Rivista Anarchica Online
Milano, 7 gennaio: seminario su "Mass-media e comunicazione libertaria"
a cura della Redazione
La comunicazione sociale è prevalentemente unidirezionale: dai detentori del potere a coloro che vi
sono soggetti. Lo sviluppo tecnologico nell'ambito mezzi di comunicazione è stato funzionale a questa
struttura unidirezionale, funzionale a sua volta alla struttura gerarchica della società. Così i mass-media, dalla stampa quotidiana alla cinematografia, dai rotocalchi alla radio ed alla televisione, si
sono manifestati come enorme potenziamento della "voce del padrone", divenendo strumento di
controllo sociale di crescente importanza, in quanto tramite fondamentale della cultura dominante e
strumento principe di manipolazione del consenso. Simmetrica all'importanza che la comunicazione
sociale ha per il potere è l'importanza che essa ha per chi lotta contro il potere, per conquistarlo o per
distruggerlo.
Il dirottamento, il sequestro, l'attentato possono essere finalizzati apparentemente a cose diverse, ma
sono anche sempre - in via principale o secondaria, coscientemente od inconsciamente - un modo di
usare i mass-media, da trasmettere un proprio messaggio al pubblico dei media, cioè, nelle società
industriali avanzate, alla quasi totalità della popolazione. Chi - come individuo, classe sociale, gruppo
politico, minoranza etnica, ecc. - è escluso dall'informazione di massa perché il suo progetto non è
conforme al modello dominante, può accedervi di forza, se pur episodicamente, diventando il soggetto
di una notizia clamorosa che i media possono condannare ma non cancellare.
Sul tema "Mass-Media e Comunicazione Libertaria" il Centro Studi Libertari "G. Pinelli" ha
organizzato un seminario che si terrà a Milano sabato 7 gennaio e vi parteciperanno con relazioni e
comunicazioni compagni che hanno esperienze negli attuali settori della comunicazione di massa.
Ampia e di importanza eccezionale sarà la tematica trattata. I mass-media sono in sé neutri ed è perciò
possibile che quelli che ora sono strumenti di dominio e di disinformazione unidirezionale possano
divenire strumento di liberazione e di informazione multidirezionale? E se sì, in quale misura, a quali
condizioni, in che modo? Oppure esigenze tecniche ed economiche (complessità ed onerosità di
gestione) li mettono fuori della portata delle minoranze ribelli? O, peggio ancora, la loro stessa natura
di mezzi di comunicazione di massa, appunto (da pochi alla massa) ne consente solo un muso di fatto
gerarchico? Per ulteriori informazioni sul seminario rivolgersi al Centro Studi Libertari "G. Pinelli",
viale Monza 255 - Milano.
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