rivista anarchica
anno 39 n. 346
estate 2009


Trentasette
anni fa


 

a cura della redazione

 

 

Nel 1972 cade il centenario delle conferenze costitutive dell’anarchismo organizzato a livello internazionale (Saint-Imier, in Svizzera) e italiano (Rimini). Due incontri ricordano, un secolo dopo, questi eventi e soprattutto quello che avevano rappresentato, cioè l’inizio di una presenza in qualche modo organica delle idee e delle organizzazioni anarchiche, nate e sviluppatesi in polemica con il comunismo marxista.

Proprio nei due luoghi citati, dunque, si ritrovano numerosi militanti anarchici e sul n. 15 di “A”, datato “ottobre 1972”, tre paginone sono dedicate alla questione. Numerose foto “descrivono” gli eventi ma è soprattutto il vero e proprio saggio di Amedeo Bertolo a dare il senso della ricorrenza. Il titolo “Anarchici… e orgogliosi di esserlo” sintetizza efficacemente la riaffermazione della validità delle scelte di fondo che, nella secondo metà dell’800, avevano portato alla netta e definitiva frattura nel nascente movimento operaio e socialista tra le tendenze autoritarie e quelle anarchiche.

Ci piace ora riprodurre integralmente, nelle pagine seguenti, queste 3 pagine del numero di 37 anni fa.

C’è un particolare che merita di essere segnalato. All’incontro anarchico del settembre 1972 a Rimini partecipa anche Marco Pannella, leader storico dei radicali e allora anche segretario della Lega Italiana per il Divorzio (LID). Qualcuno, pensando al Partito Radicale oggi (e non solo oggi: si pensi alla fase filo-berlusconiana di qualche anno fa…), potrebbe sorprendersi o storcere il naso. E lo potrebbe legittimamente fare ancora di più nell’apprendere che allora, davanti a quella platea anarchica, Marco Pannella aveva ventilato la possibilità che il suo partito potesse confluire e sciogliersi nel movimento anarchico.
Da molti anni Pannella è diventato un arnese di quella partitocrazia che dice di voler combattere, con l’aggravante – per noi – che i suoi giochi politici li fa richiamandosi a un’opzione libertaria che non esiste. La recente squallida vicenda dell’uso strumentale della “stella gialla” per assicurarsi maggiore visibilità nei media la dice lunga sullo spessore etico dei radicali. Ma allora, 37 anni fa, erano fresche la comune partecipazione (non priva di polemici confronti) di radicali e anarchici alle marce antimilitariste (Milano-Vicenza e in Friuli); la vicinanza di entrambi i movimenti ai beat, ai provos, alle comuni alternative che del movimento del ’68 (anzi, a dire il vero, da prima di quell’anno simbolico) ne erano stati uno degli aspetti più libertari ed interessanti; le frequenti proteste contro la repressione poliziesca e giudiziaria contro i nuovi movimenti; la solidarietà con gli oppositori democratici e libertari nei Paesi sotto il giogo comunista; la comune presenza in tante battaglie laiche e anticlericali, ecc. ecc..
Poco tempo prima lo stesso Pannella aveva scritto una lettera aperta agli anarchici (pubblicata su Umanità Nova dell’8 luglio 1972) in cui, di fronte all’aggravarsi delle condizioni di salute di Alfonso Failla (direttore responsabile del settimanale della Federazione Anarchica Italiana) offriva la disponibilità di “qualche compagno radicale” nel caso non si fosse trovata una soluzione interna alla FAI. “Un caro saluto a Failla – concludeva Pannella – compagno che da anni incontro sullo stesso banco e per le stesse ragioni in tribunale. Con quello che egli ha fatto finora, e da sempre, quando noi ancora non c’eravamo, mi sembra giusto e serio non consentirgli oltre di tener testa da solo alla repressione fascista di questo regime, in materia di stampa.”
37 anni fa, appunto. O forse un secolo fa.

Altri temi affrontati sul n. 15: anarcosindacalismo, Spagna oggi, Spagna ieri (Durruti), Vietnam, Palestina, aspetti feudali del “socialismo di stato” in URSS, femminismo ed emancipazione, Max Stirner, processo Valpreda, ecc.

Nella pagina seguente riportiamo il testo integrale pubblicato sulle pagine 3-4-5 del n. 15 (ottobre 1972) di “A”.