rivista anarchica
anno 43 n. 378
marzo 2013


Argentina

Tra autogestione e autoformazione

intervista a Maribel (Federacion Libertaria Argentina) di Gaia Raimondi
foto AFA - Archivi Fotografici Autogestiti


Maribel e la Escuela Libre de Costitucion: storie argentine di autogestione, educazione libertaria e appoggio scolastico.


L'incontro internazionale anarchico svoltosi a Saint-Imier nell'estate del 2012 è stato scenario aperto di discussione e dibattito ma soprattutto di conoscenza e incontro di realtà anche molto lontane, territorialmente parlando. Proprio durante quei giorni ho avuto modo di conoscere alcune persone che animano la Fla (Federazione Libertaria Argentina) e ascoltare l'interessantissima relazione di una compagna della federazione riguardo la scuola autogestita libertaria che esiste a Buenos Aires. Così ho deciso di avvicinarmi a fine incontro e chiederle un'intervista sul progetto.
Abbiamo fatto due chiacchiere e alla fine ho comprato “El Libertario”, il periodico della Fla, su cui erano pubblicate alcune testimonianze riguardo la scuola, che ho deciso di tradurre perché mi sembrava esprimessero al meglio lo spirito e le intenzioni che muovono questi progetti.

Maribel, raccontaci: quando nasce il progetto e dove?
La nostra scuola popolare Escuela Libre de Costitucion (Elc), tre anni di scuola secondaria per giovani e adulti, cominciò a prendere forma nel 2007 in un laboratorio di educazione libertaria, proposto da due studiosi di questa tematica, tenutosi nella sede della Fla.
Alla fine dello stesso anno si era convenuti, in una riunione del Consiglio della Fla di iniziare la scuola nel 2008. La Elc ha lavorato sin dal suo inizio e per quattro anni (2008-2011) nei locali della Fla di via Brasile, nel quartiere di Costitucion.
Fin da subito si è convenuti sul fatto che la scuola fornisse il diploma di maturità riconosciuto ufficialmente, che il corpo docenti non dovesse essere per forza anarchico ma che si utilizzassero pratiche e metodi libertari. Gli insegnanti furono quindi da subito invitati a partecipare costantemente alle riunioni del Consiglio.

Chi sono dunque gli insegnanti del Elc?
Il nostro gruppo di docenti è estremamente eterogeneo, composto da alunni del terzo anno e universitari, persone già diplomate e altre che per propria formazione sono idonee all'insegnamento.
Ci unisce (anche Maribel insegna nella scuola, nda) l'amore per l'educazione popolare, l'anti-autoritarismo, la lotta per la libertà e per la trasformazione personale e sociale. Diffidiamo dell'educazione tradizionale perché colloca gli educatori e le educatrici in una posizione di dominio e gli allievi e le allieve in una posizione di sottomissione e obbedienza. Fin da subito ci siamo organizzati in maniera orizzontale, senza una una dirigenza né personale ausiliario. Tutt* facciamo ciò che è necessario per portare avanti la scuola. Le molteplici questioni amministrative, le pulizie, l'organizzazione delle attività scolastiche ed extra scolastiche... sono interessi collettivi.

Cosa intendi per pratica libertaria e come vi autogestite?
Consideriamo la relazione di insegnamento e apprendimento come qualcosa di reciproco, crediamo che la conoscenza si costruisca a partire dal dialogo fra soggetti. E che a sua volta la conoscenza sia connessa alla realtà sociale che viviamo affinché essa possa essere trasformata, eliminando la diseguaglianza, l'oppressione e lo sfruttamento quotidiano.
Realizziamo assemblee di studenti e docenti ogni 15 giorni. Prendiamo le decisioni attraverso il consenso unanime. È importante sottolineare il lavoro costante che implica il modificare le vecchie pratiche scolastiche “verticali” che si portano dietro gli studenti e gli insegnanti stessi, e come col passare del tempo abbiamo migliorato le nostre dinamiche assembleari. Siamo più di 50 professori e 20 alunni ogni anno.

Quali sono le materie di studio?
Il nostro progetto educativo comprende sia materie di contenuto teorico-intellettuale, tanto quanto laboratori di lavoro manuale e laboratori artistici (serigrafia, panetteria, uncinetto, tango, teatro, arti visive, cinema), per promuovere un'educazione globale che permetta la crescita personale e comunitaria. I laboratori sono aperti per la comunità in generale, non solo per gli studenti. Inoltre prevediamo ore di supporto scolastico per sforzarci di fornire strumenti di supporto allo studio e garantire l'apprendimento.
Alcuni risultati concreti delle attività sono i vari video realizzati dagl* student* su diverse tematiche, dall'opera di teatro realizzata da loro, passando per i lavori di serigrafia, fino ad arrivare ad una mostra sul tango realizzata nel 2011.
Oltretutto, offriamo ai nostr* student* la possibilità di accedere ad un servizio di supporto psicologico nella nostra scuola, in forma totalmente gratuita, come del resto tutte le nostre attività.
Bisogna aggiungere a questo il fatto che cerchiamo di promuovere l'interdisciplinarietà delle materie scolastiche per evitare la frammentazione del sapere.
E cerchiamo, in questo progetto pedagogico, di essere flessibili verso le eventuali assenze degli studenti perché comprendiamo le loro problematiche quotidiane lavorative, familiari, personali, e siamo consci dei salti mortali che stanno facendo per raggiungere il diploma.
Gli studenti partecipano alle riunioni decisionali riguardanti il contenuto delle lezioni, dei laboratori, così come sono invitati a proporre attività scolastiche ed extra scolastiche.
Inoltre, avendo come aspetto centrale l'educazione e lo sviluppo comunitario, gli alunni hanno realizzato in totale autogestione diversi laboratori e attività, per esempio magliette stampate con serigrafia, preparazione di marmellate fatte in casa, riparazione di abiti usati e riuso per vendita nei mercati americani, realizzazione di agende.

Come finanziate le attività della scuola? Gli insegnanti ricevono una retribuzione?
Siamo parte di un coordinamento di scuole superiori popolari, (nonostante manteniamo una posizione distante e critica perché non condividiamo la lotta per i salari per gli insegnanti e la perdita potenziale di autonomia), ma comunque un gruppo di scuole superiori popolari appunto, di Buenos Aires, insieme al fine di unire le forze e avere la possibilità di concedere titoli ufficiali per studenti diplomati: essenziali per proseguire gli studi superiori e/o ottenere un lavoro migliore. Questa lotta ha rappresentato un grande sforzo per tutti gli interessat*, ci ha visti parte di numerose riunioni plenarie con altre scuole superiori e rappresentanti del ministero, così come perennemente in movimento. Tutti gli insegnanti hanno avuto bisogno inoltre dei titoli richiesti dal sistema scolastico in vigore ufficialmente per poter lavorare e studiare, al di là delle critiche profonde che muoviamo al sistema imperante.
Non riceviamo soldi dallo stato, né come sussidio per l'istituzione né per gli insegnanti. Crediamo che il lavoro che facciamo di insegnamento sia una forma di militanza e per questo abbiamo deciso di non ricevere un salario. Il denaro necessario per le attività della scuola è autogestito dagli insegnanti e dagli studenti attraverso attività come conferenze, feste, buffet e contributi personali.
Con il denaro raccolto abbiamo comprato materiale scolastico: libri, quaderni, strumenti di lavoro, così come abbiamo pagato alla Fla che ci ha ospitati i costi di fotocopie e servizi (luce, gas, telefono, acqua, internet) per tutto il tempo che siamo stati lì. Abbiamo contribuito con quello che sapevamo fare, con l'installazione di un sistema elettrico della sala per il funzionamento delle stufe, comprato stoffe per fare bandiere che ci identifichino realizzate dagli student*, costruito grancasse per poter fare iniziative, una griglia nuova per cucinare.
D'altra parte però realizziamo diverse attività curriculari, dall'uscita al Museo delle Scienze Naturali o a teatro, al cimitero, ovviamente alle fabbriche recuperate; ci siamo impegnati a realizzare lavori teatrali con tematiche anarchiche dentro e fuori da Calle Brazil (la vecchia sede), partecipato a incontri e feste di altre scuole popolari; abbiamo fatto conferenze con persone specializzate su diverse tematiche, come il genere e l'educazione sessuale e portiamo avanti laboratori con le stesse tematiche, abbiamo partecipato attivamente alle presentazioni di un libro sull'educazione libertario scritto da una delle nostre compagne dei locali di Constitucion.

C'è dunque anche un coinvolgimento politico della scuola?
Fin dall'inizio ci siamo impegnati, docenti e studenti nei relativi eventi sociali: abbiamo partecipato a numerose marce in difesa diritti umani (24 marzo, La Notte delle matite, alla giornata della Memoria dell'omicidio di Kosteki e Santillan, la scomparsa di Luciano Arruga, 19/20 dicembre, tra gli altri) e per l'istruzione popolare (moltissime manifestazioni a favore delle scuole superiori popolari). Sempre prima di ogni mobilitazione abbiamo lavorato con gli studenti, discusso il problema insieme per discuterne e sviluppare un pensiero critico.
Abbiamo già due gruppi di studenti diplomati (2010/2011). Molti di quest* stanno continuando a partecipare alle assemblee, alle lezioni, alle attività, come osservatori, assistenti che possano promuovere manifestazioni e attività culturali per l'autogestione delle attività. Questi sono alcuni aspetti chiave della nostra libertà di funzionamento libertario come scuola superiore popolare di giovani e adulti.

So che avete avuto qualche problema di recente... Hai voglia di dirci cos'è avvenuto?
Il machiavellismo è qualcosa che risuona nella mente di alcuni, o per meglio dire, il machiavellismo agisce anche dove alcuni lavorano con coscienza.
Alcuni “apostoli” del purismo anarchico, tradendo ogni principio libertario, hanno complottato contro di noi, ci hanno cambiato la serratura trincerandosi dentro il locale proibendo l'ingresso a coloro che secondo loro non soddisfano i requisiti di una morale che nemmeno loro sono in grado di sostenere. Ma la scuola popolare continua a costruire, nei tanti quartieri marginali di Buenos Aires, impegnandosi nel compito fondamentale di dare la possibilità agli studenti di entrare in contatto con concetti fondamentali come la solidarietà, la fraternità e l'uguaglianza.
In un'intervista a Murray Bookchin si parla dell'attualità dell'anarchismo in tono autocritico, per me sono significative le sue parole: «L'anarchismo deve essere in grado di fare politica e di formare un'organizzazione nuova altrimenti si trasformerebbe in un elemento bohémien o un culto alla personalità dove ognuno cerca di soddisfare solo i propri desideri.
L'anarchismo deve saper parlare alle persone che anche non ne sanno nulla e smettere di parlare solo a se stesso. Deve saper portare il proprio contributo al di fuori dei nostri circuiti».
Credo che queste eloquenti parole descrivano bene il nostro modo di agire e pensare e spieghino perché non ci fermiamo nemmeno davanti agli ostacoli, posti ahimè da altri anarchici o presunti tali.

Gaia Raimondi

Merendero popolare e appoggio scolastico: brevi racconti

Il sabato pomeriggio nei locali della Costituzione della Federazione Libertaria Argentina si ritrovano i bambini a preparare tutti insieme la merenda che andranno distribuendo e dividendosi poco dopo in piazza. Molti suonano i tamburi e altri scorrazzano qua e là; si sono appropriati della sala e l'hanno riempita di vita, sapendo inoltre dove sono tutte le cose necessarie alla preparazione della merenda. Altri poi si stanno preoccupando di pulire lo spazio, mentre altri ancora stanno organizzando raccolta materiali per le attività e coordinano lo sviluppo delle idee.
In piazza, i bimbi giocano, ci leggono cose e vogliono che noi ne leggiamo altrettante a loro, ci raccontano le attività della settimana, le novità del quartiere, si inventano giochi, si sorprendono, si scoprono e condividono.
Nel merendero non esiste gerarchia, tutt* propongono giochi, tutt* condividono, tutt* rispettano.
Crediamo che il gioco sia fondamentale per lo sviluppo delle relazioni con l'altro, per questo ogni sabato, da 8 anni, cerchiamo di costruire coi bambini un'altra forma di relazionarci.
L'educazione può essere uno strumento potentissimo di controllo politico, già che promuove determinati valori funzionali alla conservazione dello stato, ma può al contempo essere un'arma per la libertà, per criticare, creare e cambiare.
L'educazione è un'azione politica. L'appoggio scolastico non pretende di essere la scuola, né di voler copiare i metodi della scuola tradizionale.
Nell'appoggio scolastico tutt* conoscono qualcosa e tutt* hanno delle lacune per questo tutt* possono imparare qualcosa. Nessuna gerarchia, perché la conoscenza si condivide. Ci si divide I compiti pratici fra insegnanti e studenti, costruendo dinamiche di lavoro autonome ed egualitarie. Realizzando assemblee coi bambini affinché crescano con metodi anti autoritari.
Cercando di fornire anche il materiale gratuitamente. Avendo ben in mente che noi adulti possiamo informare, consigliare, ma senza esercitare potere su nessuno. Settimana dopo settimana cerchiamo di decostruire ciò che ci hanno inculcato, autoritarismo, violenza, competitività... Cerchiamo di risolvere insieme problemi di natura conflittuale di giorno in giorno. L'obiettivo non è indottrinare piccoli libertari. Non riempiamo loro la testa perché camminino come noi vorremmo, ma condividiamo solo idee e valori che possono decidere se fare propri o meno.

G. R.