|  
                 
 ANARCHISMO  
Sugli anarchici antiorganizzatori  
                 
 
Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901 e il 1919. 
                 
                   
                  Come è noto, la critica 
                  di Bakunin nei confronti dell'Internazionale marxista coinvolge 
                  i concetti di autorità, burocrazie e centralismo, tutti 
                  elementi dannosi per il movimento rivoluzionario. Da lì 
                  in avanti gli antiautoritari dibattono e sviluppano ulteriormente 
                  il tema dell'organizzazione. 
                  La sezione italiana della prima Internazionale è una 
                  associazione allo stesso tempo socialista, anarchica, comunarda, 
                  collettivista, atea, rivoluzionaria e federalista. (2) 
                  Organizza diversi congressi regionali tra il 1871 e il 1880, 
                  anche se dal 1880 è indebolita a causa della continua 
                  repressione. Include quattro diverse tendenze: l'evoluzionista, 
                  la socialista rivoluzionaria, la comunista anarchica, l'individualista. 
                  L'anarchismo nasce dalle sue ceneri, (3) 
                  è un movimento plurale che comprende militanti favorevoli 
                  all'organizzazione, cosiddetti antiorganizzatori, individualisti 
                  e amanti della “propaganda del fatto”. 
                  Un processo in organizzazione in “partito”, come 
                  lo definisce anche Malatesta, nel senso di “associazione 
                  fra anarchici”, comincia al congresso di Capolago del 
                  1891. È però una dinamica lenta e Capolago è 
                  una tappa di un cammino molto lungo e difficile: il convegno 
                  nazionale successivo si sarebbe svolto sedici anni dopo a Roma 
                  (1907), e dopo di esso sarebbero passati altri otto anni prima 
                  di un nuovo appuntamento nazionale (Pisa, gennaio 1915). La 
                  fine della prima guerra mondiale e la rivoluzione russa sono 
                  tra i fattori che contribuiscono ad accelerare il processo di 
                  organizzazione: alla fine degli anni dieci si tengono vari convegni 
                  e congressi che sfociano nella fondazione dell'Unione Comunista 
                  Anarchica Italiana nel 1919, che diventerà l'Unione Anarchica 
                  Italiana nel 1920. 
                  La stragrande maggioranza degli anarchici italiani è 
                  antiorganizzatrice fino alla fine degli anni dieci e molti anche 
                  dopo. Bisogna dire però che da una parte costoro, nonostante 
                  tale definizione, non rifiutano di organizzarsi, dall'altra 
                  grosse differenze li separano dagli individualisti, cui spesso 
                  vengono erroneamente accomunati. Questi ultimi sono influenzati 
                  dalle idee di Max Stirner, spesso mescolate con influenze nicciane. 
                  Più che Stirner e Nietzsche a formare il retroterra politico 
                  degli antiorganizzatori sono invece Bakunin, Kropotkin, Gori, 
                  Reclus ecc. Al contrario degli individualisti, gli antiorganizzatori 
                  riconoscono il valore dell'azione collettiva e il ruolo del 
                  proletariato nel processo rivoluzionario. 
                  Come accennavo, anche se il tema dell'organizzazione è 
                  sempre oggetto di dibattito nel movimento, la grande maggioranza 
                  degli anarchici non rifiuta il concetto di organizzazione. Gli 
                  antiorganizzatori negano la validità di qualsiasi struttura 
                  formale perché in essa vedono i primi segni dell'elitismo 
                  e della burocrazia, ma ciò non toglie che essi ritengano 
                  utile organizzarsi praticamente per migliorare la propria azione 
                  rivoluzionaria. Opponendosi a qualsiasi struttura formale, ma 
                  riconoscendo allo stesso tempo il valore dell'azione collettiva, 
                  gli anarchici antiorganizzatori lasciano il campo aperto a un 
                  altro fattore: il carisma personale. 
                  Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i 
                  circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo 
                  soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901 
                  e il 1919, oratore e editore, riesce a promuovere attorno a 
                  sé una rete solidale di militanti dediti all'azione diretta 
                  e alla rivolta antiautoritaria, con un grande obiettivo comune: 
                  provocare una rivoluzione sociale transnazionale e permettere 
                  così agli sfruttati di organizzare una società 
                  libera e comunista. (4) 
                
                   
                     
  | 
                   
                   
                    Luigi 
                        Galleani  | 
                   
                 
                   Il 
                  primo pseudonimo: Mentana 
                 Galleani nasce a Vercelli il 12 agosto 1861 da genitori benestanti 
                  e monarchici; studia legge all'Università di Torino e 
                  diventa ben presto un ardente repubblicano. Finisce gli studi 
                  ma non ottiene la laurea, preferendo dedicarsi piuttosto all'attività 
                  politica. Come molti giovani democratici è influenzato 
                  al mito del Risorgimento e ha grande stima per personaggi come 
                  Carlo Pisacane, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, dei quali 
                  ammira l'attivismo senza soste e la completa devozione alla 
                  causa. Costoro, come Felice Orsini, il patriota che prova ad 
                  ammazzare Napoleone III nel 1858, incarnano la volontà 
                  umana nell'accelerare il processo della storia e il progresso 
                  sociale. Non è un caso quindi che egli si firmi spesso 
                  nei suoi articoli con lo pseudonimo Mentana, la città 
                  laziale dove le camicie rosse garibaldine si scontrano con le 
                  truppe pontificie il 3 novembre 1867 nel tentativo di conquistare 
                  la città di Roma all'Italia. 
                  La sezione italiana dell'Internazionale ha relazioni strettissime 
                  con il Risorgimento democratico. Sono molti i patrioti, già 
                  cospiratori risorgimentali, volontari garibaldini e fautori 
                  di società operaie che fondano i primi nuclei internazionalisti 
                  o aderiscono all'Internazionale dopo la Comune di Parigi del 
                  1871, fatto che provoca l'opposizione di Mazzini da una parte 
                  e il supporto di Mikail Bakunin dall'altra. Soprattutto nella 
                  sua prima fase, dal 1870 al 1874, l'Internazionale è 
                  influenzata tanto da Bakunin quanto da Garibaldi grazie all'opera 
                  di militanti vicino al primo come Fanelli, Friscia, Gambuzzi, 
                  Dramis, e altri vicini al secondo, quali Ceretti, Suzzara-Verdi, 
                  Castellazzo. (5) 
                  Tra il 1881 e il 1885 il repubblicanesimo di Galleani si avvicina 
                  progressivamente al socialismo. Scrive per diverse testate locali, 
                  tra i quali “La Boje!” di Vercelli e aderisce al 
                  Partito Operaio Italiano, che include socialisti legalitari 
                  e antiparlamentaristi, partecipando al congresso di Bologna 
                  del 1888. Nel primo numero de “La Boje!” scrive 
                  a mò di presentazione di sè: “Chi siamo? 
                  Siamo un pugno di ribelli, figli della rivoluzione, nati per 
                  la rivoluzione”. (6) 
                  Attivissimo nelle lotte operaie e contadine tra Piemonte e Liguria, 
                  fin da giovane è definito un leader. Il suo stesso aspetto 
                  fisico e il suo portamento sono rivelatori di un indubbio carisma: 
                  discretamente alto, robusto, vestito sempre elegantemente, lo 
                  sguardo fiero e il pizzo lo fanno apparire severo. Ma quel che 
                  più colpisce, e preoccupa la polizia, è il fatto 
                  che egli è un oratore eccezionale. La sua eloquenza ricorda 
                  quella dei suoi eroi risorgimentali e la voce vibrante è 
                  in grado di toccare le corde di tutti quegli sfruttati che accorrono 
                  ad ascoltarlo. (7) 
                  Ricercato dalla polizia, è costretto a rifugiarsi a Parigi, 
                  luogo centrale per il sovversivismo internazionale. Qui incontra 
                  vari militanti tra i quali Errico Malatesta, Paolo Schicchi, 
                  Saverio Merlino, Galileo Palla e Amilcare Cipriani, prende parti 
                  alle agitazioni del Primo Maggio e probabilmente è uno 
                  degli autori di un volantino incendiario che incita i lavoratori 
                  a scendere nella via armati e a imporsi con la violenza così 
                  da vincere e vincere per sempre. (8) Incarcerato 
                  e poi espulso, passa in Lussemburgo e raggiunge la Svizzera, 
                  dove stabilisce stretti rapporti con Elie ed Elisée Reclus. 
                  Quest'ultimo, già celebre geografo e teorico dell'anarchismo, 
                  gli dà ospitalità per alcuni mesi e ha grande 
                  influenza sulla sua formazione. Nel pensiero di Reclus da un 
                  lato c'è una analogia tra natura e anarchia, per cui 
                  la natura è sinonimo di armonia ed equilibrio e l'anarchia 
                  è, stando a un suo motto, “la più alta espressione 
                  dell'ordine”, dall'altro la storia è vista come 
                  un processo di evoluzione e rivoluzione (in cui la seconda accelera 
                  la prima) in un quadro generale di sviluppo e di progresso la 
                  cui ultima tappa è appunto l'anarchia. (9) 
                  Questa filosofia influenza Galleani in due sensi. Innanzitutto 
                  rafforza l'idea per cui la distruzione è il primo passo 
                  necessario per liberarsi di tutte quelle costruzioni innaturali 
                  che opprimono l'umanità e per aprire la via all'anarchia; 
                  in secondo luogo suggerisce che gli uomini – e gli anarchici 
                  – non hanno bisogno di strutture artificiali per organizzarsi 
                  in quanto essi sono naturalmente in grado di cooperare tra loro. 
                  Nel gennaio del 1891 partecipa al congresso di Capolago dove 
                  circa ottanta delegati dibattono per tre giorni e approvano 
                  un manifesto e un programma socialista-anarchico-rivoluzionario, 
                  stilato da Malatesta, Merlino, Gori, Pellaco, Cipriani e lo 
                  stesso Galleani, in cui costoro indicano la rivoluzione come 
                  unico mezzo per eliminate l'oppressione sociale e raggiungere 
                  il socialismo, rifiutando così ancora una volta il parlamentarismo 
                  e il riformismo. I delegati non stabiliscono una struttura nazionale 
                  stabile e si limitano a nominare delle commissioni di corrispondenza 
                  regionali che non hanno potere decisionale, rispettando così 
                  quei principi di libertà e autonomia dei gruppi e dei 
                  singoli rispetto all'organizzazione, stabiliti al congresso 
                  di Saint Imier del 1872. (10) 
                  A Capolago si decide anche di dare vita ad agitazioni rivoluzionarie 
                  in occasione del Primo Maggio e si indica in Cipriani e in Galleani 
                  i due oratori incaricati di fare giri di propaganda per la penisola. 
                  L'arte oratoria di Galleani è conosciuta e ritenuta il 
                  mezzo migliore per muovere i lavoratori all'azione. (11) 
                  Da Sampierdarena egli viaggia così attraverso l'Italia 
                  tenendo centinaia di comizi e conferenze, nonostante diversi 
                  ostacoli che gli frappone la polizia. 
                   
                    A Pantelleria, 
                  ma non in vacanza 
                 Nel 1892 insieme a Pietro Gori rappresenta gli anarchici al 
                  congresso di Genova del Partito Operaio Italiano – là 
                  dove nasce il futuro Partito Socialista Italiano – e ha 
                  un ruolo importante nella rottura che avviene con i socialisti 
                  legalitari. 
                  Meno di due anni più tardi, tra il dicembre 1893 e il 
                  gennaio 1894, mentre in Sicilia prima e in Lunigiana e a Carrara 
                  poi esplode la rivolta, è arrestato per associazione 
                  criminale, ovvero anarchica. Il processo si tiene proprio mentre 
                  la repressione nei confronti dei presunti colpevoli dei moti 
                  è al suo apice. È condannato a tre anni di prigione 
                  e cinque di domicilio coatto a Pantelleria e Favignana. La vita 
                  qui è difficile come dovunque in quelle isole del Mediterraneo 
                  che Crispi riempie di centinaia di detenuti. In queste colonie 
                  penali le violenze delle guardie sono innumerevoli e altrettanti 
                  sono gli atti di ribellione. Durante il suo soggiorno a Pantelleria 
                  riesce a stabilire buone relazioni con la popolazione: (12) 
                  dà lezioni ai ragazzi dell'isola, va ad abitare per conto 
                  proprio, incontra Maria Rallo, un'anticonformista pantese di 
                  venticinque anni che lo seguirà poi negli Stati Uniti 
                  (13) e diventa buon amico di Andrea Salsedo 
                  che gli sarà sodale nelle sue imprese al di là 
                  dell'Oceano. (14) 
                  Intanto in continente socialisti, repubblicani ed anarchici 
                  danno vita ad agitazioni per la liberazione delle centinaia 
                  di prigionieri politici confinati sulle isole. Il Partito socialista 
                  decide di candidarne in Parlamento alcuni tra i più conosciuti, 
                  con l'obiettivo di liberarli, e lo stesso Galleani, nonostante 
                  la sua contrarietà, viene candidato nel luglio 1897. 
                  (15) In risposta a tale tattica alcuni anarchici 
                  costretti a Pantelleria, Ponza, Ventotene e Lampedusa editano 
                  il numero unico “I Morti”, stampato ad Ancona il 
                  2 novembre 1898, in cui spicca l'articolo di Galleani dal titolo 
                  programmatico Manet immota fides. Qui egli scrive chiaramente 
                  ancora una volta che gli anarchici non avrebbero mai accettato 
                  la liberazione in cambio della partecipazione alle elezioni. 
                  Tale articolo indica con chiarezza la sua estrema fermezza e 
                  ha grande influenza sui compagni, in particolare sui più 
                  giovani. (16) 
                  Sul finire del 1899, dopo tre anni di prigionia, riesce a scappare 
                  da Pantelleria e a raggiungere prima Tunisi e poi, attraverso 
                  Malta e Alessandria d'Egitto, Il Cairo, grazie a una rete di 
                  supporto che si estende da Paterson a Londra (Reclus e Emidio 
                  Recchioni), da Tunisi (Niccolò Converti) a Napoli, dove 
                  probabilmente partecipa all'operazione il nucleo raccolto attorno 
                  al giornale socialista “La Propaganda”. 
                  Al volgere del secolo ha maturato ormai il suo pensiero e le 
                  sue convinzioni sono più ferme che mai. (17) 
                  Oltre a Reclus è un altro grande a influenzare profondamente 
                  le sue idee: Pëtr Kropotkin. Reclus e Kroptkin sono buoni 
                  amici fin dal 1877 e, entrambi geografi, condividono lo stesso 
                  approccio naturalistico all'anarchia. Anche in Kroptkin c'è 
                  la convizione che essa corrisponda alla scienza, in quanto quest'ultima, 
                  basandosi sulla solidarietà e la coperazione, è 
                  l'esatto opposto del dominio. Anche qui la scienza e l'anarchia 
                  coincidono a loro volta col progresso, visto nei termini di 
                  un certo determinismo scientifico e storico, sebbene non marxista. 
                  Le sue osservazioni sulla vita degli animali e degli uomini, 
                  rivelano che il “mutuo appoggio” è un importante 
                  “fattore di evoluzione”. Esso è prevalente 
                  ad ogni livello della vita animale e umana, nonostante i conflitti 
                  esistenti di fatto e il sorgere dello Stato, che è di 
                  per sé autoritario e oppressivo. Il mutuo appoggio è 
                  inoltre alla base dell'etica, poiché ogni uomo dipende 
                  dall'altro, e considera i diritti dell'altro uguali ai propri. 
                  (18) 
                  Basandosi sulle concezioni di Reclus e di Kroptkin, Galleani 
                  si convince così che qualsiasi organizzazione, artificale 
                  o formale, sia autoritaria perché è la natura 
                  in sé a portare gli uomini ad associarsi e sia quindi 
                  contraria tanto all'anarchismo quanto alla natura. Qui sta la 
                  base del suo essere antiorganizzatore. Inoltre egli condivide 
                  con Kroptkin l'idea per cui la storia è una continua 
                  lotta tra la libertà e l'autorità. La completa 
                  affermazione della libertà può essere raggiunta 
                  solo attraverso una rivoluzione sociale in grado di espropriare 
                  la borghesia, distruggere lo Stato e instaurare il comunismo 
                  cui concorrono liberamene tutti gli sfruttati. (19) 
                  A questi elementi il nostro affianca un ulteriore fattore, quello 
                  del diritto alla rivolta (diritto che nel militante anarchico 
                  diventa a tratti dovere) degli sfruttati, al di là di 
                  qualsiasi opportunità politica. 
                  
                   
                    Anarchismo 
                  antorganizzatore 
                 Galleani è ancora al Cairo quando il 29 luglio 1900 
                  Gaetano Bresci colpisce a morte Umberto I. Deve essere orgoglioso 
                  dell'atto del suo compagno, considerato il suo entusiasmo per 
                  le azioni individuali di propaganda del fatto. Già gli 
                  anni ottanta e novanta dell'ottocento sono segnati da una serie 
                  di omicidi di governanti e di esplosioni, un urlo di rabbia 
                  contro la miseria e la repressione poliziesca attraversava l'Europa: 
                  nomi come Ravachol, Léon-Jules Léauthier, Auguste 
                  Vaillant, Emile Henry, Sante Caserio, Paulino Pallas, Paolo 
                  Lega, Pietro Acciarito, Sofia Perowskaia, Michele Angiolillo, 
                  Luigi Lucheni, Clemente Duval ecc. infondono coraggio e fierezza 
                  tra i compagni. Gli anarchici sono in prima linea, in una fase 
                  in cui la rivoluzione sociale sembra questione di mesi. Lo stesso 
                  Kropotkin è a favore della propaganda del fatto nei suoi 
                  anni giovanili e Galleani non è da meno, e ricorderà 
                  sempre questi nomi sulla stampa anarchica e nei suoi discorsi, 
                  indicandoli come esempio ai compagni. (20) 
                  L'ammirazione che egli ha per questi “eroi” è 
                  la stessa che aveva da giovane per quelle figure del Risorgimento 
                  come Orsini e Pisacane. Dal punto di vista politico inoltre 
                  ogni atto individuale per lui può essere sempre l'inizio 
                  di una sollevazione collettiva e si deve considerare come qualcosa 
                  che sta in mezzo tra la mera teoria e il movimento insurrezionale 
                  di massa. 
                  Si ferma al Cairo per circa un anno e, dopo un breve passaggio 
                  a Londra, sbarca a New York nell'ottobre del 1901. Un mese prima, 
                  il 6 settembre, l'anarchico Leon Czolgosz ammazza il presidente 
                  degli Stati Uniti McKinley a Buffalo e il 29 ottobre è 
                  giustiziato sulla sedia elettrica. 
                  Galleani assume la redazione de “La Questione Sociale”, 
                  guidato in precedenza prima da Giuseppe Ciancabilla e poi da 
                  Errico Malatesta e si stabilisce a Paterson. Non ci rimane a 
                  lungo però, perché comincia ben presto giri di 
                  propaganda attraverso il New Jersey, la Pennsylvania, il Connecticut 
                  e il Vermont. Torna a Paterson per dare il proprio supporto 
                  al massiccio sciopero dei tintori del 1902. La valenza positiva 
                  degli scioperi non è per lui quella di ottenere riforme 
                  o miglioramenti salariali, ma di essere passaggi necessari in 
                  cui è possibile sperimentare il boicottaggio, il sabotaggio 
                  e la rivolta,in vista dello sciopero generale insurrezionale, 
                  vero obiettivo della sua attività rivoluzionaria. Per 
                  mesi incita i lavoratori di Paterson dalle colonne de “La 
                  Questione Sociale”, con volantini, manifesti e comizi. 
                  Quando tra il giugno e il luglio 1902 la rivolta scoppia aperta 
                  e vengono assaltate e distrutte fabbriche e tintorie, è 
                  in prima linea tanto da rimanere ferito da un colpo di pistola. 
                  Ricercato dalla polizia si rifugia quindi a Montreal. 
                  Sin dallo sbarco negli Stati Uniti sono chiari i tratti del 
                  suo anarchismo antiorganizzatore. Egli non vuole creare una 
                  organizzazione stabile, né politica (federazione anarchica), 
                  né economica (sindacato). Nonostante consigli i compagni 
                  ad aderire alle associazioni dei lavoratori per influenzarle 
                  con la loro propaganda, è estremamente sospettoso dei 
                  leader sindacali. Tale visione è così influente 
                  tra gli anarchici italoamericani che essi, sebbene siano uno 
                  dei gruppi etnici più influenti tanto per numero quanto 
                  per grado di militanza, non giocano mai un ruolo considerevole 
                  nel movimento operaio organizzato. (21) 
                  Egli cerca quindi di organizzare il movimento non attraverso 
                  strutture formali ma per mezzo della sua penna e della sua voce, 
                  cioè con le pubblicazioni, i meeting e i comizi. Quando 
                  parla i compagni rimangono rapiti dalla sua magnetica personalità: 
                  tocca il loro animo, al punto che sono in molti ad ammettere 
                  di “pendere dalle sue labbra”. (22) 
                  Se molti anarchici apprezzano la chiarezza delle sue parole 
                  altri, per lo più illetterati, ammettono che non lo capiscono 
                  esattamente quando parla, perché è troppo “filosofico”, 
                  ma lo stanno ad ascoltare con entusiasmo perché è 
                  in grado di infondere loro emozioni e speranze. (23) 
                  “Senti parlare Galleani e sei pronto a sparare al primo 
                  poliziotto che vedi”: c'è sicuramente qualche esagerazione 
                  in questa testimonianza di un giovane militante ma essa dà 
                  la cifra dell'influenza che il nostro ha sui compagni. (24) 
                  Nel movimento le conferenze e i comizi vanno di pari passo con 
                  rappresentazioni teatrali, concerti, balli, tombole e pic-nic, 
                  tutti momenti fondamentali nel dare vita a una socialità 
                  sovversiva e a rafforzare la solidarietà tra i libertari. 
                  (25) La solidarietà concreta è 
                  la vera sostanza dell'anarchismo dei galleanisti e sostituisce 
                  l'organizzazione formale. 
                  Nel 1903 ritorna illegalmente negli Stati Uniti e si stabilisce 
                  a Barre, nel Vermont, dove comincia ad editare un nuovo incendiario 
                  periodico, quella “Cronaca Sovversiva” che sarà 
                  in grado di scuotere l'animo indocile dei giovani militanti 
                  e di diventare presto uno strumento essenziale nell'organizzare 
                  praticamente il movimento. Dà voce alle lotte operaie 
                  e alle idee anarchiche contro lo stato, la chiesa, l'esercito, 
                  la famiglia e qualsiasi autorità. Offre resoconti di 
                  quel fanno i compagni in varie parti di un territorio sconfinato, 
                  è diffuso da una solida rete di diffusori e vive grazie 
                  alle sottoscrizioni di militanti e simpatizzanti che vengono 
                  raccolte soprattutto durante i pic-nic, le rappresentazioni 
                  teatrali, i comizi ecc. Da questi elementi si capisce perché 
                  Armando Borghi sosterrà poi, ricordando i galleanisti, 
                  che “gli antiorganizzatori erano il gruppo più 
                  organizzato”. (26) 
                  All'inizio del XX secolo la tendenza antiorganizzatrice è 
                  diffusa non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia. Come 
                  accennavo all'inizio, il processo verso una struttura nazionale 
                  è lento e raggiunge i primi risultati solo nel 1919. 
                  I cosiddetti organizzatori, tra quali Errico Malatesta e Luigi 
                  Fabbri, credono che una struttura nazionale, rispettosa del 
                  principio di autonomia, sia più efficace nel provocare 
                  la rivoluzione sociale. Inoltre essi pensano che una organizzazione 
                  formale sia in grado di neutralizzare, o comunque limitare, 
                  la funzione dei leader e la tendenza all'accumulazione di potere 
                  in poche mani da cui non sfuggono neppure gli anarchici. In 
                  teoria l'unico organo decisionale sono le assemblee, o congressi, 
                  dove si stabiliscono commissioni che hanno solo potere esecutivo, 
                  come nel caso delle commissioni di corrispondenza cui spetta 
                  il compito di facilitare le relazioni tra i diversi gruppi. 
                  Ad esempio è il congresso a stabilire a chi spetti la 
                  direzione del periodico del movimento, seguendo così 
                  un meccanismo che si può definire di “democrazia 
                  diretta”. 
                  
                   La 
                  “Cronaca Sovversiva” 
                 Al contrario Galleani è convinto che ogni organizzazione 
                  si basi su due cardini, la delega e la centralizzazione, che 
                  sono gli equivalenti del parlamentarismo e del governo. Ecco 
                  perché i galleanisti rifiutano più volte di costituire 
                  una federazione anarchica degli Stati Uniti. (27) 
                  “Il partito, qualunque partito, ha il suo programma che 
                  è la sua carta costituzionale; ha nelle assemblee dei 
                  delegati dei gruppi o delle sezioni, il suo parlamento; negli 
                  organi direttivi, nelle giunte o comitati esecutivi, ha il suo 
                  governo; è insomma una graduale sovrapposizione di organi 
                  che per quanto larvata riesce una propria e vera gerarchia tra 
                  i varii stadii della quale non è che il vincolo: la disciplina, 
                  le cui infrazioni o contravvenzioni si scontano con pene congrue 
                  che vanno dalla deplorazione alla scomunica, alla espulsione”. 
                  (28) 
                  Egli è estremamente abile nell'identificare tale processo 
                  di burocratizzazione come il reale pericolo di ogni organizzazione. 
                  Come dirà un suo compagno, Guy Liberti: “ha capito 
                  il pericolo dell'organizzazione. Nel momento in cui una organizzazione 
                  si fa adulta diventa conservatrice, e quando raggiunge la piena 
                  maturità diventa reazionaria. Così è stato 
                  per tutte le organizzazioni”. (29) 
                  Tuttavia nel rifiutare l'organizzazione formale egli lascia 
                  il campo aperto ad altri meccanismi di potere legati ai concetti 
                  di carisma e di leadership. “Galleani era l'animo del 
                  movimento”, dirà un antiorganizzatore stando a 
                  indicare che il suo carisma era esso stesso uno strumento organizzativo. 
                  (30) Inoltre i compagni hanno tale consapevolezza 
                  della sua importanza per il movimento che lo supportano economicamente 
                  per anni permettendogli di dedicarsi completamente alla propaganda. 
                  Negando qualsiasi valore all'organizzazione formale, decisioni 
                  importanti vengono prese non durante congressi “ufficiali” 
                  ma nel corso di pic-nici o riunioni, più o meno ristrette: 
                  la questione è sottile ma non di poca importanza: in 
                  teoria in un congresso “formale” posizioni differenti 
                  hanno uguale diritto di essere discusse in maniera aperta, e 
                  questo non è sempre garantito in ambiti più ristretti 
                  o, diremmo oggi, “informali”. Tali diversità 
                  di metodo hanno il loro peso nel decidere, ad esempio, su chi 
                  deve redigere il giornale del movimento. Un principio importante 
                  per gli anarchici è quello della rotazione degli incarichi, 
                  principio non facile da rispettare e disatteso quasi completamente 
                  dagli antiorganizzatori: “Cronaca Sovversiva” viene 
                  editato per più di quindici anni da Galleani e più 
                  tardi sarà il suo “erede” Raffaele Schiavina 
                  a guidare “L'Adunata dei Refrattari” per cinquanta 
                  anni di fila. (31) Problemi simili sorgono 
                  attorno ai comitati pro vittime politiche e alla gestione dei 
                  soldi che questi raccolgono. Tra gli anarchici italoamericani 
                  ci sono diverse polemiche su questo tema e in generale la mancanza 
                  di organizzazione formale contribuisce sia alla mancanza di 
                  rotazione negli ambiti decisionali, sia ad aumentare esponenzialmente 
                  i pettegolezzi e le “voci di corridoio” che sono 
                  sempre profondamente dannose per i movimenti rivoluzionari. 
                  Ricercato dalla polizia, Galleani vive clandestinamente a Barre 
                  per anni, protetto da un cospicuo gruppo di cavatori emigrati 
                  da Carrara e si dedica completamente a “Cronaca Sovversiva”, 
                  che riesce a raggiungere i gruppi italiani in ogni angolo del 
                  globo, dagli Stati Uniti all'Europa, dal Nordafrica al Sudamerica, 
                  all'Australia. 
                  Nel 1905 dà alle stampe La salute è in voi! 
                  “un semplice opuscolo per tutti quei compagni che desiderano 
                  educarsi” – come si legge su “Cronaca Sovversiva” 
                  – rosso, con l'immagine di Ravachol in copertina, in realtà 
                  un manuale d'uso degli esplosivi compilato anni addietro da 
                  Ettore Molinari e riadattato da Galleani. La dinamite sarebbe 
                  stata effettivamente usata più volte dal movimento negli 
                  anni a venire. 
                  Nello stesso 1905 va in Francia dove rimane per un breve periodo 
                  nel vano tentativo di dar vita a qualche evento insurrezionale. 
                  Tornato negli Stati Uniti comincia un lungo giro di conferenze 
                  (32) ma nel dicembre 1906 è arresto 
                  in relazione allo sciopero di Paterson di quasi cinque anni 
                  prima. Estradato nel New Jersey è processato proprio 
                  a Paterson nell'aprile 1907. Rifiuta di giurare sulla bibbia, 
                  ma alla fine viene scagionato. 
                  Dopo il suo rilascio e subito dopo il congresso anarchico di 
                  Roma del 1907 scrive per “Cronaca Sovversiva” diversi 
                  articoli con il titolo La fine dell'anarchismo? in risposta 
                  all'intervista rilascata a “La Stampa” da Francesco 
                  Saverio Merlino, anarchico diventato socialista. Per Merlino 
                  il movimento anarchico non ha futuro, dilaniato dalle pomiche 
                  interne e ormai quasi completamente assorbito dal Partito socialista. 
                  Al contrario, come scriverà Paul Avrich anni dopo, “Galleani 
                  sostiene le ragioni del comunismo anarchico contro il socialismo 
                  riformista, esaltando i suoi valori di spontaneità e 
                  varietà, di autonomia e indipendenza, di autodeterminazione 
                  e azione diretta in un mondo sempre più conformista”. 
                  (33) Questi articoli hanno una grande eco 
                  dentro e fuori il movimento e contribuiscono ad aumentare ulteriormente 
                  il carisma di Galleani. Forse ora la sua penna è ancora 
                  più potente della sua voce, e la polemica continua con 
                  i socialisti parlamentaristi e i riformisti in generale rafforza 
                  la leadership tra i Galleanisti, diventando un tutt'uno con 
                  quella militanza senza compromessi di cui il manuale d'uso degli 
                  esplosivi è un segnale inequivocabile. 
                  Nel 1910 scoppia la prima rivoluzione del Novecento, in Messico, 
                  cui accorrono a dare manforte molti anarchici italoamericani. 
                  Alcuni continueranno a supportare i rivoluzionari, ma diversi 
                  escono delusi da questa esperienza. Galleani dà così 
                  voce alle critiche, anche aspre, contro Emiliano Zapata, Ricardo 
                  Flores Magon e il suo giornale “Regeneraciòn”, 
                  accusando il Partito liberale mexicano di essere un partito 
                  più borghese che rivoluzionario. (34) 
                  Quando la polemica sulla valenza della rivoluzione messicana 
                  è ancora fresca, nel 1912, l'esercito italiano invade 
                  la Libia e Galleani si dedica alla campagna contro la guerra. 
                  (35) Nello stesso anno “Cronaca Sovversiva” 
                  viene trasferita a Lynn, nel Massachusetts. Galleani è 
                  spesso in giro per conferenze: dal 1912 al 1915 prende la parola 
                  centinaia di volte, in particolare contro la guerra e i nazionalismi, 
                  in Massachusetts, Connecticut, Pennsylvania, Ohio, Illinois, 
                  Colorado e California. Nei periodi di assenza lascia il giornale 
                  ai sodali Antonio Cavallazzi e Constantino Zonchello. 
                  Quando nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale incrementa 
                  ancora la sua attività antimilitarista: continua a tenere 
                  conferenze e contraddittori, scrive decine di articoli su “Cronaca 
                  Sovversiva” e su altri giornali anarchici che si stampano 
                  in Italia, tra gli altri su “L'Agitatore” di Bologna 
                  e su “Volontà” di Ancona, diretto da Malatesta. 
                  (36) Proprio sul tema della guerra rompe 
                  con Kropotkin e con Cipriani, che si schierano idealmente a 
                  fianco della Francia contro la Germania. Egli rigetta invece 
                  qualsiasi guerra che non sia la guerra socale e ancora una volta 
                  dà voce alla posizione degli anarchici con il celebre 
                  slogan “contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione 
                  sociale!”. (37) 
                  
                   
                    Sbarcato, 
                  arrestato, rilasciato 
                 Accanto alla propaganda antimilitarista sono sempre i conflitti 
                  sociali e del lavoro a vederlo in prima linea. In questi anni 
                  essi sono estremamente frequenti e violenti e devono fare i 
                  conti con una repressione costante a opera delle varie polizie 
                  statali, federali e private. Il 20 aprile 1914 è la data 
                  del massacro di Ludlow, che provoca a una serie di proteste 
                  e agitazioni in tutto il paese con protagonisti gli anarchici 
                  italoamericani. (38) 
                  Lo scoppio della guerra mondiale, il conseguente intervento 
                  statunitense e la ferma opposizione al militarismo dei libertari 
                  inaspriscono le lotte sociali. È da poco tornato da un 
                  tour di propaganda in East Pennsylvania per supportare i minatori 
                  in sciopero, quando, nell'ottobre 1916, è arrestato per 
                  incitamento alla ribellione. Rilasciato su una cauzione di diecimila 
                  dollari – tutti pagati dai compagni – comincia un 
                  nuovo giro di conferenze nel Michigan che lo tiene occupato 
                  fino alla fne dell'anno. La situazione per gli anarchici si 
                  fa sempre più critica dall'aprile 1917 in poi, data dell'entrata 
                  degli Stati Uniti nel conflitto. Quando il Congresso americano 
                  vara un decreto che obbliga tutti gli uomini residenti sul suolo 
                  americano a registrarsi entro maggio, egli scrive l'articolo 
                  Matricolati!, suggerendo ai compagni di evitare la registrazione, 
                  vista come primo passo verso la coscrizione obbligatoria. (39) 
                  La polizia vieta la spedizione postale di “Cronaca Sovversiva”, 
                  ne perquisisce gli uffici, così come fa con la casa di 
                  Galleani, che viene arrestato con l'accusa di cospirare contro 
                  la chiamata alle armi e rilasciato su cauzione (diecimila dollari). 
                  Verrà infine multato di 300 dollari. “Cronaca Sovversiva” 
                  viene diffuso ugualmente, prima attraverso un corriere privato 
                  e poi con mezzi propri, addirittura in motocicletta. Le sedi 
                  dei gruppi galleanisti sparse per il Nordamerica vengono perquisite 
                  più volte nel corso del 1917 e 1918 e lo stesso accade 
                  nuovamente agli uffici del periodico nel febbraio del 1918. 
                  Galleani stesso è arrestato ancora una volta in maggio, 
                  e nuovamente rilasciato. In luglio le autorità dichiarano 
                  fuori legge “Cronaca Sovversiva” di cui vengono 
                  però stampati clandestinamente altri due numeri, così 
                  come accade in questo frangente per altre testate anarchiche. 
                  Alla fine, nell'ottobre 1918 il Congresso vota l'espulsione 
                  di tutti quegli stranieri residenti sul territorio che si professano 
                  anarchici e il 24 luglio dell'anno successivo anche Galleani 
                  viene deportato in Italia, lasciandosi dietro una moglie e cinque 
                  figli. (40) In risposta alla sua deportazione 
                  i compagni lanciano una campagna nazionale a suon di pacchi 
                  bomba, che vengono spediti a decine di autorità statunitensi 
                  ritenute responsabili della repressione contro il movimento. 
                  (41) 
                  Sbarcato a Genova, è arrestato ma presto rilasciato grazie 
                  alla pressione dei portuali aderenti alla Federazione dei Lavoratori 
                  del Mare. (42) Il Biennio rosso e al suo 
                  culmine: i militanti italiani gli chiedono di prendere la redazione 
                  di un nuovo quotidiano nazionale, “Umanità Nova” 
                  ma egli rifiuta. Va a vivere a Vercelli e poi a Torino dove 
                  nel febbraio del 1920 comincia una nuova serie di “Cronaca 
                  Sovversiva”. Continua a collaborare con i compagni di 
                  tutte le tendenze, organizzatori compresi, e mantiene sempre 
                  un ottimo rapporto con Malatesta di cui ha grande stima, anche 
                  se non lesina critiche alla fondazione dell'Unione Anarchica 
                  Italiana, in occasione del congresso di Bologna del luglio 1920. 
                  (43) 
                  È costretto a entrare ancora in clandestinità 
                  perché ricercato dalla polizia per il contenuto di alcuni 
                  suoi articoli. Si costituisce poco prima dell'apertura del processo 
                  a suo carico ed è condannato a un anno e mezzo di prigione. 
                  Rilasciato nel dicembre del 1923, ha ormai 64 anni, soffre di 
                  diabete e si dedica a rivedere i propri articoli polemici con 
                  Merlino e a completare la traduzione italiana delle memorie 
                  di Clemente Duval, (44) prima di essere 
                  nuovamente arrestato dalla polizia di Mussolini e confinato 
                  a Lipari. (45) Liberato nel 1930 ma tenuto 
                  sotto stretta sorveglianza viene ospitato da Pasquale Binazzi 
                  e da Zelmira Peroni a Caprigliola (MS), dove muore il 4 novembre 
                  1931. (46) 
                  L'Eretico, G. Pimpino, El vecc, Mentana, Minin: qualunque pseudonimo 
                  abbia usato, Galleani è sempre stato lo stesso, coerente 
                  con un'idea di anarchia aliena da qualsiasi compromesso. La 
                  determinazione estrema con cui ha difeso il proprio anarchismo, 
                  il suo comportamento esemplare di fronte alle autorità 
                  sono tra gli elementi che lo hanno fatto un eroe per almeno 
                  due generazioni di anarchici. Dopo la sua morte decine di suoi 
                  articoli vengono ristampati in volume negli Stati Uniti prima 
                  e poi in Italia. (47) Un ulteriore segnale 
                  di quanto importante sia stata la sua figura. “Era davvero 
                  un professore, un grande oratore: era il migliore!”, dirà 
                  un suo compagno. (48) In queste semplici 
                  parole è racchiuso tutto il peso del suo carisma. 
                   
                  Antonio Senta 
                 Note
                 
                  -  Desidero ringraziare Tomaso Marabini per l'importante supporto 
                    che continua a darmi nell'attività storiografica. Anche 
                    in questo caso non è stato da meno. 
                  
 - Pier Carlo Masini, Gli Internazionalisti. La Banda del 
                    Matese 1876-1978 (Milano-Roma: Edizioni Avanti!, 1958), 
                    p. 129. 
                  
 - Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale, in Maurizio 
                    Antonioli e Pier Carlo Masini, Il sol dell'avvenire. L'anarchismo 
                    in Italia dalle origini alla Prima Guerra Mondiale, (Pisa: 
                    Biblioteca Franco Serantini, 1999), p. 15. 
                  
 - Per una sua biografia cfr. Ugo Fedeli, Luigi Galleani. 
                    Quarant'anni di lotte rivoluzionarie 1891-1931 (Catania: 
                    Centrolibri 1984, prima ed. Cesena: Antistato 1956). Vedi 
                    anche Pier Carlo Masini, La giovinezza di Luigi Galleani, 
                    “Movimento Operaio, Milano, a. VI, n. 3, maggio-giugno 
                    1954; Paolo Finzi, Antologia di storia anarchica, “Volontà”, 
                    Pistoia, marzo-aprile 1975, pp. 122-126; Camillo Levi [Paolo 
                    Finzi], L'anarchico dei due mondi, “A Rivista 
                    Anarchica”, Milano, aprile 1974; Redazione, Anarchist 
                    graffiti, “A Rivista Anarchica”, Milano, estate 
                    1979. Paolo Finzi, L'eredità di Luigi Galleani, 
                    “A Rivista Anarchica”, Milano, ottobre 1981. 
                  
 - Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale cit. 
                  
 - Luigi Galleani, Chi siamo?, “La Boje!”, 
                    Vercelli, 25 maggio 1885. 
                  
 - Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato, 
                    Rome, fasc. Luigi Galleani. 
                  
 - Gli anarchici al popolo in occasione del 1°Maggio, 
                    Paris, 1890, Service Historique de la Défense, Paris, 
                    archive N (IIIeme République 1872-1940), folder 7 N 
                    1363. 
                  
 - Elisée Reclus, Évolution et révolution, 
                    Genève, 1880; Elisée Reclus, L'Anarchie, 
                    Bruxelles, 1895. 
                  
 - Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico 
                    internazionale 1872-1932 (Milano: Franco Angeli, 2003), 
                    pp. 165-169. 
                  
 - Luigi Galleani, Figure e figuri (Newark: Biblioteca 
                    de “L'Adunata dei Refrattari”, 1930), p. 182. 
                  
 - Cfr. L'anarchico Galleani da Pantelleria a Favignana, 
                    “L'Avanti!”, Roma, p. 2. 
                  
 - Natale Musarra, Una storia d'amore e di anarchia, 
                    “Sicilia Libertaria”, Ragusa, aprile 2007, p. 
                    5. 
                  
 - Cfr. “L'Avvenire Sociale”, Messina, 1901-1902. 
                  
 - Cfr. Il comizio a favore della candidatura di Galleani, 
                    “Avanti!”, Roma, 20 marzo 1897, p. 3. 
                  
 - Armando Borghi, Fermezza anarchica, “Umanità 
                    Nova”, Roma, 3 aprile 1960. 
                  
 - Cfr. Melchior Seele [Raffale Schiavina], A fragment of 
                    Luigi Galleani's life, in Marcus Graham, edited by, Man! 
                    An Anthology of Anarchist Ideas (Orkney: Cienfuegos press, 
                    1974). http://www.katesharpleylibrary.net/d51cvp. 
                  
 - Giampietro Berti, Determinismo scientifico e mutuo appoggio: 
                    Pëtr Kropotkin, in Giampietro Berti, Il pensiero 
                    anarchico dal Settecento al Novecento (Manduria-Bari-Roma: 
                    Lacaita, 1998), pp. 293-370. Cfr. anche Pëtr Kropotkin, 
                    The Scientific Basis of Anarchy, “The Nineteenth 
                    Century”, XXI, febbraio 1887, pp. 238-58. 
                  
 - La prima edizione di The mutual Aid è del 
                    1902 ma tali concezioni circolano già sulla stampa 
                    anarchica da una decina di anni prima. Le idee di comunismo 
                    anarchico e di interdipendenza tra anarchismo, scienza ed 
                    evoluzione risalgono al 1880. 
                  
 - Cfr. Mentana, Faccia a Faccia col nemico. Cronache giudiziarie 
                    dell'anarchismo militante (East Boston, Mass: Gruppo Autonomo, 
                    1914 e ristampato da Galzerano nel 2001). 
                  
 - Paul Avrich, Anarchist voices. An oral history of anarchism 
                    in America (Oakland-Edinburgh, AK Press: 2005), p. 316. 
                  
 - Cfr. Catina Willman e Concetta Silvestri, in Paul Avrich, 
                    Anarchist voices cit., pp. 111, 107. Vedi anche L'Adunata 
                    dei Refrattari, Il pensiero anarchico di Luigi Galleani, 
                    “L'Adunata dei Refrattari”, Newark, 5 novembre 
                    1949; Jospeh Moro, Bartolomeo Provo, Harry Richal, Elide Sanchini, 
                    Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices 
                    cit., pp. 113, 117, 129, 138, 142; Paul Ghio, L'anarchisme 
                    aux Etats Unis (Paris: 1903), pp. 140-142. 
                  
 - Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices 
                    cit., p. 142. 
                  
 - La frase sarebbe di Carlo Buda, fratello di Mario Buda, 
                    ed è riportata da Charles Poggi, in Paul Avrich, Anarchist 
                    voices cit., p. 132. 
                  
 - Su tali dinamiche di “socialità sovversiva” 
                    in particolare nell'area di New York, cfr. la tesi di laurea 
                    di Marcella Bencivenni, Italian American radical culture 
                    in New York city: the politics and arts of the sovversivi, 
                    1890-1940 (The City University of New York: 2003). 
                  
 - Riportato da Valerio Isca in Paul Avrich, Anarchist voices 
                    cit., p. 147. 
                  
 - Cfr. ad esempio “Cronaca Sovversiva”, Barre, 
                    Vermont, 18 gennaio 1908. 
                  
 - Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? (Newark: 
                    edizione curata da vecchi lettori di “Cronaca Sovversiva”, 
                    1925), p. 45. 
                  
 - Guy Liberti, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., 
                    p. 157. 
                  
 - Ibidem. 
                  
 - Sull'attività de “L'Adunata dei Refrattari” 
                    e sugli stretti legami con “Cronaca Sovversiva” 
                    cfr. I fondatori, Ricordi di casa nostra. Nel XXV anno 
                    de “L'Adunata”, “L'Adunata dei Refrattari”, 
                    New York, 13 aprile 1946, p. 1; Venticinque anni di vita 
                    e di battaglia, “L'Adunata dei Refrattari”, 
                    New York, 12 aprile 1947, p. 1; O. Maraviglia, L'anniversario, 
                    “L'Adunata dei Refrattari”, New York, 22 aprile 
                    1950, p. 1; Tino, Compleanno 1922-1952, “L'Adunata 
                    dei Refrattari”, New York, 12 aprile 1952, p. 1; 
                  
 - Per un resoconto della sua attività di propaganda, 
                    cfr., Vico Covi, La propaganda del compagno G. Pimpino 
                    a Philadelphia, Pa., “Cronaca Sovversiva”, 
                    22 dicembre 1906. 
                  
 - Paul Avrich, Review of Luigi Galleani, The End of Anarchism?, 
                    “Black Rose”, Boston, inverno 1983. 
                  
 - Per comprendere meglio i termini di questa polemica, cfr. 
                    “Régeneracion sezione italiana”, diretto 
                    da un ex sodale di Galleani, Ludovico Caminita. Consultabile 
                    online: http://www.archivomagon.net/Periodico/RegeneracionItaliano/RegeneracionItaliano.html. 
                  
 - Cfr. Mentana [Luigi Galleani], Madri d'Italia! Per Augusto 
                    Masetti (Lynn, Massachusetts: a cura della “Cronaca 
                    Sovversiva” e degli anarchici di Plainsville, Pa., 1913). 
                    Nel 1912 Galleani edita anche tre numeri di “Balilla”, 
                    un periodico antimilitarista per ragazzi. 
                  
 - Questi articoli sono raccolti nel volume Una battaglia 
                    (Roma: Biblioteca de L'Adunata dei Refrattari 1947). 
                  
 - Cfr. “Cronaca Sovversiva”, Lynn, Massachusetts, 
                    3 aprile 1915. 
                  
 - [Ugo Fedeli], Un trentennio di attività anarchica 
                    1914-1945 (Cesena: L'Antistato, 1953), pp. 121-123. 
                  
 - Mentana [Luigi Galleani], Matricolati!, “Cronaca 
                    Sovversiva”, Lynn, Massachusetts, 26 maggio 1917. 
                  
 - Cfr. Paul Avrich, Sacco and Vanzetti. The anarchist background 
                    (Princeton, New Jersey: Princeton University Press 1991), 
                    Luigi Galleani ad nomen. 
                  
 - Ibidem, pp. 137-148. Vedi anche una delle prime scene del 
                    film J. Edgar di Clint Eastwood (2011). 
                  
 - Gli Editori, Prefazione, in Luigi Galleani, Una battaglia 
                    cit., pp. XII. 
                  
 - Minin [Luigi Galleani], Attenti ai mali passi!, “Cronaca 
                    Sovversiva”, Torino, 17 luglio 1920. 
                  
 - Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? cit.; Clemente 
                    Duval, Memorie autobiografiche (Newark: Biblioteca 
                    de “L'Adunata dei Refrattari” 1929). 
                  
 - Stando a quanto riporta Paul Avrich, nel corso degli anni 
                    venti sarebbe riuscito a tornare negli Stati Uniti per un 
                    breve periodo, riuscendo a incontrare nuovamente la sua famiglia. 
                  
 - L'Adunata, È morto Luigi Galleani, “L'Adunata 
                    dei Refrattari”, 14 novembre 1931. 
                  
 - Oltre ai libri già citati, cfr.: Aneliti e singulti 
                    (Newark: Biblioteca de “L'Adunata dei Refrattari” 
                    1935); Mandateli lassù! (Cesena: Antistato 1954); 
                    Metodi della lotta socialista (Newark: “L' Adunata 
                    dei Refrattari” 1972); Alcuni articoli dalla sua 
                    “Cronaca Sovversiva”, Pistoia: Archivio Famiglia 
                    Berneri 1984). Per una sua bibliografia, cfr. Ugo Fedeli, 
                    Luigi Galleani cit., pp. 124-131. 
                  
 - Harry Richal, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., 
                    p. 129. 
  
 |