rivista anarchica
anno 37 n. 326
maggio 2007


 

Un convegno su
Leda Rafanelli

Gli anarchici, nella vita,
sono dei nomadi.
Non seguono quella tale strada,
ma la loro strada.
Djali

Nel cuore del centro storico della città di Reggio Emilia il 27 gennaio scorso si è tenuta una giornata di studi, e passione, dedicata all’amletica ed affascinante figura di Leda Rafanelli.
A quasi quarant’anni dalla morte, l’anarchica di Pistoia ha saputo ancora una volta raccogliere ed incuriosire un ampio ed eterogeneo pubblico, complici Fiamma Chessa (curatrice dell’evento) ed otto eclettici relatori.
La suggestiva apertura della nipote Marina Monanni ci ha subito immersi nel clima più intimo della Rafanelli dimostrando che, come per tante donne “sulla via della politicizzazione” tra fine Ottocento ed inizio Novecento, l’ingresso alle forme di sociabilità (politica) si colloca proprio su quella cerniera tra pubblico e privato che – come afferma Luisa Passerini – spesso sfugge o è posta in secondo piano.
Ogni intervento avrebbe avuto un senso compiuto ed esaustivo, il complesso ha creato un’orizzontalità armonica, in un’alternanza tra Oriente ed Occidente, che, tessuta lungo il filo conduttore del racconto di una vita, ha offerto interessanti spunti di riflessione ed indagine.

Leda Rafanelli (Pistoia 1880-Genova 1971)

Dopo i saluti di Fiamma, Alessandra Pierotti (insegnante, addottorata alla Sapienza con una tesi intitolata “Pagine inedite di Leda Rafanelli: rileggere la storia attraverso la memoria autobiografica”, che richiama il titolo dell’intervento), ha introdotto ufficialmente i lavori con una panoramica circa la scrittura della Rafanelli a partire da l’indissolubile intreccio tra memoria – storia – autobiografia. Una carrellata analitica e chiara su alcuni tra i maggiori scritti ed inediti della Rafanelli, in particolare quelli appartenenti all’ultima fase della sua vita (dal 1946 – data della pubblicazione de Una donna e Mussolini – fino al 1971, anno della sua morte), che ha evidenziato come l’autrice abbia utilizzato in primo luogo la propria soggettività per la ricostruzione storica degli eventi dell’anarchismo, e non solo, del primo Novecento e dei percorsi di vita e di militanza dei compagni; una scrittura, dunque, che si svolge attraverso l’apertura e la reinterpretazione dei ricordi personali. Una soggettività anche dei luoghi, la tipografia come trampolino di lancio e luogo di formazione, la Casa Editrice, conferma di professionalità e sede dell’incontro tra pubblico e privato. A oriente: Leda Rafanelli tra esotismo e anarchia, è la proposta di riflessione del secondo intervento, curato dal saggista Luca Scarlini, che apre un nuovo scenario: l’Oriente come luogo di esistenza alternativo e solo apparentemente antitetico rispetto alla scelta politica, che affascina Leda e le permette di estendersi alla conoscenza di alcune notevoli figure tra Otto e Novecento: dialoga quindi con Isabelle Eberhardt, mistico sufi sotto mentite spoglie e con la scandalosa Valentine de Saint-Point, autrice del Manifesto della Lussuria e poi pia donna al Cairo, proponendo modelli e percorsi sorprendenti. Un ritorno all’ambiente milanese con Mattia Granata (Università di Milano) e il suo studio su le Lettere dall’individualismo milanese. Leda Rafanelli, Carlo Molaschi e Maria Rossi, con cui ha cercato di render merito ad un soggetto storico, rendendolo oggetto storiografico. Una rilettura dell’ambiente anarco-individualista milanese dei primi vent’anni del Novecento attraverso il carteggio Rafanelli – Molaschi e Rossi – Molaschi, che demolisce luoghi comuni e paradossi della storiografia fino alla demolizione dello stesso termine individualismo, inesatto se generalizzato, e perciò esteso, sfuggendo al vizio di incastrare in categorie, al plurale individualismi, più calzante alle singole personalità. Quindi l’indagine di Alberto Ciampi, il simbolismo e l’arte della Rafanelli, che si rincorrono tra la tipografia e la Casa Editrice, lungo il filo conduttore della stampa, fonte di sostentamento e di riscatto sociale, e dell’estetica, curata fino a farne un’etica esistenziale. Un altro salto ad Oriente con il Professore Enrico Ferri e le sue considerazioni sull’islamismo della Rafanelli, visto non come un anarchismo islamizzato o un islamismo libertario, quanto nelle vesti di apertura ad un mondo e a modelli di vita alternativi e più dignitosi di quelli della morale borghese e della logica capitalistica. E, dopo i suggerimenti di Antonio Senta, sul fondo Fedeli conservato presso l’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam, di cui il giovane ricercatore è collaboratore, Franco Schirone fa il punto sulla storia della Casa editrice Sociale di Milano e l’importanza che essa ebbe nella modificazione della cultura dell’individualismo milanese, permettendo la diffusione di una cultura antifascista abbracciando strati sociali differenti e diversi paesi. A conclusione un’apertura; il Vicario generale per l’Italia della Confraternita sufi Jerrahi Halveti, Gabriele Mandel suggestiona i presenti, con la sua presenza e le sue riflessioni. Anarchia e Islam: quali i punti di contatto? Perché l’Islam ha attratto, anzi affascinato molti anarchici, quando l’Anarchia vuole ogni essere umano libero da vincoli fideistici e da rituali precoordinati? E poi: vi è una ideologia anarchica tra le espressioni di più compiuta rilevanza tipicamente islamiche? E il dibattito si apre.

Elena Bignami

 

Nel braccio
della morte

Dopo la decisione della Corte Suprema del 13 giugno 2005 (con la quale è stato deciso di annullare la condanna a morte di Thomas (1) e concedergli la revisione del processo), Thomas è stato trasferito nel Dallas County Jail, dove si trova tuttora in attesa di un nuovo processo.
Il procedimento è stato rimandato più volte, per diversi motivi; peraltro dopo le elezioni del novembre 2006 e la vittoria dei democratici, la composizione dell’ufficio del procuratore di Dallas è completamente cambiata, dal District Attorney ai giudici. È successo anche che uno degli avvocati d’ufficio di Thomas, nel frattempo nominato assistente del District Attorney, ha dovuto lasciare l’incarico per un evidente conflitto d’interessi. Si è altresì dovuto provvedere ad affidare l’incarico del caso Miller-El di District Attorney ad un giudice di altra città, appositamente, per poter garantire un minimo di indipendenza nel delicato lavoro. Da notizie che giungono dal Texas, sembra che il processo slitterà al 2008. La realtà è che il caso Miller-El è divenuto molto imbarazzante e con preoccupanti implicazioni politiche e la conseguenza è proprio questo continuo rimandare la data del processo, con conseguenze devastanti per l’imputato, lo ricordiamo da ormai 21 anni in attesa di giudizio tra braccio della morte, esecuzioni rimandate e carceri di massima sicurezza.
I sostenitori di Thomas, nel frattempo, continuano ad organizzare raccolte di fondi per mezzo delle quali riescono ad aiutare Miller-El nella costosa difesa legale. Soldi che sono stati indispensabili fino ad oggi per permettere all’avvocato d’ufficio di incaricare degli specialisti affinché trovassero nuove prove da portare al processo d’appello – è noto infatti che le corti e i procuratori dispongono di mezzi finanziari con cui influenzare l’esito di un processo, mentre gli avvocati d’ufficio, indipendentemente dalla loro esperienza, hanno poche risorse per difendere i propri clienti. Se Thomas non potrà permettersi di incaricare della sua difesa un avvocato privato (che ovviamente dovrà essere pagato) potrebbe facilmente essergli inflitta una nuova sentenza di morte.
In Italia è attiva ormai da anni una campagna di sostegno a Thomas Miller-El, alla quale si può aderire inviando offerte sul numero di conto corrente postale n° 45648003, intestato al Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100 Piacenza, specificando la causale Per Thomas Miller-El.
È stato conseguentemente chiuso il precedente numero di conto corrente postale intestato a Vincenzo Puggioni. che resta insieme ad Angelina Cunsolo Salomone a disposizione per ogni informazione e l’organizzazione di incontri sul caso di Thomas Joe Miller-El.
Per quanti volessero infine contattare direttamente Thomas, il nuovo indirizzo è il seguente:

Thomas J. Miller-El
#05069575
North Tower 4- West – 3
Post Office Box 660334
Dallas, Texas 75222-0334.

Vincenzo Puggioni


1. Cfr. Thomas Joe Miller-El, Io, nel braccio della morte, “A” n. 283 estate 2002.