezzamento: 
                  gli oggetti o i servizi venduti sono valutati e pagati soltanto 
                  in Ovolos. 
                  Ogni membro ha pari diritto di esprimersi riguardo al trattamento 
                  del sistema. Per raggiungere questa uguaglianza in termini pratici, 
                  e soprattutto per quanto riguarda le procedure decisionali, 
                  i coordinatori hanno ritardato il varo della moneta, al fine 
                  di salvaguardare la configurazione “controlli-e-resti” 
                  dello schema servendosi della legislazione greca. Di conseguenza, 
                  è stata creata a Patrasso un'organizzazione no-profit, 
                  Somatìo (Corporazione), denominata “Ricerca 
                  Ovolos e Centro di Documentazione per la Moneta Sociale”, 
                  che è responsabile per la supervisione del sistema; provvede 
                  i membri della documentazione necessaria e organizza attività 
                  di ricerca: una sorta di organizzazione ombrello, i cui membri 
                  hanno per legge uguali diritti e obblighi. 
                  L'idea di fondo per l'emissione della moneta Ovolos parte 
                  dalla costatazione che le classiche monete (quelle di stato), 
                  specialmente dopo il blocco dell'equivalenza con l'oro nel 1971, 
                  creano plusvalore fuori controllo dall'economia e senza corrispondenza 
                  all'economia reale, cioè alla produzione reale. Contrariamente 
                  a ciò, la valuta sociale circolerà e sarà 
                  consumata nel momento in cui è prodotta. 
                  Caratteristica significativa della moneta è la nominazione; 
                  i membri di Ovolos la chiamano “Moneta Sociale”. 
                  Essi hanno voluto: primo, mostrare l'orientamento sociale dell'intero 
                  progetto e secondo, evitare di dare false impressioni di idee 
                  localistiche o secessioniste che sarebbero potute sorgere se 
                  l'avessero chiamata “moneta locale”, o, in competizione 
                  con l'euro, se l'avessero chiamata “moneta comunitaria” 
                  (poteva infatti essere confusa con la moneta della Comunità 
                  europea). L'appellativo “sociale” è più 
                  di una parola, perché il piano include caratteristiche 
                  dei sistemi commerciali di scambio locale unitamente a quelle 
                  delle Banche del Tempo. La caratterizzazione locale, e non regionale, 
                  è importante non soltanto per il modello di moneta parallela 
                  usata, ma anche perché i fondatori e gli utenti di Ovolos 
                  credono che la valuta sarà più facile da maneggiare 
                  e controllare dai suoi membri se rimane su base locale. 
                  L'elemento sociale di Ovolos è marcato anche dall'uso 
                  estensivo, da parte dei membri o da chi ne è interessato, 
                  delle applicazioni internet dei network sociali per comunicare, 
                  scambiare idee, discutere e aggiornarsi reciprocamente sulle 
                  novità correnti, sui raduni ecc. È sorprendente 
                  come l'istituzione di una moneta parallela sia stata basata 
                  sull'utilizzo delle applicazioni di comunicazione internet per 
                  pubblicizzare il progetto, per permettere di avere informazione 
                  diretta e partecipare alle discussioni, non meno che per prendere 
                  decisioni sull'intero progetto. 
                  Cosa ancor più interessante del progetto Ovolos è 
                  il fatto che a dargli avvio sia stato un gruppo di imprenditori, 
                  contrariamente alla maggior parte dei sistemi di moneta parallela 
                  negli altri paesi, che faticano molto ad attirare perfino i 
                  piccoli affari nelle immediate vicinanze. La crisi finanziaria 
                  ed economica dell'ottobre 2008 e le sue conseguenze, assai severe 
                  per la città di Patrasso, hanno indotto gli imprenditori 
                  a ricercare liquidità monetaria. Anche perché, 
                  con il potere d'acquisto diminuito e per una personale disposizione 
                  all'idea di poter comprare beni basilari senza bisogno di euro, 
                  lo schema dava conto a buona parte delle loro necessità. 
                
                   
                    |    
  | 
                   
                   
                    |   Atene 
                        – Interno del bazar di libero scambio 
                  Skoros: Nichi e Wanda  | 
                   
                 
                 
                  Forte presenza di donne 
                 L'Unità Alternativa Locale (Ual) – Topikì 
                  Edallaktikì Monada (Tem) – venne pianificata 
                  per essere lanciata il 15 Giugno del 2010 nella città 
                  di Volos, sulla costa centro-orientale della Grecia. 
                  L'Unità è unicamente digitale e sarà usata 
                  nel quadro del Network di Scambio e Solidarietà che copre 
                  l'intera regione di Magnesìa. Benché la partecipazione 
                  sia al momento piuttosto bassa – non si è ancora 
                  proceduto con un'estesa pubblicità dato che lo schema 
                  è in via di risolvere varie controversie pratiche – 
                  il progetto Tem è molto interessante. La moneta è 
                  designata a rimanere locale; si è deciso in questo senso 
                  per evitare che il Network di Scambio e Solidarietà assuma 
                  una forma legale di ufficialità. Gli operatori tuttavia 
                  designano il loro progetto “prevalente” e, se lo 
                  si osserva dall'interno, è proprio così. Il network 
                  cerca infatti di essere quanto più possibile inclusivo, 
                  gli operatori sono in stretto collegamento con i locali servizi 
                  municipali, cosicché il network possa avere parecchi 
                  punti di traffico commerciale situati nei centri sociali della 
                  città, dove le persone che non hanno accesso a internet 
                  o non hanno dimestichezza con l'uso del computer possono chiedere 
                  aiuto per registrarsi e commerciare attraverso il network. Anche 
                  la partecipazione delle aziende locali è ben accetta; 
                  attualmente è proprio una di queste ad offrire il server 
                  del network. 
                  D'altra parte l'investimento del progetto poggia soltanto sui 
                  suoi membri. Le regole adottate per l'uso di Ual sono piuttosto 
                  rigorose: viene data una somma di 100 Ual all'atto di registrazione 
                  e il debito per ogni membro non può superare le 100 Ual. 
                  Naturalmente, l'oggetto in discussione riguarda l'insidia inerente 
                  il volume totale di danaro, cioè, se il volume di danaro 
                  sarà limitato in media a 100 Ual per persona, il problema 
                  che si pone è come poter immettere più moneta 
                  nel sistema senza imporre alcun “obbligo” o “tassa” 
                  sulle transazioni e senza frammentare l'intero progetto con 
                  l'inflazione o mancanza di fiducia nel sistema stesso. 
                  Un ibrido e particolare schema organizzativo è realizzato 
                  dal “Sistema Denaro di rientro”, operante a Creta 
                  e nel Dodecaneso. Consiste in un network che combina scambio 
                  commerciale con elementi monetari. È stato creato da 
                  una compagnia privata che possiede anche i diritti di proprietà 
                  intellettuale. La compagnia d'autobus di Creta e del Dodecaneso 
                  cooperano in veste di sponsor del sistema, mentre altre compagnie 
                  locali (supermarket, pasticcerie, negozi di abbigliamento, caffè, 
                  mobilifici, cinema...) sono per contratto partner commerciali 
                  della compagnia amministratrice. 
                  Da quando fu impiantato – estate 2009 – il sistema 
                  ha avuto così successo che, dopo alcuni mesi, le compagnie 
                  aeree e marittime locali cominciarono a partecipare e lo schema 
                  venne esteso all'intero paese. Secondo il progetto, i biglietti 
                  usati per i mezzi di trasporto, non importa per quale parte 
                  del paese siano stati emessi, possono essere utilizzati al valore 
                  nominale per comprare beni e servizi presso le compagnie partecipanti, 
                  ma naturalmente non possono essere riusati per il trasporto 
                  pubblico. Ogni impresa partecipante annuncia pubblicamente quale 
                  parte del prezzo scritto sul titolo di viaggio può essere 
                  scontata – parte variante da un quarto a un ventesimo 
                  – senza tener conto della data di emissione dei biglietti 
                  stessi. 
                  Lo schema si caratterizza per la sua semplicità, basata 
                  sulla circolazione di biglietti usati come danaro, per la struttura 
                  da azienda-a-azienda-a-consumatore e infine per le implicazioni 
                  ambientali ed economiche. 
                  La caratteristica di semplicità riscontrata nel “Sistema 
                  Denaro di rientro” appartiene in buona sostanza a tutte 
                  le altre iniziative menzionate. A me sembra una forma di semplicità 
                  significativa della forte presenza di donne in esse implicata, 
                  non soltanto come generica partecipazione ma anche, e direi 
                  soprattutto, come apporto di idee e di pratiche ben accette 
                  quando c'è da prendere decisioni. 
                  Le attività economiche di libero scambio e l'invenzione, 
                  per certi versi “spiritosa”, di moneta parallela 
                  fanno fronte alle necessità contestuali, sono “felicemente” 
                  prive di caratterizzazione ideologica e ricompongono, tra pubblico 
                  e privato, il senso dell'economico. Si parla la lingua dell'ora-qui 
                  aperta all'altrove – lingua che non scorda la realtà 
                  di antichi valori come l'idea di rinnovabile, riciclabile, curabile. 
                  Si consuma meno e si pensa di più, mi dicono. Si apprende 
                  l'arte di andare avanti facendo un passo indietro.
                  Monica Giorgi
  
                   
                    |    
  | 
                   
                   
                    |   Atene 
                        – Particolare dell'interno del bazar 
                  Skoros  | 
                   
                 
                Note 
                  Gli studi di Irene Sotiropoulou costituiscono il materiale 
                  di riferimento da cui ho attinto molte informazioni sulle iniziative 
                  di economia alternativa e monete parallele. I suoi numerosi 
                  contributi di approfondimento fanno parte del più ampio 
                  progetto di ricerca, quale lavoro di dottorato presso la Facoltà 
                  di Filosofia dell'Università di Creta, intitolato “Network 
                  di Scambio e Monete Parallele: Approcci teorici e il caso della 
                  Grecia”. 
                   
                  Ringrazio Nichi Stavridi, preziosa e sensibile traduttrice 
                  fra greco e italiano, per aver reso possibile la conversazione 
                  con le donne di Skoros in lingua originale, per aver così 
                  dato parola all'espressione di senso nei reciproci passaggi 
                  di mondo. 
                   
                  Mi preme inoltre segnalare con gratitudine l'impareggiabile 
                  lavoro di ricerca e di studio sul campo di Silvia Marastoni, 
                  riguardanti economie alternative e movimenti sociali nella Grecia 
                  di oggi. Prossima la pubblicazione del libro La Grecia risorge 
                  (per informazioni in proposito si rimanda al sito di Mag Verona).  |