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 Eco-editoria creativa  
Nuove e vecchie frontiere dell'autoproduzione  
di Troglodita Tribe S.p.A.f. (Società per Azioni felici)  
 
Ma i libri di carta spariranno o no? 
Forse qui troverete una risposta. O forse no. 
                 
                   
                   In 
                  principio erano le fanzine! 
                  Nate dal forte impulso ad immettere nell'infosfera mediatica 
                  contenuti non domati e filtrati dal benpensante beneplacito 
                  dei canali tradizionali, hanno portato l'autoproduzione editoriale 
                  nelle mani di chiunque desiderasse esprimersi su carta. Le fanzine 
                  hanno felicemente interpretato e vissuto il vero concetto di 
                  libertà di stampa. Ma non solo, le fanzine hanno anche 
                  aperto la strada mostrando senza troppi indugi che scrivere 
                  e pubblicare le proprie idee, la propria letteratura, la propria 
                  musica, la propria controcultura era davvero possibile! 
                  Ci pare indispensabile riconoscere queste nobili origini quando 
                  si parla di autoproduzioni editoriali o auto editoria. Certo, 
                  esperienze antecedenti alle fanzine non mancano, soprattutto 
                  nell'infinito patrimonio libertario, ma a livello di massa questo 
                  fascicoletto cartaceo pinzato e spesso sporcato con eqilibrismi 
                  di copy-art ci pare decisivo per il diffondersi delle successive 
                  autoproduzioni. 
                  Oggi auto editarsi è diventato molto più semplice 
                  da un punto di vista manuale. Oggi, grazie alla stampa digitale, 
                  esistono aziende che, partendo dal nostro testo, forniscono 
                  già il prodotto finito. Che sia un romanzo, una raccolta 
                  di poesie, una rivista di filosofia...basta ordinare il numero 
                  di copie e il gioco è fatto. Non è più 
                  neppure necessario ordinare cinquecento o mille copie come accadeva 
                  prima rivolgendosi alle tipografie. Oggi puoi chiedere anche 
                  solo dieci copie alla volta e il prezzo resta più o meno 
                  lo stesso. Questa notevole facilitazione tecnologica ed economica, 
                  a nostro parere, ha portato il mondo delle autoproduzioni editoriali 
                  ad un radicale appiattimento. Se, da una parte, sempre più 
                  persone si auto editano (e questo è certamente un fattore 
                  positivo), dall'altra, la scintilla rivoluzionaria e creativa 
                  generata dalle fanzine è stata abbandonata e dimenticata. 
                  Quell'effervescenza nata dal desiderio di inventare nuovi contenuti, 
                  nuove immagini, nuova musica che appariva inaccettabile dai 
                  canali tradizionali, ci pare essersi spenta, tristemente sostituita 
                  dal mero desiderio di adeguarsi con opere che si confondano 
                  il più possibile con le produzioni tradizionali. Se le 
                  fanzine cercavano di distinguersi per fare nuovi mondi, oggi 
                  l'autoeditoria pare cercare il significato della sua esistenza 
                  nel farsi accettare là dove solo gli autori affermati 
                  (spesso definiti superficialmente come commerciali) sono riusciti 
                  ad entrare. 
                   
                    Eco-editoria 
                  creativa 
                 Sull'onda di queste considerazioni, spinti più che 
                  altro dal desiderio di raccogliere in modo adeguato la meravigliosa 
                  eredità lasciataci dalle fanzine, abbiamo pensato, progettato, 
                  attuato una sorta di ribellione dell'autoeditoria che tentasse 
                  di minare alle fondamenta il solito vecchio immaginario libresco 
                  che recita più o meno così: un libro, per essere 
                  un vero libro, deve uscire da una tipografia, deve stare in 
                  libreria, deve avere la forma, lo spessore e la serialità 
                  del classico libro...Ed è così che nasce l'eco-editoria 
                  creativa, dal desiderio di ampliare notevolmente questo asfissiante 
                  immaginario libresco che domina, purtroppo, anche chi tenta 
                  nuove strade. 
                  Nel raccontare questa nostra esperienza non abbiamo certo la 
                  pretesa di aver inventato qualcosa, al contrario l'obbiettivo 
                  è quello di dare un piccolo impulso destabilizzante, 
                  quello di invitare alla diserzione dai soliti comandamenti editoriali. 
                  L'eco-editoria creativa è innanzitutto autoproduzione. 
                  Se prendo il testo di qualcuno e lo riproduco non sto facendo 
                  autoproduzione. Magari sto piratando o diffondendo importanti 
                  informazioni, ma non sto autoproducendo. Se lavoro su commissione 
                  non sto autoproducendo. La caratteristica fondamentale dell'autoproduzione 
                  resta la totale autonomia, l'unica vera spinta in grado di confondere, 
                  e spesso annullare, la differenza tra il tempo del lavoro e 
                  il tempo libero. 
                  L'eco-editoria creativa è fatta di scarti. È per 
                  questo che si chiama eco, perché la forma si amalgama 
                  con coerenza al contenuto rifiutando, da subito, di trasformarsi 
                  in uno dei tanti piccoli disastri ambientali che ci stano uccidendo. 
                  Un'eco-editoria fatta con cartoni dei supermercati, con scarti 
                  tipografici, con vecchie cartoline, con confezioni, tappezzerie, 
                  biglietti del tram...è anche un modo per ridare forma, 
                  per riplasmare lo scempio del circostante. Riusare e riciclare 
                  divengono il vero atto creativo antiartistico, il vero collage 
                  multilivello della gran torta mediatica fatta di carta. Un'eco-editoria 
                  fatta di scarti, poi, è davvero orizzontale perché 
                  riduce al minimo le spese dei materiali, perché non servono 
                  particolari attrezzature, perché non ci vogliono particolari 
                  abilità in quanto gli scarti, in molti casi, sono già 
                  pronti all'uso. 
                  L'eco-editoria creativa rifiuta la serialità. 
                  La serialità è il punto di svolta, la produzione 
                  seriale è ciò che trasforma un'opera in un oggetto. 
                  La serialità riproduce il contenuto, ma scolora la tensione 
                  creativa appiattendo il mondo che stavamo cercando di infilare 
                  nel nostro libro. Non stiamo parlando di libri d'artista, ma 
                  di eco-editoria creativa: testi pur sempre riprodotti che, però, 
                  contengono anche tocchi manuali, interventi in diretta effettuati 
                  su ogni esemplare. Collage, strappi, manipolazioni, timbri, 
                  inserimenti di oggetti che permettono alle parole di uscire 
                  dai fogli, che impediscono letteralmente una completa digitalizzazione 
                  del nostro essere su quelle stesse pagine. Più che arte, 
                  antiarte, più che mostre...diffusione orizzontale. Si 
                  rifiuta la serialità lavorando sulla serialità, 
                  invertendone la rotta, sabotandone il senso. Scrivere, quindi, 
                  sul già scritto, negli spazi occupati del nostro immaginario 
                  con felici attentati estetici nel tentativo di operare una trasformazione, 
                  di scavalcare una barriera. 
                  A questo punto i libelli dell'eco-editoria creativa non ci provano 
                  neanche a diventare famosi, a far centomila copie, a scimmiottare 
                  la fama e la gloria. Più che altro entrano in una circolazione 
                  a spirale e si espandono in relazione al desiderio e all'intensità 
                  di chi li ha fatti. La distribuzione non ha le stesse finalità 
                  del libro tradizionale. Non è importante che l'eco-libello 
                  entri nel dibattito culturale, che si faccia strada e che viva 
                  sulla bocca e nella mente di tanti. Ciò che conta è 
                  esserci, aver lasciato una scia che si vaporizza in breve tempo, 
                  come una scultura lasciata morire sotto il sole, la pioggia 
                  e il gelo. L'eco libello, infatti, è fatto di scarti, 
                  è tenuto insieme con cuciture casalinghe, ha una tiratura 
                  molto limitata, è solo una voce nel grande coro di una 
                  nuova era del libro. 
                  
                   
                    Il libro 
                  di carta sparirà 
                   
                  Alla fine il libro di carta non sparirà perché 
                  l'e-book è più moderno, più economico, 
                  più versatile ma per il semplice fatto che l'era digitale 
                  ha cambiato i nostri cervelli. 
                  Leggere su carta, per chi è sempre più connesso 
                  ad un interminabile labirinto di link che si susseguono ininterrottamente 
                  fornendo immagini, animazioni, video, audio, notizie, novità, 
                  meteo, messaggi, tweet e chissà che altro, sta diventando 
                  un'attività sempre più statica. 
                  Se consideriamo i tempi brevissimi di permanenza su un singolo 
                  sito (e si parla di secondi...), se consideriamo che spesso 
                  le ricerche perdono il filo di una trama precisa perché 
                  si viene sedotti da altre curiosità e stimoli, se consideriamo 
                  la possente invasione del digitale nelle nostre vite, nelle 
                  nostre comunicazioni, nei nostri sogni...non possiamo fare a 
                  meno di renderci conto di quanto la lettura di un libro di carta 
                  possa risultare “troppo poco”. Le parole che scorrono 
                  sulla pagina non sono abbastanza animate, non c'è quella 
                  magica potenzialità che ci permette di cliccare e aprire 
                  una nuova porta. 
                  Alla fine il libro di carta sparirà, ma non perché 
                  sostituito da un altro supporto digitale da estrarre dalla borsa 
                  e leggere esattamente come, prima, leggevamo il nostro romanzo 
                  da mezzo chilo. No, sparirà e basta. Sparirà il 
                  concetto di libro vissuto come mondo a se stante, come isola 
                  di una dimensione altra, come creazione unica che imprigiona 
                  entro i suoi confini cartacei una serie di personaggi ed eventi, 
                  sparirà come oggetto dall'antica magia. 
                  Sparirà come sono sparite le enciclopedie, per il semplice 
                  fatto che non servono più, perché la conoscenza 
                  non sta più nei libri, la conoscenza circola rapidissima 
                  e basta connettersi, basta condividere le informazioni. E oggi, 
                  infatti, non si parla più del semplice e-book, ma di 
                  'video-e-book', un mix tra un e-book, un audio-e-book e un videocorso. 
                  Risulta evidente, quindi, quanto sia la multimedialità 
                  a prendere il sopravvento sul concetto di libro e quanto, in 
                  realtà, il cambiamento non sia certo limitato al tipo 
                  di supporto che contiene le parole, le informazioni, le storie, 
                  le idee. 
                  E non è certo casuale che, per quanto riguarda il libro 
                  di carta, non ci sia mai tempo per leggere, mentre per i contenuti 
                  multimediali che vengono incessantemente veicolati da una tecnologia 
                  sempre più nuova e sempre più versatile, il tempo 
                  non manca mai. 
                  Leggere un libro di carta sarà sempre più difficile. 
                  Sarà come, oggi, riuscire a sorbirsi un film degli anni 
                  venti del secolo scorso: verrà voglia di cambiare canale 
                  per tornarci qualche minuto dopo, verrà voglia di saltare 
                  le scene troppo lunghe, e nel frattempo riuscire a fare un giro 
                  di zapping, come si diceva ai tempi della tv. 
                  Tutto questo sarebbe davvero bello se la sparizione del libro 
                  di carta coincidesse con un'evoluzione del pensiero, con una 
                  svolta orizzontale della cultura sempre più aperta e 
                  disponibile a tutti, sempre meno appannaggio dei pochi che potevano 
                  permettersela e, quindi, pubblicarla sui libri di carta. 
                  In realtà siamo molto lontani da tutto questo. Il nostro 
                  immaginario mille.0 è sempre più incapace di approfondire, 
                  di seguire con attenzione la lunga descrizione di un paesaggio, 
                  o di un pensiero che raggiunga il cuore di una questione, che 
                  non si accontenti dei comodi luoghi comuni a cui aderire in 
                  un lampo. Il nostro immaginario mille.0 è sempre più 
                  incapace di realizzare un sogno, di arrivare fino in fondo. 
                  Dalla logica del telecomando, siamo passati a quella del clic 
                  completando un illusorio protagonismo, basta cliccare e avere 
                  nuovi amici, nuovi follower, nuove news, nuove opportunità. 
                  Ma alla fine, su milioni di persone che hanno cercato in rete 
                  come si coltivano le fragole, saranno pochissimi a coltivarle 
                  davvero. Tutti gli altri resteranno comunque appagati dalle 
                  informazioni, dalle immagini, dai consigli, dagli infiniti e 
                  interessantissimi contenuti virtuali trovati, sarà come 
                  se, un po', quelle fragole le avessero coltivate e assaporate 
                  davvero. 
                  Il libro di carta sparisce e questa sua sparizione si porta 
                  via il concetto stesso di libro. Perché è diventato 
                  un giocattolo superato, perché vogliamo emozioni più 
                  forti e le vogliamo in fretta, perchè vogliamo gli effetti 
                  speciali, perchè vogliamo entrare nel libro e farne parte 
                  cambiandone il contenuto, perché tutto questo deve avvenire 
                  senza impegnarci troppo. 
                  Il libro di carta sparisce proprio come spariscono i vecchi 
                  giochi da tavolo o i vecchi giochi di strada. Fate che un bambino 
                  scopra i videogiochi e non tornerà più indietro. 
                  Ci hanno stupiti con effetti irresistibili e sembra proprio 
                  che non si possa e non si debba resistere! 
                  
                   
                    Il libro 
                  di carta non sparirà 
                 Ma davvero la resistenza è impossibile e irrealizzabile? 
                  La resistenza, in fondo, è sempre possibile, ovunque 
                  e in qualsiasi situazione. A volte, la resistenza, basta inventarla 
                  e la voce comincia a girare, e qualcuno raccoglie quel pensiero 
                  insubordinato, quel pensiero dissonante e stonato, e lo fa suo, 
                  gli dà spazio, ossigeno, vita...per poi passarlo a qualcun 
                  altro che, magari, lo amplifica, lo complica, lo ramifica, lo 
                  espande, lo regala lanciandolo nel vento delle opportunità. 
                  E allora la domanda sorge spontanea. È possibile un altro 
                  libro di carta? Un libro che riesca ad avere quella dinamicità, 
                  quella fascinazione, quella magia che seduca ancora noi nuovi 
                  umani, quelli dell'immaginario mille.0? Un libro che resti reale, 
                  ma che esca dalle pagine, dalla serialità, dal rigido 
                  nero su bianco, da quel pur sempre affascinante format editoriale 
                  che, però, si ripete sin dai suoi albori e risulta oramai 
                  superato? 
                  Che la soluzione sia da ricercare all'interno del concetto di 
                  autoproduzione ci pare fuori da ogni dubbio, ma è altrettanto 
                  evidente che dovrà trattarsi di un'autoproduzione tutta 
                  da inventare, un'autoproduzione che, come si faceva una volta, 
                  stravolga i vecchi canoni perché c'è molto, molto 
                  altro da dire e da fare. 
                  Un'autoproduzione che rimanga orizzontale e creativa, che risulti 
                  più dirompente e appagante dell'ultima trovata tecnologica, 
                  un'autoproduzione che liberi davvero la comunicazione, le informazioni, 
                  l'arte... da chi gestisce i canali che ci illudiamo essere nostri. 
                  E tutto questo nuovo orizzonte orizzontale e creativo non si 
                  ottiene facendo “dei bei libretti tutti insieme”, 
                  ma investendo energie, idee, tempo, cura, amore, sperimentazioni. 
                  Perché solo con il coraggio di osare è possibile 
                  oltrepassare i confini. L'autoproduzione come stile di vita 
                  resta un gioco affascinante e appagante, ma richiede di essere 
                  giocato fino in fondo. La resistenza richiede tutto il tuo tempo, 
                  diventa uno stile di vita e per molti e molte l'unica scelta 
                  accettabile. 
                  
                   
                    Forme 
                  di resistenza 
                 Noi, appunto, scommettiamo sull'eco-editoria creativa, sul 
                  riciclo, sulla manipolazione, sull'intervento fatto a mano, 
                  sul collage che è decostruzione del già costruito, 
                  che è scrittura sul già scritto. Vecchie storie 
                  di vecchi artisti da rimettere in circolazione perché 
                  vivano, perché liberino la nuova era del libro autoprodotto, 
                  di carta. Una nuova era del libro senza maestri, fatta da autodidatti 
                  disadattati dadaisti, da sperimentatrici fuori dallo spettacolo, 
                  da spirali di libri liberi e mai famosi che fumano parole e 
                  si riprendono finalmente la letteratura. Come dimenticare, infatti, 
                  che questa non è solo l'era del e-book prossimo venturo, 
                  ma anche l'era della pubblicazione a pagamento, l'era del copyright, 
                  l'era del libro come veicolo di ricchezza e gloria, l'era dei 
                  best seller costruiti in laboratorio, l'era in cui si fatica 
                  ad accettare che sempre più persone si esprimano con 
                  un mezzo così orizzontale, aperto e potente come la scrittura. 
                  Riprendiamoci la scrittura, la letteratura, l'editoria, l'arte, 
                  la libera distribuzione con uno strumento caldo, effimero, autoprodotto 
                  e cartaceo. Un libro in piccole tirature, un libro per tutti 
                  e tutte, di tutti e di tutte. 
                  Impossibile? Solo bei sogni? A dire il vero, forme di resistenza 
                  vanno moltiplicandosi di giorno in giorno. Fiere, festival, 
                  incontri sull'editoria autoprodotta con altri mezzi, stili e 
                  obbiettivi (cartacei) stanno cominciando finalmente a fiorire 
                  anche in Italia in un crescendo di interesse e desiderio di 
                  fare in un altro modo. 
                  Perché quando (a breve) la digitalizzazione dell'esistente 
                  avrà inglobato ogni possibile forma di espressione, quando 
                  tutto potrà essere copiato e riprodotto sul monitor, 
                  ecco che il libro di carta, autoprodotto, arricchito da manipolazioni, 
                  interventi, strappi, collage ed assalti antiartistici al concetto 
                  stesso di serialità, entrerà finalmente nei nostri 
                  immaginari come forma di liberazione, ma forse sarà troppo 
                  tardi. Sta a noi, oggi, diffondere, incoraggiare, inventare 
                  questa e mille altre opportunità, dar loro ossigeno. 
                  Oppure rinunciare e cedere all'inevitabile senza neppure provarci. 
                  
                  Troglodita Tribe 
                
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