rivista anarchica
anno 43 n. 378
marzo 2013


Trentasette
anni fa

 

a cura della redazione



“Né capi né padroni. Comunismo e libertà” è la scritta murale, in catalano, che campeggia sulla copertina del n. 46 (aprile 1976) di “A”. La scritta “Speciale Spagna - Ricostituita la C.N.T.” rimanda appunto ai numerosi articoli e interviste realizzati tutti da Elis Fraccaro, inviato dalla nostra rivista e dal Comitato Spagna Libertaria.
Riproduciamo qui [di seguito] una sua foto pubblicata su quel numero e visto che, come la nostra rivista, Elis è ancora “in circolazione” (è tra gli animatori dell'Ateneo degli Imperfetti, e delle sue interessanti attività culturali, in quel di Venezia-Marghera), si potrà verificare che gli anni indicati nel titolo di questa rubrica... passano per tutti.
“Chi si loda s'imbroda” recita un antico proverbio, ma preferiamo correre il rischio di “imbrodarci” pur di sottolineare la vivacità e multitematicità di quel dossier e anche la significatività della scelta di dare tanto spazio alle vicende libertarie in un altro paese. Un paese decisamente importante, innanzitutto nel cuore dell'antifascismo italiano, con il pensiero che torna alla mobilitazione anti-golpista e alla rivoluzione autogestionaria che caratterizzò la penisola iberica (e la Catalogna in primis) nel 1936-37. Ma anche una scelta di attualità, perchè la ripresa dell'anarcosindacalismo iberico, nell'imminenza della morte del dittatore Francisco Franco, poteva costituire un segnale forte anche per le esperienze di sindacalismo di base, alternativo e combattivo che dal 1968 caratterizzavano il panorama sociale europeo (e non solo). Lo costituì solo in parte, molto inferiore alle nostre aspettative e al nostro impegno di allora. Ma questa è un'altra storia, che attiene alle difficoltà interne (spagnole, per capirci) della ripresa della Cnt (e poi, dopo varie fratture, delle Cnt), nel comune contesto delle difficoltà dei settori più combattivi della “classe operaia” e dei nuovi soggetti sociali emergenti a dire la loro, un po' dappertutto.

Oltre ai consueti editoriali di attualità (Luciano Lanza su “congressi e inflazione”, Roberto Ambrosoli sui telegiornali, ecc.) ci piace ricordare l'inizio, su questo numero, della collaborazione degli anarchici del “centro redazionale della provincia di Napoli”, che esordiscono su “A” con una vivace intervista ai “disoccupati organizzati”: esplicito il titolo “cercano di fotterci, ma noi...”
E sempre attinente alle lotte nel mondo del lavoro è lo scritto di Angelo Gaccione, anarchico di Acri (Cosenza) trapiantato a Milano, che riferisce delle lotte die lavoratori all'Hotel Cavalieri, nel centro di Milano. “C'è un nuovo cameriere: il sindacato” è il titolo. Angelo, che di quelle lotte era uno degli animatori, l'abbiamo ritrovato sullo scorso numero di “A” (febbraio 2013, appunto... 37 anni dopo) con un suo bel racconto per bambini (e non solo). Sarà una piccola soddisfazione, ma fa piacere ritrovare dentro la nostra rivista, qualche decennio dopo – durante i quali sono trascorse intere vite; chi ne aveva allora 25, per capirci, oggi ha 62 anni), anche numerose firme di allora. Il pentitismo e la ritirata nel privato, pur così diffusi, da queste parti pare si siano visti meno.
“Quindici anni dopo la revolucion cubana. Ma il socialismo dov'è?” è il titolo del (come sermpre) acuto intervento di S. Parane,pseudonimo dell'anarchico cileno Luis Mercer Vega, allora residente in Francia e una delle penne più vivaci della nostra rivista. Da lì a poco metterà fine alla proprialunga e internazionale esistenza, suicidandosi. Avremo modo di riparlarne in una delle prossime puntate di questa rubrica. Oggi, a 52 anni da quegli eventi caraibici, su queste pagine ritrovate degli scritti (e delle foto) per meglio conoscere la situazione cubana.
L'ultima citazione è per la terza di copertina, con la foto di una giovane donna in piazza e la seguente scritta, eternamente valida: “Non c'è proprio bisogno che le donne tengano sempre la bocca chiusa e la vagina aperta.” Emma Goldman (1869 - 1940)