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 camerati 
                  
                Fedeli... alle linee 
                  
                di Francesca Palazzi Arduini 
                    
                Clonazioni e trasformismi dell'estrema destra italiana. 
                 
                  Difficile fare previsioni su 
                  quanto ruberà a Forza nuova la nuova lista “trendy” 
                  Alba dorata, possiamo giudicare solo alla luce dei risultati 
                  elettorali di fine febbraio, dopo la breve maratona della democrazia 
                  elettorale italiana. Potremo così anche valutare quanta 
                  presa ha fatto il fascino del leader unico Beppe Grillo sugli 
                  elettori di estrema destra, ora che il proprietario del marchio 
                  a cinque stelle ha dichiarato che per le sue liste non considera 
                  l'antifascismo una discriminante1. 
                  Possiamo intanto dare un giudizio sul tentativo di aggiornare 
                  le parole d'ordine delle nuove emanazioni elettorali della destra 
                  italiana. 
                  Scrivevano già nell'ottobre 2012 i portavoce dell'Alba 
                  dorata' made in Italy: “Essendo noi stati facili profeti 
                  ascoltando il signor Beppe Grillo il quale disse: 'se non vinciamo 
                  noi arriverà Alba dorata', il Partito è stato 
                  registrato ufficialmente due giorni prima delle elezioni siciliane. 
                  Visto ed appurato che quando un partito riceve il 15 per cento 
                  in uno scenario di astensionismo del 53 per cento dell'elettorato 
                  esso non ha vinto nulla tanto più se non governerà”. 
                  La via di mezzo tra un tema sgrammaticato e un vaticinio. E 
                  il fatto che si riferisse alle liste Grilline come a potenziali 
                  avversari e indicatori politici, la diceva già lunga 
                  sul tipo di elettorato di cui Alba dorata è ghiotta. 
                  Chiediamoci quindi quali sono le caratteristiche di questo nuovo 
                  soggetto che va ad aggiungersi alla molteplice schiera di mini 
                  formazioni dell'estrema destra italiana, tra defezioni verso 
                  Berlusconi (il “duce” che non soddisfa), scandali 
                  romani, e crolli di immagine della “avversaria” 
                  padana, la Lega, tante volte condannata da destra per il populismo 
                  troppo politicante ma bacino di voti ricco per tutti i Beniti. 
                  Soprattutto è interessante l'emissione di nuovi segnali 
                  rispetto alla più “collaudata” organizzazione 
                  dell'estrema destra italiana, che è attualmente Forza 
                  nuova, già dal 2008 in lizza elettorale e molto concentrata 
                  a capire come gestire alleanze con la destra più borghese 
                  ed affarista, mantenendo però la sua linea integralista 
                  ruspante. 
                  Era interessante notare come sui forum neofascisti circolassero 
                  invettive e raccomandazioni sulla somiglianza della situazione 
                  greca a quella italiana; i due stati, spremuti dal potentato 
                  economico Ue, sembrava dovessero essere il laboratorio per una 
                  ripresa elettorale dell'estrema destra, ripresa che avrebbe 
                  poi portato ad una alleanza più potente e addirittura 
                  alla presa del potere con metodi rivoluzionari. 
                  Ma se le consultazioni e i viaggi dei “nostri” nuovi 
                  condottieri hanno portato alla sola invenzione di programmi 
                  come quello di Alba dorata e alla riproposizione degli 8 punti 
                  granitici di Forza nuova, vedremo che entrambe le formazioni 
                  necessitano, per rimpinguare il loro carnet elettorale, o di 
                  tre emittenti televisive di proprietà, o di qualche volto 
                  mascelluto carismatico, capace di moltiplicare esponenzialmente 
                  l'attenzione dei mass media, nel panorama politico elettorale 
                  sempre più appiattito sul leaderismo2. 
                   
                  Da Roma alla Grecia,  passando per i feudi
                
  “Dai pochi, sparuti nuclei di 'sopravvissuti' alle precedenti 
                  ondate repressive che si rivolgevano ai due capi storici in 
                  esilio a Londra, siamo passati a una comunità militante 
                  compatta e operativa, a un unico movimento organizzato e legale”. 
                  Inizia con questa descrizione favoleggiante il programma politico 
                  di Forza nuova, che è sempre riuscita in questi anni 
                  a non nominare troppo esplicitamente il fascismo ispiratore 
                  ma a legarlo a nuovi temi in modo da non essere imputata di 
                  ricostituzione del partito fascista, seppure i “capi storici” 
                  siano animatori del neofascismo anni '70 e i suoi militanti 
                  spesso coinvolti in operazioni punitive tipicamente fasciste. 
                  “Sotto la protezione dell'Arcangelo Michele per la salvezza 
                  del nostro popolo. Anno dopo anno, Fn è cresciuta fino 
                  a contare su dozzine di sedi, su un solido apparato di propaganda, 
                  ha gettato i semi di strutture corporative e sindacali, si è 
                  conquistata un proprio spazio politico, ha coagulato intorno 
                  a sé altre realtà, ma soprattutto ha centrato 
                  gli obiettivi giusti in campo culturale e dottrinario”. 
                  Il documento politico si vanta di aver prodotto dei “valori” 
                  antichi ma anche “futuristi”, e certo non può 
                  non valutare ciò che anche F. Mancinelli, l'autore della 
                  nostalgica canzone neofascista Generazione 78, descrive: 
                  “tutte 'le destre' (più o meno istituzionali, trasformiste, 
                  anticomuniste, tardo-neo-fasciste) hanno vinto la loro battaglia, 
                  con la magica impresa di cancellare le sinistre radicali dal 
                  parlamento nazionale”3, 
                  cioè la possibilità di “sostituire” 
                  nell'immaginario politico degli italiani parte delle aspirazioni 
                  proprie della sinistra radicale, a partire dall'anticapitalismo, 
                  cancellandone la valenza classista e infiltrandosi in parlamento. 
                  Così l'estrema destra più ambigua e attraente, 
                  e quindi pericolosa, è quella che si appropria di parole, 
                  intuizioni e strumenti altrui, dall'ecologismo (in veste tradizionalista) 
                  all'anticapitalismo (depurato da Marx), all'an-archismo, per 
                  rivestire il bon-bon velenoso al ripieno di xenofobia e maschilismo... 
                  e proporsi come soggetto nuovo e rivoluzionario. 
                  Ma mentre il “rinnovamento” delle vesti di Fn è 
                  in realtà scarso e sa un po' di marmo, con tutte quelle 
                  ripetizioni di parole come “radici” e “tradizione” 
                  e la chiusura verso ogni alterità, Alba dorata si lancia 
                  invece in una kermesse “new age” spassosa: rilevare 
                  le differenze di impostazione tra la formazione corazzata di 
                  Forza nuova e la scommessa mediatica dell'ex forzanuovista Alessandro 
                  Gardossi, ovvero Alba dorata (significativa la quasi omonimia 
                  con la 'Alba' di sinistra), è rivelatore dell'assenza 
                  di confronto dialettico con una realtà sociale e culturale 
                  che viene descritta solo a partire da concetti astratti colti 
                  qua e là. 
                  Innanzitutto un deciso cambiamento di rotta nel porsi di fronte 
                  agli “altri”: “Alba dorata si presenta come 
                  collaborativa, rispettosa, Alba dorata collaborerà con 
                  tutti coloro che vorranno partecipare alla realizzazione di 
                  tale programma siano essi di 'destra' di 'centro' o di 'sinistra' 
                  mossi dalla volontà si salvare la Nazione dalla speculazione 
                  finanziaria nazionale ed internazionale.” Seppure, vedremo, 
                  fortemente legata alla tradizione neofascista in molti punti 
                  del suo programma4, la strategia 
                  divarica nettamente dall'intransigente Forza nuova, che invece 
                  considera possibile attuare il suo programma solo accedendo 
                  senza intromissioni al potere: “Forza nuova al potere” 
                  è lo slogan delle manifestazioni recenti. 
                  La 'Felicità' è l'obiettivo dei new age Dorati 
                  così come di tutti i kennediani nostrani, stile giovani 
                  rampanti del Pd, ma i primi fanno del loro programma un Prontuario 
                  Totale per chi ha necessità urgente di darsi uno stile 
                  di vita. Alle soluzioni (si fa per dire) di politica economica, 
                  si alternano quindi consigli per il benessere, con la scoperta 
                  delle proprietà anticancro dell'aloe vera tramandate, 
                  manco a dirlo, da un religioso, ed altre indicazioni. “Alba 
                  dorata promuove canili e gattili in tutta la Confederazione”, 
                  “Alba dorata valuta con attenzione i Vangeli apocrifi 
                  ed incoraggia lo studio dei rotoli del mar morto”. “Alba 
                  dorata ripudia la caccia alla selvaggina come sport e punisce 
                  tutti coloro che la praticano”. La tecnica pubblicitaria 
                  multi-targeting è ripresa con fantasia. 
                  Ed alle dichiarazioni sulla vicinanza al pensatore Rudolf Steiner, 
                  si alternano timide ma significative dichiarazioni romantiche: 
                  “Esistono poi altre forme d'amore, presenti in natura 
                  ma non con le stesse connotazioni. Alba dorata si riferisce 
                  all'amore omosessuale. È una forma d'amore anche quella 
                  anche se non destinata alla procreazione. Alba dorata prevede 
                  l'aiuto alle famiglie composte da un uomo ed una donna perché 
                  saranno in grado di concepire figli, ma non nega il diritto 
                  di amarsi tra persone dello stesso sesso. 
                  Punto fermo di Alba dorata è il fatto che un bambino 
                  abbia il diritto di avere un padre maschio e una mamma femmina 
                  per non scombussolare l'ordine naturale come rimarcato da tutti 
                  i trattati di psicologia inerenti i minori, Alba dorata riconosce 
                  la libertà di amare a tutti.” 
                  Una distinzione inutile dal punto di vista politico e dei diritti 
                  civili (si può “impedire” l'innamoramento?) 
                  e sconclusionata da quello scientifico, ma decisamente più 
                  ammiccante rispetto ai Forzanuovisti che non trovano di meglio 
                  che dichiarare rudemente, dopo aver condannato per l'ennesima 
                  volta l'aborto, che “un discorso simile si può 
                  fare riguardo ai prossimi crimini contro la morale, la natura 
                  e la famiglia come i grotteschi pseudomatrimoni omosessuali 
                  con il loro orrendo corollario delle adozioni di bambini da 
                  parte dei sodomiti.” Altroché “aperture” 
                  di Casa Pound! ... Alba dorata spiazza i camerati col suo discorsino 
                  tutto pink sull'amore. 
                  Non solo il fatto di nominare la parola “felicità”, 
                  rendendosi più simpatici e accoglienti, differenzia i 
                  Dorati dai Forzuti, ma anche la disposizione verso la sessualità 
                  come merce. Alba dorata infatti, seppure infarcendo il suo sito 
                  qua e là di inquietanti santini raffiguranti un benevolo 
                  Gesù, e dichiarandosi paladina del cristianesimo, non 
                  si avventura nello specificare granché riguardo la Chiesa, 
                  e anzi sembra ammiccare a una decisa e paritaria libertà 
                  dei costumi: “Alba dorata ripropone la riapertura della 
                  'case chiuse' dove maschi e femmine possano mercificare il loro 
                  corpo...”, si coglie insomma una ispirazione meno bacchettona 
                  e familista e anche meno legata alla riproposizione della cultura 
                  mitica del cattolicesimo nero propria di Forza nuova, infatti 
                  questi ultimi non mancano mai di citare il Concordato fascista 
                  come modello di interazione Stato-Chiesa, e di rimarcare però 
                  che la loro missione storica è “di irradiare la 
                  Civiltà di Roma nel mondo” (si vede che Colosseo 
                  e Vaticano vanno entrambi bene). Alba dorata è più 
                  interessata a quagliare dal punto di vista dell'onda mediatica 
                  sulla lotta alle lobby finanziarie, e ricorda che “l'Italia 
                  dei liberi Comuni si ribellò al Sacro Romano Impero”. 
                  Come dire, a volte la “romanità” non dà 
                  poi questi gran risultati, e da impero a impero... meglio passare 
                  al medioevo.5 
                  Da sinistra a destra e viceversa, copiature e allucinazioni
                  Così, per distinguersi dai movimenti neonazisti, viste 
                  le critiche piovute sin dal giorno della presentazione del simbolo 
                  per il “Meandro” greco così somigliante alla 
                  svastica, Alba dorata si profonde in una serie di quasi comiche 
                  spiegazioni che vanno dal “i nazisti avevano adottato 
                  un simbolo che implica la venerazione del sole nero, ruotante 
                  in senso ovest-est” mentre il loro simbolo è affine 
                  al “pensiero di Steiner e dei suoi sostenitori si basava 
                  sul “sole bianco” a rotazione est-ovest”, 
                  e citano come loro affine il movimento antinazista della Rosa 
                  Bianca. Mentre si impegna a definire un quasi manuale di riferimenti 
                  “stilistici” per quella che più che una lista 
                  elettorale sembra una corrente di neo-mistici, la Doratura si 
                  differenzia ancor più dai forzanuovisti su temi fondamentali 
                  quali l'approccio al problema della migrazione dei popoli e 
                  quello di strategia economica. 
                  Per la prima questione, è evidente il distacco dalle 
                  affermazioni al gas cianuro di Fn: “Solo Forza nuova ha 
                  una precisa visione organica dell'insieme che collega e riassume 
                  in sé tutti gli aspetti della minaccia e al tempo stesso 
                  una proposta che costituisce l'unica soluzione per la sopravvivenza 
                  del nostro popolo: il rimpatrio, umano certo, ma rapido e totale, 
                  di tutti gli extraeuropei, legali e illegali”. Differente 
                  è la visione di Alba dorata la quale, pur ammiccando 
                  spesso nei suoi testi alla storia del fascismo6, 
                  non fa una questione di “stirpe” ma di opportunità, 
                  se da un lato quindi vuole “ripulire le strade” 
                  dall'altro stempera il discorso xenofobo: “Alba dorata 
                  prevede l'espulsione subitanea di tutti gli immigrati irregolari... 
                  Alba dorata non è razzista, non è un problema 
                  di razza ma di impatto sociale a cui la nostra Confederazione 
                  non riesce a dare risposte adeguate.” 
                  E la malleabilità ideologica si esprime soprattutto nell'approccio 
                  alla questione finanziaria: la Moneta. 
                  È sulla “moneta di popolo” che l'estrema 
                  destra gioca la sua scommessa più originale, se non fosse 
                  che è tratta dal vecchio esperimento del prof. Auriti 
                  nella piccola città di Guardiagrele7, 
                  esperimento di moneta locale più feudale e certo meno 
                  realistico di quello proposto dai settori dell'associazionismo 
                  italiano che hanno elaborato e diffuso in questi anni i “buoni-sconto” 
                  Scec con lo scopo 'no global' di mitigare col metodo solidaristico 
                  gli effetti della crisi e mantenere più risorse a livello 
                  locale. 
                  Ma le differenze si notano: se Fn dichiara fondamentali il settore 
                  energetico e quello degli armamenti per la riconquista di una 
                  sovranità autarchica di stampo fascista, e affianca la 
                  moneta nera all'euro – “Noi chiediamo pertanto l'introduzione 
                  di una Moneta di Popolo esente da debito e signoraggio che affianchi 
                  da subito l'attuale moneta-debito” –, Alba dorata 
                  investe di più sulla descrizione di come nei suoi sogni 
                  si giungerebbe alla totale sostituzione monetaria – “Le 
                  nostre sezioni fungeranno da distributori capillari della moneta 
                  del Popolo (Mdp) ed i nostri iscritti avranno il compito di 
                  diffondere questo messaggio nelle loro comunità affinché 
                  si inneschi in tutta Italia un processo irrefrenabile di ricchezza 
                  e di benessere” –, e vorrebbe gestire lo scambio 
                  commerciale estero solo col baratto... su basi di lontana parentela: 
                  “stretta collaborazione energetica con i fratelli venezuelani 
                  (la cui classe dirigente è di origine italiana), speciali 
                  rapporti con l'Argentina (la cui classe dirigente è di 
                  origine italiana) e tanto altro saranno il volano della Nuova 
                  Italia”. 
                  Così vediamo entrambe le formazioni esprimersi in progetti 
                  per l'economia basati su una percezione della realtà 
                  decisamente astratta e nostalgica dell'autarchismo bellico di 
                  antica memoria – “I settori cruciali nella politica 
                  industriale saranno l'industria dell'automobile, l'edilizia, 
                  il terziario, la cantieristica navale e la metallurgia” 
                  (Alba dorata) – o su assunti che mostrano più che 
                  una teoria economica una propensione a reinterpretare e replicare 
                  i fondamenti di quello stesso capitalismo di cui ci si dice 
                  acerrimi nemici: “Forza nuova è impegnata a gettare 
                  i semi di una nuova economia italiana fondata sulle Corporazioni, 
                  intese come corpi sociali vivi e operanti, sulla massima distribuzione 
                  della proprietà privata e familiare”. 
                  Errore fondamentale, dettato dall'accecamento ideologico, è 
                  quello di non fare nessuna distinzione tra potere finanziario 
                  e industriale del Capitale, e, anzi, di insistere su quello 
                  finanziario, invocando un reset che guarda caso però 
                  salvaguarda proprio i principi basilari di una società 
                  capitalista delle origini, chiusa e protetta dai suoi militi, 
                  capitanata dai nuovi “padri di famiglia”. 
                   
                  Di tutto  un... fascio
                  Se dunque è tipico della estrema destra il gridare 
                  al cambiamento di tutto per non cambiare niente, poiché 
                  l'ideologia nasce proprio con un forte – quasi patologico 
                  – radicamento per valori patriarcali, che siano individualistici, 
                  familisti o comunitari poco importa, li accomuna la visione 
                  di un “ordine” astratto e quasi sempre gerarchico... 
                  l'entropia delle destre è la vera portatrice di danno 
                  per la politica, perché permette il diffondersi di piccoli 
                  ma rischiosi esempi nelle istituzioni e dentro i movimenti. 
                  Sarà che tutto questo gridare contro i “massoni” 
                  (ovviamente sempre comunisti) da parte delle destre è 
                  dovuto al fatto che, contrariamente alla chiesa cattolica e 
                  ad altre potenti lobby, loro non riescono a condividere (ecumenismo 
                  o comunismo che sia) nulla. 
                  Del fenomeno della “entropia” di contenuti e del 
                  pericoloso avvicinamento a movimenti come quello grillino parla 
                  lo stesso Mancinelli, stracciandosi la camicia nera per l'assenza 
                  di una neo destra radicale ben organizzata, e segnalando: “Attenzione 
                  perché in questa entropia appena disegnata, galleggiano 
                  personaggi del calibro di Malgieri, Veneziani, Campi (in ambito 
                  meta-politico neo-destro), nonché interi pezzi (...da 
                  90) delle ex-classi dirigenti di Terza Posizione, dell'ex-Fronte 
                  della Gioventù e del tardo movimentismo destro-radicale 
                  degli anni ottanta, tutti sapientemente riconvertiti ed allineati 
                  al cosiddetto riformismo neo-conservatore. Deputati e deputatesse, 
                  senatori e senatrici, consiglieri regionali, provinciali, comunali, 
                  portaborse eccellenti, giornalisti di grido, neo-imprenditori 
                  finanziati, membri di istituti di formazione e fondazioni miliardarie 
                  (come ad esempio la fondazione Fare Futuro).” 
                  La diffusione delle idee reazionarie e fasciste quindi, lungo 
                  tutto l'arco istituzionale del centro destra... mentre Alba 
                  dorata, buffamente, chiama all'appello anche noi anarchici come 
                  soggetti politici: “Se portiamo avanti il discorso della 
                  democrazia diretta diranno anche che siamo anarchici e quindi 
                  comunisti. Se riusciamo a fare capire, anche a quei pochi comunisti 
                  ed anarchici non prevenuti ed aperti al dialogo ed al confronto, 
                  che l'unica alternativa che potrebbe concretizzare le loro idee 
                  è Alba dorata sarebbe un bel centro”. 
                  Così, in un mix decadente di definizioni e confusioni, 
                  sia Fn che Alba dorata ci rassicurano: loro saranno sempre 
                  fedeli alle... linee, contro il “neocomunismo statalista”, 
                  il “liberismo comunista”... i nemici degli Ultras, 
                  i cattivi che seminano “scie chimiche” e ...il mondo 
                  intero! 
                 Francesca Palazzi Arduini
                 Note 
                 
                  - Oltre alle dichiarazioni di Beppe Grillo sull'antifascismo, 
                  vale la pena di citare qui quelle del movimento politico Fratelli 
                  d'Italia, i cui portavoce, nel gennaio 2013, si scagliano contro 
                  Giorgia Meloni e soci che gli scippano il nome per la propria 
                  lista, e affermano “Le nostre idee ed il nostro programma, 
                  che anticipano abbondantemente perfino il Movimento 5 Stelle 
                  di Beppe Grillo, non saranno mai alla mercé di gente 
                  priva di idee e di scrupoli.”
                  
 - Sul tema del leaderismo nella politica italiana rimando 
                    all'articolo “Berlu 
                    is a virus”, A rivista n.362, maggio 2011. 
                  
 - Le citazioni di Mancinelli sono tratte del blog Fascinazione.
                  
 - Come nel citare, a fondamento della propria “dottrina” 
                  economica, l'enciclica di Pio XI 'Quadragesimo anno', riconosciuta 
                  dai forzanuovisti il patto tra scelte economiche del duce e 
                  politica vaticana della Caritas.
                  
 - Si capisce come, in questo contesto lisergico, anche liste 
                  goliardiche come la “Demarchia” che propone ironicamente 
                  di sorteggiare i deputati tra tutti i cittadini, i quali poi 
                  per un mandato possano farsi i cavoli loro, e “Feudalesimo 
                  e libertà”, che propone il ritorno alla birra fatta 
                  in casa per combattere la carestia, possano essere credute come 
                  vere.
                  
 - Emblematico il brano reperibile sul sito di Alba dorata che 
                  fa riferimento a Terza posizione.
                  
 - Al professor Auriti, già visto girare l'Italia in conferenze 
                  assieme a noti esponenti di estrema destra, Alba dorata prevede 
                  addirittura di dedicare l'effige della sua moneta.
  
				   
                
                   
                    |   Per 
                        saperne di più 
                       
                        - Lelio 
                          Basso, Fascismo e democrazia cristiana. Due regimi 
                          del capitalismo italiano, edito da Mazzotta, Milano, 
                          1975. 
                        
 - Emanuele 
                          Del Medico, All'estrema destra del padre. Tradizionalismo 
                          cattolico e destra radicale, Edizioni La Fiaccola, 
                          Ragusa, 2004. 
                        
 - Saverio 
                          Ferrari, Le nuove camicie brune. Il neofascismo oggi 
                          in Italia, BFS edizioni, Pisa, 2009. 
                        
 - Marco 
                          Rossi, I fantasmi di Weimar. Origini e maschere della 
                          destra rivoluzionaria, Edizioni Zero in condotta, 
                          Milano, 2001.
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